[8] Il suo nome è Ventus
>> Rosa's P.O.V. <<
Il ragazzo di nome Ventus resta taciturno, anche dopo la domanda postagli dall'uomo coi capelli neri. In un primo momento oserei dire che si tratti di qualcuno di poche parole, ma invece mi sembra più che altro perso nei miei occhi, e viceversa.
Osservandolo, vedo qualcosa di... diverso, da tutto e da tutti. E quel nome, seppur mi rimbomba in testa come un disco rotto, non mi dice niente. Perché? Dovrei forse conoscerlo? Non mi pare affatto. Non ricordo di averlo mai visto in vita mia.
《Uhm... Sì...》 risponde esitante lui, uscendo allo scoperto dal suo nascondiglio. In questo modo, riesco a vedere i suoi abiti: assomigliano più o meno a quelli degli altri due ragazzi, sarà per l'emblema che porta sulla cintura a forma di "X" sul petto; Apparte questo, indossa vestiti abbastanza larghi per la sua piccola statura, scarpe comprese.
《Chi... chi sei?》 la sua voce un po' roca e intimorita mi fa tornare alla realtà, cogliendomi di sprovvista, sopratutto perché ha cominciato ad avvicinarsi. Il ragazzo castano deve averlo certamente notato, ecco come mai risponde lui per me al posto mio.
《Ah, già. Ven, lei è Rosa. Rosa—Ventso eh-, Ventsu- Venso- Oh, accidenti! Ven!》 conclude finalmente, sospirando nel momento in cui accorcia quel nome per semplificarsi il tutto.
Eppure, penso, il suo nome non è così difficile da pronunciare.
Dalla porta, l'incontrollata risata di una giovane donna cattura la nostra attenzione, e io e Ventus smettiamo di fissarci. È la stessa ragazza coi capelli blu di prima, tornata in men che non si dica con qualcosa tra le mani.
《Stai ancora provando a pronunciare il suo nome completo, Terra?》 a quella domanda, le guance del ragazzo di nome Terra si tingono immediatamente di un rosa chiaro.
《Hey! Non c'è niente di divertente!》
Corrugo la fronte, non potendo fare a meno di trovare strani i loro comportamenti, restando in silenzio. Lancio un altro sguardo su Ventus per guardare la sua reazione, e da quel che riesco a vedere, potrei giurare che neanche lui sia consapevole di cosa stia succedendo, anche se la questione lo gli ruota intorno. L'uomo insieme a noi quattro, invece, è del tutto indifferente alla situazione.
In un certo senso, non so come, trovo il suo atteggiamento familiare.
La ragazza smette di ridere, facendosi strada verso di me.
《Davvero, prendi tutto troppo seriamente!》 replica, ridacchiando ancora un po'. Ad un certo punto si ferma al bordo del letto su cui sono seduta, inclinando la schiena per porgermi il vassoio che sta tenendo, su cui vi è un dolce spugnoso con una glassa di zucchero bianco come la neve. 《Oggi sei nostra ospite, e in memoria di un giorno come questo, puoi mangiare a letto, quindi: Bon Appétit!》 mi dice con un sorriso.
Prendo il vassoio e lo poso sul mio grembo, scrutandolo attentamente per vedere da quale angolo sia meglio cominciare a mangiarlo. Alzo lo sguardo, e vedo gli sguardi di tutti posati su di me, e poi di nuovo sul dolce. Prendo esitante la forchetta e ne taglio un pezzetto, portandolo alla bocca.
Quando inizio a masticare, sento la voce del castano rivolgersi a me. 《Allora, com'è? Scommetto che è troppo dolce, vero?》
Da quel momento, la mia bocca si serra all'improvviso, aprendosi solo quando porto alle labbra un'altro pezzo di dolce.
《Beh, invece sembra che le piaccia!》 osserva la bluetta, sorridendo soddisfatta. Quindi, devo supporre che sia stata lei a prepararlo.
Il ragazzo si gratta nervosamente la nuca, sospirando in arresa. 《E io che per un momento ho pensato che qui dentro ci fosse almeno un qualcun altro che condivide i miei stessi gusti. Ma a quanto pare avete tutti una qualche mania per le cose dolci.》
《Onestamente, non vedo cosa ci sia di male nell'apprezzare qualcosa di tanto gradevole al palato.》 commenta l'uomo più anziano dei quattro.
《Vuoi che ti ricordi forse le tue parole? Che "chiunque ami le cose dolci sia praticamente una donna"?》 alla conversazione si unisce Aqua, e io, come se niente fosse, continuo a gustarmi il mio cibo.
《Cosa?》 scatta improvvisamente l'uomo baffuto, facendo venire i brividi per tutto il corpo al castano. 《È vero?》
《N-non ho detto così! Sto solo dicendo che-》
Mentre i tre continuano a discutere fra loro, mi accorgo che Ventus è l'unico, oltre a me, che si è messo da parte da quella faccenda. Continua a guardarli con la classica espressione di qualcuno che non sa come gestirsela, ma poi, mi rendo conto che ha capito che lo sto osservando e mi guarda ancora una volta negli occhi.
Perché i miei non riescono a staccarsi dai suoi, blu come il cielo, non lo so. Ma quando se n'è accorto, non posso far altro se non far finta di niente e continuare a mangiare.
(...)
Finisco l'ultimo pezzetto, e riposo la forchetta sul vassoio, fissando il mio riflesso su esso. Non ricordo quando sia stata l'ultima volta che ho messo qualcosa sotto i denti, ma in ogni caso, ho avuto una fame da lupi.
Quei tre non hanno smesso di parlare, ma il suono metallico creato da me deve aver attirato l'attenzione, anche senza proferire una parola.
《Ah, allora ti è piaciuto davvero!》 esclama la ragazza, e uno sbuffo percettibile sfugge dalle labbra del castano alle sue spalle.
Le passo silenziosamente il vassoio vuoto, e lei lo prende con un sorriso sulle labbra, osservandolo con orgoglio.
《Modestamente, Aqua è sempre stata dotata in cucina.》 si aggiunge l'uomo con l'haori. 《Non sei d'accordo, Terra?》
《Ecco... no, non dico di no. Ma finché non si tratta di zucchero o roba del genere, per me va anche bene!》 risponde quest'ultimo, grattandosi di nuovo la nuca. 《Comunque sia, ora che hai mangiato dovresti riposare ancora un po', se vuoi ristabilirti completamente.》
《Hai ragione.》 continua l'uomo, avviandosi alla porta. 《Terra, Aqua. Il dovere mi chiama. Lascio Rosa e Ventus nelle vostre mani.》
《Sì.》 dicono i due all'unisono. Ricevuta quella risposta, mi lancia un ultimo sguardo neutrale, prima di lasciare la stanza in tutta tranquillità.
Guardo taciturna i tre, non sapendo cosa dire, soprattutto in questo silenzio irreale che aleggia tra noi. Ben presto, però, il castano irrompe in quella quiete.
《A proposito, non ci siamo ancora presentati.》 dice, affiancandosi alla bluetta e al biondo. 《Da come avrai capito, mi chiamo Terra.》
《E io sono Aqua.》 continuò la ragazza. Li scruto entrambi con più attenzione e da più vicino, riuscendo finalmente a sussurrare qualcosa.
《Terra... Aqua...》 il mio sguardo si abbassa lentamente sul biondo. 《Ventus...》
Sento dei sorrisi rivolti su di me, ma sul volto di Ventus non ne vedo. Sembra più perso nei suoi pensieri, e poco a poco mi lascio trasportare anch'io.
In una prima impressione, questi ragazzi non sembrano avere pessime intenzioni. Perché mi stanno ospitando e offrendo del cibo non ne ho idea. Ma, anche se non so bene dove sono, mi sento al sicuro qui.
《Dicci un po', Rosa.》 la voce di Terra mi distrae momentaneamente dalle mie riflessioni. 《Da dove vieni?》
A quella domanda, corruccio le sopracciglia. Non ho pensato neanche a questo. Ma la cosa più strana, è che non rammento assolutamente nulla.
《Non... ricordo...》 i tre si scambiano delle occhiate, ed è anche normale, dopo un'insolita riposta come la mia. Ma non sto mentendo. Per quanto stessi spremendo le meningi per farmi venire in mente anche la più minuscola delle piccolezze, non riesco a recuperare alcun ricordo degli avvenimenti prima che di risvegliarmi qui, ad eccezione di essermi ritrovata in un luogo verde e ferita.
《Beh, è chiaro che hai bisogno di dormire. Se ti serve qualcosa, non esitare a chiedercelo, d'accordo?》 mi chiede la giovane di nome Aqua, e io annuisco, senza aprire bocca. Sorride di nuovo alla mia risposta, e si china accanto a Ventus per raggiungere la sua altezza. 《Andiamo, Ven?》
Quest'ultima mi fissa ancora per qualche istante, prima di sobbalzare alla domanda della ragazza, guardandola con la bocca spalancata a metà.
《Uh-uh...》
Ci guardiamo tutti un'ultima volta, e li osservo mentre si avvicinano alla porta. Terra e Ventus attraversano il corridoio all'esterno, al contrario di Aqua, che si ferma per afferrare la maniglia della porta, chiudendosela delicatamente alle spalle.
Così, rimango nuovamente sola. Visto che non ne ho ancora avuta l'occasione, perlustro la stanza senza muovermi dal mio posto: è molto vuota, forse non in uso da un bel po'. Come una stanza degli ospiti, o una roba del genere.
Mi lascio cadere sul letto, guardando il soffitto, i capelli si scompigliano e sul cuscino.
Terra... Ventus... Aqua...
Questi nomi mi rimbombano in testa in continuazione finché i miei occhi sentono il bisogno di richiudersi. Consento loro di farlo e la mia vista si annerisce, in attesa di riprendere sonno.
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