Prove di maturità
Il weekend della Festa della Repubblica passò senza che Alberto riuscisse a ricevere notizie di Bianca e della sua operazione, né dalla sua famiglia né da quella della Ventoni, né tantomeno dalla diretta interessata: la cosa stava iniziando a preoccuparlo più di quanto non lo avesse fatto la prima notte d'amore passata con lei, che sembrava, dal punto di vista della ragazza, come se fosse l'ultima.
La mattina del 4 giugno, nel momento in cui varcò la soglia del Da Vinci, pensò che qualcosa doveva essere successo: tutti parlavano a bassa voce, lo guardavano con compassione, e le parole più dette erano "la ragazza malata" e "la figlia del preside".
Cercò con lo sguardo Davide e Sofia, ma ad andargli incontro fu la Di Nardo.
《Alberto, eccoti qui...》esordì.
《Ma cos'è successo, prof?》domandò agitato e confuso il giovane Baldi.
《Mi dispiace, non doveva succedere. Ci tenevi così tanto a lei...》cominciò la docente.
《Le dispiace di cosa, prof? Mi può dire che cazzo sta succedendo? Perché tutti parlano piano di Bianca e mi guardano strano?》sbottò lo studente, la rabbia che montava inarrestabile.
《Bianca non ce l'ha fatta, Alberto. È morta sotto i ferri》ammise la donna.
《No...》ebbe la forza di rispondere il ragazzo.
《Lo so che è difficile da accettare, visto che le volevi molto bene...》proseguì la collega di sua madre, cercando di consolarlo.
《No, lei non sa un cazzo! Nessuno sa un cazzo!》gridò lui. Intanto la gente passava e continuava a guardarlo.
Ma era come se non ci fossero, come se il mondo fosse sparito attorno ad Alberto: Bianca era morta, e nulla aveva più senso.
《Alberto...》si avvicinò lei.
《Mi lasci stare! Voglio stare da solo...》la allontanò l'alunno, iracondo, correndo via.
***
Dopo quel confronto, Emma raggiunse Laura nella stanza dei docenti.
《Allora?》domandò la Castelli.
《Ho provato a parlargli》rispose la Di Nardo.
《E lui?》chiese l'una.
《Non ha voluto che lo consolassi. In realtà mi ha cacciata in malo modo, ha detto che non vuole vedere nessuno》spiegò l'altra.
《Siamo stati dei vigliacchi. Io, mio marito, mio figlio Franco. Avremmo dovuto dirglielo stamattina mentre facevamo colazione, e invece ho delegato te... Sono una madre orribile...》si pentì la prima.
《Io non penso che tu sia una madre orribile. Nessuna donna troverebbe mai il coraggio di dire al proprio figlio che la ragazza che ama ha perso la vita sotto i ferri, durante un'operazione nella quale la medicina ha fatto progressi e ridotto il tasso di mortalità. Adesso però bisogna stare tutti quanti vicini ad Alberto, più che mai con la maturità alle porte》decretò la seconda.
《Temo proprio che questa sarà la parte più difficile. Dopo la morte di Bianca, non credo che avrà più l'entusiasmo per nulla, figuriamoci per ripassare tutto il programma dell'ultimo anno...》immaginò la madre di Alberto.
In fondo al suo cuore sperava che almeno Sofia e Davide riuscissero a farlo ragionare.
***
Ma quando Alberto diceva che non voleva vedere nessuno, intendeva proprio nessuno.
Se n'era andato in cortile, con le cuffie dell'iPod nelle orecchie, la musica a palla e le parole di "Lontano dal tuo sole" di Neffa che erano il ritratto di ciò che provava in quel momento:
Sono pronto per rialzarmi ancora
È il momento che aspettavo è ora
Nonostante questo cielo
Sembri chiuso su di me
Nessuno mi vede, nessuno mi sente
Ma non per questo io non rido più
Non ce la faceva, non ce la faceva nemmeno a pensare di alzarsi la mattina successiva e constatare che Bianca non faceva più parte di questo mondo; non riusciva ad accettarlo; voleva solo sparire, nascondersi tra le pieghe di un dolore che dilagava dentro di lui e non poteva essere fermato; niente e nessuno avrebbe potuto raggiungerlo.
Io sono qui in un mondo che ormai
Gira intorno a vuoto
Lontano dal tuo sole
E piove ma io qualche cosa farò
Per risentire ancora
Tutto il calore che ora non ho
E avere un po' di pace che ora non ho
E luce dei miei occhi che ora non ho
Una direzione giusta che ora non ho
Che ora non ho
Per tutti quei mesi si era sentito come un pianeta, e la Ventoni era il suo sole: bella, dolce e splendente, aveva portato luce nel buio della sua vita sempre uguale da cinque anni; adesso che questo sole si era spento, aveva cominciato a piovere talmente forte che lui non riusciva a vedere una direzione in cui andare.
Da lontano, sua madre lo guardava sconsolata: si sentiva inutile, non sapeva come stare vicina al figlio.
***
Quel pomeriggio Concetta aveva l'ultimo incontro con Franco, ma non aveva il coraggio di lasciare la sua stanza d'ospedale per dirigersi verso il reparto di Fisioterapia e vedere per l'ultima volta il ragazzo che amava ma a cui non si era mai dichiarata.
Rachele era venuta con lei sia per accompagnarla in quell'ultima tappa verso l'obiettivo di camminare sulle proprie gambe, sia perché aveva capito che qualcosa tormentava la sua migliore amica, ma quest'ultima non gliela voleva dire: perciò quel pomeriggio decise di affrontarla.
《Concetta, si può sapere che ti succede?》esordì infatti.
《Che mi succede?》rispose questa con un'altra domanda per tergiversare.
《Come che succede? Non mi racconti niente, non ti confidi più con me... È chiaro che qualcosa ti logora dentro ma se tu non mi dici cos'è, io non ti posso aiutare!》ribattè la Grandi.
《Mi sono innamorata di Franco》confessò la Fabbri.
《Lo immaginavo》indovinò l'una.
《Però non ho il coraggio di dichiararmi perché lui è il mio fisioterapista e temo di avere confuso il rapporto tra medico e paziente con l'amore, e che se glielo dicessi lui si farebbe una risata...》continuò l'altra.
《Secondo me invece dovresti buttarti. L'hai visto il figlio della Castelli con Bianca Ventoni? Le è stata sempre vicino》replicò la prima.
《Però è morta》obiettò la seconda.
《Tu invece sei guarita, e sono sicura che se farai quest'ultima lezione come se niente fosse, rimpiangerai per sempre di non avergli detto niente!》sostenne Rachele.
《Dici che gli devo parlare?》chiese perciò Concetta.
《Dico di sì》confermò la compagna di banco.
Così la ex paraplegica si alzò e, preso il bastone con cui per i primi tempi si sarebbe dovuta spostare per precauzione, seguì l'amica fino al reparto di Fisioterapia, dove l'attendeva Franco.
《Ciao!》la salutò.
《Ciao...》fece lei.
《Vi lascio soli...》intervenne Rachele, uscendo dalla stanza, non prima di aver lanciato a Concetta uno sguardo eloquente.
《Ormai ce l'hai fatta, quasi non servirebbe questa nostra ultima lezione...》osservò il ragazzo.
《Invece servirà per una cosa più importante. Franco, io ti devo parlare》cominciò la giovane.
《Dimmi pure》disse lui, sedendosi.
《Io ti amo, Franco. Ti ho sempre amato da quando sono iniziati i nostri incontri, anche se mi sentivo patetica, a volte ridicola, perché sono una tua paziente, e tu il mio fisioterapista e quindi...》proseguì lei.
《...E quindi niente, ti amo anch'io. Amo la tua dolcezza, la tua intelligenza e la tua profondità. Ma soprattutto, amo la tua costanza e la tua determinazione nel raggiungere il tuo obiettivo. E anche se mi sono svegliato adesso che è l'ultimo giorno per dirti queste cose, se tu mi vuoi ancora io sono qua...》confessò l'uno.
L'altra lo baciò senza nemmeno lasciargli il tempo di finire la frase, e il giovane Baldi ricambiò.
***
Il giorno successivo si sarebbero celebrati i funerali di Bianca nella cappella adiacente all'istituto; quella notte però nessuna delle due sorelle Tindari riusciva a dormire: Irene per la notizia della gravidanza che aveva confidato solo a Youssef - che si era accollato una responsabilità non sua - e Sofia per l'impossibilità di riuscire a stare vicina ad Alberto, nonché per il senso di colpa dato dalla gelosia che aveva provato, in tutti quei mesi, nei confronti della Ventoni.
Guardavano una il soffitto, l'altra il cielo notturno che compariva da uno spiraglio della serranda abbassata ma non del tutto.
《Sofi?》esordì Irene.
《Sì?》fece Sofia.
《Non dormi?》domandò la maggiore.
《Non ci riesco. Nemmeno tu, immagino...》constatò la minore.
《C'è una cosa che devo dirti. Forse te la dovevo dire qualche settimana fa...》cominciò l'una, voltandosi verso la sorella.
《Che è successo, Ire?》chiese l'altra.
《Sono incinta. E il padre è Hans Fabricetti, il ragazzo dello scambio culturale》confessò la prima.
《E mamma lo sa?》volle sapere la seconda.
《No, non lo sa nessuno a parte Youssef. Lui ha detto che si occuperà di me e di mio figlio...》spiegò la ragazza soprannominata Tindari Uno.
《Un vero principe azzurro》commentò Tindari Due.
《Già, non mi sarei mai aspettata che gli ci volesse una gravidanza scomoda per accorgersi di me... Ma tu invece che hai?》replicò Irene.
《È che mi sento una merda. Per tutto questo tempo sono stata innamorata di Alberto e gelosa di Bianca, e adesso che è morta mi fa schifo pensare a questa mia gelosia. Forse ha ragione il bidello Marioni, forse di noi due sono davvero la Cattiva...》sospirò Sofia.
《Sei troppo severa con te stessa. Hai provato un sentimento completamente normale perché sei un essere umano. Ma adesso la stabilità mentale e l'esito della maturità di Alberto dipendono da te: devi cercare di stargli vicino, poi il resto verrà da sé》sorrise la più grande.
《Grazie, sorellona. E per la mamma non ti preoccupare, ti aiuterò a trovare le parole giuste》disse la più piccola.
Ed entrambe rincuorate da quella chiacchierata notturna, si addormentarono.
***
Il giorno del funerale partecipò quasi tutta la scuola: alunni, professori e membri del personale, rigorosamente vestiti di nero, si erano riuniti nella cappella di San Giorgio per dare l'ultimo saluto a Bianca.
Mentre il prete recitava la veglia funebre, suo padre il preside, sua nonna Clelia e Michele Castrogiovanni piangevano in prima fila, finalmente uniti come una famiglia; piangevano anche i professori, tranne il solito irremovibile Ugolino; piangevano Enrico e Rachele, Pasquale e Silvia, Concetta, Sara, Carlo, Irene, Ester, Francesco, Valerio, Rosa, Davide e Sofia, che guardava preoccupata Alberto, il quale fino ad allora non aveva versato nemmeno una lacrima.
Quando il religioso chiese chi volesse dire due parole sulla defunta, fu proprio la minore delle Tindari ad alzarsi per andare a parlare di fronte a tutti.
《Bianca era una di quelle persone con cui era impossibile non andare d'accordo: gentile, disponibile, sempre pronta ad aiutare gli altri e a dare fiducia alla gente che nemmeno crede in sé stessa. È difficile l'amicizia tra donne, molto difficile non farla diventare rivalità, ma con Bianca non c'era modo di far scattare questo meccanismo, perché era la persona più buona che conoscessi, e davanti alle persone buone svanisce ogni tipo di negatività, ogni forma di male!》enunciò guardando prevalentemente Alberto durante il discorso, prima di scoppiare a piangere ed essere costretta a tornare al suo posto: sapeva che presto anche il giovane Baldi sarebbe esploso - era normale che accadesse - ma non appena l'avesse fatto, il dolore per Bianca sarebbe stato talmente forte che per lei, per Sofia, non ci sarebbe stato spazio.
***
Quando la funzione finì, tutti accompagnarono la bara all'uscita, per non lasciare sola Bianca nel suo ultimo viaggio; poi, quando la tomba fu caricata nella macchina dell'agenzia di pompe funebri per essere portata al cimitero del Verano, dov'era sepolta anche sua madre Maya, nessuno rientrò immediatamente, ma rimasero tutti a guardare la macchina uscire dal cancello della scuola, mettersi sulla strada e diventare un puntino all'orizzonte.
《Ciao...》esordì Francesco, comparendo alle spalle di Sara.
《Ciao!》esclamò quest'ultima, girandosi di scatto.
《Come stai?》domandò gentilmente Altobelli.
《Un po' stordita. Tu?》fece la Michetti.
《Anch'io sinceramente. Bianca Ventoni era una bella persona che ha lottato fino all'ultimo, non meritava una fine così tragica...》commentò lui.
《Già, ma la sua lotta è stata comunque una grande lezione di vita. Perché se c'è una cosa che mi ha insegnato quella povera ragazza che è morta, è che l'amore non conosce mezze misure, si dona totalmente, anche se non sai come andrà a finire》rispose lei, indicando con lo sguardo Carlo ed Ester che si baciavano in lontananza.
《Chi l'avrebbe detto che proprio quei due si sarebbero messi insieme?》osservò l'uno.
《Perché l'amore fa fare le cose che non ti aspetti, anche le cazzate. Ma tu le fai lo stesso perché sai che le fai per amore...》motivò l'altra.
《E sono proprio un sacco di cazzate, quelle che ho fatto in questi cinque anni, ma una cosa giusta l'ho fatta: incontrare te. Io ti amo, Sara, e anche se non mi crederai subito io ti aspetterò》replicò il primo, avvicinando il suo viso a quello della seconda e baciandola.
Sara ricambiò il bacio, un bacio che avrebbe voluto dargli da tanto tempo, però poi si ritrasse.
《Chi mi dice che fai sul serio stavolta?》chiese.
《Perché in fondo è quello che vuoi anche tu... E poi perché c'è gente che lo può testimoniare!》sorrise Francesco, e a quella risposta ripresero a baciarsi.
Il grande amore tra Bianca e Alberto, anche se finito nel peggiore dei modi, aveva portato a qualcun altro il lieto fine.
***
Laura aveva cercato suo figlio in tutta quella folla sparpagliata per il cortile interno dell'istituto: era dal giorno prima che non aveva pianto nemmeno un po', e questo le faceva pensare che un simile dolore, se represso, avrebbe potuto provocare danni irreversibili su di lui.
Dopo aver chiesto a tutti, Davide e Sofia compresi, si mise a pensare dove sarebbe potuto andare qualcuno che volesse stare un po' da solo, e quindi si diresse nel giardino sul retro, e pensò giusto: tra le piante rinsecchite e la vegetazione spontanea, Alberto si era accasciato per terra e si era sciolto in un pianto liberatorio.
《Tesoro...》si avvicinò la Castelli, chinandosi verso il figlio.
《Non è giusto, mamma! Non è giusto! Perché Bianca? Perché, se poteva salvarsi?》domandò disperato il giovane Baldi.
Allora la madre lo abbracciò forte.
《Lo so che non è giusto, e nessuno sa perché sia successo, se Bianca poteva salvarsi, ma ormai è successo...》cercò di consolarlo.
《Non doveva succedere! Non a lei... Io l'amavo! L'amavo, cazzo!》gridò il ragazzo, con un che di inumano nella voce, il dolore che era talmente grande da uscire dal suo corpo, tanto da sovrastarlo e schiacciarlo.
《Lo so, lo so... Ma tu piangi, tesoro, piangi...》fece la donna, piangendo anche lei.
Adesso sarebbe cominciata la parte più difficile, ossia cercare di spronare suo figlio a riprendere in mano la sua vita, specialmente col fatto che ormai la maturità era alle porte e con la bruciante voglia del prof Martini di bocciarlo: non ce l'avrebbe fatta da sola, aveva bisogno del marito, di Franco e soprattutto degli amici di Alberto; magari a questi ultimi suo figlio avrebbe dato più ascolto.
***
L'8 giugno finì la scuola, e da quella data all'uscita dei quadri passarono cinque giorni: i ragazzi delle varie classi si affollavano davanti alle bacheche per vedere se erano stati ammessi e con che media.
《Sono stato ammesso! Sono stato ammesso!》esclamò Pasquale trionfante, abbracciando Silvia.
《Ma che davvero?》si aggiunse Enrico, arrivando con Rachele che in quel periodo stava riprendendo peso.
《Sì, e anche tu! Pure Ugolino ha avuto pietà di noi...》commentò Patriarca, mentre con Michetti si abbracciavano e saltellavano dalla felicità.
《Occhio che se vi sente può vendicarsi durante le prove!》fece la voce di Sara. Era arrivata mano nella mano con Francesco.
《Ah, tu non hai proprio da temere, visto che con Valerio siete i primi della classe... E magari farai uscire con 100 anche il nostro Francesco!》esclamò Rachele.
《Sarebbe un vero miracolo!》ribattè scherzoso Altobelli.
《A proposito di miracoli... Guardate chi arriva...》intervenne Silvia, indicando agli altri Concetta che stava avanzando verso i quadri, tenendo il braccio a Franco.
《Lo sapevo che vi sareste messi insieme!》indovinò la Grandi.
《Ci siamo fatti due dichiarazioni reciproche prima che fosse troppo tardi...》raccontò Baldi.
《E ne è valsa la pena...》concordò la Fabbri.
Mentre parlavano vennero raggiunti da Valerio e Teodoro, finalmente riappacificati.
《Ragazzi! Ma alla fine ce l'avete fatta anche voi?》li accolse Sara.
《A dire la verità non ci speravo più...》iniziò Gracchi.
《Ma poi un angelo custode ha vegliato su di noi e fatto di tutto per riportare l'armonia...》continuò Antonini, mostrando al resto del gruppo Rosa Patriarca che si baciava con Davide Altobelli.
Tutti si sbrigarono a guardare Pasquale, temendo che cominciasse a fare il fratello iperprotettivo.
《Che pensate, che vado in escandescenze? Sono contento per loro, anche se voglio farci un discorsetto da uomo a uomo...》concesse questi.
Gli altri pensarono che si mostrasse duro ma in realtà aveva sempre fatto il tifo per sua sorella e il fratello di Francesco: erano tutti una grande famiglia.
***
Poco dopo si aggiunsero alla comitiva anche Irene e Youssef.
《Guardate chi c'è!》esclamò Teodoro.
《Finalmente anche voi ce l'avete fatta!》concordò Concetta.
《Però pure voi quanto ci avete messo!》diede loro manforte Enrico.
《Avete ragione, ci abbiamo messo tanto a trovarci...》affermò Irene.
《Ma alla fine ci siamo trovati!》concluse Youssef.
Il clima di spensieratezza fu però spezzato da un grido che lacerò l'aria.
《Disgraziata, puttana! Come hai potuto farmi uno scherzo simile!》urlò Maria Tindari, avanzando furibonda verso la figlia maggiore. Aveva il test di gravidanza della ragazza in mano e un diavolo per capello.
《Mamma, io...》cercò di giustificarsi Irene.
《Io ho pregato con tutte le mie forze che tu e tua sorella non faceste la mia stessa fine, e invece non solo sei rimasta incinta, ma lo sei rimasta a diciotto anni, che sei ancora una bambina, anzi, siete tutti e due ancora dei bambini!》inveì la Tindari contro la figlia e Beshir.
《Sì, mamma! Sono incinta, e voglio tenerlo. Anzi, vogliamo tenerlo!》sostenne coraggiosamente la giovane.
《Ma sentila! Siete due incoscienti...》commentò aspramente la donna.
《Potrà anche sembrarle così, signora Tindari, ma siamo anche convinti che questo bambino sia una grande opportunità sia per me che per sua figlia, di cui mi prendo tutte le responsabilità!》replicò fermo Beshir.
《Siete fuori, siete davvero fuori...》disse l'impiegata di banca, allontanandosi.
《Sono sicuro che capirà...》dichiarò Youssef, rassicurando Irene.
《Spero presto...》sospirò quest'ultima.
***
Paolo Roversi era tornato dell'ultimo colloquio con la Di Nardo, la quale gli aveva ribadito che la promozione di suo nipote Enrico non era un miraggio, ma la realtà; non appena uscì dalla stanza dei ricevimenti trovò Maria Tindari seduta su una panchina, ad occhi socchiusi, che ispirava ed espirava.
《Signora Tindari! Va tutto bene?》chiese gentilmente lui.
《No, signor Roversi, è un disastro! Sono una madre orribile, cambio uomini come se fossero calzini e poi me la prendo se mia figlia Irene rimane incinta del suo fidanzato con cui sta da poco! Predico bene e razzolo male, faccio schifo...》rispose lei sconsolata.
《Non si deve rimproverare di nulla, signora Maria》fece l'uomo, sedendole accanto.
《Dice?》domandò la donna, guardandolo negli occhi.
《Vede, il fatto è che teniamo talmente ai nostri ragazzi che desideriamo il meglio per loro, ma dimentichiamo che anche noi siamo stati giovani, e abbiamo fatto gli stessi errori che non vogliamo che loro facciano oggi...》replicò l'uno.
《Quindi è convinto che io debba incoraggiare Irene e Youssef con la loro idea di essere genitori a nemmeno vent'anni?》insistette l'altra.
《Credo proprio che ne sarebbero felici》confermò il primo.
《E va bene, farò uno sforzo... Ma comunque sono troppo giovane per diventare nonna!》scherzò l'impiegata di banca, per sdrammatizzare.
《E allora vuol dire che sarà la più giovane e splendida delle nonne!》esclamò il personal trainer con galanteria.
《Lei è troppo buono, signor Paolo...》si schermì Maria.
《Ma no, sto solo constatando un dato di fatto... La splendida giovane nonna ha impegni per stasera?》propose Paolo.
《Nessun impegno》dichiarò la madre di Irene e Sofia, accettando l'invito. Era ufficialmente di nuovo "in amore": forse da questa nuova prospettiva la gravidanza di sua figlia non sarebbe stata poi così terribile da affrontare.
***
Da quando erano cominciati i primi caldi, i membri della famiglia Altobelli avevano cominciato a consumare i pasti in giardino, seduti al tavolo attorno al gazebo bianco.
Quel giorno, alla fine del pranzo, il Cavaliere, suo figlio Giovanni e la moglie Patrizia commentavano i risultati dei quadri di Francesco e Davide.
《Caro Francesco, sei stato veramente una scoperta... La media dell'8!》esclamò sua madre, che aveva i suoi stessi tratti somatici.
《È tutto merito di Sara. È lei che mi ha sempre motivato per avere buoni voti d'ammissione alla maturità》dichiarò il ragazzo.
《D'altra parte, la figlia dell'avvocato Michetti non può che eccellere...》concordò il padre, che invece ricordava il figlio minore Davide.
Il quale, per tutto il pranzo, sperò che i suoi genitori e suo nonno non si mettessero a parlare del dopoliceo.
《Ora bisognerà solo aspettare gli esiti della maturità, ma è il caso di cominciare a parlare delle facoltà che sceglierete, ragazzi...》comincio invece il Cavaliere.
《Francesco, tu eri sempre orientato per la facoltà di Ingegneria?》domandò Giovanni.
《All'inizio pensavo fosse una follia, qualcosa per seguire le orme di famiglia, e forse nemmeno tanto bene. Ma grazie a Sara ho scoperto che le materie tecniche e scientifiche mi piacciono davvero... Anzi, sembro quasi esserci portato!》decretò Francesco.
《Beh, un ingegnere motivato in famiglia è sempre utile... Ci manca solo un avvocato e abbiamo completato il cerchio!》sentenziò Patrizia.
Ecco, tornavano a imporgli quello che voleva fare. Ma Davide non poteva più accettare tutto questo in silenzio.
《Perché tu ti laureerai in Giurisprudenza, giusto, Davide?》continuò il signor Giampietro.
Era il momento di confessare.
《Veramente no, non avevo proprio pensato a Giurisprudenza》rispose, guardando a uno a uno i commensali.
《E cosa vorresti fare, tesoro? Economia? Lettere? Psicologia?》domandò speranzosa sua madre.
《La mia scelta vi spiazzerà un po' tutti in realtà》esordì il giovane. Poi, dopo una pausa teatrale, aggiunse: 《Mamma, papà, nonno, Francesco... Voglio fare lo youtuber!》
A quelle parole seguì un silenzio di tomba, spezzato solo dal rumore delle forchette che cadevano nei piatti dei presenti.
《L...lo youtuber?》fece la signora Altobelli, con un filo di voce.
《Cioè, facci capire... La massima aspirazione della tua vita è metterti a fare il buffone in rete?》prese la parola suo marito, trattenendo a stento una furia crescente.
《Non faccio assolutamente il buffone. In questi anni ho ripreso la vita scolastica con la telecamera che mi avete regalato, caricando dei veri e propri reportage sul mio canale Youtube Dave01. Mi dispiace di non essere il figlio e il nipote che desideravate, ma questo è il mio sogno e non lo potrete distruggere nemmeno tra mille anni. E adesso scusate, ma devo andare a studiare!》dichiarò, alzandosi e lasciando tutti a bocca aperta.
《Vado anch'io》si dileguò anche Francesco, correndo dietro al fratello.
《Complimenti!》si congratulò.
《Potranno dire ciò che vogliono, ma tanto è la mia vita, non la loro!》decise fiero Davide, mentre si dirigevano verso le rispettive camere da letto.
《E adesso che facciamo?》domandò a quel punto Patrizia.
《Non lo so ancora, ma di una cosa sono certo: un Altobelli youtuber mai!》esclamò il cavalier Giampietro Altobelli.
***
Poche ore più tardi, Sofia aveva suonato al campanello di casa dei Baldi.
《Oh ciao, Sofia!》esclamò la Castelli, aprendo la porta alla migliore amica di suo figlio minore.
《Voglio parlare con Alberto》spiegò la Tindari.
《Aspettavo che qualcuno lo facesse... È dal giorno del funerale che passa i pomeriggi chiuso in camera sua e nemmeno apre un libro... Ti prego, convincilo a rialzarsi...》lo supplicò la Castelli.
《Sono qui per questo, prof!》promise la ragazza, bussando alla porta della stanza di Alberto.
《Alberto, sono io!》esclamò poi.
《Non voglio vedere nessuno!》gridò lui da dietro la porta.
《Perfetto, allora mi piazzo qui finché non apri!》insistette lei.
A quel punto la porta si aprì e ne emerse Baldi: con la tuta e gli occhi rossi di pianto sembrava intenzionato a lasciarsi andare e Sofia non poteva proprio permetterglielo.
Lo seguì all'interno della stanza, dove le serrande erano abbassate e la perenne penombra dava all'ambiente l'aspetto di una caverna, resa tale ancora di più da un terribile odore di chiuso misto a sudore.
《Immagino che tu non abbia aperto neanche un libro in questi giorni》affermò, accomodandosi sulla sedia della scrivania.
《Non mi va di studiare》ribattè Alberto.
《Bene, allora sappi che Ugolino sarà già pronto per bocciarti》replicò Sofia.
《Lo facesse pure, tanto non me ne frega un cazzo di niente!》affermò apatico Baldi.
《E invece dovrebbe fregarti qualcosa, visto che siamo tutti preoccupati per te!》sostenne la Tindari.
《Perdete solo tempo, allora...》commentò lui con voce atona.
《Che risposta del cazzo, potevi veramente risparmiartela!》esclamò lei sprezzante.
《Ah sì? E allora se non ti piace non venire a rompermi i coglioni! Ma non capite proprio quello che sento adesso come adesso? Mia madre è sempre impegnata, mio padre pensa solo a salvare il mondo, Franco è mille volte meglio di me e Ugolino mira a bocciarmi dal primo anno, e come se non bastasse il Fato che ci insegnano a scuola è riuscito a portarsi via l'unica persona nel mondo a rendere sopportabile questo casino! Quindi sì, ho diritto a dare risposte del cazzo!》sbottò l'uno, scattando in piedi.
《Lo so benissimo come ti senti, invece: Bianca è morta e la cosa ti ha sconvolto. Ma tu sei vivo, Alberto! Sei vivo e se l'amavi davvero, adesso più che mai devi vivere per tutti e due! Fai uno sforzo, ti prego, uno solo almeno fino agli orali...》rispose l'altra, per nulla intimorita dallo sfogo dell'amico. Questi la fissò per alcuni istanti, in silenzio.
《Pensaci, a quello che ti ho detto. Poi fammi sapere》aggiunse, alzandosi dalla sedia e uscendo dalla stanza.
《Allora, com'è andata?》domandò Laura, venendole incontro.
《Gli ho detto quello che penso. Spero abbia fatto effetto》disse la ragazza, prima di andare via.
Aveva appena indossato il casco e stava mettendo in moto quando sentì il suono di un messaggio che le arrivava su Whatsapp; prese il cellulare e lesse sul display:
Grazie, davvero. Alberto.
Sorrise e si mise in viaggio verso casa: forse la sua sfuriata era servita a qualcosa.
***
Durante i giorni delle tre prove scritte successero diverse cose che determinarono i destini di alcune persone.
Nella giornata del tema Cristina e Andrea risolsero la questione della casa, raggiungendo un buon compromesso con i genitori di lei e acquistando un delizioso appartamento nella zona di San Lorenzo.
Nella giornata della versione di greco Eva andò a trovare Nicola nel suo studio e gli propose la meta definitiva delle vacanze, sulla quale si erano scervellati per giorni, ma che adesso assumeva una destinazione precisa: Malta.
Nella giornata del quiz multidisciplinare Caterina e Mario decisero di andare a trovare i genitori di lei in Sicilia, nella loro casa a Partanna.
E mentre i ragazzi si preparavano per l'orale - lavorando alle tesine e temendo che Ugolino nel frattempo stesse affilando le unghie - programmavano i viaggi che avrebbero intrapreso una volta conseguito il diploma.
Cominciarono gli orali e le aspettative di Martini furono tutte deluse, in quanto perfino le esposizioni di Enrico Michetti, di Pasquale Patriarca e dell'odiato Alberto Baldi furono talmente buone che non poté dire niente di negativo.
Passò una settimana, uscirono i quadri con i risultati totali: in III A Sara e Valerio avevano preso 100, Concetta e Youssef 90, Francesco 85, Silvia e Carlo 80, Rachele 75, Enrico e Pasquale 60; in III B il 100 lo aveva raggiunto solo Sofia, Davide aveva preso 90, Irene 80, Ester e Alberto se la cavarono con 70.
Ugolino guardò i ragazzi festanti dalla finestra del suo studio: non era riuscito a bocciare nessuno, si sarebbe rifatto l'anno successivo.
***
Nei giorni a seguire, cominciarono le partenze: Pasquale e Silvia andarono in Puglia col camper; Enrico e Rachele scelsero Londra; Concetta e Franco l'Egitto, mentre Irene e Youssef andarono in Tunisia a conoscere i parenti di lui; Sara e Francesco decisero di organizzare un viaggio a Barcellona insieme a Rosa e Davide, il quale non solo aveva fatto digerire alla famiglia l'idea di fare lo youtuber, ma propose a Sofia e Alberto di aggiungersi alla comitiva: la Tindari accettò, Baldi ringraziò ma disse che non aveva voglia di venire.
L'amica di sempre sapeva che questi si era ripreso solo per gli esami, ma era ancora depresso a causa della morte di Bianca; tuttavia, la sera prima di partire, andò da Alberto per togliersi un peso che altrimenti si sarebbe portata appresso per tutta l'estate.
《Io ti amo, Alberto. Ti amo dal primo anno e lo so che tu mi hai vista sempre e solo come un'amica, ma continuo e continuerò sempre ad amarti, anche se non sarò mai bella e gentile come Bianca. Ecco, te l'ho detto. Adesso posso partire tranquilla》confessò, per poi voltargli le spalle senza dargli nemmeno il tempo di rispondere.
Si sentiva libera, adesso poteva pensare a sé stessa.
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