Un'estate da (non) ricordare
Come il crimine, senza regole
Come le ragazze con il grilletto facile
La canzone "Senza pagare" di J-Ax e Fedez risuonava nella radio del bar dello stabilimento Tirrena, il più grande e antico di Anzio, diffondendosi fino alla riva del mare.
Non era l'unico tormentone dell'anno: era uno dei più passati insieme a "Symphony" dei Clean Bandit, "Despacito" di Luis Fonsi e "Bomber" dei Il Pagante.
Alberto Baldi e Davide Altobelli, seduti in riva al mare in attesa del ritorno dalle docce delle sorelle Irene e Sofia Tindari, sostenevano che, a giudicare dai ritmi dei tormentoni, quella fosse un'estate particolarmente "danzereccia": con la riapertura miracolosa del liceo classico Leonardo Da Vinci lo era sicuramente ancora di più.
《Secondo me è stato Ugolino a tirare una macumba sulla scuola per farci soffrire fino all'ultimo...》sbuffò il primo, un ragazzo coi capelli castano scuro e gli occhi marroni e grandi, riferendosi al temuto prof di Matematica e Fisica Pietro Martini, chiamato come il personaggio dantesco che divorava i propri figli.
《Quello è perché ce l'ha con te, non vede l'ora di bocciarti dalla quarta ginnasio, quando gli hai rigato la macchina col motorino, ma c'è sempre tua madre a pararti il culo》ammise onestamente il secondo, con capelli biondo chiaro e occhi verdi e vispi.
《Grazie, Davide. È bello che qualcuno me lo ricordi》sbuffò l'uno.
《Dovere, amico》replicò serafico l'altro.
《Tanto sai bene che non gli servirà, come non servirà a te e a tuo fratello di essere degli Altobelli per placare l'ira di Ugolino quest'anno... Sempre che decida di ammetterci agli esami...》intervenne una delle due ragazze che stavano venendo loro incontro.
Avevano entrambe lunghi capelli scuri e occhi dello stesso colore: erano le sorelle Tindari, in classe con Alberto e Davide fin dal primo giorno della quarta ginnasio.
《Vabbè, ma perché tu sei brava, Sofia, è ovvio che non ti boccerà nessuno, né Ugolino né nessun altro》ribattè Altobelli.
《Sicuramente non la Vecchia... Quella contava i giorni per andare in pensione, almeno non ce la ritroviamo tra le palle alla maturità...》commentò Irene, la sorella maggiore di Sofia. Entrambe erano nate nel 1999, ma una era di marzo e l'altra era di dicembre, e inoltre erano figlie di padri diversi, ma nessuna delle due ne conosceva l'identità: la loro madre, Maria, cambiava fidanzati con la stessa frequenza con cui ci si cambia la biancheria intima.
《La Caruso non ha mai saputo spiegare Storia e Filosofia, ma mi preoccupa di più il fatto che ci manderanno uno sconosciuto a seguirci fino agli esami...》sospirò Sofia.
《Magari non sarà poi così male il sostituto della Vecchia...》ipotizzò Alberto.
《Peggio di Ugolino non c'è nessuno. Francesco dice che se fosse stato una donna lui ci avrebbe fatto il cretino e l'avrebbe rabbonito per tutti quanti》sostenne Davide.
《A proposito, tuo fratello e il suo amico sono sempre a spezzare cuori di giovani fanciulle innocenti in giro per lo stabilimento?》domandò sarcasticamente la minore delle Tindari, riferendosi a Francesco Altobelli e al suo migliore amico Carlo Neri.
Cosicché Davide, Irene e Alberto levarono lo sguardo sui due, che osservavano le ragazze camminargli davanti.
Entriamo senza pagare
Come i calciatori di serie A
Ci guarda tutto il locale
Ma poi vedrai che nessuno ci toccherà
Come il crimine
La canzone di J-Ax e Fedez volgeva al termine, e Altobelli pensò che non ci fossero versi più azzeccati per inquadrare la scena: l'ultima parte della stagione estiva della caccia era cominciata, per suo fratello.
***
Poco più in là, un ragazzo biondo con gli occhi azzurri e un altro con lo stesso sguardo ceruleo ma riccioli neri guardavano alcune ragazze: il primo era Francesco Altobelli, fratello maggiore di Davide, e aveva palesemente voglia di rimorchiare, appagando così la sua natura di dongiovanni insaziabile; il secondo era Carlo Neri, e tutto quello che desiderava era, contrariamente all'amico, una relazione seria, ma il suo compito principale era quello di fare da confessore alle ragazze che venivano mollate da Altobelli dopo una settimana con un post-it.
《Ma non te ne va bene una, questo periodo?》domandò il moro.
《Boh... È che all'inizio dell'estate era più facile, ma dopo due mesi ci sono sempre le solite facce... Le turiste neanche a parlarne, non solo perché sono sveglie, ma spesso fidanzate con certi bestioni che mi gonfierebbero come una zampogna. Sotto Ferragosto è venuta poca gente nuova, e nessuna famiglia con figlie femmine...》si lamentò il biondo.
《Però è strano. Cioè, non mi dispiacerebbe se diventassi una persona seria, ma l'estate è finita, e vederti senza qualcuna che ti muore dietro è quasi anomalo...》osservò l'uno.
L'altro stava per rispondergli, quando all'improvviso passò davanti a loro una ragazza minuta e magra, con lunghi capelli lisci color castano chiaro, e grandi occhi nocciola; nella sua mente di irriducibile conquistatore pensò che forse quell'ultima settimana di agosto non si sarebbe annoiato.
《Visto, Carlo? Bisogna avere pazienza. Anzi, sai che ti dico? Siccome è nuova, magari cerca qualche comitiva in cui introdursi e le servono i canali giusti...》rispose, alzandosi e andando incontro alla ragazza con un sorriso a trentadue denti.
Neri scosse la testa: l'amico era incorreggibile.
***
La raggiunse al chiosco dello stabilimento, dove Laura e Gabriele Baldi, i genitori di Alberto, sorseggiavano cocktail per combattere l'arsura di quell'estate che, nonostante stesse volgendo al termine, toccava ancora temperature altissime.
《Certo che Altobelli non sta fermo un attimo. Ha trovato una nuova preda e non esiterà a sbranarla...》notò la donna, che lavorava come insegnante al Leonardo Da Vinci e Francesco era un alunno della classe di cui era coordinatrice.
《Dipende se la ragazza di turno si farà sbranare》ipotizzò il marito, che invece faceva il medico.
《Non la vedo cretina come tutte quelle che si sono fatte infinocchiare da lui... Ma adesso che comincia l'ultimo anno non posso chiudere un occhio solo perché è un Altobelli, dovrà studiare altrimenti Pietro lo distruggerà, e non solo lui...》commentò lei, riferendosi all'attitudine a bocciare del collega Martini.
《Preparati allora ad avere a ricevimento orde di genitori in lacrime che ti pregheranno di aiutare i loro figli, a partire dai Patriarca》immaginò lui.
《Con loro non ci sarà bisogno del ricevimento, mi basterà scendere a prendere un caffè al bar sotto casa...》rispose l'una, riferendosi alla famiglia del suo alunno Pasquale Patriarca, pugliesi di Polignano a mare emigrati a Roma dove avevano fatto la loro fortuna con un bar, ma il loro primogenito non era esattamente uno studente modello: era da due anni che Pasquale scampava per miracolo alla bocciatura.
《Chi lo sa, magari la svogliatezza di Pasquale è sintomo di un talento nascosto... Guarda Franco... Non era il primo della classe, ma aveva grandi doti intellettuali》le ricordò l'altro, riferendosi al loro figlio maggiore.
《Talmente intellettuale che ha deciso di diventare fisioterapista, come no... Quest'anno ha in cura una mia alunna, la Fabbri, e spero che si comporti bene...》sospirò la prima. Concetta Fabbri era paraplegica dalla nascita, e quell'anno i genitori avevano deciso di rivolgersi a Gabriele per sottoporla ad una cura sperimentale che le avrebbe dato finalmente la possibilità di camminare, e che comportava un periodo di fisioterapia.
《Lo sai che Franco farà un lavoro eccellente, e poi è bravo coi pazienti》sottolineò il secondo, in difesa del figlio.
L'insegnante stava per rispondergli, quando sopraggiunse Maria Tindari, al settimo cielo e forse anche un po' alticcia.
《Sapeste, ho appena trovato l'uomo della mia vita!》esclamò, circondando loro le spalle.
《Maria, tu incontri sempre l'uomo della tua vita, solo che non ce n'è uno che dura tutta la vita》constatò la prof Castelli. La madre di Irene e Sofia era un'impiegata di banca, bravissima con le linee di credito e i conti correnti ma totalmente priva di freni con gli uomini che incontrava.
《E invece vi dico di sì... Si chiama Alfonso, fa il broker finanziario e l'ho conosciuto al corso di acquagym!》replicò elettrizzata la Tindari, salutando un signore sui quarantacinque anni, coi capelli brizzolati e il fisico atletico, che ricambiò.
《Adesso dovrai farlo conoscere alle ragazze...》dichiarò il dottor Baldi.
《Non vedo l'ora! Devo assolutamente organizzare una cena tutti insieme!》decise la donna, entusiasta. Successivamente raggiunse il suo nuovo uomo.
《Lo sa che Sofia lo distruggerà, vero?》indovinò Laura.
《Lasciala illudere... E poi comunque c'è sempre Irene, che è più conciliante》sostenne Gabriele.
Sarebbe stata una serata movimentata.
***
La sala dei pasti dell'albergo era particolarmente affollata quella sera: c'erano i Baldi, gli Altobelli e i Neri; c'erano Francesco e Sara, che già mangiavano da soli a lume di candela guardandosi reciprocamente con occhi pieni di desiderio; e c'erano le Tindari con Alfonso il broker.
Da quest'ultimo tavolo proveniva un'atmosfera decisamente frizzante: Maria e Alfonso si atteggiavano a fidanzati storici che si conoscevano da piccoli, Sofia non vedeva l'ora di smontarli con la sua sagacia e Irene aveva l'aria di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
《E quindi vi siete conosciuti ad acquagym...》esordì la più giovane delle Tindari.
《Eh già... Tra me e vostra madre è stato amore a prima vista...》fece Alfonso, tenendo la mano di Maria.
《E avete avuto modo di scoprire di avere delle cose in comune?》proseguì Sofia, sicura al 100% che la madre fosse "in amore" per l'ennesimo uomo che non conosceva affatto e che ci si sarebbe lasciata a breve e in modo decisamente non indolore.
《Beh, ma la vita è ancora lunga...》rispose la donna guardando l'amato con un sorriso talmente ebete che per la figlia fu più eloquente di mille parole.
《Sofia...》sussurrò Irene alla sorella, nel tentativo di indurla ad una tregua.
Intanto quest'ultima aveva preso lo smartphone e aveva inviato un messaggio alla chat di Whatsapp chiamata "Gli indivisibili", di cui facevano parte lei, Alberto e Davide:
Presentatevi alla porta a vetri non appena ricevete questo messaggio
Non appena i ragazzi ebbero letto la direttiva sui rispettivi display, si alzarono da tavola in contemporanea con una scusa e raggiunsero l'amica che già si era avviata verso il luogo d'incontro, dove il ristorante dava sul giardino interno dell'hotel.
《È senza vergogna! Mia madre è senza vergogna!》sbottò, non appena li vide arrivare.
《E dai, lo sai che tua madre è fatta così...》cercò di calmarla Alberto.
《Ha conosciuto quel soggetto ad acquagym l'altra mattina, e sono sicura che non hanno nulla in comune!》proseguì inviperita la ragazza.
《Se ne renderà conto col tempo... E con i pianti, le urla e il "chiodo scaccia chiodo"》fece Davide, ripetendo a memoria il copione della signora Tindari, che conosceva ormai anche lui.
《Appunto, sono diciotto anni che va avanti questa storia... Vorrei che mia madre trovasse un uomo serio con cui raffreddare i bollenti spiriti, non il solito idiota raccattato a caso!》sbraitò Sofia.
《Dovresti fare questo discorso anche a mio fratello, allora... Mi sa che lui e la ragazza conosciuta in spiaggia vogliono concludere...》osservò Altobelli, vedendo Francesco e Sara allontanarsi mano nella mano verso le camere da letto.
***
Davide ci aveva visto giusto: infatti i due ragazzi avevano tutta l'intenzione di andare a letto insieme.
Si chiusero in una camera libera che avevano chiesto sul momento, si erano tolti i vestiti di fretta come se scottassero e, una volta rimasti nudi, si erano buttati tra il materasso e le lenzuola, decisi ad andare fino in fondo alle loro intenzioni.
Sara era ancora vergine quando Francesco la prese, e notò con piacere quanto fosse un raffinato amatore.
Ripeterono lo stesso copione per una settimana; poi, la mattina del 30 agosto, la Michetti si svegliò e sentì che il lato del letto accanto al suo era vuoto: sul cuscino c'era un foglietto di carta giallo, che la ragazza riconobbe subito come un post-it.
Si affrettò subito a leggerne il contenuto:
È stato bello, ci siamo divertiti.
Addio, Francesco
Non voleva credere a quello che aveva letto: dunque Francesco si era solo divertito con lei? Non aveva mai provato niente nei suoi confronti? Era davvero una ragazza come un'altra, per lui?
Si rivestì in fretta, uscì dalla stanza di corsa.
《Gli Altobelli dove sono?》chiese alla receptionist, mentre le restituiva le chiavi.
《Sono partiti proprio stamattina presto》disse la donna.
《Come partiti?》domandò sconvolta la ragazza.
《Esattamente quello che ho detto》rispose la dipendente dell'albergo.
Sara corse via disperata e furiosa: come aveva potuto cascarci?
Per fortuna quell'anno avrebbe cambiato città, trasferendosi con la famiglia a Roma e frequentando la stessa scuola di suo cugino.
Magari cambiare aria le avrebbe fatto più che bene.
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