16 - Ferro e calamita

Il sole sorge su Madrid, i suoi deboli raggi illuminano il Santiago Bernabéu e i corpi nudi di Sergio e Blanca, distesi sul bordo della piscina riservata dello stadio. La notte è passata tra mugolii e parole sussurrate, come se nessuno dei due amanti volesse dirle ad alta voce, per non rompere quel precario equilibrio appena trovato.

È il sivigliano ad aprire per primo gli occhi e, realizzando brevemente quello che è successo la notte appena passata, si prende un attimo per guardare la bellissima ragazza che sta ancora dormendo beatamente accanto a lui.

Un sorriso spontaneo si forma sul suo viso, passa una mano delicatamente sul fianco di Blanca, provocandole la pelle d'oca anche nel sonno. Le mani risalgono fino al suo viso, le accarezza una guancia tirandole indietro una ciocca di quei capelli mori e ricci che le incorniciano quel volto da modella che ha.

Per un attimo pensa di avvicinarsi ulteriormente a lei e schioccare le labbra contro le sue, per svegliarla nel modo più dolce possibile. Scuote immediatamente la testa, ritornando in sé e ricordandosi di essere Sergio Ramos, con una certa reputazione da mantenere.

Sospira rumorosamente fissando il soffitto, mentre la luce del sole penetra all'interno della stanza, risvegliando i sensi di colpa e la bella madrilena al fianco del calciatore.

"Buongiorno, chiappe d'oro" la prende in giro Sergio quando nota un impercettibile movimento al suo fianco.

"Buongiorno? Stai scherzando, spero" Blanca spalanca gli occhi, ritornando immediatamente alla realtà, rendendosi conto di essersi addormentata per l'ennesima volta accanto al suo nemico.

"Sono quasi le sette" risponde Sergio con un tono di voce stranamente normale e non strafottente come al solito.

"Cogliona" mormora la mora tra sé e sé, cercando invano qualcosa vicino a lei per coprirsi.

"Rilassati Alarcón. Prima di tutto, ti ho già vista nuda. Secondo, perché non mi hai mai detto che avevi un tatuaggio nascosto?" domanda curioso il numero quattro, appoggiando la testa sul palmo della mano ed il gomito per terra.

"Prima di tutto, non avremmo mai dovuto vederci nudi. Secondo, fatti i cazzi tuoi, Ramos" taglia corto la colchonera alzandosi in piedi e andando a recuperare i vestiti sparsi lungo tutto il bordo della piscina.

"Sei tesa come l'elastico delle mutande. Rilassati, Alarcón" ride il sivigliano tirandosi in piedi senza preoccuparsi minimamente di essere nudo.

"Io almeno le metto a differenza tua, Ramos" fa notare la ragazza prendendo in mano i vestiti e mettendoli davanti a sé per tentare di coprire il suo corpo il più possibile.

"Ieri sera non hai fatto storie sul mio non avere le mutande, o sbaglio?" sussurra Sergio nel suo tono di voce sensuale, quello che usa solitamente per rimorchiare la ragazza di turno in discoteca.

"Ieri sera è stato un errore" commenta Blanca ostentando sicurezza, provando a nascondere quel brivido che le percorre tutto il corpo.

"Ultimamente stiamo sbagliando un po' troppo noi due, non credi?" Sergio si avvicina pericolosamente a Blanca, prende i suoi vestiti e li getta in piscina.

"Ma sei impazzito?" sbotta la madrilena dandogli uno spintone sul petto per allontanarlo da lei, senza riscuotere molto successo.

"Come se ti dispiacesse stare qui nuda contro di me, Alarcón" ammicca il sivigliano con le mani sul sedere di Blanca che palpa vigorosamente. "Ti fa ancora male?" continua, a voce più bassa, con quel timbro che fa chiudere gli occhi a Blanca per un momento, facendole dimenticare con chi si trova abbracciata in questo momento.

"Se continuiamo a scopare così mi farà sempre male" risponde lei con le mani contro il suo petto per provare a mantenere una minima distanza tra i due.

Ma i loro corpi si reclamano, si cercano come se fossero ferro e calamita e non c'è niente che loro possano fare per stare lontani: saranno sempre attratti l'uno dall'altra.

"Sai, Alarcón, non ho mai scopato due volte con la stessa ragazza" dice Sergio mordicchiando il lobo di Blanca senza smettere di toccare tutto il suo corpo con le dita.

"Probabilmente perché nessuna ti soddisfa come ti soddisfo io, Ramos" contrattacca la mora accarezzandogli il petto e gli addominali scolpiti.

"Il tuo culo mi soddisfa, non tu" risponde a tono il sivigliano stringendole il sedere tra le mani.

"Sì, ho visto come tutto il resto ti era indifferente" Blanca alza le sopracciglia staccandosi leggermente da lui.

"Vuoi sentirti dire che sei bella, Alarcón? Non lo dirò mai" continua con tono irritato il difensore dei blancos sbuffando leggermente.

"So già di essere bella anche se non me lo dici tu, ma sappi che il tuo corpo parla al posto tuo, Ramos" la mora abbassa lo sguardo notando l'erezione di Sergio puntata verso il suo corpo ancora nudo.

C'è un momento di silenzio tra i due, si guardano negli occhi per qualche istante e poi si separano bruscamente, allontanandosi quasi come per evitare di essere trasportati nuovamente nel vortice di passione che sembra non abbandonarli mai.

Sergio si infila i pantaloncini da allenamento che aveva la sera prima e si avvia verso l'uscita della piscina. Blanca si sporge verso il bordo per recuperare i suoi vestiti fradici dentro all'acqua, maledicendo a bassa voce il ragazzo a pochi passi da lei.

"Muovi quel bel culo che ti ritrovi, mettiti questo e seguimi" le intima Sergio, porgendole un accappatoio totalmente bianco.

"Io con te non vado da nessuna parte, Ramos" risponde acida la madrilena coprendosi con l'accappatoio di spugna morbida. "E smettila con la fissa per il mio culo, stai diventando inquietante" conclude, allacciandosi la cintura in vita e seguendo con riluttanza il calciatore.

"Non ti vanno bene neanche i complimenti. Come sei acida, Alarcón" Sergio si incammina verso le scale che conducono al piano terra del Bernabéu, seguito a ruota da Blanca. "Ho ragione allora, è meglio quando stai zitta e ti fai scopare come se non ci fosse un domani" si ferma di scatto una volta raggiunto il piano superiore, facendo in modo che la ragazza sbatta contro di lui.

"Abbiamo scopato solo due volte, non montarti la testa, Ramos" farfuglia la mora cercando di guardare qualsiasi cosa, ma non i suoi addominali o i suoi occhi che la scrutano da capo a piedi come se fosse ancora nuda.

"Tecnicamente sono dieci volte, vorrei ricordartelo" puntualizza il numero quattro sorridendo beffardo.

"Non ricordarmelo, grazie" sbuffa Blanca alzando gli occhi al cielo.

Sergio si lascia andare ad una risata e, una volta girate le spalle a Blanca, si incammina verso gli spogliatoi della prima squadra. Apre la porta che riporta un enorme stemma del Real Madrid ed invita la ragazza ad entrare insieme a lui.

"Te lo scordi, io li dentro non ci entro neanche sotto tortura" Blanca punta i piedi, facendo i capricci come una bambina di due anni ma la sua fede calcistica in questo momento prevale su tutto, persino su Sergio Ramos.

"Non costringermi ad usare la forza con te, Alarcón" sospira Sergio scuotendo leggermente la testa in segno di disapprovazione. "O forse è proprio quello che aspetti: che ti prenda di forza qua dentro" ammicca guardandola negli occhi, con un sorriso malizioso dipinto sul volto.

"Non ci pensare nemm..." risponde di rimando Blanca, ma non fa in tempo a finire la frase che il sivigliano la prende in braccio di peso, la porta all'interno degli spogliatoi e chiude la porta a chiave.

"Io non penso. Agisco, Alarcón" afferma il ragazzo mettendola giù e bloccandole il corpo tra il suo e la porta alle sue spalle.

"Solo perché sei bello non significa che puoi fare tutto quello che vuoi" mormora la madrilena senza riuscire a togliere gli occhi dal suo nemico.

"Cosa sono io?" lo sguardo di Sergio di illumina per un istante, non capacitandosi di quello che le sue orecchie hanno sentito poco fa.

"Sei bello. Contento?" Blanca allarga le braccia, come se avesse detto la frase più ovvia del mondo.

"Penso sia il primo ed unico complimento che tu mi abbia mai fatto, Alarcón" il viso di Sergio si addolcisce, si avvicina a quello di Blanca e le accarezza lievemente una guancia con i polpastrelli.

"Potrei dirti anche che sei il dio del sesso ma non te lo dirò mai" mormora la colchonera in evidente difficoltà, non sapendo come uscire da quella situazione che sotto sotto non le dispiace così tanto.

"Il dio del sesso, wow. Stiamo facendo progressi, Alarcón" sorride il difensore sfiorando le labbra con le sue senza però unirle in un vero e proprio bacio.

"Devo andare" Blanca recupera i sensi appena prima che accada l'inevitabile.

Evita quel bacio usando tutta la forza che le è rimasta in corpo dopo l'ennesima notte di sesso straordinario ed estenuante per staccarsi da Sergio. Con un movimento rapido fa scattare la chiave nella serratura ed esce dallo spogliatoio, corre velocemente verso l'ingresso principale per salire in macchina il prima possibile e scappare lontano da quel posto.

Sergio rimane spiazzato: mai gli era capitato di essere rifiutato da una donna, specialmente dopo una notte di sesso sfrenato. Rimane in piedi, imbambolato davanti alla porta senza sapere cosa fare o cosa dire.

In un primo momento pensa di correre dietro a Blanca, di fermarla e continuare da dove si sono interrotti. Ma immediatamente scaccia quel pensiero dalla testa. Lui non è romantico, lui non corre dietro alle donne. Le donne corrono dietro di lui senza avere la minima chance di finire nel suo letto.

Sconsolato e con mille dubbi in testa, si toglie i pantaloncini e va sotto alla doccia, sperando che l'acqua calda possa sgomberare tutto il caos che ha in mente.

"Che cosa mi stai facendo, Alarcón" sospira.

E mentre una Maserati nera e lucida sfreccia senza meta per le vie di Madrid, nelle docce del Santiago Bernabéu si sprecano litri e litri di acqua calda per provare a fare ordine nella testa confusa di Sergio Ramos.

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