Capitolo I

Il Dottore rimase fermo appoggiato al cerchio di consolle del TARDIS.

Anche Donna era immobile e piuttosto interdetta.

“Un varco interdimensionale tra due Universi. Qualcuno deve averlo aperto, ma chi?” chiese a se stesso il Signore del Tempo.

“Uomo dello spazio, non sarebbe un'idea migliore guardare cosa c'è fuori?”

Il Dottore si voltò verso di lei e sorrise.

“Non perdi mai la speranza, eh?”

Lei fece un cenno negativo, quindi si avvicinò alla porta e afferrò la maniglia.

“Oh, no no no, non se ne parla proprio!” esclamò subito il Dottore correndole dietro.

“No no no cosa?”

“Prima io”.

“Prima le signore!” replicò lei col suo solito tono indignato, e tirata la porta si trovò davanti a uno spazio completamente scuro, ad eccezione di un puntino luminoso.

“Ma qui è …” iniziò lei e il Dottore completò la frase: “... vuoto. Un Universo completamente vuoto, ad eccezione di quel … puntino. A meno che” e il Dottore muovendo alcune leve e manopole fece ruotare il TARDIS su se stesso, di lato, in alto e in basso, ma l'unica cosa che videro fu quel puntino luminoso.

“A quanto pare c'è solo quella stella, e se sfruttando la magnitudine provo a calcolarne la distanza,” e intanto smanettava coi vari sistemi delle consolle “posso trovare le coordinate. Eccole qua! Ora le inserisco nel TARDIS e … Donna, cosa fai!”

Mentre il Dottore cercava di salvarli Donna era sparita.

Il Signore del Tempo corse preoccupato alla porta e poi si affacciò fuori.

Donna stava galleggiando sospesa nella bolla di ossigeno del TARDIS.

“Attenta, rischi di allontanarti troppo così!”

“Ma che dici, e poi dove mi allontanerei? Qui è vuoto! VUOTO!” replicò lei ridacchiando e scandendo l'ultima parola.

Anche il Dottore accennò un sorriso, poi le disse di rientrare per arrivare alla stella.

Non senza qualche protesta Donna 'nuotò' fino all'entrata della cabina blu e afferrandosi al braccio del suo Dottore tornò all'interno.

“E se lì ci fossero dei mostri?”

“Noi saremo lì per sconfiggerli” replicò il Dottore sorridendo mentre chiudeva le porte e avviava il motore del TARDIS.

Col solito rumore di meccanismi in funzione la cabina blu scomparve dal nulla.

***

Il vortice rosso e giallo scomparve lasciando spazio al vuoto più totale, ad eccezione di un sole azzurrognolo in lontananza e un pianeta che gli orbitava intorno.

L'equipaggio iniziò a parlare scompostamente, chiedendosi cosa fosse successo e dove si trovassero. Solo il Capitano Fyanon restava in silenzio, la faccia una maschera di pietra.

“Questa non è la nostra Galassia” disse in un sussurro che nessuno sentì.

Passò lo sguardo sugli ufficiali terrorizzati, quei sei uomini finiti in un luogo sconosciuto a causa sua.

Il caos continuò per un mezzo minuto, finché non scese il silenzio. A quel punto prese parola Fyanon: “Non so dove siamo e non so perché ci siamo finiti, ma se c'è una cosa che so è che se vogliamo scoprire qualcosa dobbiamo raggiungere quel pianeta. Reattori al massimo e se dovete parlare, fatelo a bassa voce. Numaar, usa i sensori a lungo raggio per registrare qualunque cosa ci sia su quel pianeta”.

“Sissignore” rispose diligente l'ufficiale e subito eseguì gli ordini.

I risultati arrivarono un minuto dopo. “Il pianeta sembra disabitato, signore”.

Fyanon non sapeva cosa dire. Forse era una cosa buona, o forse non lo era.

“Va bene, continua a controllarlo mentre ci avviciniamo. I due reattori avanzati stanno reggendo lo sforzo?”

“Sissignore, ma la velocità è dimezzata rispetto al normale”.

“Va bene, l'importante è che ci stiamo muovendo. Se gli imperiali hanno tracciato la nostra rotta potrebbero arrivare anche loro”.

L'equipaggio rimase piuttosto spaventato da quella informazione, ma per fortuna riuscirono arrivare all'atmosfera del pianeta senza alcun incontro spiacevole.

Il nuovo mondo appariva come un'enorme landa rocciosa e desolata color sabbia. Di certo non sembrava molto ospitale.

“Entriamo nell'atmosfera?” chiese il pilota con un leggero tremito nella voce.

“Sì, procedette. Una volta atterrati analizzeremo la composizione dell'aria, sempre se c'è”.

Il trasporto ripartì e con qualche turbolenza oltrepassò il guscio atmosferico. Gli scudi assorbirono l'impatto e così la nave non riportò altri danni oltre a quelli subiti dallo Star Destroyer imperiale.

“Signore, rilevo qualcosa che prima non c'era: un oggetto delle dimensioni di uno speeder, ma con la forma di un parallelepipedo” riferì in quel momento Numaar.

Fyanon si avvicinò subito all'ufficiale e guardò sullo schermo l'oggetto. Anche se l'immagine non era molto nitida non era difficile distinguere il colore blu che lo ricopriva.

Poi ci fu del movimento, e i sensori rilevarono due forme di vita. “Chi o cosa sono?” chiese sempre più curioso Fyanon.

“Uno è un umano, signore, ma l'altro non appartiene a nessuna specie registrata negli archivi. Cosa facciamo?”

“Ghiblinson, carica i cannoni laser. Numaar, cerca di fare delle scansioni più precise. Tutti gli altri, state pronti a qualsiasi cosa”.

***

Il TARDIS atterrò con un leggero scossone e subito il Dottore aprì la porta.

Una luce color terra entrò nell'astronave e Donna Noble chiese subito dove si trovavano.

“Non lo so, deve essere il pianeta che orbita intorno alla stella. A prima vista non l'avevo rilevato ma il TARDIS ci ha portato qui di sua spontanea volontà”.

Il Dottore non si mosse e rimase sull'uscio della cabina blu.

“Cos'è quello?” domandò in quel momento Donna e alzando lo sguardo il Dottore vide un puntino oscuro sovrapporsi al sole azzurrognolo.

“Non lo so, ma sarà meglio chiudere la porta”.

Subito dopo il Signore del Tempo ricominciò ad armeggiare col TARDIS fino ad ottenere informazioni sulla 'cosa' in avvicinamento.

“Sembrerebbe un'astronave, dato che arriva dallo spazio e si muove con dei motori. Non so però di che tipo e non so neanche chi è a pilotarla”.

Donna non disse niente, cercando di elaborare tutte le novità nella sua testa da semplice precaria.

“Ah, e inoltre ho scoperto che l'aria del pianeta è respirabile e che la forza di gravità è simile a quella della Terra, anche se minore di 0,00347 Newton. Non male”.

“Quindi possiamo uscire e … respirare, senza venire schiacciati o senza arrivare in cielo, giusto?” chiese titubante Donna Noble.

Il Dottore si voltò e sorrise. “Direi di sì. Prima, però, consiglierei di prendere qualcosa da indossare: la temperatura è di 9 gradi centigradi”.

“Ottima idea”.

Un minuto dopo i due avevano indosso dei pesanti cappotti ed erano pronti all'esplorazione.

Il Dottore aprì la porta del TARDIS e questa volta vide la nave molto più vicina, anche se ij controluce.

“Sono armati, a quanto pare”.

“Come fai a vederlo? Io non vedo niente con questo sole! Non hai un paio di occhiali o di ...” ma il Dottore le fece cenno di tacere.

“Ho sentito qualcosa nel TARDIS! Aspettami qui!”

***

“Signore, il messaggio è stato inviato: 'ARRENDETEVI E DICHIARATE LE VOSTRE INTENZIONI, ALTRIMENTI SAREMO COSTRETTI AD APRIRE IL FUOCO'” riferì l'addetto alle comunicazioni.

“Ottimo. Spero che capiscano il linguaggio binario o che abbiano un droide a decifrarlo, anche se dubito che ci sia abbastanza spazio in quell'oggetto blu”.

Fyanon aveva appena finito di parlare che Numaar esclamò: “Signore, l'alieno è tornato dentro”.

“Possibile, avrà ricevuto il messaggio” rispose il Capitano.

Alcuni secondi dopo arrivò la risposta: “'CI ARRENDIAMO, SIAMO IL DOTTORE E DONNA NOBLE E VIVIAMO IN PACE. GUARDATEVI DIETRO'. Che vuol dire 'guardatevi dietro'?”

Ma prima che Numaar potesse annunciare la scomparsa della Donna e dell'intero oggetto nel ponte di comando si sentì uno strano suono e l'oggetto si materializzò come dal nulla.

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