[13] Il primo incontro

>> Vanitas' P.O.V. <<
È un nuovo giorno. Passeggio lungo il deserto senza una meta, osservando quel che mi circonda senza un apparente motivo. Anche perché qui non c'è niente.
Sono solo lì, come al solito. È una noia mortale, e francamente, qualcosa mi ritira dall'evocare il mio Keyblade e continuare ad allenarmi coi Nesciens.
Mi domando quando cominceranno a muoversi i piani del Maestro. Per quanto ci provi, non riesco a togliermeli dalla testa: non mi ha ancora detto cos'è che ha in mente. Mi ha solo anticipato che per far sì che tutto vada come dovrebbe, la mia presenza è necessaria, e più forte di prima.
Inoltre, pensandoci mi torna in mente la prima volta in cui me lo ha menzionato. Il χ-blade. Per far sì che venga forgiato, la mia potenza dovrà passare ad un livello superiore, e così accadrà a Ventus. A quel punto, sarà tutto finito.
Ma se dovesse avere a che fare con i suoi piani, mi domando a cosa gli possa servire.
Guardando l'orizzonte davanti a me, qualcosa di un colore ben diverso della terra e dei detriti suscita la mia curiosità, catturando il mio sguardo. Mi fermo per notare che accanto ai miei stivali c'è qualcosa, un qualcosa su cui sono sul punto di calpestare.
Mi accovaccio accanto all'oggetto, osservandolo da qualsiasi angolo. È rosso e ha un cerchio giallo al centro; Sembra essere fatto di stoffa.
La mia mano scivola sopra l'oggetto, prendendolo nel palmo nero. Lo avvicino a me, e lo osservo più da vicino: un altro particolare che noto è che ha la forma di una rosa.
Ha solo due petali, e si riesce a capire che le altre sono state spezzate da dei tagli netti, lasciandone a malapena dei resti. E come se non bastasse, vi sono impigliate delle ciocche di capelli, alcune tra le quali cadono sulla mia mano e poi a terra.
Girandolo e girandolo, scommetto che sia un fermaglio, un segno come se qualcun altro fosse stato qui.
Dalla poca distanza che mi separa da esso, sento una puzza familiare.
Chiudo gli occhi e chino il viso tra i petali restanti, studiando il loro odore. Quando riapro le palpebre, torno a guardare la rosa. Credo di aver riconosciuto questa puzza, soprattutto perché quando ho tenuto gli occhi chiusi, mi sembra di aver intravisto una figura incappucciata nel cuore della notte. Questo indizio è abbastanza da permettermi di capire a chi appartenga.
Mi allontano dal fermaglio, ma tutto sommato, non smetto di osservarlo. Il pollice passa lentamente sulla stoffa rossa, e i miei pensieri stavolta si riconducono a quella persona.
(...)
Sono avvolto nell'oscurità, celato ai piedi di una delle salite della landa nella notte, con le braccia incrociate e un piede appoggiato alla ripida parete alle mie spalle. Il mio viso coperto dalla mia maschera è rivolto ai miei stivali, assorto nei miei pensieri, più precisamente sulla ragione per la quale mi trovo qui.
Il Maestro mi ci ha praticamente costretto. Ha insistito perché incontrassi una certa ragazza che a quanto pare è una sua allieva. Me ne ha già parlato esattamente qualche minuto fa, ma prima di allora, è rimasto muto.
Non che m'interessi quanti e quali allievi ha o abbia avuto, ma non ho mai pensato che ci sia qualcun altro al momento a seguire i suoi addestramenti.
Alzo la testa al cielo. È ormai da tanto che ho addosso questa maschera, così, porto la mano sulla visiera per sfilarmela. Proprio in quel momento, una voce diversa da quella del Maestro mi ferma.
《Ho una notizia che non ti piacerà.》
È una voce femminile che non ho mai sentito prima. Dev'essere lei.
《Non ha più importanza, ora. Ho un annuncio migliore da darti.》
Arrivato a questo punto, penso di dover uscire allo scoperto. Ma c'è qualcosa che mi tiene rigido lì dove sono mentre la mano sopra la visiera scivola accanto al mio fianco.
Non so se riuscirò a tenere a freno le mie emozioni. E la sensazione mi provoca ancor più fastidio dopo che ho ceduto a infilarmi in questa situazione altrettanto snervante.
《...E allora?》
《Abbi pazienza.》
Ma qualcun altro è impaziente. Mantenendo il mio freddo temperamento, mi allontano dalla salita su cui il mio corpo è appoggiato; Ho come l'impressione che questa faccenda non finirà bene. So già cosa le comporterà vedermi. Ma non è quello ciò che voglio vedere sul suo volto.
Un sorriso sfugge sotto la maschera, che svanisce quando comincio ad uscire dalle tenebre che fino ad adesso mi hanno tenuto nascosto dai loro occhi.
Le prime e uniche cose che vedo sono il Maestro e qualcuno girato di spalle che indossa una tunica nera. Accortasi della mia presenza si volta verso di me, ma a causa del cappuccio sopra la sua testa non riesco a vedere la sua faccia, se non un paio di labbra che si spalancano.
In ogni caso faccio finta di niente, e continuo a camminare.
Per qualche ragione mi corre incontro, e questo è ciò che mi esorta a fermarmi fin dove sono arrivato. Quel sorriso, lo riconosco.
Deve avermi scambiato per quel ragazzo, anche se non abbiamo niente in comune.
《Hey, V-》
《Non sono lui.》
Ella frena subito al mio dibattito, fermandosi a pochi passi da me. È poco più bassa di me e per questo riesco a malapena a vedere che cosa si nasconde sotto quel cappuccio, ma penso di aver visto che i suoi occhi stanno brillando alla luce lunare quando si è mosso momentaneamente dalla sua faccia.
Silenziosa com'è, si starà sicuramente domandando chi sia.
《Ti presento il mio nuovo allievo. D'ora in avanti sarà lui a prendere il suo posto.》
La ragazza smette di fissarmi, girandosi verso il Maestro. 《Che significa questo? Dov'è? Che cosa gli hai fatto?》
《Era troppo pericoloso tenerlo qui con noi, e troppo debole per sopportare l'intensità dei miei addestramenti. Credimi, l'ho fatto per il suo bene. Non è ancora pronto per maneggiare il Keyblade.》
《Non hai risposto a nessuna delle mie domande. Prima di tutto, dov'è?》 insiste, stringendo le mani ricoperte da guanti neri in pugni. Come previsto: l'ho appena incontrata e mi sembra già di conoscerla fin troppo bene. La sorte può essere davvero ironica, a volte.
《È in un luogo sicuro, adesso, e dormirà per molto tempo.》 ribadisce l'anziano una seconda volta, dando le spalle a entrambi. 《Ora, suppongo che dovrò andare. Fate conoscenza. E sbrigatevi a tornare, domani è un nuovo giorno e mi aspetto che siate in forma.》
Generando uno dei suoi soliti strani varchi oscuri, si prepara per andarsene. La sua allieva si volta urgentemente verso di me, forse alla ricerca di una mia reazione che non può vedere attraverso la mia maschera, e poi torna di nuovo al Maestro, allungando le braccia dalle cui mani si materializzano due Keyblade.
Ho visto bene anche questo, dai ricordi di Ventus. Un sorriso cupo si forma sulle mie labbra.
《Ormai ti conosco, e so che non me la racconti giusta. Perciò dimmi la verità!》 a quanto sembra, la ragazzina è testarda. Ma pare che il Maestro sappia come badare a questo suo lato irascibile.
《Te l'ho già detto. Obbedisci, ora, e non farmi ripetere un'altra volta.》
《Non ci penso neanche!》
Detto ciò, corre incontro al Maestro con l'intenzione di assestargli un colpo diretto alle spalle. Non alzo un dito per intervenire, perché so già come andrà a finire.
Ventus... un inutile guscio vuoto incapace perfino di difendere sé stesso... Che cosa può mai rappresentare di così importante per lei?

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