Cuore di pietra, corazza di ferro

Strappato l'ultimo secondo alla notte, mi svegliai nella mia cameretta accarezzato dai bagliori diurni e cullato dal canto dei merli.

Scesi le scale ancora in stato di dormiveglia e feci colazione con calma e serenitá.
Guardavo fuori dalla finestra antestante al tavolo della cucina e vedevo papaveri danzare il valzer del vento, le frasche degli alberi dimenarsi e il cielo cristallo riflettere le mie passioni.
Pensare che chi vive nel Downworld sia privato di questa bellezza mi si disegna una smorfia di compassione,  d'altro canto loro hanno la magia.
Tornai nella mia stanza e attraversai il portale,sulla scrivania il libro brillava.
Lo aprii:

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Arx ferrea


Sulle radure di Knowhere sorge un'antica fortezza a pianta ottagonale la cui posizione è stata da sempre invidiata, in quanto strategica e inespugnabile.
Un fossato d'oro liquido rovente impedisce a chiunque vi ci cada di sopravvivere, trasformandolo in una statua aurea mentre le mura argentee spinate, bloccano ogni impeto e trafiggono, oltre che i corpi dannati, gli animi di chi sta per compiere lo stesso destino.
Ad ogni angolo corrisponde una torre, tutte prive di finestre, ma ricche di arpioni e borchie, da ogni quale,in cima, trabucchi metallici sono pronti a a eliminare ogni minaccia.
Il ponte elevatoio platino è decorato con armi e armature di chi ha provato in precedenza ad espugnare il castello.

Le vie della rocca sono fatte d'oro e le case d'argento;
in cima, proprio nell'olimpo del borgo si trova la reggia reale.
Cascate di lava sangue e finestre di un nero tetro decorano il tutto mentre una piccola cinta muraria interna in oro provvede a difenderla in caso la prima non sia sufficiente.
La gente che vi abita non è ordinaria:
Manichini di vari metalli sono animati dalla magia e vivono secondo le caste:
Al livello più basso abbiamo gli schiavi, ossia coloro che sono fatti di rame poi seguono
I cittadini (ferro),
I borghesi(argento),
I cavalieri(oro),
e infine il re (platino)
Mentre i difensori del borgo sono fatti d'acciaio,che con la loro corazza impenetrabile bloccano qualsiasi cosa, ed essendo privi di cuore, non provano pietá ne rimorsi verso coloro a cui stanno per liberare dalla prigionia della vita.

Loro sono i Ferranti.

Se ti stai preparando ad una guerra, loro possono fornirti i migliori metalli di questo mondo.
Sempre se riesci a trattare con loro...

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Chiusi il libro.

Scesi le scale accompagnato dai lamenti del legno su cui camminavo e mi diressi verso Acor per raccontargli l'accaduto.
Quando arrivai difronte a casa sua lui era seduto sul prato a guardare il paesaggio.
- Acor!- dissi- devo mostrarti una cosa...
- Ah Xavier, a cosa devo questa visita?

Gli diedi il libro.

- Avevo giá sentito parlare di questo posto... c'erano diverse leggende a riguardo, e da quello che so i Ferranti non sono molto socievoli.

- dici che vale la pena tentare?- chiesi
- ora come ora direi che non abbiamo molta scelta, le ombre non aspetteranno a lungo prima di sferrare un altro attacco e un alleato in più è un nemico in meno.
- va bene allora - dissi - vado a chiamare Ernest e torno.

Più tardi ci incontrammo tutti e tre nella mia casa per discutere su come muoverci.

- ok ehm... dove si va?
- te l'abbiamo giá detto Ernest, andiamo verso Arx Ferrae
- Xavie quello l'ho capito, intendevo in che direzione...
- ah giá... la direzione... Acor?
- Non guardare me, è a te che si è rivelato il libro!
- forse è meglio riinviare la partenza...- affermai
- si - risposero entrambi.
Passai tutto il pomeriggio a pensare come fare... e alla sera, l'illuminazione.

Attraversai il portale e iniziai  a cercare fra le cianfrusaglie di mio padre nello sgabuzzino; ero sicuro che avesse quello che avrebbe fatto al caso mio:
- Dai... ma dove sei... forse qui in bass...ECCO!
Tutto sorridente presi il gingillo e tornai nel Downworld, per poi correre fino alla dimora della mia guida:
-ACOR- urlai -ACOR!
-che c'è Xavier?- disse affacciandosi dalla finestrella della camera - Sono le 23 passate...
-scendi, che ho trovato la soluzione al nostro problema!
- non possiamo farlo domani?
- sai che non me ne andrò finchè non sarai sceso vero?
- uff... -sbuffò -ok... arrivo..

Una volta giù gli mostrai l'oggetto:

- e che cosa sarebbe?- chiese
- noi la chiamiamo bussola, nel nostro mondo serve ad indicare sempre il polo nord.
- il che?
-l'Overworld è a forma sferica e il movimento apparente del sole, da destra verso sinistra, lo divide in due emisferi, quello nord e quello sud. Il punto più alto di ognuno prende il nome di polo.
- ok ma questo come risolve il nostro problema?
- vedi l' asticella rossa? - chiesi
-si - rispose
- ecco, quella è fatta di metallo, che, attratto dalle onde emesse dal polo nord, lo indica.
- continuo a non capire...
- Acor ma è semplice! ci basterá sostituire all'asticella un magnete, ed esso sarà attratto dal metallo della rocca, mostrandoci dove andare!
- ahh, ora ho capito, domani ci metteremo in marcia.

Detto ciò ci separammo e il giorno seguente ci incamminammo con anche Ernest.
L'ago modificato della bussola puntava verso il nulla e capimmo subito che ci sarebbe voluto molto tempo, così mentre camminavamo chiesi ad Ernest che vita facesse a Nocturna:

-Dunque... - dissi - cosa facevi prima di trasferirti ad Exodia?
-Mio padre dirigeva una sartoria ed io lo aiutavo, passavo gran parte delle giornate in negozio.
-Oh... ma a te piaceva quel lavoro? Il sarto intendo.
-No, lo detestavo. - rispose con tono fermo -io amo gli spazi aperti e la natura, non cucire, tessere e vendere prodotti.
-Capisco... e quando hai scoperto di avere i poteri?
-Poteri?- domadò - quali poteri?
-Ma si dai, l'arco di luce!
-ahaha,ma non sono poteri!
-Come no?! Come diavolo lo spieghi allora?
-beh, una volta, mentre mio padre era andato in pausa, venne un signore al negozio con dei vestiti rozzi e strappati, chiedendomi di rimetterglieli a nuovo.
Erano ridotti malissimo e il tempo li aveva così temprati da far faticare il passaggio dell'ago ad ogni filata. Terminai in due ore il lavoro, ma quando dovette pagare, disse:
"Figliuolo, non ho monete da darti, ho solo questo arco... ecco...prendi"
Era un modellino in legno tutto distrutto tenuto assieme da un po di nastro.
Ovviamente ero un po stranito da quell oggetto trasandato, pensavo cbe quell'uomo fosse l'ennesimo mendicante che barattava spazzatura, così risposi: " oh non si preoccupi, se lo tenga, è stato un piacere" ma lui insistette:
-la prego accetti questo come pegno
-no davvero fa lo stesso...- puntualizzai
-insisto lo prenda!
-ho detto di no!
-LO PRENDA!
-NO!
A quel punto il vecchio lo impugnò e in un attimo il rottame si trasformò in un arco lucente, in seguito scoccò una freccia che mi tagliò una ciocca dei capelli, per poi conficcarsi nel muro di legno alle mie spalle.
Impietrii.
Il vecchio sorrise, posò l'arco ormai ritrasformatosi in modelino sul bancone e se ne andò:
"Buona giornata e grazie ancora!"
Detto ciò si chiuse la porta dietro accompagnato dallo scricchiolio delle assi e i tonfi dei suoi passi.

-E scusa Ernest, ma come fai tu a sapere come funziona?
-Se mi lasciassi finire di raccontare magari...

*crick

- cos'è stato?
chiese Acor, che fino a quel momento era stato in silenzio per guidarci.
- E io che ne so? - Risposi - io non vedo niente

*crick...crick

- Questa cosa non mi piace... - disse Ernest - Ho giá sentito questo suono in passato...
sono i Mangiasogni
- i che?
- zitto e corri!
-Ma...
-ZITTO... e corri



Scusate se non pubblico spesso, ma i tempi sono quello che sono ed io purtroppo ne ho molto poco, spero vi piaccia come prosegue, fatemi sapere come secondo voi potrei sviluppare la storia.

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