IX. Dala ves Vasyl
Ad ogni ascesa al trono di un nuovo sovrano, la tradizione di Aldrys prevede che si festeggi per sei giorni e sei notti.
Questo tempo di celebrazione, a quanto le aveva raccontato Amber, era chiamato Dala ves Vasyl, letteralmente 'I giorni del Re', e prevedeva, tra le altre cose, spettacoli e banchetti e tornei.
Per Lianna, anche solo il pensiero di avere quasi una settimana di feste dedicata a lei era una cosa folle. Tuttavia, non ebbe molta voce in capitolo al riguardo.
Apparentemente, gli aldrysse, gli abitanti di Aldrys, non sarebbero stati affatto entusiasti di rinunciare ai propri usi secolari.
Così, quel mattino, Lianna era finita a prepararsi per assistere al primo evento di quelli che venivano chiamati Giochi Aurei.
A quanto ne aveva capito, si trattava di sfide di magia tra vari concorrenti.
Immaginò che, a breve, avrebbe scoperto esattamente che cosa ciò volesse dire.
Nonostante avrebbe preferito dormire, si sforzò di pensare che non poteva essere poi così male. D'altronde, presto avrebbe dovuto imparare a controllare quei poteri che aveva in corpo. Non avrebbe potuto farle male vedere come si faceva.
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L'Anfiteatro Bianco era una struttura maestosa che si ergeva sulla collina dietro il castello.
Era costruita in marmo, bianco appunto, come il nome del luogo lasciava ad immaginare.
Le pareti curve, composte da archi che si intercalavano a pilastri cilindrici, erano adornate da dettagli in pietra semitrasparente.
Stando alla principessa Alinna, che camminava al fianco di Lianna, si trattava di quarzo. Esso si inerpicava lungo le colonne, formando ghirigori intricati che salivano sino alla candida cupola dell'edificio, tanto imponente che la ragazza non riusciva neppure a scorgerne l'apice.
Solo quando vi entrò, tuttavia, comprese appieno quanto davvero l'anfiteatro fosse maestoso.
E allora, vide anche che la cupola non era completamente chiusa.
Un'apertura circolare al suo centro faceva entrare i raggi caldi e dorati del sole nella struttura, illuminando ogni parte dell'arena e delle gradinate circostanti.
Il posto riservato a Lianna era piuttosto in alto sugli spalti, consentendo una visuale a trecentosessanta gradi dell'area circolare dove si sarebbero tenute le sfide.
Era lì che sedevano gli avventori di rango più lato, poté notare la ragazza. Ai suoi lati, infatti, vi erano i re e le regine di Aldrys, anch'essi come lei intenti ad accomodarsi. Persino la sovrana vampiro si fece viva, sempre con quella sua espressione di non-celata superiorità e con un ombrellino che la riparava dal sole battente, e che mise da parte solo dopo essersi seduta sotto l'ombra della cupola.
La platea era vuota, quando Lianna arrivò.
Dopo che l'anfiteatro si fu riempito completamente, però, non lo rimase a lungo.
Da una delle porte, a bordo di una elegante biga dorata, fece il suo ingresso una figura, all'apparenza maschile. Egli indossava una specie di cappotto nero bordato d'argento che gli arrivava fin sotto alle ginocchia, adornato da spalline argentate che riflettevano la luce del sole e chiuso sul petto da fibbie dello stesso materiale.
Il suo volto, incorniciato da una banda metallica che portava attorno alla fronte, era parzialmente nascosto da ombre che sembravano emanate dal suo stesso corpo. Se anche Lianna, per qualche assurdo motivo, avesse avuto idea di chi fosse, però, la distanza certo non aiutava a renderlo riconoscibile.
Tuttavia, per un motivo che persino a lei era sconosciuto, quel ragazzo la incuriosiva.
Si voltò dunque verso Alinna, sedutasi su suo invito al suo fianco.
"E quello chi è?" le domandò, facendo un cenno con la testa in direzione del cavaliere.
La ragazza sorrise. "Oh, vuoi dire il Principe Nero."
"Il...che?"
"Il Principe Nero" ripetè Alinna con tono di ovvietà, come se, per qualche motivo, Lianna avesse dovuto conoscerlo. Ma, vedendo l'espressione di totale confusione sul suo volto, si spiegò meglio.
"Il principe dei vampiri. È così che lo chiamano" disse, "Alcuni dicono sia semplicemente a causa delle tenebre in cui vive. Dopotutto, Nephys non è un luogo molto solare. Circolano voci, tuttavia, che il Principe Nero si sia guadagnato tale epiteto in modo molto più oscuro. La maggior parte crede che siano solo questo, però. Voci,, pettegolezzi divulgati da coloro che gli sono ostili."
"E perché qualcuno dovrebbe odiarlo tanto?"
Se aveva tanti nemici pronti a screditare il suo nome, forse davvero non era un tipo di cui ci si poteva fidare.
"Oh, non lo sai ancora?" La principessa degli elfi parve sorpresa dalla sua domanda. "Lui è-"
L'apparizione improvvisa di un enorme fascio di luce la interruppe prima che potesse finire la frase. Provenne dal centro dell'arena—opera senza dubbio di quella figura misteriosa che chiamavano il Principe Nero—e salì verso il cielo, una colonna di pura luce violetta, tanto intensa che era quasi impossibile guardarla direttamente.
Si formò una sfera, quasi un secondo sole, tanto era luminosa.
Dopodiché, essa esplose, frammentandosi in mille lapilli che si riversarono come una leggera pioggia sugli spettatori, mentre tra la folla si facevano largo illusioni di animali che correvano, lasciandosi dietro una scia bianco-purpurea.
Erano come fuochi d'artificio, ma....magici. Per Lianna, che non aveva mai visto nulla di simile prima d'allora, era una vista da togliere il fiato.
Alcuni dei fiocchi di luce caddero sulla sua pelle, e immediatamente sparirono, come se non fossero mai esistiti...Anzi, come se il suo corpo li avesse assorbiti, provocando in lei un senso di tepore, simile a quello che le dava il medaglione donatole da Amber.
Lianna si trovò a fissare il principe, il creatore di tutto ciò.
"Come ci riesce?" si chiese.
Non si rese conto di averlo detto ad alta voce. Almeno, non finché Alinna le rispose: "Ogni stregone è capace di manipolare le luci e le ombre a suo piacimento. Alcuni sono più dotati, certo, ma chiunque potrebbe riuscirci, con il dovuto esercizio."
Un dettaglio in particolare colse la sua attenzione.
"Così, il Principe Nero è uno stregone?" Lianna aggrottò le sopracciglia, lanciando all'altra ragazza un'occhiata perplessa, "Credevo fosse un vampiro."
"Oh, lo è. Ma è anche uno stregone. Forse è questo a renderlo tanto..." Si soffermò un attimo su quella frase, forse alla ricerca del termine giusto. "Intrigante..." concluse infine, un mezzo sorriso dipintosi sulle sue labbra. "Che lo si ammiro o che lo si disprezzi, credo nessuno possa negare che il principe sia molto potente, in ogni ambito degno di nota. Non più potente di te, tuttavia."
Lianna scosse la testa. "Ti sbagli. Non hai visto quello che ha appena fatto? Io non saprei neppure da dove cominciare...Insomma, sento che c'è qualcosa, in me, ma...non so come tirarlo fuori, tantomeno come controllarlo."
"Lady Amber ti insegnerà." Alinna le sorrise con fare incoraggiante. "Sei una Ayrefinch, la magia ti scorre nelle vene. Per ora, tuttavia, non devi preoccupartene. È un giorno di festa, ed è dedicato a te. Quest'oggi, dovresti pensare soltanto a divertirti."
Forse aveva ragione...Forse doveva davvero rilassarsi per un attimo.
Così, tornò a guardare verso l'arena, ma...il misterioso uomo dal cappotto nero non era più lì. O forse lo era...
Non poteva esserne certa, dato che il punto in cui si trovava fino ad un secondo prima ora era completamente coperto da quella che a prima vista pareva una colonna di fumo.
"Cosa succ-"
Non fece in tempo a finire la frase che una coltre di pura oscurità avvolse completamente la platea. Fu come se la luce fosse stata completamente assorbita da quella nube, come se tutto ad un tratto il giorno si fosse tramutato in notte.
Lianna trasalì per lo stupore.
Udì la voce di Alinna accanto a lei. "Ecco l'altra faccia della medaglia. Quando fa così, certo, capisco perché lo chiamano il Principe Nero. Ma non devi avere paura, è solo per spettacolo. Gli piace fare sfoggio del suo potere."
Lo disse con assoluta calma, come se fosse una cosa da tutti i giorni.
Eppure, ripensandoci, forse per lei lo era. Anche il teso della folla sembrava starsi godendo lo show senza paura alcuna.
Quando le tenebre si ritirarono, tagliate da un raggio di luce violetta, Lianna poté notare che la regina Zadya, seduta poco alla sua destra, stava...sorridendo?
Per un attimo, si chiese se la magia le stesse provocando le allucinazioni.
Il labbro della vampira era a malapena sollevato, con quel velo di superiorità che sembrava caratterizzarla, ma mostrava comunque più emozione di quanta la ragazza avrebbe creduto possibile. Quando l'aveva conosciuta, non avrebbe mai detto che fosse un'amante dello spettacolo...o di qualsiasi cosa che prevedesse il divertimento, a dirla tutta.
Infatti, la sua espressione non era poi così divertita, in fondo. Era più simile a...all'orgoglio.
Ma non era uguale all'atteggiamento altezzoso che le era proprio. Almeno, non del tutto. C'era qualcos'altro, in questo caso.
"Guarda, arrivano!" esclamò tutto ad un tratto Alinna, costringendola a spostare la sua attenzione dalla vampira allo spettacolo che, sotto di loro, continuava a svolgersi.
Lianna guardò nel punto indicatole dalla ragazza, e vide che dei carri erano entrati nell'arena, trainati da strani animali simili a cavalli, ma...non proprio.
Questi avevano il pelo lungo, candido o bruno o color pece, ed eburnee corna ricurve che spuntavano loro dalla testa.
E, in piedi sulle bighe, viaggiavano uomini e donne, con indosso mantelli e cappe di vari colori, adornate da pezzi d'oro e d'argento.
"Si sfideranno per la vittoria dei Giochi" le spiegò Alinna, facendo un cenno con la testa in direzione dei nuovi arrivati, "Il vincitore sarà nominato campione, anche se è impossibile che vinca qualcun altro, finché il Principe Nero sarà in gioco."
"È davvero tanto potente?" chiese Lianna.
"Oh, sì." La principessa elfo annuì. "I mezzosangue possono essere molto potenti, anche più dei normali esseri magici. Prendi lui come esempio. Ha le abilità di un vampiro e di uno stregone al contempo, e non deve neppure nutrirsi di sangue..."
Continuò a parlare, ma Lianna aveva smesso di ascoltare. Si era fermata ad una parola...Mezzosangue.
L'aveva già sentita prima...Sì, quel ragazzo. Damon. Quei vampiri da cui l'aveva salvata, era così che l'avevano chiamano. Mezzosangue...
"Sta per cominciare!"
L'esclamazione di Alinna la riportò al presente.
Nell'arena, i vari sfidanti erano scesi dai rispettivi carri, e circondavano il Principe, il quale tuttavia non mostrava alcun segno di essere allarmato.
Si guardò intorno con calma, stiracchiandosi.
Tutto ad un tratto, un'esplosione di luce bianca gli si scaraventò contro.
Lianna emise un gridolino per lo spavento, ma, in un batter d'occhio, lui si era fatto da parte, e aveva contrattaccato.
Il lampo violetto colpì in pieno una ragazza, facendole fare un volo all'indietro di metri.
"Dio!" strillò Lianna "Sta bene?"
"Tranquilla, non l'ha ferita" replicò Alinna, alzando le spalle, "Probabilmente, si sarà solo procurata una bella botta. Ma dopotutto, ognuno di loro sapevano a cosa stava andando incontro quando ha deciso di sfidarlo."
Il Principe Nero procedette ad affrontare—e sconfiggere—tutti i suoi avversari.
Ogni volta che qualcuno tentava un attacco, egli contrattaccava con ancora più forza. Due di loro, addirittura, si coalizzarono per colpirlo alle spalle, ma lui fu più veloce. Girò su se stesso, il braccio disteso, e una folata di luce mischiata a rivoli d'ombra proruppe dal palmo della sua mano e li colpì. I due volarono indietro come foglie travolte dal vento, e non osarono più rialzarsi.
Infine, tutti erano stesi a terra. Tutti tranne il Principe.
La platea eruppe in un fragoroso scoscio di applausi, alzandosi in piedi, inneggiando al vincitore dei Giochi Aurei.
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Per quella serata, era stata organizzata una festa a palazzo.
Almeno, così le fu detto da Tyllia, quando la fata si presentò in camera sua. Questa non era una novità. Ma poi...
"In quanto regina di Aldrys, dovrete incoronare il vincitore dei Giochi," le spiegò, mentre la aiutava a prepararsi, "e concedergli un ballo, se non erro."
"Un ballo?"
Tyllia annuì.
Un ballo con il Principe Nero?
Apparentemente, Amber aveva convenientemente dimenticato di accennarglielo.
Lianna scosse la testa. "Neanche per sogno. Io...non so nemmeno come si faccia."
E poi, quel tipo non la convinceva del tutto. Sebbene Alinna dicesse che fossero tutte voci, i suoi racconti su di lui l'avevano un tantino spaventata.
"Oh, non preoccupatevi." Tyllia sorrise. "Ce l'avete nel sangue."
Lianna non ebbe neppure il tempo di chiederle che cosa volesse dire che fu spinta verso la porta da uno sciame di fate-cameriere.
Sollevandosi l'orlo della gonna, accompagnata da Tyllia, si diresse dunque alla sala dove si sarebbero tenuti i festeggiamenti.
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Una volta oltrepassato l'enorme portone dorato che fungeva da ingresso alla sala del trono, di fronte ai suoi occhi si aprì una vista magnifica.
Era già stata lì prima, ma in quel momento, sembrava tutto ancora più magico.
Fuori dalle ampie vetrate delle finestre—che, qui, non erano colorate, bensì trasparenti—il cielo aveva assunto sfumature tendenti al violetto, che si mischiavano all'arancio-rosato del giorno mentre il sole iniziava a tramontare all'orizzonte.
E l'interno, in quanto a fascino, non era certo da meno...
Grovigli di piante fiorite si attorcigliavano attorno alle colonne marmoree, e sfere di pura luce dorata galleggiavano nell'aria, illuminando tutta la stanza e conferendo alle nervature auree delle pareti un ammaliante luccichio.
Vi erano tavoli riccamente imbanditi, e vassoi volanti, carichi di stuzzichini e bicchieri, che passavano ogni tanto fra gli ospiti.
C'erano molte, molte persone...ed erano tutte così incredibili.
Se Lianna non avesse ormai avuto la prova che fosse tutto vero, avrebbe pensato che si trattasse solamente di un vivido sogno.
I presenti indossavano abiti sgargianti e riccamente elaborati, come cappe, mantelli o gonne ricamati, e gioielli d'oro e d'argento, adornati da gemme di varie forme e colori. C'erano ospiti di tutte le taglie e i colori, a partire dalle minuscole fate per arrivare sino agli elfi, alti e imponenti.
Lianna avrebbe potuto lasciarsi sopraffare da tutta quella maestosità, ma all'improvviso si sentì chiamare, e la voce che squillò tra tutte le altre la riportò alla realtà.
"Ehi, che ci fai lì impalata?" esclamò Alinna, con un sorriso smagliante, mentre si faceva largo tra la folla per raggiungerla.
Portava un vestito lungo, completamente dorato, con un collettò alto che le copriva il retro del collo. Orecchini pendenti di perla le adornavano le orecchie, e una specie di tiara d'oro, che ricordava nella forma una stella, era posata sul suo capo.
La guardò con aria curiosa, i suoi occhi color della pece fissi in quelli azzurri di lei.
"Non lo so, in verità" ammise, rispondendo alla sua domanda, "Non sono mai stata ad una festa simile."
"Già," rise la ragazza, "gli aldrysse amano fare le cose in grande. Può essere scombussolante, per i nuovi arrivati."
"Puoi dirlo forte..." mormorò Lianna, più a se stessa che ad Alinna.
Avrebbe voluto che Jenna e Clarissa fossero lì con lei.
Non che non fosse grata ad Alinna per essere stata sempre così disponibile e gentile nei suoi confronti, ma le mancavano le sue migliori amiche.
Poi, però, ripensò a come aveva risposto loro l'ultima volta che ci aveva parlato.
Probabilmente, dopo il modo in cui le aveva trattate, le ragazze non avrebbero voluto ascoltarla nemmeno se avesse provato a contattarle.
Sospirando, tornò a guardare l'elfo. Le rivolse un sorriso, cercando di non rendere troppo evidente la sua preoccupazione.
"Allora," chiese, "sai per caso dove posso trovare il famoso vincitore dei Giochi? Mi hanno detto che avrei dovuto officiare una specie di cerimonia, e concedergli un ballo."
"Ballerai assieme a lui?" Il sorriso di Alinna sembrò farsi ancora più ampio. Poi, rise. "Oh, ma certo che lo farai. Sono proprio una stupida. Dopotutto, il Principe Nero è pur sempre il-"
Una voce maschile la interruppe prima che potesse finire. "Sapete," disse, parlando come se trovasse qualcosa particolarmente divertente, "dovreste badare ad abbassare il tono della vostra voce, se desiderate spettegolare delle persone, signore."
All'udire quella voce, Lianna si irrigidì.
L'aveva già sentita prima. Era...No, non poteva essere lui. Ma...
Infine, la curiosità prese il sopravvento sul buonsenso. Lianna si voltò, e...
Quando vide il ragazzo a cui apparteneva quella voce, strabuzzò gli occhi. Dovette lottare con i suoi stessi istinti per non lasciarsi scappare un sussulto.
Non riuscì, tuttavia, a distogliere lo sguardo dai suoi magnetici occhi color violetto.
"Tu?"
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