And I See The Permanent Damage You Did To Me

" never again I just wish I could forget when it was magic "

Mi riscossi dallo stato di trance in cui ero immersa.
Di rivedere la persona che avevo amato, e che mi aveva anche abbandonato in un luogo di guerra, pieno di dolore e sofferenza. Non ce l'avevo fatta da sola. Lui era l'unica cosa, da tempo, per cui ero rimasta in Iraq. Lui, poi, se n'era andato ed io ero stata congedata con onore dopo aver subito un grave incidente insieme a lui. Eravamo gli unici due superstiti.
E, successivamente, ero tornata. Per me, ma soprattutto per Teddy, la mia migliore amica da anni . Non avrei mai potuto lasciarla sola. Ma lui l'aveva fatto.
Con entrambe.

- Che ci fai, qui ?! - ruppe il silenzio bruscamente.
- Bhe' , credevo mi avessi assunto tu ! Se il primario, no ?! - lo scherni' io con una domanda retorica.
- Io no. Immagino sia stato Webber a farlo, prima che mi cedesse il posto - ipotizzò lui.
I suoi occhi erano fissi nei miei. Ma, avevano perso un po' di quella luce che avevano quando eravamo in Iraq.
- In effetti ho ricevuto l'email un po' di mesi fa. Ho risposto, ma ho chiesto di ricevere un po' di tempo per ritornare a casa e ritornare me stessa. Sa cosa voglio dire, dottor Hunt, giusto? Immagino che lei mi possa capire - spiegai, sottolineando l'ultima frase come per darne un'importanza speciale.
- Sì, capisco. Allora, ti ho assunta qui non per alcun senso di colpa. Ti ho assunta perché sei davvero brava. Nel tuo campo, sei una dea. Dato che io non posso più occuparmi del Pronto Soccorso come prima a causa dei miei doveri da capo, sei la nuova responsabile di traumatologia - annunciò lui.
- Davvero ? Sei cosciente di starmi affidando il tuo reparto, Owen ?! - chiesi, a dir poco sorpresa dalle sue azioni.
- Perfettamente cosciente. E sono certo che te la caverai benissimo - mi sorrise. Da quanto tempo non vedevo il suo sorriso... E, non mi ero accorta di quanto mi fosse mancato.
- Grazie, signore . Farò del mio meglio per non deluderla... signore - balbettai, incerta sul cosa dire.
Mi si avvicinò. 10 cm. Riuscivo a sentire il forte, ma al contempo delicato, profumo dei suoi capelli ramati.
Ancora 5 cm. 2 cm... 1...
- Dottor Hunt, politrauma in arrivo. Investito da un'auto che viaggiava a 300 km all'ora ! - la porta si spalancò e mostro' la giovane dai capelli rossi che mi aveva accolta all'entrata.
Mi sembrava di chiamasse Ariel, bhe anche la sirenetta della Disney aveva i capelli rossi... No, no si chiamava April ! April Kepner.
Io ed Owen ci allontanammo all'istante l'uno dall'altra, imbarazzati.
Potevo sentire le mie guance andare a fuoco dalla vergogna, in quel momento.
- Sì, Kepner. Ah, e la dottoressa Brown è la tua superiore da ora. Trattala bene e fa' tutto ciò che dice lei. Aiutala ad ambientarsi qui, ok ? Conto su di te, Kepner - l'ammoni' lui, in un'espressione che incutiva molta autorevolezza, quasi timore.
- Sono sicura che la dottoressa Kepner sarà perfetta. Andiamo dal nostro paziente, ora. Grazie per il suo tempo, dottore - tranquillizai la povera specializzanda, che pareva molto nervosa.
- Si figuri, dottoressa Brown. Buona fortuna - mi congedo' il capo, con un sorriso.
- Ma... - tentò April.
- Non sono affari che la riguardano, dottoressa Kepner. Si focalizzi solo sul paziente, per favore ! - la stroncai prima che potesse proseguire, mentre correvamo più in fretta possibile per raggiungere il paziente.
- Sì, ehm. Jace Kane, 16 anni, costole fratturate, spalla destra lussata e possibile tamponamento cardiaco - annunciò lei, in fretta.
- Bene, chiamate il chirurgo pediatrico. La Robbins. E il cardiochirurgo. Chiedetegli di venire il prima possibile - ordinai all'infermiera che mi era accanto.
Il cardiochirurgo arrivò, ed era niente di meno che Teddy Altman. La mia migliore amica.
- Lindy ! Ma che ci fai qui ?! - mi salutò lei raggiante. Non era cambiata per nulla.
- No, tu cosa ci fai qui ! Comunque, mi aveva assunto Webber poco tempo fa. E sono arrivata oggi. Questo ragazzo ha un tampone cardiaco - le dissi, ma non avrei dovuto mai farlo.
- Il paziente è in arresto ! - ci informò un'infermiera, allarmata.
- Preparate la sala operatoria 1 ! Subito !! - gridai.
Cinque minuti dopo, Teddy e la sua specializzanda Cristina Yang, erano in sala a tentare di salvare la vita di quel ragazzo.
- Dottoressa Brown, sono arrivati i genitori - m'informo' la stessa infermiera di prima.
- Grazie - mormorai, per poi dirigermi in sala d'attesa.
I signori Kane, si alzarono quando feci il mio ingresso.
- Vostro figlio ha avuto un grave incidente. Un'auto l'ha travolto. Ha subito un tamponamento cardiaco, una lussazione ad una spalla e la foratura di una costola. La spalla si curerà con un tutore per un mese circa, le costole guariranno da sole. Non dovrà fare alcuno sforzo per molto tempo. E, riguardo al tamponamento, la dottoressa Altman e la dottoressa Yang lo stanno operando adesso. Sono le migliori cardiochirurghe che si potessero chiedere. Vostro figlio starà bene, tranquilli. Vi farò sapere appena so qualcosa di più - spiegai. La madre scoppiò in lacrime. Poverina, sapere che sui figlio rischiava la sua vita in quel momento doveva essere orribile.
- Grazie, dottoressa - mi ringraziarono loro.
7 : 00 PM

- Tutto bene ? - domandò una voce alle mie spalle. La sua voce.
Avevo deciso che, dopo la giornata passata a correre da un paziente all'altro; ad operare un trauma piuttosto grave ed ad assistere all'intervento di un altro paziente, mi ero meritata proprio un drink.
E, quindi, mi ero recata al bar di un certo Joe, un uomo molto simpatico, seppur di poche parole, sotto consiglio dei miei nuovi colleghi.
Ero seduta al tavolo con Teddy, Callie Torres e la sua fidanzata Arizona Robbins, il chirurgo pediatrico.
Erano molto simpatiche, tutte e tre.
Fino a quando una domanda ci interruppe.
Owen era dietro di noi : ancora in camicia e cravatta, anche se quest'ultima un po' slacciata, ed un viso molto molto stanco.
Mi voltai, e mi alzai subito, prendendo la giacca dalla spalliera della sedia.
- Scusate, ragazze - mi scusai io, con un sorriso.
- Tranquilla, ti aspettiamo qui - rispose Callie.
Ci dirigemmo al bancone del bar e ordinammo due bicchierini.
- Oh sì, alla fine. Teddy è stata grande, come al solito. Lei e la Yang hanno riparato il tamponamento cardiaco, le costole dovranno aspettare un po' di più, ma si rimetterà. È già un miracolo che sia sopravvissuto ad un incidente del genere... - cominciai a parlare, quasi senza riprendere fiato. Ero stanca, ed ansiosa. La sua presenza mi metteva quasi in soggezione.
- Io parlavo di te. Chiedevo se, è andata bene. Tutto qui - rettificò lui, con una punta d'amarezza. Era rimasto deluso.
- Sì, a meraviglia direi. I tuoi colleghi sono ottimi chirurghi, e gli specializzandi sono molto talentuosi - mi complimentai con lui per il suo eccellente operato da primario di chirurgia.
- Ah, e, bhe, scusami se parlo tanto ! È un vizio che non ho ancora perso nel tempo... - mi scusai con una debole risatina.
- Non mi è mai pesato ascoltarti. Anzi, mi è sempre piaciuto farlo - m'interruppe Owen per la seconda volta in quella serata.
Io ero scioccata : mi aveva fatto un complimento.
- Credo sia la cosa più bella che un uomo mi abbia detto da tempo. Insomma, il target che frequento consistono nel portarti al ristorante di classe dove spendono una fortuna, fare una passeggiata e poi portarti nella loro camera d'albergo . Non è il tipo di uomo che io abbia sempre sognato di incontrare, ecco - feci una risatina imbarazzata perché, probabilmente, mi ero spinta troppo in là.
- Quegli uomini non sanno cosa si perdono. Si stanno perdendo un'Afrodite in persona - rispose.

I bicchierini di scotch cominciavano a fare effetto. Per entrambi.

- Stai flirtando con me, per caso, Owen ? - chiesi con un sorriso enigmatico, bevendo tutto d'un sorso il liquido presente nel piccolo bicchierino pieno per metà di un liquido rossastro.
- Può darsi - rise.
Inaspettatamente, i nostri occhi si scontrarono ancora. Non avrei mai smesso di amare quegli occhi azzurri come il ghiaccio.
Le nostre labbra si unirono, in un disperato e tanto atteso, bacio all'improvviso.
- È da stamattina che aspetto di baciarti - ammise, baciandomi un'altra volta. Sorrise ancora, e così feci anch'io.
- Bhe, a quanto pare non sei l'unico, allora - li schernii io sorridendo.
- Andiamo a casa ? Sono così stanca - ammiccai leggermente.
La passione era palpabile nell'atmosfera.
- Scusate ragazze. Io sono molto stanca, non ce la faccio a rimanere qui. Sono i primi giorni e devo riposare per essere al massimo delle forze. Mi spiace lasciarvi qui, ma sarà per la prossima volta, no? - le salutai, abbracciai Teddy forte e lei mi promise di vederci domani per pranzare insieme alla mensa.
- Sì, sì, vai pure a divertirti. Sarà una notte molto stancante ! - rispose Callie, facendomi l'occhiolino.
Fu una notte meravigliosa ed imprevedibile allo stesso tempo.
- Non sai quanto mi sei mancata - mi disse lui, ancora abbracciati.
- A quanto pare non la pensavi così fino ad un paio di mesi fa, Owen - ribattei nervosa.
- Mi spiace, davvero. Ho sbagliato e lo so. Dimmi solo come rimediare, di prego - mi sembrava sincero questa volta. Lo era.
- Potresti cominciare nel farmi la colazione, non credi ?! Sarebbe già un grande inizio - scherzai io.
Ero pronta a perdonarlo perché, in fondo anche se non volevo ammetterlo neppure a me stessa, mi era mancato da morire ed ero davvero felicissima di averlo ritrovato.

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