III. Oltre il portale
Magia.
Era quella che le avevano detto essere la causa del luccichio dell'ametista.
Ma come poteva essere? La magia esisteva solo nelle favole per bambini...
Eppure, sua madre e Amber sostenevano che non fosse così, e che quel pendente ne fosse la prova.
Era un'idea folle, ma...Lianna non poté fare a meno di chiedersi se stessero dicendo la verità. In fondo, l'aveva visto accadere proprio di fronte a lei.
E non era un semplice giocattolo, di quelli che funzionavano a batterie. Era qualcosa di diverso, qualcosa che sembrava aver risvegliato qualcosa in lei...
Lianna sentiva una calda energia scorrerle attraverso le membra, tenendo il medaglione tra le mani. Era strano, e anche inspiegabile, ma stava accadendo, e lei non poteva negarlo.
"Com'è possibile?"
I suoi occhi si spostavano frenetici da una donna all'altra, cercando risposte.
"Io...non capisco...Cosa mi sta accadendo?"
Infine, fu la vecchia amica di suo padre a rispondere.
"Te l'ho detto, Lianna" le disse, "Tu sei la sola erede degli Ayrefinch, la più nobile tra le stirpi magiche del Reame Nascosto. E in quanto tale, possiedi poteri incedibili. Una volta allenata un pochino, certo."
La ragazza si ritrovò a scuotere la testa, in un misto tra rabbia e incredulità.
"No" disse con fermezza, "no, no, no. Non puoi venire in casa mia e dirmi queste cose come se fosse la cosa più normale al mondo! E poi, anche se dovessi crederti...com'è possibile che non ci siano altri eredi in questo fantomatico reame nascosto?"
"Tuo padre...non ha lasciato altri figli. Così, non abbiamo avuto scelta se non venire da te, pur sapendo che ti sarebbe stato difficile accettare tutto questo..."
Non era possibile.
Non era affatto possibile.
Lianna dovette trattenersi per non imprecare di fronte alla madre e alla loro ospite.
Anche se, a dirla tutta, se lo sarebbero meritate, con tutte le informazioni sempre più folli che le stavano gettando addosso.
Più di tutto, però, si sentiva tradita.
Sua madre avrebbe dovuto dirle la verità, non lasciarle credere di essere una ragazza comune per diciotto anni per infine venirle a dire che, apparentemente, era una sorta di ereditiera con poteri magici.
E non glielo avrebbe nemmeno detto, se fosse stato per lei! Era dovuta venire una sconosciuta a darle la grande notizia!
Quello era proprio il colmo.
"Insomma," sbottò frustrata, gettando le braccia all'aria, "pensavi di tenermi nascosto tutto questo...questo...qualsiasi cosa sia!? Mamma, non credevi di dovermi dire che avevo dei fottuti poteri magici!?"
Ed ecco svanito il suo buon proposito di non imprecare.
"E poi, che volete che faccia, ora?" chiese anche, "Cos'è che vi aspettate da me dopo aver saputo queste cose?"
"Lianna..." quando sua madre prese la parola, la ragazza notò che aveva gli occhi lucidi, come se fosse sul punto di piangere.
"Che...che succede, mamma?"
"Devi andare con Amber..." disse Daphne, la voce flebile, "nel Reame Nascosto di Aldrys."
Fu come se un secchio di acqua gelida le fosse stato gettato addosso.
Lianna si ritrovò paralizzata, incapace di credere alle proprie orecchie, e i suoi occhi erano spalancati come se avesse appena visto un fantasma.
Voleva mandarla via così, quindi, senza neppure permetterle di dire la sua?
Non ne sembrava felice...
Almeno, pensò, sua madre le voleva davvero bene, altrimenti non sarebbe stata così triste all'idea che lei se ne andasse...ma perché era così triste?
Un dubbio si fece strada nella sua mente, attanagliandola.
Se se andava, sarebbe mai più potuta tornare? O sarebbe rimasta lì per sempre, come era accaduto per suo padre?
Avrebbe mai più rivisto le sue amiche, o il suo ragazzo?
Sua madre sapeva dove sarebbe andata, forse avrebbe potuto ancora vederla...ma gli altri non avrebbero mai saputo che cosa le sarebbe accaduto...e lei non avrebbe nemmeno potuto dir loro addio.
Infine, trovò la forza di chiedere "Non posso neppure salutare i miei amici?"
Tuttavia, come si era aspettata, la risposta fu un no.
"Se lo facessi," disse Amber, "non potresti comunque dir loro dove ti stai recando. Potrai far loro visita quando avrai imparato a controllare la tua magia, ma sappi che dovrai vivere ad Aldrys, d'ora in poi. Con la scomparsa di Arlan...sei tu la regina adesso."
Lianna inspirò profondamente.
Così, era quella la sua vita ora. Si sarebbe catapultata alla cieca in un mondo magico, di cui pareva che sarebbe dovuta essere regina, in compagnia di una vecchia amica del suo defunto, sconosciuto padre...
Che fosse una follia era certo, così com'era certo che sembrava non esserci altra scelta.
Almeno non sarebbe dovuta rimanere lontana da casa per sempre.
"Immagino che il college non sia più tra le mie carte..." sospirò.
Oramai, non le restava che accettare questa misteriosa sorpresa che era la sua nuova realtà, per quanto incredibile anche solo da pensare.
Così si rivolse ad Amber, e le chiese "Quando dobbiamo partire?"
"Appena possibile" le rispose.
"Allora, io...andrò a fare le valige?"
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Che cosa si portava con sé quando ci si trasferiva per un tempo indeterminato in un regno magico di un'altra dimensione?
Uno spazzolino da denti, ovvio.
Lianna lo mise nel beauty case insieme al resto delle sue cose per l'igiene personale.
Chissà se avevano le docce, in questa Aldrys...
Nel dubbio, buttò in valigia anche deodorante, shampoo e bagnoschiuma vari. Non si sa mai.
Poi, fu il turno di scegliere i vestiti.
Certo, se tutti si vestivano come Amber, allora i suoi jeans e le sue felpe e t-shirt sarebbero saltati subito all'occhio nel luogo in cui si apprestava ad andare.
Tuttavia, non è che avesse tanta altra scelta. Di certo, non aveva nessun abito che dicesse "Ehi guardatemi, sono la nuova regina di un regno fatato" o roba simile.
"Dovrò accontentarmi" disse tra sé e sé, alzando le spalle.
Per intraprendere il viaggio, optò per un paio di leggings neri, e una maglietta bianca, sopra la quale indossò una felpa rossa.
Chiuse la zip, e si legò i lunghi capelli biondi in una coda alta.
Infine, mise ai piedi delle comode sneakers bianche.
Non aveva idea di qual era la via per raggiungere il Reame Nascosto, dunque era meglio essere preparati a ogni evenienza.
Quando tutto fu pronto, Lianna si guardò intorno.
Era la stanza dov'era cresciuta, pareva strano lasciarla...
Insomma, sapeva che l'avrebbe fatto un giorno, ma non credeva che sarebbe stato in quella circostanze.
Quelle pareti verde menta, la grande finestra che dava sul giardino del retro, la libreria in cui teneva i suoi libri preferiti, persino la scrivania dove si metteva a studiare...le sarebbe mancato tutto di quel luogo.
Tuttavia, doveva vederla come un'opportunità...
Sì, un'opportunità, perché no?
Non capitava tutti i giorni di scoprirsi capace di fare magie, in fondo. Si domandò che genere di incantesimi sarebbe stata capace di lanciare, e, in verità, ora che ci pensava, era piuttosto curiosa.
Da ciò che ne aveva capito, Aldrys le avrebbe permesso di scoprirlo.
Uscì dalla sua stanza con la valigia tra le mani, e tornò in salotto, dove sua madre e Amber la aspettavano.
Ora che si era un po' calmata, vedeva tutto con più chiarezza, e notò quanto effettivamente la prima sembrasse sconvolta al vederla partire.
Senza pensarci su due volte, la abbracciò stretta.
"Ti voglio bene, mamma...scusami per averti gridato contro, prima..."
"Eri stupita, è arrabbiata per ciò che ti ho celato..." rispose Daphne con tono comprensivo, accarezzandole i capelli, "Non preoccuparti, sono io che dovrei scusarmi..."
Si staccò leggermente da lei, ma solo abbastanza per guardarla negli occhi. "Mi mancherai, tesoro. Ti voglio bene, ricordatelo sempre."
Un lieve sorriso triste si dipinse sul volto di Lianna, che tirò su col naso.
"Anche tu mi mancherai, mamma. Ti voglio bene."
Poi, dopo un ultimo attimo di pace e serenità tra le sue braccia, lasciò andare la presa, e guardò Amber.
"Okay, allora...immagino sia ora di andare, no?"
La donna annuì, e le fece cenno di avvicinarsi.
La ragazza mosse il primo passo, solo per saltare indietro quando una specie di vortice di luce rosata apparve nel bel mezzo della stanza.
"Cosa...cosa cavolo è quello?"
Amber le rivolse un sorrisetto, forse a causa della sua malcelata sorpresa alla vista del vortice.
"Questo è un portale, Lianna. Imparerai a crearne uno tutto tuo, presto, ma per ora vieni. Abbiamo un regno da raggiungere."
Guardò prima la donna, poi il portale, poi di nuovo lei, che le fece un cenno di incoraggiamento.
Pareva che non avesse senso esitare oltre, così, infine, Lianna si avvicinò e, senza sapere bene che cos'avrebbe trovato ad aspettarla dall'altra parte, lo oltrepassò.
Fu come se si fosse immersa in una palla di luce.
Essa la abbagliava completamente, e, per una frazione di secondo, non vide altro se non quella luce.
Poi, così com'era entrata, si ritrovò fuori dal portale.
"Ow!" esclamò.
Il portale l'aveva come sputata fuori, facendole fare un volo che si concluse con la sua poco graziosa caduta a terra.
Non appena i suoi occhi, temporaneamente resi ciechi dalla luce intensissima che l'aveva avvolta fino a un attimo prima, si abituarono nuovamente alla normalità, si guardò intorno.
Si trovava seduta su un prato, in mezzo a quello che sembrava un ampio chiostro, dove crescevano strani fiori che lei non aveva mai visto prima.
Anche il cielo era diverso, se ne rese conto una volta che ebbe alzato lo sguardo: invece del normale azzurro a cui era abituata, lì la volta celeste era tinta di sfumature arancio-rosate, sebbene fosse solo pomeriggio, e il sole splendeva più brillante.
Esso illuminava il luogo dove si trovava Lianna, facendo luccicare i fiori nel giardino e le pareti marmoree del castello e le sue grandi finestre mosaicate.
Era così affascinata da tutto ciò che la circondava che non si rese conto di quando Amber emerse dal portale, finché lei non le rivolse la parola.
"Tutto bene?"
Lianna annuì, mettendosi in piedi e spolverandosi la terra dai pantaloni.
"Solo qualche graffio."
"Bene, dunque..." Amber le sorrise, rivolgendole un lieve inchino, "Benvenuta ad Aldrys, il Reame Nascosto, mia regina."
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