Capitolo 10. Tra le sue braccia

La serata con Chris è stata piacevole nonostante l'apparizione improvvisa di Kepa che ha provato, come sempre, a squilibrare ogni cosa. L'americano è riuscito a farmi tranquillizzare dopo che il mio ex si è allontanato e, nonostante sia stato davvero complicato smettere di tremare per la cattiveria e la freddezza che usa ogni volta nei miei confronti, alla fine ci sono riuscita e ho iniziato nuovamente a sorridere.

Pulisic mi ha riaccompagnata a casa circa un'ora fa, abbiamo chiacchierato tanto, cosa che ha fatto distrarre la mia mente, e poi mi ha portato a mangiare cibo italiano, per il quale sembra avere una passione. Insomma, negli anni non ho mai mangiato tante pietanze italiane, a parte la pizza e qualche piatto che mi ha fatto conoscere Maria, ma oggi ho scoperto che in Italia hanno una cucina davvero squisita e particolare, ci tornerò spesso in quel ristorante.

Dopo aver fatto una doccia per rigenerarmi ed essere pronta per andare dormire, indosso dei pantaloncini comodi del Chelsea, regalo di Mason, e una maglia semplice. Un outfit sexy e stellare per andare a letto, no?

Mi spruzzo un po' di profumo, perché mi piace sempre sentirlo addosso, ma all'improvviso il suono del campanello mi distrae. Corrugo la fronte stranita che qualcuno sia alla mia porta a quest'ora della notte, ma poi indosso le ciabatte e decido di andare ad aprire convinta che sia Christian perché magari ho dimenticato qualcosa nella sua auto senza accorgermi, ma immediatamente capisco di essermi sbagliata.

La figura imponente del mio ex mi appare davanti e mi rendo subito conto che ai piedi ha uno scatolone, immagino contenga la roba che ho lasciato a casa sua quando ci siamo lasciati. Passavamo diverso tempo nei nostri rispettivi appartamenti, perciò è abbastanza comprensibile... anche io, nell'armadio, ho ancora dei suoi vestiti.

"Mi pareva di averti detto che potevi buttare tutto. Kepa, cosa non capisci del fatto che non voglio vederti e devi starmi lontano?"

"Tu hai detto di amarmi, che io devo stare lontano da te è qualcosa che è uscita dalla bocca di Pulisic, non dalla tua." mi risponde come se dovesse spiegarmi qualcosa che non capisco, quando quello che non capisce pare essere proprio lui. "Posso entrare?"

"No, Kepa. Dobbiamo smetterla di vederci, io non posso continuare così. Fai sesso con me solo per sfogarti? Io non sono un gioco. Proprio perché sai che ti amo, non dovresti nemmeno sognarti di venire qua. Dovresti avere rispetto per qualcuno con cui hai condiviso tanto e sta male per il tuo comportamento, invece tu te ne sbatti altamente."

Il suo sguardo si incupisce per qualche secondo mentre si passa nervosamente la mano in mezzo ai capelli ricci. Il suo viso sembra tormentato, ma non capisco perché. È lui che mi ha lasciata, è lui che l'altro giorno mi ha cacciata dopo aver fatto sesso con me come se per lui non avesse nessun tipo di valore, quindi perché? Perché continua a fare così?

"Come puoi pensare questo di me? Santo Cielo, Eléonore io ti ho amata, e non ho dimenticato nulla. Se sono qua, è per renderti le tue cose e perché odio che tu stia male per colpa mia. Quando ti ho mandato via, era solo perché non volevo ti illudessi... non volevo farti più male."

Le sue parole mi fanno scoppiare a ridere in modo nervoso, ma si sente quando parla? "Come? Forse allora avresti dovuto pensarci prima di venire con me, invece no. Fai sesso con me e poi mi cacci per non illudermi, le tue mi sembrano un mucchio di cazzate."

"Senti, puoi credere quello che ti pare, ma sappi che io ci sono se hai bisogno di me. Lo sai da sempre che ti puoi fidare di me, non abbassare la guardia con Christian. Io non so se tu lo sappia o meno, ma lui è interessato a te, si approfitterà del tuo essere fragile per portarti a letto, e io non posso sopportare che ti illuda per colpa mia che ti ho reso fragile..."

"Ma che dici?" quasi lo sussurro, mentre esamino i suoi occhi scuri per capire quanta verità ci sia in quello che sta dicendo. Avanti, io e Chris siamo amici da tanti anni. Mason ci ha presentati da subito, perciò mi sarei accorta se avesse cattive intenzioni, no? Ci avrebbe potuto provare anche prima della mia relazione con Kepa, ma è sempre stato un amico fantastico.

"La verità, Ele. In spogliatoio, mentre io gli chiedevo di starti lontano, mi ha detto che non può farlo perché prova qualcosa e non può non approfittare di questo momento per provarci con te. Mi dispiace... non sapevo se dirtelo."

Sento gli occhi pizzicare e le lacrime spingere per venire giù, mentre mi chiedo se sia questa la realtà... e se così fosse, vorrebbe dire che ho parlato del peso che mi porto dentro da mesi con l'unica persona con cui non avrei dovuto parlarne. Vorrebbe dire che mi sono fidata così ciecamente di qualcuno che non tiene a me come pensavo. "Dimmi che stai mentendo, Kepa."

"Vorrei fosse così..." Mi regala un sorriso amaro e allunga la mano verso il mio viso, asciugandomi le lacrime che sono fuggite al mio controllo. "Babe, mi dispiace da morire... io non voglio che tu stia male. Io voglio che torni a stare bene, ma te l'avevo detto che Christian non è alla tua altezza."

Sospira dopo aver parlato, osservando il mio viso rigato dal pianto, poi mi attira a sé e mi stringe forte. Inspiro il suo profumo familiare rendendomi conto che mi era mancato nonostante ciò che mi ha fatto qualche giorno fa e, stupidamente, mi lascio andare nell'abbraccio, trovando in lui, in questo momento, l'unico punto di conforto.

"Mi fido sempre delle persone sbagliate..." Scioglie l'abbraccio sentendo le mie parole e scuote la testa, posando l'indice sulle mie labbra come a farmi zittire.

"No, non è così, non darti colpe. E poi ci sono io qua, non accadrà nulla di male. Esserci lasciati non implica che non possiamo essere amici e che io non possa provare a proteggerti da chi vuole ferirti." ancora una volta raccoglie le mie lacrime con le dita, sorridendomi in modo dolce... sorridendomi in quel modo che riusciva a spegnere ogni mio tormento quando stavamo insieme. "Ho sbagliato con te, ti ho fatto male, e per questo ti chiedo scusa, ma sono legato a te in un modo speciale, non posso abbandonarti ora. Avresti dovuto parlarmene quando ti ho lasciata, non allontanarti e odiarmi, avrei potuto starti vicino..."

"Io non ti volevo come amico, Kepa. Io ti amavo così tanto che mi sentivo morire ogni giorno. Non potevi darmi ciò che volevo, e in più mi sentivo presa in giro."

"Non ho mai giocato con te. Mai." sembra tremendamente serio mente lo dice "Ora, se vorrai, resterò con te finché non prendi sonno. Hai bisogno di dormire, ok?"

Per un secondo penso di mandarlo via, sentendo la voglia e il bisogno di rimanere da sola, ma poi annuisco, dando così risposta affermativa alla sua domanda. Dopodiché lo osservo mentre si inchina a prendere lo scatolone e lo porta dentro il mio appartamento, posandolo accanto all'ingresso, e poi mi porge la mano, invitandomi ad afferrarla.

Io lo guardo per un attimo, immobilizzata, e vedo nella sua espressione lo stesso ragazzo che mi ha fatto innamorare di lui, lo stesso ragazzo che mi ha cullata quando stavo male e mi ha sorretto quando cadevo... perciò faccio intrecciare le nostre dita e mi faccio condurre nella stanza da letto.

Essere qui dentro con lui rievoca alla mia mente ricordi del nostro passato, ma al momento non mi feriscono, perché mi sembra di sentirlo vicino proprio come lo sentivo allora. Ed è per questo che, quando ci sdraiamo e lui mi fa posare la testa sul suo petto, io mi rilasso all'istante, quasi come se lui fosse la mia medicina, la mia cura.

Le sue mani accarezzano dolcemente la mia schiena e i miei capelli, mentre mi tiene stretta a sé. Io sento i battiti del suo cuore, che cullano i miei pensieri, e tra i suoi dolci sussurri e le sue carezze, mi lascio andare e mi addormento veloce e in pace come non mi succedeva da tempo.

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