Capitolo 16. Avvertimento
Kepa
Finito l'allenamento vado dritto negli spogliatoi per farmi una doccia veloce, visto che Eléonore mi aspetta sugli spalti, ma poi mi blocco nell'ingresso quando vedo Christian che si toglie le scarpette seduto sulla panca.
"Ehi Chris, va meglio?" cerco di indagare come sia il suo umore dopo la cena di ieri a casa mia "Sei scappato ieri, eravamo molto preoccupati." penso di aver capito anche il perché della sua fuga, ma comunque fingo indifferenza e aspetto che sia lui a dirmi il perché.
"Non fare il finto tonto, Kepa." mi trafigge con lo sguardo e penso sia la prima volta che mi riserva un'occhiata così fredda "Non so perché tu sia tornato con lei, ma se le farai del male, stavolta, dovrai vedertela con me. Te lo giuro."
Inarco un sopracciglio, infastidito dalle sue insinuazioni, ma poi mi sforzo a ridere e scuotere la testa facendogli capire quanto io trovi assurdo tutto questo. "Non so come te lo sia messo in testa, ma io amo Ele. E penso che dovresti rilassarti un po'. Io e lei siamo tornati insieme e va tutto alla grande, non c'è niente che non vada, puoi rilassarti."
"Vuoi farmi credere che hai fatto tardi alla cena a casa sua perché davvero hai avuto problemi con il motore della macchina?" me lo chiede quasi come se si sentisse offeso che io lo prenda in giro in questo "Non so cosa tu le abbia fatto per farla fidare così tanto di te, ma a quanto pare sta sbagliando ancora ad affidarsi a te."
"Perché devi essere così prevenuto? Io ho avuto problemi alla macchina, se vuoi ti faccio vedere persino la ricevuta del carro attrezzi, visto che non ti fidi. Ma comunque non le farei mai del male. Io la amo, e quando faccio l'amore con lei mi sento rinascere." scrollo le spalle dopo aver parlato, facendogli capire quanta sincerità ho appena usato. "Ieri stavamo benissimo, la tua scenata ha solo rovinato l'atmosfera e il suo umore, forse dovresti farti da solo delle domande a questo punto. Fai la ramanzina a me e poi sei tu che non pensi a lei."
Sul volto di Christian appare una smorfia nervosa e poi una risata senza nessuna traccia di umorismo abbandona le sue labbra, mentre continua a fissarmi dritto negli occhi. "Tu pensi di essere furbo eh? Il più intelligente, il migliore in tutto. Tu pensi che puoi manipolare chiunque? Ma io non sono Elèonore, non sono come lei che è ciecamente innamorata di te, tanto da non accorgersi di che razza di persona tu sia."
"Da quanto la ami?" gli chiedo andando dritto al punto, avendo ben capito il perché stia reagendo così al fatto che io e lei siamo tornati insieme. "Da quanto nascondi tutto ciò? Si vede lontano un miglio che muori per lei... però mi dispiace dirti che non ti pensa minimamente, non è il tuo il nome che ripete quando lo facciamo."
Sussulta all'istante sentendo le mie parole e si alza di scatto guardandomi con rabbia e quasi sentendosi smascherato probabilmente. "Fai pena, o non useresti il fatto che fai sesso con lei come se fosse qualcosa di cui vantarsi, qualcosa che devi mostrare come un trofeo. Lei è una persona e ha dei sentimenti. Sentimenti che tu hai ferito e che so che ferirai ancora."
"Tu invece faresti meglio, vero? Lo so... probabilmente tu saresti la persona perfetta per lei. Il fatto è che questo è così solo nella tua testa. Perché lei è mia, ci amiamo, e tu devi farti da parte. Perché io so cosa è meglio per me e lei."
"Tu sei uno stronzo e lei si accorgerà di questo." annuisce con fare ovvio "Si accorgerà e spero per il suo bene che non sia troppo tardi, perché non voglio che stia ancora così male per te."
Mi lancia un'ultima occhiata e poi va verso le docce senza aggiungere altro e senza aspettare risposta, mentre io lo seguo con lo sguardo e sbuffo nervosamente per la piega che ha preso questo discorso.
Non mi piace questa situazione, non mi piace come si pone e non mi piace che faccia questi insinuazioni. Deve stare alla larga da me e dalla mia fidanzata, perché non sa ciò che ci lega e deve smettere di mettersi in mezzo.
*****
Elèonore
Sento suonare al campanello, quasi insistentemente, perciò mi alzo dal divano, chiudendo il libro che sto leggendo, e vado ad aprire, leggermente curiosa e confusa.
I miei occhi si posano all'istante su quelli nocciola di Chris e gli lancio un'occhiata interrogativa e esaminatrice, perché voglio capire cosa sta succedendo e perché sembra così nervoso all'apparenza.
"Ehi... va tutto bene?" lui si limita a scuotere la testa in segno di negazione e poi mi fa cenno di farlo entrare e io, immediatamente, mi sposto dalla soglia e lo faccio accomodare. Chiudo la porta alle mie spalle e lo osservo mentre smette di camminare e si volta verso di me. "Puli, mi stai facendo preoccupare, mi dici che succede?"
Uso un tono dolce mentre mi avvicino a lui e stringo le dita della sua mano destra con la mia, cercando di trasmettergli tranquillità e fargli capire che può dirmi tutto ciò che vuole.
Lui fa cadere lo sguardo sulle nostre mani unite poi rinizia a guardarmi negli occhi. Riesco quasi a vedere la quantità di pensieri che gli affollano la mente. Mi dispiace vederlo così e mi dispiace non sapere cosa fare.
"Stai attenta a Kepa, per favore. Non voglio ti faccia ancora male."
Sorrido dolcemente sentendo queste parole, mi fa piacere che ci tenga così tanto a me da preoccuparsi. "Starò attenta, e capisco che tu sia preoccupato perché sai come è andata tra me e lui quando mi ha lasciata, ma ora è tutto ok. Lui mi ama e lo so che non può mentirmi così bene. Sento ciò che prova."
"Lo dici perché fa sesso con te? Sì, anche l'altra volta non avevi sentito differenze e poi ti ha lasciato dicendoti che non provava più nulla."
Le sue parole mi fanno sentire un brivido su tutta la spina dorsale e, allo stesso tempo, alcuni brutti ricordi e brutte sensazioni tornano alla mia mente, facendomi quasi sentire una nausea fastidiosa nella bocca del mio stomaco. Non vorrei mai più pensare al passato, vorrei solo vivermi questa nuova opportunità di poter amare Kepa e poter essere amata da lui.
"È diverso stavolta... Chris, davvero. Ti ringrazio per essermi accanto e per volermi aiutare, ma io so che posso fidarmi di lui. Mi sento protetta da lui. Io lo amo con tutta me stessa." Sorrido senza riuscire a trattenermi e faccio spallucce, volendo minimizzare il tutto. "Sono tornata a essere felice dopo mesi, respiro di nuovo, e questo solo perché lui mi è accanto, perché mi sta amando."
"Ele... lui ti farà ancora soffrire. Io so che lo ami, e scusami per quanto sarò duro ora, ma lui non ti ama allo stesso modo che lo ami tu." sospira con dispiacere e allunga una mano verso il mio viso, spostandomi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio "Preferisco essere sincero, preferisco che tu apra gli occhi e ti renda conto di che persona hai accanto."
Sposto la sua mano da me con un colpo secco e scuoto la testa contrariata dal suo comportamento. C'è una linea sottile che separa il volermi aiutare e il parlarmi in questo modo. "Basta, Christian. Io non permetto a nessuno di parlare male di te, mai, e non permetterò, però, nemmeno che si parli male di Kepa. Ha sbagliato con me, e per questo io ho tanta paura, ma non riesco a non provare a dargli un'altra possibilità. Vivrei per sempre con il pensiero di come sarebbe potuta andare tra noi."
"Pare che io non possa fare nulla per farti aprire gli occhi... e questo ti porterà a stare male. Ora puoi pure pensare male di me, puoi iniziare a provare astio nei miei confronti, e ti dico solo che spero di sbagliarmi e che lui non ti faccia soffrire." mi sorride in modo debole, quasi triste, mentre abbassa lo sguardo e poi esce da casa mia senza darmi nemmeno il tempo di ribattere o anche solo pensare a una risposta da dargli.
Resto immobile a fissarlo mentre si volta e sparisce fuori da casa mia. Resto immobile a chiedermi perché sembrava così scosso e sicuro delle sue parole. Resto immobile a pregare che lui si sbagli, perché se Kepa mi facesse ancora male, so che stavolta non potrei mai riprendermi.
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