Conoscenza


Durante la lezione del giorno seguente non sapevo se ammirare la ragazza che amo o cercare di trovare il senso di quella frase.
Mentre l ora di poesia stava giungendo al termine la professoressa attirò la mia attenzione con una frase: -Non sempre le cose più ovvie sono quelle vere, a volte bisogna trovare significati nascosti o soggetti inespressi.
Presi il libro fra le mani e lo fissai;
staccai delicatamente i frammenti aurei dalla pagina e li posai sul banco, poi lo richiusi.
Aguzzai leggermente la vista e notai che in copertina, di fianco a buona parte delle lettere, c'erano dei solchi.
Grazie a un po di elementare geometria inserii le scaglie nelle rispettive sedi: "Exodia"
Questo era dunque il titolo definitivo.
Lessi a voce bassa, e come per magia il tomo iniziò a brillare di luce violacea, ma solo io assistetti allo spettacolo, perchè i mi compagni sono impegnati ad usare il telefono, al posto di seguire la lezione.
La campanella delle 13.00 segnò la fine dell'orario scolastico e tutti iniziarono a preparsrsi, me compreso.
E dopo aver riposto velocemente il libro ancora brillante nello zaino, per evitare che gli altri lo vedessero, mi incamminai verso casa.
-Oggi è una bellissima giornata - pensai
Il sole regnava sovrano alto nel cielo e un leggero zeffiro animava le foglie facendole ondeggiare dolcemente.
Alzai la testa e chiusi gli occhi per assaporare il clima al pieno.
Ad un certo punto svoltai ed imboccoai il vialetto che conduce all'antro di casa mia.
Una fila di alberi ombreggiava la stradina, ma allo stesso tempo le fronde lasciavano filtrare raggi di luce che creavano un grazioso effetto, quando riflessi sul terreno.
La ghiaia sgranocchiava sotto le mie suole, andando a rompere la quiete che regnava poco prima del mio arrivo.
Qua e là, fra un albero e un altro i papaveri crescevano indisturbati, andando a donare ulteriore colore a questo spettacolo di luci.
Inserii delicatamente la chiave nella serratura, la girai e la porta si aprì, facendomi percepire la differenza di temperatura fra la casa e l'esterno.
Salii le scale per poi chiudermi in camera ed avere la massima privacy.

-Buon giorno guardiano Rydem.
-ma tu parli?- chiesi
-non dovrei? Ahah, questi stupidi umani!
-che maleducato, comunque io sono...
-non mi interessa - mi interruppe - tanto siete tutti uguali,
-e sentiamo signor libro, chi saresti per parlarmi così?
-mi chiamo Evalord e sono uno dei demoni maggiori. Ma se un pivello come te vuole più informazioni deve guadagnarsele, guarda la prima pagina.

Alzai la copertina e l'inchiostro cominciò a spostarsi per tutta l'area del foglio per poi formare lentamente parole e disegni, curati nei minimi dettagli e al centro vi era una sequenza di numeri: "3;4;5;6;1;2".
-Evalord...io non capisco...
-ahahah, non lo avrei mai detto!
-...
la pagina seguente era occupata per metà da un disegno in bianco e nero, che rappresenta un cancello con due colonne;  per la restante mi salta all'occhio il titolo: "Exodia, basi per Nowhere"
A seguire trovai una frase che credevo fossero la scia di indizi da seguire per arrivare a "Nowhere":
" Ciò che si cela nel vecchio, di nuovo scaturisce; l'essenza del passato genera il futuro e persevera l'equilibrio. Attraversa Nowhere e il tuo futuro sarà come giá scritto in una pergamena custodita nel tempo."
-Dove tutto è vecchio... -sussurrai - Dai dammi un indizio Demone!
-e perchè dovrei?
-beh perchè sei un libro...
-io non sono un libro! Sono solo improgionato.
- e cosa succede se la tua prigione brucia?

Presi un accendino e animai la fiamma.
-ehm... e va bene, devi andare a quella catapecchia dove mi hai preso... ma spegni quel coso.

Uscii casa col libro sotto braccio, che per poco non sfrombolai giù dalle scale.
Proseguii per tutto il vialetto, ma appena svolto la mia corsa inizia a rallentare e il mio sorriso svanisce, poi mi fermo.
Vedo Aurora mentre cammina e ride col suo ragazzo prendendolo per mano.
Cerco di non farci caso, ma stringo i pugni;dovrei esserci io con lei non lui.

-Uuuuh, qualcuno qui ha preso una cotta - disse il demone
-taci! - risposi

Nonostante ciò, ripresi a correre, ma ero afflitto dai pensieri ed ero spinto dal vento che si era intensificato.
Entrai nell emporio e stranamente la proprietaria non c'era.
Mi diressi verso la cassa orientandomi a fatica tra gli scaffali.
Notai che il bancone nascondeva un piccolo pannello di controllo con tanto di schermo, sul quale la parola "Odiaex" brillava di un verde acceso.
Nella tastiera ci sono solo sei tasti, ovvero i numeri dall'1 al 6.
Apro il libro e riproduco la sequenza, e sotto ogni lettera compare il rispettivo numero, per poi essere ordinate nel giusto ordine.
La parola formatasi è "Exodia"
Di lì a poco il pannello scomparve e l intera stanza iniziò a tremare.
La polvere che prima era sugli scaffali cadde, ma ogni oggetto rimase al suo posto e, al termine di tutto, se dietro di me prima c'era un muro, ora c'è un cancello con due colonne.

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