Capitolo 50. Il nostro momento

Kepa

La risata di Sandy mi fa destare dai miei pensieri e mi giro verso di lei che si sta accendendo una sigaretta in tutta calma senza nemmeno preoccuparsi di rivestirsi, mentre io finisco di legarmi le scarpe, pronto per andare via.

"Cosa c'è di così divertente?" glielo chiedo con fastidio, ma lei non smette di ridacchiare e di mantenere sul viso quell'espressione compiaciuta.

"Vorrei avere il video del momento in cui sei andato via l'ultima volta dicendomi che non saresti mai più venuto a letto con me." aspira dalla sigaretta e giocherella con una ciocca di capelli con l'altra mano. "Ma a quanto pare avevo ragione... quella ragazzina non è alla tua altezza e tu sei di nuovo qua perché hai bisogno di me."

Stringo forte i pugni e per un momento ho la tentazione di colpire il muro, ma mi costringo a non dare di matto. Le sue parole mi arrivano dritte nel petto, per il semplice fatto che Elèonore è una ferita ancora troppo aperta, per il semplice fatto che non riesco a digerire che mi abbia lasciato, per Christian poi, non dopo tutto ciò che stavo facendo per lei.
Ho cercato di essere migliore nell'ultimo periodo, di farla stare bene... e invece mi ha eliminato come se nulla fosse perché prova qualcosa per lui. Come può provare davvero qualcosa per lui? Non riesco a capirlo, cosa ha più di me?

Io e lei siamo sempre stati una delle coppie più invidiate da tutti. Io e lei siamo entrati in sintonia dal primo momento. Io e lei non possiamo essere sostituiti da lui e lei. No, è inconcepibile. Non possono funzionare. Elèonore è troppo per lui. E si renderà conto lei stessa della cazzata che ha fatto, e tornerà da me come ha sempre fatto.

"Dovresti farti i cazzi tuoi." Il tono che uso per rispondere a Sandy è falsamente pacato "Devo dire che oltre a scopare non sai fare altro. Dovresti imparare a non intrometterti nelle vite degli altri."

Invece di offendersi e tacere, come avevo sperato, lei scoppia a ridere. Spegne la sigaretta nel posacenere che è sul comodino e si avvicina a me gattonando. Si mette sulle ginocchia quando mi è davanti e posa le mani sul mio petto, giocando a fare dei cerchi immaginari e concentrici. "Oh Kepa... questo tuo tentativo di ferirmi solo per non farti pensare ai tuoi errori, per non farti fare un esame di coscienza, non funzionerà."

"Non sei una psicologa. Sei solo illusa che io possa provare interesse per te solo perché vengo qua quando ho bisogno di sfogarmi. Ti dico una cosa: ho pensato a lei tutto il tempo, in realtà nemmeno ti vedevo mentre facevamo sesso." le blocco le mani e la faccio allontanare da me, dandole una leggera spinta. "Tu o un'altra, è la stessa cosa. Nessuna di voi sarà mai come lei, perciò smettila di illuderti, lo dico per il tuo bene."

Lei continua a mantenere un'espressione rilassata, come se le mie parole non la scalfissero nemmeno. "Sei ridicolo, devi ringraziare il tuo bel faccino e il tuo fisico se hai me o qualsiasi altra, e magari devi ringraziare il tuo conto in banca per qualche altra che riesci a portarti a letto, perché altrimenti con il tuo carattere di merda nessuna ti vorrebbe."

"Ah sì? Però mi pare che sei tu quella che fino a qualche secondo fa stava provando a convincermi che se sono qua è perché provo qualcosa per te, perciò immagino che non ti faccio così schifo come dici." le schiaccio un occhiolino e ora lei si acciglia, sentendosi messa all'angolo "Elèonore tornerà a essere mia, te lo posso assicurare, e dovrai ricrederti."

"Ti renderai conto che persino lei è andata avanti, non vali poi così tanto, Arrizabalaga. E sai un'altra cosa? Non tornare qui nemmeno quando avrai bisogno di sfogarti, non disturbarti, perché casa mia per te ormai è chiusa."

"Non sei poi neanche questo granché, sarò ben felice di non tornare e di non sentirti più lagnarti." la ferisco volutamente e non mi interessa nulla nemmeno quando vedo una piccola espressione triste colorarle lo sguardo. Ha iniziato lei a mettere in mezzo la mia vita privata, a parlare di Ele e di cose che non la riguardano, perciò ho risposto solo di conseguenza.

Afferro il telefono e il giubbotto, senza degnarla nemmeno di un'altra occhiata ed esco dal suo appartamento. Mi sento nervoso e infastidito, più di quando sono arrivato, e questo non è un bene visto che sono venuto qua per svuotare un po' la testa.

Ora il pensiero di Elèonore e Christian è più presente di prima al centro della mia mente, ma questo mi fa capire che ora ho ancora più voglia di riprendermela, di farla tornare tra le mie braccia e goderci ciò che c'è stato portato via.

Non mi arrenderò senza lottare. Costi quel che costi, lei e Pulisic non vivranno la loro storia d'amore tranquilli e felici, parola mia.

*****

Christian

Sposto un ciuffo di capelli dal viso di Ele e sorrido senza rendermi nemmeno conto. Dorme sul mio divano da un po' e non riesco a smettere di ammirarla come si farebbe con un bellissimo dipinto. Siamo stati in palestra insieme e poi siamo venuti a casa mia per cenare e vedere qualcosa su Netflix, ma lei si è addormentata che non eravamo neanche a metà film.

Ormai sono passate quasi due settimane da quando ha lasciato Kepa e da quando mi ha confessato tutto. Passiamo molto tempo insieme e lei sembra sempre più unita a me, sembra che non voglia starmi lontano per nessuna ragione e questo mi rende felice come non mai. Si preoccupa per me, cerca sempre di capire come sto e cerca di aiutarmi in ogni modo, e devo ammettere che sto davvero iniziando a credere che stavolta provi qualcosa di diverso e più inteso.

La scopro molte volte a fissarmi e sorridere, e ogni volta che la sorprendo arrossisce come una bambina che è stata colta in flagrante a compiere una marachella. Mi riempie il cuore di una gioia che non avevo mai provato, nemmeno quando abbiamo provato a stare insieme, per il semplice motivo che ora la sento così legata a me che mi sembra un sogno.

"Chris..." biascica il mio nome e io fermo le carezze, pensando che stia sognando, ma poi apre gli occhi piano piano e mi sorride dolcemente. "Mi sa che mi sono addormentata."

Rido leggermente davanti alle sue parole e annuisco appena. "Mi sa proprio di sì."

Si tira su a sedere e mi sorride ancora, osservandomi. Da questa distanza posso osservare i dettagli del suo viso. Le sue labbra leggermente arrossate per la posizione in cui si era addormentata, gli occhi leggermente più chiusi del solito, e il castano chiaro delle sue iridi. Non si rende minimamente conto dell'effetto che mi fa.

"Sei bellissima..." Le parole mi escono da sole dalla bocca, ma non cerco di ritrattarle. È una cosa che penso e voglio che lo sappia.

La vedo arrossire leggermente e abbassare la testa per qualche secondo, poi riprende a guardarmi e sorride. "Grazie, Puli."

Non ribatto, allungo la mano verso il suo viso e la faccio avvicinare di più a me. Ora sento il suo respiro sul viso e i nostri nasi quasi si sfiorano, mentre lei posa le mani sul mio petto. Sento il cuore andare veloce per la nostra vicinanza e mi rendo così conto che ciò che provo per lei è sempre più forte.

"In queste settimane sei stata sempre accanto a me... e io non trovo più un motivo per tenerti a distanza. Possiamo provarci, se ancora credi di amarmi." glielo sussurro appena, come per tenere tutto questo solo tra noi, e vedo i suoi occhi illuminarsi come non mai.

Annuisce più e più volte, con entusiasmo, e questo mi fa ridere teneramente. È così pura ai miei occhi. "Certo, sono più che sicura. Sei ciò che voglio, Christian. Sei la persona migliore che conosco, sei la persona migliore che si possa desiderare avere accanto. Voglio costruire una vera relazione con te, voglio essere la tua ragazza, senza se e senza ma, senza più nessuno che si mette in mezzo o ripensamenti. Ti amo, Christian Pulisic, mi dispiace essermi resa conto così tardi, ma ora sono qua."

"Ti amo anche io, più di quanto potrò mai spiegare a parole. Anche io voglio stare con te, so che sei una persona buona anche tu, Ele... basta vederti soffrire, con me non starai più male."

Stavolta non le do il tempo di ribattere, anniento la distanza e la bacio sulle labbra, finalmente. La mia mente riprende a funzionare correttamente, tutta la sofferenza provata abbandona il mio corpo, il mio cuore respira e sospira sentendosi finalmente bene.

Lei ricambia all'istante e socchiude la bocca, permettendomi di approfondire il bacio. Posa le mani sui miei capelli e li accarezza dolcemente, per poi attirarmi ancora più verso di lei.

La sento sorridere nel bacio e questo mi dà maggiore sicurezza, mi dà la conferma che è davvero presa da me stavolta. Io mi fido di lei, ciecamente, le parole cattive che ha sempre usato Kepa mi scivolano addosso perché non valgono nulla.

Io sono sicuro di ciò che sento, sono sicuro di ciò che sto vivendo, sono sicuro che questo è finalmente il mio momento con la donna amo da anni.

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