Sono vivo, lo sono davvero, solo per voi

Buongiorno a tutti, lettori e lettrici. Sì, da me  adesso è giorno e sono in treno per raggiungere Bari, direzione Università. Approfitto di questo momento 'morto' per informarvi, se mai foste interessati, dello stato attuale della storia.
Parto innanzitutto col dirvi che NON SONO MORTO, tutt'altro! In realtà sono vivissimo, cioè, vivissimo quel poco di tempo che non passo sui libri, perché poi per il resto sono una sorta di ameba tristissimo che non riesce a trovare un po' di spazio per se stesso. Vi dico quindi che anche la storia non è ad un punto morto: ho nella mia testa tutto quanto pronto da mesi, so di cosa devo parlare ogni volta che mi appresto a scrivere un nuovo capitolo, so la sfumatura con cui voglio colorare i personaggi e le emozioni che vi voglio restituire. Dunque, se dopo settimane, o più di un mese, non ho aggiornato è perché MAI come quest'anno ho dovuto affrontare una sessione d'esami tanto prolungata e faticosa quanto quella attuale. L'unico momento libero infatti, se non ricordate male, l'ho sfruttato per pubblicare il 20esimo capitolo, e questo dovrebbe bastare per specificare quali sono le mie intenzioni al di fuori di questi obblighi universitari che, credetemi, sto portando a termine con tutto fuorché l'entusiasmo. Questo perché odio il posto in cui studio, odio quello che faccio, odio la gente che mi circonda e che dovrebbe insegnarmi qualcosa, odio ogni singola particella che percepisco nell'aria putrida di quell'edificio così obsoleto e fatiscente che la gente scambia per magnificente. Proprio io, che in vita mia non ho mai, e dico mai, provato sulla pelle l'ostilità per qualcosa, non a questi livelli perlomeno. Quindi se ora sono quel che sono, in questa fase avanzata della mia giovinezza, se ora dentro di me sento il disprezzo per quella istituzione per molti sacra e che ha prolungato il suo braccio e la sua scheletrica mano a condizionare mille altri aspetti della mia vita, lo devo a nient'altro che a ciò che vi ho in breve raccontato, agli obblighi a cui devo adempiere per rendere felice qualcuno (tranne che me stesso), alla finzione di un'esistenza mascherata che recita a volermi in qualche modo insegnare qualcosa che non sappia già da me stesso.
Ebbene, ragazzi, se c'è una cosa e una cosa soltanto che in questo momento in cui non mi gira nulla bene (e non parlo solo di università stavolta, ma questa è un'altra storia) vorrei poter fare per sentirmi realizzato, quella cosa è certamente scrivere, continuare a raccontarvi cosa accade a Edwynville, come Beyond the woods sia parte di uno schema più ampio che aleggia ancora senza definite misure nella mia testa. E presto lo farò. Ora, ad un solo esame dalla fine della sessione extra di settembre (precisamente il 27 settembre), proverò a concentrare due attività come lo studio e la scrittura (per la quale ho bisogno di molto in tempo in realtà) per mettere per iscritto il 21esimo capitolo in maniera definitiva. Se non dovessi farcela, beh, da qui al tempo che mi separa dal solo esame (dicembre) prima della laurea, vedrò di fregarmene un po' più e buttarmi a capofitto sulla stesura di più capitoli.
Ad ogni modo, grazie per l'attenzione e per essere arrivati qui in fondo, proprio a questo rigo qui, dove vi ricordo una volta in più che ci sono, ci sono sempre. Spero che continuiate a leggere la mia storia, ho bisogno di voi.
A presto, ragazzi!

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