Non è la fine
Da dopo la pubblicazione dei risultati della maturità fu il tempo delle promesse di matrimonio tra gli insegnanti del liceo Da Vinci: i primi ad annunciare la decisione di sposarsi furono Andrea Delpino e Cristina Guarnieri, i quali, dopo aver affrontato le ingerenze della famiglia di lei in tutti i loro affari di coppia e delle conseguenti liti, si erano sempre rialzati più forti e innamorati di prima, determinati stavolta a consolidare definitivamente il loro amore.
La loro promessa fu seguita da quella di Mario Sognatori e Caterina Locascio, i quali fecero affiggere le pubblicazioni subito dopo essere tornati dalla Sicilia: i signori Locascio furono ben contenti di aver trovato un futuro genero che fosse riuscito a domare il difficile carattere della loro primogenita.
Al loro annuncio seguitò poi quello di Emma Di Nardo e Vito Lojacono, che fissarono la data delle nozze l'8 settembre del 2018 e chiesero di fare da testimoni ai coniugi Baldi.
Anche Paolo Roversi e Maria Tindari decisero di fare il grande passo, con grande stupore di tutti, specialmente delle figlie, che si chiedevano se la madre si sarebbe trasformata nella moglie perfetta o avrebbe incontrato, prima o poi, qualcun altro con cui essere "in amore".
Infine toccò a Eva Gherardi e Nicola Michetti, che riuscirono miracolosamente a pattuire la presenza dei genitori di lei il giorno del loro matrimonio, salvo contrattempi - conoscendo la madre e il padre di Eva ed Ester non ci sarebbe stato da stupirsi troppo.
***
Ma l'avvenimento più sconvolgente a livello amoroso riguardò l'ultima persona da cui ci si potesse aspettare un simile sentimento: Ugolino.
I ragazzi vennero a sapere, durante l'estate, che il rigido e inquietante professor Pietro Martini avesse rincontrato una sua vecchia fiamma risalente ai tempi dell'università, la quale era stata una sua collega alla Facoltà di Matematica ed era diventata una ricercatrice; non avendolo mai dimenticato, le aveva inviato per posta un biglietto per le Seychelles, dove gli dava appuntamento in una camera d'albergo per verificare se fosse ancora vivo in lui, così come in lei, l'antico fuoco.
Quando la notizia si diffuse, furono soprattutto gli ex studenti a farsi quattro risate immaginando il loro insegnante più odiato rotolarsi nel letto di una stanza d'hotel con l'amante, non essendo nemmeno un Adone, tra l'altro.
Ma da quell'ultimo anno di liceo al Da Vinci avevano imparato che l'imprevisto era sempre dietro l'angolo, e che poteva accadere l'inaspettato in qualsiasi momento e a qualsiasi persona: d'altra parte erano tutti usciti da un posto che aveva rischiato la chiusura; e quindi, a lungo andare, il fatto che Ugolino avesse trovato - anzi ritrovato - la sua dolce metà non sembrò poi loro così strano.
***
Ma mentre tutti uscivano, partivano, si innamoravano e vivevano appieno le loro esistenze in continua evoluzione, Alberto quell'estate non aveva quasi nemmeno la forza di alzarsi dal letto: era dalla fine di giugno che il suo cuore era letteralmente diviso in due.
Da una parte c'era Bianca, della cui morte ancora non si capacitava: aveva fatto di tutto per salvarla, ma non era servito a niente; aveva messo tutto se stesso per aiutarla, e invece lei era sotto terra e lui chiuso nella sua stanza, lo stereo acceso come unico compagno, che in quel momento era sintonizzato sulla stazione radio RDS e stava trasmettendo "Non me lo so spiegare" di Tiziano Ferro:
Un po' mi manca l'aria che tirava
O semplicemente la tua bianca schiena
E quell'orologio non girava
Stava fermo sempre da mattina a sera
Come me lui ti fissava
Io non piango più per te
Non farò niente di simile, no, mai
Sì lo ammetto
Un po' ti penso
Ma mi scanso
Non mi tocchi più
Ricordava ancora quando era venuta da lui la notte prima dell'operazione, quasi un mese prima; aveva ancora nitida davanti a sé l'immagine del suo corpo lentigginoso, della sua schiena bianca, della testa calva che aveva avuto il coraggio di mostrargli e che non gli aveva messo nessuna soggezione: l'idea che Bianca fosse stata tra le sue braccia gli faceva provare un bruciante e impossibile desiderio di riaverla con sé, ma il fatto che il loro amore fosse stato consumato trasformava la nostalgia in una sorta di tranquillità e appagamento che non ci sarebbero stati se i due non avessero mai dormito insieme.
Comunque Bianca era sempre lì, impressa nella sua mente e nel suo cuore, e non andava né su né giù.
Da una parte.
Solo che pensavo
A quanto è inutile farneticare
Credere di stare bene
Quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti
Che son grande
Mi ricordi che rivivo in tante cose
Dall'altra, invece, c'era Sofia: la sua compagna di scuola, la sua migliore amica, spalla su cui piangere e confidente che era andata a stanarlo, poco prima dell'inizio degli esami, senza temere gli effetti del suo dolore, e che gli aveva confessato i suoi sentimenti prima di partire per Barcellona, sottolineando il fatto che avesse sbagliato tutto, che avesse cercato l'amore lontano quando invece ce l'aveva vicino. Anzi accanto.
Case libri auto viaggi fogli di giornale
E anche se non valgo niente
Perlomeno a te
Ti permetto di sognare
E se hai voglia di lasciarti camminare
Scusa sai non ti vorrei mai disturbare
Ma vuoi dirmi come questo può finire
Non me lo so spiegare
Sofia si alternava nei suoi pensieri a Bianca, e Bianca a Sofia, in una corsa in tondo a cui non trovava una via d'uscita, e tutto quello che sapeva fare era starsene lì a rimuginare sul passato, senza riuscire a vedere un futuro.
***
Laura, però, non ce la faceva a vederlo in quello stato: in fondo suo figlio era alle soglie dei diciannove anni, si affacciava praticamente alla vita in quel frangente, ma si comportava come se fosse finita.
Tuttavia nessuno in famiglia riusciva a parlare con lui: Franco era in Egitto con Concetta Fabbri, e né Gabriele né la Castelli riuscivano più ad entrare in sintonia con il loro sofferente figlio minore.
L'unico adulto con cui Alberto riusciva a confidarsi era il professor Sognatori, il quale lo aveva incoraggiato a sottoporsi alle analisi per la donazione di midollo osseo a Bianca, anche se poi i risultati si erano rivelati negativi.
Cosicché aspettò che lui e Caterina rientrassero dalla Sicilia per andare a parlare con il collega.
Quando Sognatori se la ritrovò davanti con l'espressione preoccupata, capì immediatamente che si trattava di Alberto.
《Non sta bene, vero?》domandò.
《No, sta sempre peggio. Dopo il diploma non è voluto nemmeno partire per Barcellona insieme a Sofia, Davide e Rosa. Si è chiuso in camera, esce solo per mangiare quando gli va di mangiare, e l'unica cosa che riesce a dirci nei rari momenti in cui ci parla e che non ha mai capito niente》rispose la donna.
《È successo qualcosa in particolare negli ultimi giorni?》chiese il giovane uomo.
《Prima della partenza Sofia è venuta a trovarlo. Non so cosa si siano detti, ma da allora non fa che dire che non ha capito niente》spiegò lei.
《Credo di aver capito di cosa si tratta. Parlerò con lui, vedrò di dargli un consiglio》la rassicurò lui.
Aveva già in mente qualcosa per convincere il giovane Baldi a riprendersi in mano la sua vita.
***
Si presentò qualche ora dopo a casa Baldi: Alberto fu stupito dalla visita del suo ex insegnante di Storia e Filosofia, quando la madre lo annunciò.
《Buonasera prof... Come mai da queste parti?》esordì, raggiungendolo in soggiorno dove lui lo attendeva.
《È bello vederti in piedi, Alberto》replicò tranquillo Sognatori.
《Se è venuto qui per sfottere, se ne può anche andare》ribattè il ragazzo, non appena capì che la conversazione prendeva una piega che non gli piaceva.
《Non sono venuto qui per sfottere, ma per vedere come stavi》rispose Mario.
《Come vuole che stia?》fece Alberto.
《Non so, dimmelo tu》dichiarò il docente.
《È stata mia madre a mandarla? Vi faccio veramente così pena, a tutti quanti?》si alterò il giovane.
《Sono venuto perché so che è successo qualcosa. Qualcosa che non c'entra con Bianca. Ti va di parlarne?》disse allora l'uno.
《È venuta Sofia, la sera prima di partire per Barcellona. Mi ha detto che mi ama, che mi ha sempre amato》ammise l'altro.
《E tu? Che cosa provi per lei?》chiese il primo.
《Io, beh... Lei è sempre stata la mia migliore amica, e poi è subentrata Bianca, ma adesso che Sofia mi ha fatto questa confessione mi sembra di non avere mai capito niente... Prof, lei come lo ha capito che la Locascio era quella giusta?》confessò il ragazzo, cercando risposte da quel professore che era sempre stato capace, fin dal primo giorno, di venire incontro agli alunni e alle loro esigenze.
《Perché era la più complicata di tutte. Quella più difficile da capire e da conoscere. Un vero e proprio muro da abbattere, ma è questo che mi ha fatto innamorare di lei》raccontò questi.
《Anche Sofia ha sempre avuto un caratteraccio, ma lo ha sviluppato per difendersi, data la sua storia familiare. Solo che in questo momento esatto, il suo caratteraccio mi pare all'improvviso il più bello del mondo...》confidò Alberto.
《Allora direi proprio che è arrivato il momento di darti questo》decretò Mario, consegnando all'ex alunno un biglietto di sola andata per Barcellona. 《Il volo è domani sera》aggiunse poi, avviandosi verso la porta per uscire.
《Prof?》lo chiamò Baldi mentre era sulla porta.
《Sì?》domandò Sognatori.
《Lei è l'insegnante più in gamba che ci sia. Peccato che è arrivato solo all'ultimo anno》commentò il ragazzo, prima che il docente se ne andasse.
***
L'indomani sera era già sul volo diretto a Barcellona: aveva con sé la valigia con diversi cambi, semmai Sofia fosse stata contenta di vederlo e gli avesse chiesto di rimanere; semmai, visto che la Tindari poteva avere benissimo cambiato idea.
Alberto pensò che ne avesse tutto il diritto, che poteva avere conosciuto qualche tizio di Barcellona con cui riconsolarsi, stufa di stare ad aspettare lui che, per un anno intero, aveva pensato a un'altra: Bianca era stata per lui come un velo, che gli copriva la visione della realtà, rendendogliela più bella di quello che era; ma adesso quel velo era volato chissà dove, e sotto c'era Sofia.
Che lo aspettava a Barcellona.
Che forse lo avrebbe accolto a braccia aperte, o forse lo avrebbe cacciato via, prendendolo a parolacce.
L'emozione lo prese del tutto, quando l'aereo atterrò sul suolo catalano, e dopo aver ripreso la sua valigia al nastro, corse fuori dall'aeroporto e si mise alla ricerca dell'indirizzo dell'appartamento dove alloggiavano Sofia, Davide, Rosa, Francesco e Sara, sempre di corsa, perché l'amore deve andare necessariamente veloce, e una persona che corre incontro all'amato mette proprio il turbo!
D'altra parte era ciò che gli avevano sempre insegnato a scuola: il mondo compie un movimento di rotazione attorno al proprio asse e uno di rivoluzione attorno al Sole; l'asse era l'amore che gli strabordava nel petto, e Sofia era il Sole!
E quale parallelismo migliore esiste per descrivere la corsa di un giovane uomo di diciannove anni per raggiungere la propria amata?
***
Quella sera Rosa stava abbassando le serrande, quando vide Alberto che correva nel viale e chiamò Sofia.
《Sofi, corri!》esclamò.
《Che succede?》domandò quest'ultima.
《C'è Alberto qui sotto!》spiegò la Patriarca.
《Come sarebbe a dire Alberto? L'ho lasciato qualche giorno fa che era un morto che cammina...》commentò la Tindari.
《Ma invece dovresti vederlo adesso, è vivo, anzi vivissimo!》confermò la sorella minore di Pasquale.
《Sofia! Sofia!》si mise a gridare Alberto, ormai arrivato sotto al palazzo. Per fortuna in Spagna la sera cominciava un po' più tardi rispetto all'Italia, e non rischiava di svegliare la gente che dormiva.
La diretta interessata si affacciò.
《E tu che come sei arrivato fin qui?》chiese al giovane Baldi.
《Non importa il come ma il perché. E il perché è che ti amo, Sofia, che forse ti ho sempre amata ma non me n'ero accorto prima che tu mi facessi quel discorso!》motivò questi.
《Non sembrava, la sera che sono venuta da te...》osservò la ragazza, ancora diffidente.
《Non sembrava nemmeno a me in un primo momento, ma da quella sera in poi sono cominciati a sfilarmi davanti agli occhi i ricordi di tutto quello che abbiamo fatto insieme in questi cinque anni: l'amore nei tuoi occhi c'era sempre, sono io che non ci ho mai fatto caso!》proseguì il giovane.
《E adesso che ci hai fatto caso cosa cambia?》volle sapere lei, che moriva dalla voglia di scendere e baciarlo, ma voleva mantenere ancora un minimo di orgoglio.
《Cambia che ti amo, e che se stasera mi caccerai io tornerò domani sera, e quella dopo, e quella dopo ancora, fino a risultare uno stalker, ma a fin di bene!》ribattè Alberto.
Dopo queste parole, Sofia si allontanò dalla finestra e gli fece pensare che non volesse più saperne niente di lui.
Stava per andarsene, quando sentì il rumore del portone del palazzo che si apriva.
《Sei un cretino, Alberto Baldi... Ma io ti amo proprio per questo!》esclamò, correndogli incontro e baciandolo. Il ragazzo rispose al bacio e si baciarono talmente a lungo che si affacciarono Rosa e Davide, Sara e Francesco, tutti gli abitanti del condominio e poi degli altri palazzi circostanti, e cominciarono ad applaudire, prima piano, poi sempre più forte, come se fossero al centro della scena di una pièce teatrale, con loro due protagonisti, e forse era proprio così: perché l'amore, si sa, è il più bello spettacolo che possa andare in scena.
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