Immagina
T/n: Tuo nome
T/s: Tuo sopranome
T/c: tuo cognome/ o cognome di fantasia
Vivi con tua sorella e tua madre in una casa nella zona più malfamata di New York, tua madre ha perso il suo lavoro d'avvocato ed è costretta a fare diversi lavori per mantenervi tutte e tre, dalle pulizie a lavorare in un bar durante la notte.
Non sopportando più la situazione inizi a far un lavoro di cui tua madre non ne sa nulla e che mai vorrebbe vederti fare.
Avete presente quella storia che da bambini ci leggevano e che poi ne hanno fatto diversi film?
Ricordate di Robin Hood?
Bene cancellate tutto.
Vi racconto io la vera storia:
Quando nacqui, la mia famiglia era circondata da denaro, fama e gloria. Mia madre Mary(lol) faceva l'avvocato mentre mio padre Nik(lol parte 2) era un detective molto famoso, spesso loro due collaboravano insieme e portavano sempre giustizia in questo mondo, pensando solo al mio bene, pensando che una volta diventata grande avrei visto il mondo colmo di pace e felicità.
Fin quando erano loro ad aver la parte dei supereroi ero molto felice e loro pure, anche quando portarono a casa la mia nuova sorellina, eravamo felici, finché un giorno il mondo ci crollò addosso, mio padre fu colpito durante un inseguimento di un truffatore che scomparse nel nulla, mia madre fù distrutta e nonostante provasse molto dolore per la perdita del suo amato, continuò a lavorare in un'agenzia per poter aver la possibilità di passare più tempo con noi, senza mostrarsi triste davanti ai nostri occhi, senza versare una sola lacrima davanti a noi, solo per dimostrarci che nonostante gli ostacoli lei andava avanti, ed io l'ammiravo per questo.
Quando iniziai le medie, il mondo decise di punirci nuovamente, lasciandoci in mezzo la strada, solo perchè l'azienda in cui lavorava mia madre la licenziò, dicendo che dovevano fare dei tagli, non le darono nemmeno un preavviso, non le lasciarono il tempo di cercare altro e così dovemmo cambiare casa andando a vivere nel quartiere più malfamato di New York, mia madre pur di non farci mancare niente iniziò a fare diversi lavori nel frattempo che aspettava che qualcuno la chiamasse anche solo per collaborare una causa, usciva di casa alle 9 e tornava a casa alle 3 del mattino stanca con la testa che potrebbe esplodere, non si fermava mai e tutto ciò lo faceva per noi.
Mentre il tempo passava io crescevo e diventavo grande e anche molto agile, a scuola davo il massimo per poter avere una borsa di studio e diventare anch'io un medico per aiutare mamma e magari toglierle quel grosso peso sulle spalle. Il mio sogno era essere un medico ma quando, una sera con i miei amici passai al locale dove lei lavorava sentì qualcosa che mi cambiò la strada e fù così che diventai una ragazza dalla doppia vita, di giorno una studente modello o come mi considerano i miei insegnati, la figlia che tutti vorrebbero.
Ma se sapessero cosa faccio la sera, cambierebbero sicuramente idea. Perché diventai colei che per anni i miei genitori combattevano, una ladra.
Inizialmente iniziai con i portafogli, gli rubavo dalle loro borse con tanto di guanti per non lasciare impronte e di soppiatto li derubavo per poi metterli in una busta e spedirli anonimamente a mia madre, so che lei non apprezzerebbe ricevere denaro riciclato ma non potevo farci niente era per il nostro bene. Intanto dal borseggiare ero passata a derubare anche nei negozi stando attenta e nascondendo bene i cibi che rubavo, in seguito andai sul pesante. Entrai nelle case, di notte per non farmi conoscere mi mettevo un completo che mi rendeva irriconoscibile :
Andavo quando tutti erano a dormire profondamente, baggavo il sistema di sicurezza cercando di non far scattare qualche allarme ed entravo in casa d'altri, rubando alcuni beni, come orologi,gioielli, soldi ed altro, stando sempre ben attenta a non lasciare neanche un minimo indizio di me per poi uscire di soppiatto e andare in diversi banco dei pegni a scambiare quei oggetti con denaro senza mai dare il mio nome e poi andare a casa, facendo finta di niente.
Mia madre era infastidita ma felice allo stesso tempo nel sapere che qualcuno era così gentile con lei da darle del denaro senza chiedere nulla in cambio, nell'ultimo periodo stavamo andando veramente bene finché a causa del fumo che continuava ad inalare ogni sera al bar, la fece ammalare e lì fu la goccia che traboccò nel vaso, i miei furti anche se molti non bastavano per aiutarla con la salute anche perché per lei c'eravamo noi per prima cosa e quindi le visite ed altro erano solo per noi nonostante insistevo di pensare un po a se stessa,non l'avessi mai detto.
Quando dissi quelle parole, quando dissi di essere un pò egoista di pensare a se stessa si arrabbiò dicendomi di non dire certe cose, perché lei stava bene solo se noi lo fossimo state e la cosa mi rattristì molto.
I giorni passavano e mia madre peggiorava ma cercava di non farlo notare, come sempre dopotutto, intanto sui giornali divenni famosa chiamandomi T/s e i critici come gli abitanti non fecero altro che lamentarsi con la polizia, dandogli degli incompetenti perchè non erano riusciti a catturare e che temevano che potessero fargli del male, ero dispiaciuta per loro non volevo mettergli nei casini, con quella pagina capì di aver esagerato e così pensai di finirla, almeno era questo quello che volevo fare finchè non lessi quel documento, che un uomo dai tratti familiari, metteva in mostra il suo più grande tesoro, un bel rubino che secondo qualcuno valeva più di qualsiasi gioiello e che sicuramente con quello non solo mia madre sarebbe stata bene ma avremmo potuto prendere il primo aereo e andarcene da questa città e ricominciare da capo quello sarebbe stato il mio ultimo colpo.
Mi trovai davanti alla casa di quel ricco a notte fonda, intorno c'erano un sacco di agenti che evidentemente erano lì per sorvegliare quel gioiello, tra loro capì che il capo era uno strano tizio dai capelli rosa e una benda sull'occhio, se fosse stato senza capelli e fosse stato di un'altro colore mi ricorderebbe Nick Fury della marvel, quell'uomo parlava ai suoi uomini mentre si guardava sempre intorno come se sapesse che ero lì e mi stesse cercando, allora decisi di passare da dietro dove c'era una specie di scala attaccata a un tetto e mi intrufolai in casa, ero in una camera da letto ma non sapevo se fosse la sua anche perchè lui non c'era, curiosai in giro facendo meno rumore possibile per poi uscire e camminare in silenzio verso la zona più sorvegliata, perchè si sà no? Più un luogo è sorvegliato più significa che il diamante è lì.
Per mia fortuna ce n'erano due a sorvegliare e non mi ci volle molto a riuscire a prenderlo per poi uscire dalla stanza, ma quando tornai indietro trovai davanti a me quel tipo << da qui non si passa T/s >> fece cercando di prendermi, io riuscì ad evitarlo e corsi via verso la stanza da dove ero venuta, ma notai che c'erano dei uomini lì così mi nascosi in un'altra stanza, aprì la prima che mi capitò e trovai delle scale che portavano ad una soffitta salì li sopra e cercai una via d'uscita, ma l'unica cosa che trovai fù un mucchio di foto della mia famiglia, dei documenti al riguardo del licenziamento di mia madre, una nota dove accusava mia madre di truffa, una pistola imbustata con la data della morte di mio padre e una sua foto al suo interno << non ti hanno mai insegnato a non ficcare naso in casa d'altri? >> mi chiese una voce dietro di me, un uomo,anzi quel uomo, quello del giornale mi si buttò addosso e mi mise le mani al collo cercando di soffocarmi mostrando il mio volto << oh ma guarda qua, la figlia di T/c, come sta il tuo papà ? >> chiese ghignando lui, da lì capì, quello era lo stesso uomo che scappò da mio padre, che per non farsi riconoscere gli sparò, che per colpa sua noi siamo senza un padre, senza mio eroe. L'ira in me mi invase e cercai di spostarlo di tirargli i pugni prima che mi uccidesse, no io non avrei fatto soffrire mia madre, non ancora !
Gli tirai una forte ginocchiata e cercai di scappare ma lui mi ribloccò al pavimento provocando un forte tonfo, con quel rumore speravo che qualcuno mi sentisse e venisse ad darmi una mano anche se ero nel torto << salutami tuo padre >> disse poi per poi caricare qualcosa, una pistola, anzi quella pistola ero sul punto di rinunciare quando uno sparo non partito da lui mi fece tirare un sospiro di sollievo, mi alzai guardando chi fosse e notai che era quel poliziotto << tutto bene ? >> mi chiese, ma è serio? Io sono T/s e lui anzichè arrestarmi mi chiede se sto bene? << nasconditi >> fece guardando altrove, io lo guardai sorpresa e confusa, ma senza farmelo ripetere lasciai il rubino e mi nascosi dietro a un piccolo muro e subito dopo sentì diversi agenti correre lì e chiedere cosa fosse successo e dove fossi, la sua risposta mi lasciò sorpresa << non era lo stesso ladro è scappato e quest'uomo stava per spararmi perchè ho trovato questi souvenir >> disse, in seguito tutti andarono via mentre io accolsi l'occasione per scappare e sparire dalla circolazione.
I giorni passarono ed io non feci più nessun furto anzi iniziai trovai un lavoro come dogsitter in una casa e quando scoprì chi era il padrone mi sentì male, era lo stesso che mi aveva lasciata andare << entra >> fece lui, io entrai con un forte tremolio alle mani e mi fece accomodare in soggiorno << come sta il collo ? >> mi chiese, io annuì solo senza guardarlo in faccia << sai che quello che hai fatto è grave? >> chiese ancora , ed io annuì di nuovo << sai che dovrei arrestarti vero ? >> fece ancora e anche sta volta annuì iniziando a piangere << ma era per il bene della mia famiglia non volevo, non sapevo che fare >> dissi disperata, lui sospirò per poi posare la mano sulla mia spalla << io un'idea ce l'ho >>.
Sono passati cinque anni da quel giorno ed ora, la mia famiglia, mia madre stanno bene, ho studiato profondamente per diventare una guardia ed ora quell'uomo è diventato il mio supervisore e segretamente ci frequentiamo.
Una volta pensavo che oltre mio padre, non avrei considerato nessun'altro mio eroe ma evidentemente mi sbagliavo, Kenshirou Yozakura è mio eroe. E gli sarò grata per tutta la vita,per sempre, fino alla fine.
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