Introduzione || Binario 9 3/4 || Janelle
1 Settembre 1975
-SBRIGATI JANE! IL BINARIO 9 3/4 È QUI DIETRO!- mi affrettai a correre dietro a mio fratello, ignorando le occhiate interdette dei babbani che lo avevano sentito.
-ASPETTA! HO ANCHE LE TUE COSE!- gli strillai mentre incespicavo cercando di manovrare due carrelli contemporaneamente. Quanto avrei voluto saper fare un incantesimo per farli muovere da soli.
Il gufo marrone di Marcus tubava impaurito. Non gli aveva ancora dato un nome, -è soltanto un animale- diceva.
Non mi erano mai piaciuti i gufi, la prima volta che ne avevo visto uno mi aveva dato un morso e mi aveva lasciato una cicatrice sul dorso della mano.
Maledetto volatile.
In compenso avevo comprato una gatta bianca, l'avevo chiamata "M". -È un bel nome. Semplice e facile da ricordare- risposi a mia madre quando mi chiese il perché della mia scelta.
Continuavo ad avanzare senza perdere di vista il mio gemello, quando sentii una mano sulla spalla. Mi fermai e mi girai verso mio padre, aveva la pelle leggermente più scura della nostra perché la mamma era bianca e noi eravamo nati... Beh, eravamo una specie di via di mezzo. Papà aveva i capelli nerissimi come i nostri e gli occhi nocciola come i miei, da lui avevamo anche ripreso il fisico smilzo e il sorriso caloroso.
-Shaant- mi disse: Tranquilla. -faccio io-
Parlava benissimo l'inglese ma in ogni frase metteva qualche parola in Hindi per non farci scordare le nostre origini. A quel punto ci raggiunse anche mamma, da lei io e Marcus avevamo ereditato i capelli lisci, lui però aveva anche i suoi occhi blu.
Mamma e papà o, come li chiamavamo noi, maan e pop, presero i due carrelli e fecero un cenno verso mio fratello che si stava allontanando sempre di più. Sorrisi raggiante e gli corsi dietro, finalmente libera di andare veloce.
Non c'era gara tra me e mio fratello: quella atletica della famiglia ero sempre stata io. Lo raggiunsi in pochi secondi e gli saltai sulla schiena. In qualche modo riuscì a rimanere in piedi e continuò correre fino alla colonna che avrebbe portato al nostro binario.
Era sempre stato così tra noi due, io ero quella veloce e leggera e lui quello forte e stabile.
-come una freccia ed un arco- disse maan quando ci raggiunse, dando voce ai miei pensieri.
Le sorridemmo felici e prendemmo i nostri carrelli.
-pop, sei sicuro che non sbatteremo contro la colonna?- chiese Marcus, preoccupato.
-si, khajaana, io e vostra madre lo abbiamo tantissime volte da giovani-
-non chiamarmi tesoro! Mi metti in imbarazzo- disse lui rosso in viso.
Scoppiai a ridere.
-perché, khajaana, ti da fastidio? Gli altri nemmeno capiscono!- lo canzonai.
Si, ero una ragazzina di undici anni adorabile.
-però tu lo capisci, e mi prendi in giro- mi rispose mettendo il broncio.
Il mio gemello lo era un pò di meno.
-forza ragazzi! O il treno partirà senza di voi!- ci ricordò maan.
Marcus esitò, spostando a disagio il peso da un piede all'altro. Io non lo feci, rafforzai la presa sul carrello e corsi verso la colonna.
Chiusi gli occhi un attimo prima di toccare i mattoni aspettandomi di sbatterci contro. Doverti fare altri sette passi prima di capire che li avevo attraversati.
-IMMOBILIUS!- mi immobilizzai subito prima di schiantarmi contro una famiglia di maghi che era proprio davanti all'uscita della colonna.
-Finite Incantatem- appena riuscii a muovermi di nuovo mi guardai intorno alla ricerca della persona che mi aveva fermato e probabilmente aveva salvato quattro persone da morte certa.
Nel momento in cui anche il resto della mia famiglia arrivava notai una donna con la bacchetta in mano: era sulla trentina, era bassa e aveva i capelli rossi.
Vicino a lei c'erano un uomo e due ragazzini, tutti e tre fulvi.
Mi girai e mi trovai faccia a faccia con una donna bionda e particolarmente arrabbiata.
Deglutii, -maan... Ti posso spiegare-
-Aap har baar gadabad nahin kar sakate! Aapake pita aur main har samay aapakee jaanch nahin kar sakate hain!- strillò lei ed io sentii Marcus sghignazzare dietro pop, lo fulminai con lo sguardo e tornai a focalizzare la mia attenzione sulla mamma che, nonostante fosse inglese, ormai parlava Hindi fluidamente. Soprattutto quando era arrabbiata.
-scusami- dissi guardandomi la punta delle scarpe -non ho aperto gli occhi-
Maan alzò gli occhi al cielo e mi disse che dovevo scusarmi con la famiglia che avevo quasi investito e ringraziare la donna che mi aveva fermato.
I primi non furono molto cordiali, quasi sbuffarono infastiditi quando mi avvicinai. La signora dai capelli rossi invece fu molto gentile.
-non è niente, tranquilla!- disse mettendomi una mano sulla spalla -capitava ogni anno anche quando andavo io a scuola-
Mi lisciai la gonna, a disagio -grazie, signora-
Lei mi diede un buffetto sulla guancia, -chiamami Molly, cara-
La salutai e raggiunsi la mia famiglia, i bauli erano già stati caricati e Marcus aveva due divise in mano.
Mi avvicinai e presi la mia: una corta gonna a coste simile a quella che portavo di solito, calze fin sotto al ginocchio, una camicia, un gilet ed un mantello con lo stemma di Hogwarts.
Ricordai di quando erano arrivate le lettere di ammissione, un gufo enorme si era posato sul davanzale della nostra casa ad Hogsmeade e aveva lasciato le due buste sigillate con la ceralacca.
Per una volta avevo ignorato il mio odio verso i gufi e le avevo prese di corsa, avevamo cantato e ballato tutto il giorno.
Hogwarts era il nostro sogno da quando ne avevamo sentito parlare.
-tej!- disse mio padre, riportandomi alla realtà,-il treno partirà a momenti!-
Io e mio fratello abbracciammo velocemente maan e pop e corremmo sulla carrozza.
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La carrozza era piena di gente, tra cui qualche amico del nostro villaggio.
Marcus andò subito a sedersi vicino a Jacob, un ragazzo altissimo che abitava vicino a noi e mi lasciò sola.
-grazie eh- Borbottai mentre passavo in rassegna gli scompartimenti. L'occhio mi cadde su uno in particolare dove sedeva solo una persona. Entrai e mi sedetti senza tante cerimonie.
-tu sei il figlio di Molly?-
Il ragazzo mi guardò, esitando, poi appoggiò le mani sul tavolino e sorrise.
-si, tu sei quella che correva col carrello?>
Molto probabilmente arrossii di vergogna, non era il massimo essere ricordati per aver quasi ucciso quattro persone. Ma lui rise e ruppe il ghiaccio tra noi.
-È stata una scena epica! Dovevi vedere la faccia della madre!-
Mi unii alla risata e gli porsi la mano, -Janelle Mahajan, ma mi chiamano Jane-
Il ragazzo dai capelli rossi me la strinse e la scosse energicamente, -Bill, Bill Weasley-
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Hey gente! Ho deciso che per questa storia farò capitoli più corti e poverò ad aggiornare più spesso.
Quindi invece di fare 3000 parole a capitolo ne farò circa 1000.
Spero vi piaccia come introduzione e, niente, ci si vede al prossimo capitolo.
[4.04.2021]
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