Rimpianti

-Lo sai che non ho capito niente di quello che hai detto... - rispose Acor.
- ... ma scusa era chiaro cosa volesse dire no?- risposi ironicamente,
- ehm... veramente no...
- oh ma andiamo! È un modo di dire!
- ah... ok, ma che vuol dire?
- pfff... - sbuffo,poi puntualizzo:
- significa che non tutte le persone lo farebbero.
-ok,ok.
- ho bisogno di allenamento, per prendere confidenza con ciò che abbiamo creato - affermo, - mi daresti una mano?
- volentieri - rispose Acor, -come posso aiutarti?
- prendi qualsiasi cosa che sia lanciabile,ma anche sacrificabile, tipo qualche piatto o sasso o che so io...
- va bene... torno fra qualche minuto.
- ok a dopo.
Mi stendo sul muschio e guardo in alto per rilassarmi un po, però poi non resisto e continuo ad esercitarmi.
Non riesco a descrivere l'emozione che si provi.., è simile ad essere un pilota di caccia,ma al posto che volare con costanza e leggerezza è tutto a scatti.
I miei dischi blu fendono l'aria come gladi nel silenzio,il mio cuore palpita, i miei pensieri volano e le mie tristezze tacciono.
Ma non solo i Landmark squarciano il silenzio:
- Xavier! - urla Acor,
- Sì ci sono - rispondo - hai bisogno?
Vedo che spunta in lontanaza con una fila di piatti traballanti in porcellana.
- Ma Acor... hahaha, aspetta dai, ti do una mano...
Presi metá della torre e la portai per il resto del tragitto poi entrambi posammo l'ambaradam sul terreno:
- Ecco fatto, ora che altro devo fare? - mi chiese - sono sufficienti o ne servono altri?
- No...no... bastano grazie. - risposi - cominciamo! Lanciane uno piu in alto che puoi!
- Subito! - rispose prontamente,poi ne scagliò uno in alto nel cielo:
Presi un disco e lo lanciai in modo che arrivasse più in alto del piatto, attivai il marchingegno e una volta teletrasportato con una spada spaccai in due la scodella.
Ma tralasciai un piccolissimo dettaglio:
Il problema non stava nel salire, ma nell'atterraggio, infatti il tutto terminò con me che caddi a terra per la seconda volta, e mi feci il doppio del male.
- Ahia...non avevo pensato alla discesa...
Acor rise, e io dissi:
- Cosa ridi te? -  ma scoppiai a ridere anche io di li a poco.
- dai valà, lanciami un altro piatto   haha...
- Ma come farai per la caduta?
- ah giusto... beh, per ora lanciali paralleli al terreno,poi per all'atterraggio ci lavoreremo.
Non credo di essermi mai divertito tanto prima, ma  dopo diverse ore di allenamento (e molti piatti infranti) verso il tramonto circa, il volto di Acor era meditante:
Aveva gli occhi lucidi, stanchi e un mezzo sorriso malinconico, perciò gli chiesi:
- È tutto ok? Ti vedo mogio...
- Ricordi Xavier... solo ricordi...
- Ti va di parlarne?
- Va bene...

Spensi la polsiera e riposi i dischi  sul lato di essa,negli appositi scomparti, poi mi sdraiai sul terriccio a vedere quella specie di sole che rilasciava gli ultimi bagliori della giornata,prima della sera; La mia guida si sedette di fianco a me a gambe conserte e mani appoggiate al terreno per conferire al busto una posizione obliqua, poi con voce malinconica mi domandò:

- Hai presente nella Locanda,quando abbiamo conosciuto Ernest?
- Sì - risposi, poi lo lasciai continuare:
- Quando stavi per digli da dove provenivi realmente e io presi le redini dicendo che venivi da Nocturna?
Annuii...
- Nocturna è dove sono nato, era un borgo bellissimo ed ero figlio della famiglia consigliatrice. Avevo un fratello maggiore, Ender , il primo genito. Sarebbe stato lui che avrebbe consigliato il re dopo la morte di nostro padre, Amias.
A me,come secondo genito, spettava il compito di proteggere il tempio della cittá, il tempio della sapienza, ma per fare ciò dovevo conoscere quasi tutto di questo mondo, così studiavo per la maggior parte del tempo e quel poco che restava, io, Ender e Amias giocavamo a discobolo o facevamo gare di corsa,ma vinceva sempre mio fratello e me lo faceva sempre pesare.
- discobolo? - lo interruppi - e che cos'è?
- credo che voi lo chiamiate freesbee, può essere?
- si si,continua pure.
- non conobbi mai mia madre, tutto quello che so è che si faceva chiamare Annabelle,ma non credo fosse il suo vero nome... Ad ogni modo, un giorno le ombre arrivarono. Quando giunsero alle porte della città,mi trovavo nella reggia governativa, dove mio padre stava cercando freneticamente un metodo per attaccare un distretto lì vicino e mio fratello si stava preparando per accompagnare il re al banchetto serale.
Prima si udirono urla in lontananza, probabilmente dei cittadini che venivano dilaniati per le vie di Nocturna, poi il silenzio.
Dal soffitto rimbombavano passi pesanti che si dirigevano verso la scala a chiocciola che congiungeva i due piani.
Di colpo si fecero più frequenti e con essi il nostro battito.
Ora provenivano dalla scala e la tensione era palpabile, poi ad un tratto sbucò dai gradini il cuoco e tutti tirammo un sospiro di sollievo.
Tutto fiero ci chiese:
- Il maiale arrosto lo volete con patate integrate o a par...
Dal nulla una bestia lo trapassò dalla spina dorsale,proprio in mezzo alle costole, poi con gli arti anteriori lo spaccò a metà... il bianco del suo grembiule diventò presto spugna del suo sangue.
Iniziammo a scappare e durante il tragitto ci munimmo delle spade che le armature reggevano, armature che  abbellivano il corridoio portante alla sala da ballo.

- Non c'era nessuno nella sala da ballo vero? - domandai,
- Quanto vorrei non ci fosse stato nessuno...
- Oh no...quanti?
- 450 persone... 450...
- Acor mi dispiace...
- li vidi morire uno ad uno,donne e bambini, uomini e anziani e dove prima un leggero valzer accompagnava danze felici,ora urla,lacrime e cadaveri accompagnavano la fuga...
L'orchestra fu la prima ad essere presa di mira, forse perchè le bestie sono attirate dal rumore, poi tutti gli altri. La stanza era diventata un quadro dipinto di sangue e abbellito da tavoli ribaltati, corpi esanime e chi ancora lo doveva diventare. Nonostante ciò io, Amias e Ender attraversammo tutta la stanza facendoci largo con le spade e ci dirigemmo verso le segrete, lì c'era l'accesso al tempio; lì saremmo stati al sicuro. Dovevo solo aprire il portale per farci passare. Percorremmo tutto il corridoio antistante e giungemmo ad un bivio:
Una scalinata, che portava alle segrete, un'altra alla prigione.
Mio padre ci abbracciò, ci indicò la via e ci disse che avrebbe guadagnato tempo e avrebbe attirato quelle bestie lontano da noi:
- tranquilli figli miei, vi raggiungerò ve lo prometto, ora andate!
Iniziò a correre poi prese il gladio e lo fece urlare contro il muro dell'altra via.
Fu l'ultima volta che vidi mio padre.
Ruggiti e versi provenivano da dietro,  così, io e Ender corremmo in lacrime verso le segrete. Porgemmo un rapido sguardo indietro per notare le ombre che inseguivano quella di nostro padre.
Arrivammo nelle  segrete e una volta entrati  chiudemmo la porta a chiave, rinforzandola con un mobile.
- Presto Acor, apri il portale! - mi disse Ender.
Iniziai a recitare la formula, quando un'ombra iniziò a sfondare la porta
- SBRIGATI!
Ender pose il suo corpo contro il mobile per rallentare la belva ulteriormente.
- Fatto! Andiamo Andy, leviamoci da questo posto!
Detto ciò io e mio fratello saltammo nel portale e una volta al di lá gli dissi:
- Fiuu, per un pelo eh Andy?
Nessuna risposta.
- A..Andy?
Eppure era lì di fianco a me, aveva saltato... poi notai che aveva un grosso buco nella scapola destra dal quale usciva molto sangue.
Poi con un filo di voce mi disse:
-...Ac..A...Acor... Ha...hai vin..vinto t...tu....st..a...vo...stavolta.
Poi si spense davanti a me. La bestia lo aveva trafitto mentre stava saltando togliendomi tutto ciò che restava del mio passato.

- Mi dispiace molto - dissi,
- vendicheremo la tua famiglia,te lo prometto!
- ti ringrazio Xavier.

Il tramonto del sole pose fine a quel racconto, accompagnato dalle lacrime di Acor e la mia compassione


















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