[36] La bella addormentata

>> Rosa's P.O.V. <<
《Lo sai, era ora che ti accorgessi di me.》 a giudicare dal tono del ragazzo mascherato, pare che oltre a voler farsi beffe di me stia sorridendo al di sotto di quella maschera nera e senza emozioni.
《Un momento... Mi stavi pedinando?》 gli chiedo perplessa, cercando di sembrare il più seria possibile.
Il ragazzo lascia penzolare le gambe all'aria, quasi come se fosse divertito dal mio quesito, il suo volto poggiato sul palmo della sua mano inguantata, e di conseguenza, il gomito è sostenuto dalla gamba.
Non mi sono minimamente resa conto che fosse lì seduto su quel grosso lampadario. Da quanto è lì?
《Se proprio devo dirlo, non è da te che sarei dovuto andare.》 risponde il giovane con molta calma nella sua voce. 《E di certo non sono il tipo che crede nel destino e scemenze simili, per cui suppongo ci sia dietro una spiegazione.》
Inclino giusto un po' la testa.
《E sarebbe?》
Il ragazzo alza le spalle.
《Non ne ho la più pallida idea.》 oh, fantastico. 《Anche se, devo farti i miei complimenti... Hai imparato a usare la testa.》
Ringhio. 《Ugh, ma sentilo! Mi parli come se ci conoscessimo da chissà quanto tempo...!》
《Hey, hey, la volpe tira fuori gli artigli.》 il ragazzo continua a farsi beffe di me come se niente fosse, con non poca confidenza, aggiungerei. 《Sarà meglio che vada, prima che la sua faccia passi dal bianco pallido al rosso.》
...È una minaccia o un'altra delle sue provocazioni?
Il giovane si rialza, ancora in piedi sul lampadario; Mi osserva da quell'altezza per degli istanti, prima di darmi le spalle e generare davanti a sé un altro di quei varchi oscuri.
Comincio a corrergli incontro, cercando di trovare il modo di salire fin lassù.
《Adesso dove stai andando? Fermo!》
Ma è inutile; Non ho fatto in tempo a raggiungerlo. Non gli ci è voluto nulla per attraversare il portale e svanire con esso, lasciando alle sue spalle una scia nera smista al violaceo che ben presto si dissolve nell'aria.
Osservo il punto da dove si è dileguato, ansimando. Gli sforzi fisici si stanno facendo risentire.
E come se non bastasse, me lo sono lasciato sfuggire, di nuovo.
Osservo il pavimento, immersa nei miei pensieri. Mi domando chi sia veramente quel ragazzo, e che cosa voglia davvero?
Non posso a fare a meno di ripetermi questa domanda da quando ci siamo incontrati la prima volta in quella landa deserta. Soltanto però che lui sembra conoscermi, ma per quanto mi riguarda, non l'ho mai visto in vita mia.
Almeno credo, ormai. Non sono più sicura di niente...
《A proposito...》 sollevo il capo, realizzando qualcosa quando il mio sguardo si concentra sulle scale peer il piano superiore. 《Terra!》
Mi avvio per quella direzione senza pensarci due volte. Vorrei capire che cosa gli sia preso così, tutt'a un tratto.
(...)
Nel cammino ho incrociato diverse creature blu, le stesse che mi hanno attaccata all'ingresso del castello. A quanto vedo, ce ne sono delle altre che infestano i corridoi—e devo dire hanno qualche vaga somiglianza a quelli del nostro castello.
Non mi risulta difficile sconfiggerli, a differenza di quello rosso e possente, ma ciò non toglie che le forze mi stiano comunque abbandonando.
Ma, ad un certo punto, vedo una porta a pochi passi di distanza.
Raggiunta questa porta, dopo ovviamente essermi accertata che la zona sia stata "disinfestata", ritiro i miei Keyblade e ne approfitto per una pausa, appoggiando le mani sulle ginocchia per recuperare il fiato perso.
《Pant... Pant...》
Lentamente mi ricompongo, osservando la porta di fronte a me. La cosa strana è che, per essere un castello, questo corridoio ospita soltanto una stanza: e questo mi porta a pensare che Terra sia entrato qui, ma non ne sono al massimo certa.
Poso un lato della mia faccia e il palmo della mano sulla superficie dell'ingresso, esitante: dovrei o non dovrei entrare?
《Terra? Sei qui dentro?...》
Non ricevo risposta. A questo punto, non mi rimane altro che provare ad entrare...
Spalanco pian piano la porta, sgattaiolando all'interno solo il mio volto, ancora esitante. Presto però i miei occhi catturano l'immagine di un paio di persone.
Sgrano gli occhi e resto ferma, mentre quelli di Terra si posano dritti sui miei. Entro e chiudo la porta alle mie spalle, avvicinandomi a lui, e distogliendo il mio sguardo dalla sua figura per rivolgerlo invece ad una bella e giovane donna impegnata in un profondo sonno.
《Oh?》
Ho la netta sensazione che non si tratti solo di un semplice sonnellino.
Mi giro verso il ragazzo in cerca di spiegazioni. 《Che le è successo?》
Terra resta in silenzio, il suo sguardo fisso sulla bella addormentata.
《È tutta colpa mia.》
Corruccio un sopracciglio. 《Mmh?》 mormoro, confusa. 《Che cosa vuoi dire?》
Il castano si avvicina un altro po' al letto sopra cui giace la donna, parlando debolmente—qualcosa che non è da lui. 《È colpa mia se le hanno rubato la luce. Perché sono debole...》
Senza preavviso, comincia ad avviarsi all'uscita dalla stanza, dispiaciuto.
《Mi spiace. Ti riporterò la luce...appena imparerò ad affrontare l'oscurità.》
Che cos'ha combinato...? Non riesco a capire.
Continuo a provare a dedurre che cosa sia successo qui, ma non mi viene in mente niente, non può venirmi in mente qualcosa.
Nel frattempo, Terra è di nuovo scomparso.
《Oh, dannazione!》
(...)
Controllando velocemente la stanza principale, mi accorgo che è vuota. Credo di sapere quindi dove si sia cacciato stavolta.
Continuo a correre tra un ansimo e l'altro, senza sosta, per raggiungere l'uscita del castello. Una volta all'aperto mi guardo intorno, chiamando il suo nome più e più volte.
《Terra? Terra!》
Insisto, ma niente. Con un sospiro, finisco per rinunciare dopo svariati tentativi: a quest'ora, probabilmente, avrà già lasciato questo mondo.
《Dove ti sei cacciato, Terra?...》
《Se vuoi il mio consiglio, ti conviene arrenderti, ragazzina. Ormai non c'è più niente che tu possa fare per il tuo amico.》
Mi volto alle mie spalle, dove odo una voce. Una voce di donna, ma non dolce e soave...bensì, cupa.
《Chi va là?!》

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