Colpo di scena ( non scontato)l
Amy era una sedicenne , che per 7 anni della sua vita ha lottato contro il cancro , un mostro che si è insidiato nel suo corpo. Nonostante le varie cure, anche avendo superato la malattia, Amy potrebbe sempre ricadere nelle fauci di questa spregevole creatura.
<<Amy vieni, la signora Clapton ti sta aspettando>>
<<Sì , mamma arrivo >>
Cammino velocemente per il tratto di strada che separa la nostra casa da quella della signora Clapton, una vecchietta che spesso ci invita a sorseggiare un tè con lo scopo di trascorrere il suo tempo in compagnia. La signora Clapton è un'arzilla vecchietta che dalla morte del suo coniuge ,tale il dolore, è stata afflitta dalla sindrome di Alzheimer. Perse la lucidità ed è per questo che spesso invita le signore del quartiere a casa sua.
Camminare per quelle stradine calme del mio quartiere mi dona una grande calma e mi da sicurezza. Camminare tra la natura mi fa pensare a come sia bella la vita e mi fa apprezzare ciò che mi viene dato.
Mia madre ed io siamo molto legate e non ci faremmo mai del male a vicenda.
Con un leggero affanno arrivo pimpante alla casa della signora.
<<Buongiorno,cara>>
Ricambio e mi siedo su una sedia posta vicino al tavolino. Il cinguettio degli uccelli eccheggia nella fitta vegetazione che circonda la villetta.
Mia mamma è intenta nel parlare e io intanto, non volendo entrare nelle conversazioni degli adulti e oltre, mi cimento in qualche ricerca su internet.
Successivamente la signora Clapton serve il te con il biscotti.
Sono tentata dall"afferrare la tazzina ma qualcosa mi dice di non bere quel te , come se il mio corpo rifiutasse quel fattore esterno. Mia mamma , poi, mi convince e così inizio a bere il te a piccoli sorsi.
IL te è ottimo come sempre e i biscotti non sono da meno.
Il telefono inizia a non funzionare bene, e il correttore inizia a mandare messaggi con le parole che avevo usato di recente. Il messaggio che manda a quasi tutti i miei contatti, con cui stavo messaggiando, è "ADDIO"
Decido di posare il telefono( avrei corretto i messaggi dopo)con l'intento di andare in guardino. Ma mentre mi alzo inizio a sbandare. Mi viene la nausea e inizio ad impallidirmi. Potrebbe essere un sintomo della malattia così mi incammino verso casa per prendere le pillole.
Mia mamma mi si avvicina e con una lacrima sul viso, mi dice " Addio Any torna a casa.Buon viaggio " Mi lascia andare ed io convinta che fosse solo un mal di pancia , inizio a camminare .
Corro disperatamente per la strada verso casa .
"Amy, dove sei? Amy" Urla mia mamma. Mi cerca per la casa ma non mi trova . Poi corre dalla signora Clapton per vedere se ero lì. Mi trova dietro la casa sdraiata in fin di vita.
Aveva la tazzina dove avevo bevuto in mano. Intravidi una polvere bianca sul fondo di essa.
Solo dopo capí che non era la mia vera casa , dove stavo tornando. Stavo tornando veramente a casa, alla casa del signore, dove ero nata sedici anni prima. Ero tornata in Paradiso accanto ai miei antenati. Tra qualche momento sarei stata solo un vago ricordo per il mondo.
Stavo per morire, ne ero consapevole. Ma non ero a conoscenza del fatto che non era stata la malattia a strapparmi dal mondo bensì mia madre. Mi aveva avvelenata per non farmi soffrire in futuro.
<< Addio Amy, fai buon viaggio, torna a casa>> Quelle parole rimbombavano nella mia testa. Non mi avevano detto abbastanza per capire lo scopo di mia madre.
Mi guardo intorno, guardo soprattutto mia madre con quella tazzina in mano.
I respiri diventano pesanti e oramai ho la possibilità di pronunciare solo le mie ultime poche parole. Decido di non usare il mio tempo per sprecare parole che non verrebbero ascoltate da nessuno.
Mi trascino da mia madre e le Cingo la vita in un abbraccio. Il miei occhi appena prima di rimanere chiusi per sempre, le fecero capire che aveva fatto la cosa giusta.
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