Capitolo IV
"Adesso che facciamo, signore?" chiese Kod guardando il Sergente attraverso il visore del casco.
"Adesso vediamo cosa nasconde il nostro caro equipaggio. Qualunque gioiello, prezioso o chip di credito venga consegnato a me prima che siamo noi a cercarlo" ordinò Aad togliendosi il casco e mostrando un sorriso maligno.
Yarteed si tolse un crono con un paio di gemme kallistane incastonate e lo lanciò ai piedi dei due assaltatori contemporaneamente a Svogh che si era appena tolto una collana dorata.
Entrambi si chinarono per raccogliere il 'bottino' e rapido come un fulmine Fyanon estrasse una pistola blaster tascabile e sparò due colpi dritti alla testa del Sergente.
Quello si accasciò a terra morto e il suo sottoposto rispose in fretta al fuoco, mancando così Fyanon di svariati centimetri.
Il Capitano continuò a premere il grilletto senza perder tempo a ripararsi e ferì l'assaltatore al polpaccio e al piede, facendolo cadere a terra.
Kod provò ancora a colpire il suo nemico ma Fyanon lo uccise senza esitazione. Era la fine che meritavano.
"Uomini, probabilmente tra poco lo Star Destroyer ci raggiungerà di nuovo, e a quel punto sarà la fine. Cerchiamo intanto di rimettere in funzione tutti i sistemi: io farò da pilota e copilota, dato che non ci sono gli A'Fetz. A proposito, dov'è il minore?"
"Signore, lo scomparto di contrabbando non c'è più!" esclamò in quel momento Numaar.
"Forse l'hanno usato per fuggire. Prova a fare una scansione della nostra nave e vedi se sono ancora a bordo".
La riposta arrivò una decina di secondi dopo e fu negativa.
"A quanto pare quella è l'unica spiegazione" mormorò Fyanon e poi si andò a sedere al 'timone' della nave.
Non sapeva dove sarebbero andati o cosa avrebbero fatto, ma qualunque cosa fosse successa loro sarebbero stati pronti.
***
"Allora, il pianeta è sotto il controllo dei tizi bianchi, presumo".
"Sono le truppe imperiali, signor Dottore" disse timidamente A'Fetz.
"Potresti evitare di chiamarmi 'signor' Dottore?"
A'Fetz fece un cenno affermativo. "Perfetto, so di poter contare su di te. E Donna, anche su di te, visto che hai sventato la trappola degli imperiali".
"Oh, finalmente qualcuno che si accorge di me. Grazie, Dottore" disse lei con tono adulatorio.
"Bene, adesso che siamo tutti felici e in pace con noi stessi, direi di cercare i nostri amici ribelli" e dopo l'annuncio ad alta voce iniziò a parlottare tra sé e sé smanettando come al solito coi vari controlli del TARDIS.
"E' davvero in gamba il tuo ... il tuo ..." iniziò adire A'Fetz senza però sapere come continuare.
"Amico".
"Il tuo amico. Ma qual è il suo vero nome?"
"Nessuno lo sa. Si fa chiamare 'Dottore'".
A'Fetz rimase zitto e osservò lo strano signore tirare due leve in rapida successione e poi muoverne una nel verso opposto.
"Ecco, ci siamo. Ho aumentato il raggio visivo e dei sensori e ho scoperto che i nostri amici non sono molto lontani da qui".
"Perfetto, allora andiamo!" esclamò A'Fetz speranzoso di rivedere i suoi affezionati compagni.
Il Dottore avviò il motore del TARDIS e come al solito la cabina blu scomparve nel nulla.
***
"Allora, sono arrivati o no?" chiese spazientito l'Ammiraglio Skador.
"Veramente ancora no, signore" rispose uno degli ufficiali temendo uno sfogo d'ira del comandante della nave.
"Abbiamo già atteso un quarto d'ora, non possono essere così lenti! Provate a contattarli".
Gli addetti alle comunicazioni iniziarono a darsi da fare e Skador li guardò impaziente di stringere nel suo pugno la nave ribelle.
"Allora?"
"Signore, non abbiamo ricevuto alcuna risposta ma il comlink a lungo raggio della nave è attivo".
"Qualcosa deve essere andato storto. Tracciate la loro posizione prima che ce li lasciamo sfuggire. E preparate anche i caccia: voglio le squadriglie Alfa e Bravo pronte al decollo appena saremo usciti dall'iperspazio".
Gli ufficiali risposero diligentemente all'Ammiraglio e resero tutto pronto per la battaglia che avrebbe terminato i ribelli latitanti.
Passarono un paio di minuti, e finalmente un ufficiale si alzò dal suo posto e si avvicinò all'Ammiraglio accendendo il grosso oloproiettore del ponte ed inserendovi una data card. Comparve una mappa desertica del nuovo universo ed evidenziato un punto non lontano dal Supremacy.
"I ribelli sono ancora lì ma probabilmente tenteranno di fuggire".
"Lo so, ma credo una cosa. Non potranno resistere molto a lungo con le provviste che avevano preparato per il viaggio originale, e comunque l'autonomia della loro nave non è estesa come quella di uno Star Destroyer classe Imperial. Prima o poi dovranno farsi vivi, ma se il loro comandante non è uno stupido preferirà farsi abbordare subito, sperando magari di difendere strenuamente le sue truppe. Per questo motivo credo che sia il momento di fare rotta per i nostri nemici e sterminarli. Preparate il salto iperspaziale" ordinò Skador al termine del suo lungo monologo.
"Sissignore" risposero alcuni ufficiali e l'equipaggio nel ponte di comando prese ad andare da una parte all'altra preparando tutti i sistemi al viaggio.
I ribelli sarebbero finalmente stati loro.
***
Il TARDIS atterrò sotto gli occhi pieni di gioia degli ufficiali ribelli e la porta si aprì facendo capitolare il volto del Dottore.
"Eccoci qua, eravamo venuti per salvarvi ma a quanto pare ci avete già pensato da soli. Ottimo lavoro" disse il Signore del Tempo col suo solito tono misto tra il divertito e l'eccitato.
Uscì dal TARDIS e fu seguito da Donna e dall'A'Fetz minore, il quale non vedendo il fratello si preoccupò subito. "Dov'è Dojaa?" chiese controllando di corsa il ponte.
"Tuo fratello ha tentato di ribellarsi ai due assaltatori ed è stato ucciso, ma noi l'abbiamo giustamente vendicato.
Gli occhi di A'Fetz scesero sul cadavere che giaceva in mezzo al ponte e si riempirono di lacrime.
"Era tutto ciò che mi rimaneva. Gli imperiali mi avevano tolto tutto: la famiglia, la casa, il pianeta stesso. E adesso che ho ancora? Me stesso e basta" mormorò A'Fetz coprendosi la faccia con le mani.
Fyanon si avvicinò a lui e gli poggiò una mano sulla spalla. "Hai noi. Noi siamo la tua famiglia, adesso, e un po' lo siamo sempre stati".
I due si abbracciarono e nel ponte l'atmosfera rimase un po' tra il malinconico e il calore tipico di una famiglia, finché il Dottore non dovette interrompere il misto di emozioni.
"Non per essere scortese ma probabilmente tra poco i nostri amici ci raggiungeranno e non sarà una bella cosa. Che intendete fare?"
Gli ufficiali tornarono nei loro ruoli e si disposero nuovamente alle postazioni, mentre il Capitano rimase in piedi facendo tornare A'Fetz al posto del pilota.
"Affronteremo gli imperiali: non ci distruggeranno a distanza ma ci abborderanno, questo è l'unico lato positivo. Il problema è che loro saranno come minimo un centinaio, e noi neanche una decina" spiegò Fyanon.
"Come mai non possono attaccarvi a distanza?" chiese curioso il Dottore.
"Per via del carico che stiamo trasportando".
"E di che si tratta?"
"Glielo faccio vedere subito. Aspettateci qui, se gli imperiali arrivano cercate di intrattenerli" e dopo aver detto così il Capitano uscì dal ponte seguito dal Dottore e Donna.
Preso il turboascensore in fondo al corridoio arrivarono alla stiva e lì, protetto da varie pile di casse, trovarono l'obbiettivo dell'Impero.
Fyanon lo estrasse da una scatola in metallo e lo mostrò al Dottore, il quale strabuzzò gli occhi vedendo ciò che teneva tra le braccia il Capitano.
"Come lo avete ottenuto?"
"Non lo so, Dottore, ci hanno detto di averlo trovato in una palude in un mondo praticamente disabitato. Il nostro compito era di portarlo nella più vicina base ribelle, ma nonostante la comunicazione fosse criptata gli imperiali l'hanno decifrata e hanno scoperto l'artefatto, solo che non sappiamo come funziona".
"Oh, voi avete per le mani un Generatore Kywanber, tecnologia per voi completamente aliena e soprattutto non proveniente dal vostro universo. Chissà com'è finito su quel pianeta" iniziò a dire il Dottore pensieroso.
"In che modo possiamo usarlo?"
"Io sono contrario alla guerra, quindi non ve lo dirò. Dovete scoprirlo da voi perché non vi potrò aiutare a meno che non finiate nei guai".
"Ma noi siamo già nei guai, e se lei non ci aiuta moriremo tutti!"
Il Dottore rimase in silenzio e guardò a terra con una faccia contrita.
"E va bene" disse poco dopo. "Sono costretto a farlo".
In quel momento il comlink di Fyanon trillò a tutto volume. "Capitano, il Supremacy è qui, che facciamo?"
"Stiamo per arrivare, e con delle novità".
Il Capitano chiuse la chiamata e iniziò a correre verso il turboascensore insieme al Dottore e Donna.
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