Capitolo 31: Mi sono fidata della persona sbagliata
Non sono arrabbiato perché mi hai mentito, sono arrabbiato perché d'ora in poi non posso più crederti.
( F. Nietzsche)
Quel giorno fu assolutamente tra i primi dei giorni peggiori della mia vita.
C'era qualcosa di oscuro nel potere della gente di rovinare la tua credibilità, la tua fiducia ed il tuo benessere generale. C'era ancora più potere nelle persone che reputavi amiche, famigliari o amanti.
Tutto venne scaraventato, come un bel quadro che lentamente sta prendendo forma... una forma che ti piace e che sei pronto a migliorare sempre di più, per poi vedere qualcuno scaraventarci prima della vernice rossa e successivamente nera.
Tutto era diventato nero, nella mia vita.
O forse era iniziato con il rosso, per poi peggiorare e diventare nero nei mesi successivi.
C'era qualcosa di profondamente sbagliato nel dare ad una persona tutta la tua fiducia, ad aprirti a lui e raccontare le tue fragilità... per poi vedere quella stessa persona usare le fragilità contro di te.
Era esattamente questo che aveva sempre fatto Aiden da quando aveva deciso di far vedere a tutti le nostre foto. E aveva continuato a farlo, in un modo più insidioso ed indiretto, nel tempo.
Forse fu per questo che, dopo la lezione, quando andai verso l'uscita e lessi il messaggio di mio fratello non fui assolutamente stupita.
Daniel: Torna subito a casa, io ti raggiungo tra poco. Non guardarti in giro. Vai e basta.
Ma la gente attorno a me rideva, parlava e guardava. Non come dei semplici ragazzi che parlano alla fine della lezione. Era successo qualcosa.
Quindi feci esattamente l'opposto. Rimasi all'interno del campus e seguii le urla e le risate delle persone.
Quando uscii, poco lontano dalla mensa, trovai una massa di gente attorno al muro principale dell'edificio del campus.
Spintonai leggermente per avvicinarmi, con il cuore in gola.
Quella scena l'avevo già vissuta tempo prima, in un altro modo.
I ragazzi e le ragazze posavano gli occhi curiosi su chiunque si avvicinasse, in cerca di qualcosa.
Mi fermai. Mi immobilizzai.
Davanti a me c'era un telo enorme con una foto di una grandezza allucinante.
Smisi di respirare.
Quella foto ritraeva una ragazza completamente nuda, che stava cercando di coprirsi il seno con il braccio ed aveva il lenzuolo che le arrivava fino ai fianchi. Le labbra semichiuse, leggermente irrigidite dallo shock dell'azione dell'interlocutore ed i lunghi capelli biondo scuro a coprire le spalle ed il petto.
Per fortuna aveva tagliato il resto del mio viso.
La gente posò gli occhi su di me.
Iniziai a sudare freddo.
Cercai di risultare più tranquilla possibile, nonostante non sentissi più le labbra.
Callie si avvicinò velocemente a me. – Andiamocene via, adesso – mi mormorò all'orecchio, spingendomi via.
Andava tutto bene.
Il viso non c'era. Era stato cancellato.
Callie mi mise dentro la sua macchina e partì a razzo, portandomi via da quell'incubo.
Non dissi una parola e non ne ascoltai una.
Callie stava continuando a parlare, nervosa, per cercare di riportarmi alla realtà, ma non c'ero più. Ero entrata in una voragine di apatia, dove tutto era attutito e dove non volevo assolutamente più uscire.
Mi portò a casa di Daniel ed entrò con le sue nuove chiavi. All'interno della casa, c'erano già Ryan e Daniel. Quest'ultimo continuava a toccarsi i capelli, quasi a volerli strappare, con una maglietta a maniche lunghe nera stropicciata ed i jeans.
Ryan sembrava rinchiuso da qualche parte dentro la sua mente. A differenza di Daniel, Ryan non diceva una parola. Teneva le braccia conserte ed era appoggiato all'isola della cucina, con il viso completamente rivolto vero il pavimento.
L'unico movimento, a parte il petto che si alzava ed abbassava, era quello dei muscoli della mascella.
Venni inghiottita dai suoi occhi blu appena varcammo la soglia di casa e Callie iniziò a parlare sopra a Daniel.
– Ok, nessuno sa la verità – dichiarò Callie. – Potrebbe essere letteralmente chiunque.
– Come cazzo fate a sapere che è lei? – ringhiò Daniel, continuando a camminare avanti ed indietro.
– Beh, i capelli... le labbra...
– Deitra, guardarmi negli occhi – ringhiò Daniel, torreggiando su di me. – Sei tu?
Non lo guardai, ma risposi semplicemente: – Sì.
– Chi cazzo è stato? Perché diavolo ti sei fatta fare una foto del genere? – tuonò Daniel, d'un tratto rosso in viso dalla rabbia. – Che cazzo ti è passato per la testa?!
– Dan, smettila – lo rimproverò Callie. – Quelle foto erano state fatte in confidenza.
– Si vede! – tuonò Daniel, ancora a pochi centimetri dal mio viso. – Fanculo, Deitra, pensavo fossi più intelligente di così!
– Non la puoi considerare stupida soltanto perché si è fatta fotografare nuda – replicò d'un tratto Ryan, senza muoversi dall'isola. – Mi pare evidente che nella foto lei stesse cercando di coprirsi e non mi sembrava nemmeno una persona felice di quell'azione.
– Chi cazzo è stato?! – tuonò Daniel, senza staccare gli occhi da me. – Sei sicura di essere tu? Come fai ad esserne sicura?
Lo fulminai con lo sguardo. – Il neo sul seno sinistro è il mio, Daniel – ringhiai.
Ryan abbassò lo sguardo sul pavimento. Era profondamente turbato. Voleva dire qualcosa. Era consapevole del fatto che ero io in quella foto, perché mi aveva già vista in quelle condizioni. Ed aveva visto benissimo anche quel neo. Inoltre, sapeva molte cose in più rispetto a mio fratello.
– Se non mi dai subito il nome di quello stronzo, giuro su Dio che faccio un macello – urlò Daniel, più furioso che mai.
– Puoi arrivarci da solo – sputò Ryan.
– Sta' zitto – ringhiai trasalendo.
– Fanculo, Deitra – ribatté Ryan. – Ora basta. Ti avevo detto che non ti avrei più protetto se ti fosse successo altro.
Sgranai gli occhi, respirando a malapena per il panico. – Zitto.
– Che cazzo sta succedendo?! – tuonò mio fratello, letteralmente sul punto di impazzire.
Sentimmo una porta chiudersi, poco lontano da noi.
Ci fu un silenzio agghiacciante.
– È lui – disse Ryan, incitando mio fratello. – È stato Aiden e lo sai.
– Ryan! – urlai.
Mio fratello fu fuori dall'appartamento in pochi secondi. Lo raggiunsi dopo aver lanciato un'occhiata di fuoco a Ryan. Mi fermai appena vidi Aiden sogghignare davanti al viso rosso di mio fratello. Bloccai quest'ultimo dal correre dal mio ex fidanzato.
Deglutii. – Ti rendi conto che è un reato? – volli sapere.
Aiden continuò a sghignazzare. – Che cosa, piccola Dei?
– Attaccare quella foto...
Aiden continuò a sorridere con una luce quasi cattiva all'interno degli occhi. – Quale foto?
Trattenni il respiro. Mio fratello iniziò a fremere.
– Proprio non ti è bastata la situazione al campus – se ne uscì Ryan, poco dietro di me.
Il mio ex ragazzo smise di sorridere per alcuni secondi, facendo vedere quanto fosse spaventato in realtà da quella situazione.
Mi resi conto di non aver ancora provato nemmeno rabbia, perché avevo aspettato una mossa del genere da parte sua da mesi.
– Gli vuoi dire il vero motivo per cui sono stato cacciato dal campus? – chiese Aiden. – Diglielo al tuo migliore amico, al tuo amico d'infanzia. Digli quello che hai fatto.
– Perché l'hai fatto? – lo incalzai, cercando di distogliere l'attenzione da Ryan.
Daniel era totalmente privo di qualsiasi pensiero lucido, ormai tremava dalla rabbia e lo teneva fermo solamente Callie.
– Perché tu l'hai fatto? – chiese Aiden, avvicinandosi alla rampa delle scale. – Perché ti sei fatta fare una foto del genere?
Chiusi le mani in pugni. – Perché mi sono fidata della persona sbagliata – replicai.
– O forse perché sei una lurida puttana – sputò Aiden, con disgusto. – E come tale tutti ti devono vedere. Sei fortunata che non sia uscita la foto delle tue tette piccole ma ben messe....
Callie smise di fermare mio fratello, ma in realtà fui io la prima a correre da lui.
La rabbia che non avevo ancora sentito, esplose dentro di me. Corsi velocemente, fino ad arrivare da lui. Proprio a pochi passi da lui, Aiden smise di sorridere e quando proprio pensai di essere l'artefice di quel cambio di espressione, un'ombra mi passò accanto e fu su Aiden il secondo dopo.
Sentii il gelo congelarmi completamente i muscoli.
Non fui più in grado di muovermi per secondi interi.
Ryan fu su Aiden e lo spinse con così tanta forza da fargli sbattere la testa sulla porta di quella che era la casa che lo stava ospitando. Il viso di Aiden fu scosso da una smorfia di dolore, ma poco dopo non fui nemmeno più in grado di vederlo.
Ryan iniziò a tirare una raffica di cazzotti ad Aiden, il quale non fu in grado di reagire a causa della potenza dei pugni stessi.
In pochi secondi Aiden cadde a terra, completamente sfranto e sofferente.
Daniel urlò a Ryan di allontanarsi, ma il suo amico non sembrò sentirlo minimamente. Fu di nuovo su Aiden, sferrando ancora pugni.
Mio fratello, bianco in faccia dallo shock, cercò di tirarlo via dal corpo di Aiden. Cercai di aiutarlo, e sentendo le mie mani sulle sue spalle ci scrollò di dosso con prepotenza e si allontanò dal mio ex ragazzo.
Lo guardò con occhi iniettati di sangue, le vene del collo in rilievo ed il petto scosso da forti e corti respiri irregolari.
Si girò e se ne andò, senza dire una parola.
– Aiden... – singhiozzai.
– Vattene a fanculo – singhiozzò lui, girando il viso verso la sua porta. – Sei solo una puttana e ti odio.
Mi allontanai, come scottata, perché nonostante tutto era ancora capace di sprigionare odio.
Mi accorsi solo in quel momento della presenza di Daniel. Mi stava osservando con tristezza. Si girò e tornò in casa. Quando chiusi la porta dietro di me, ancora confusa per tutto quello che era successo, Dan si girò verso di me e poi guardò Ryan, che camminava ancora in circolo per cercare di calmarsi.
– Ti sei scopato mia sorella.
Ryan si fermò all'istante.
Mi vennero di nuovo le lacrime agli occhi.
Quella non era nemmeno una domanda.
Daniel ci guardò con diffidenza. – Da quanto tempo te la fai a mia insaputa?
Callie iniziò a singhiozzare.
Ryan, con ancora il respiro mozzato per quello che era successo, lo guardò con riluttanza. – Non molto in realtà, ma era già successo... altro. Più di una volta.
Daniel scoppiò a ridere, ma la sua risultò una risata isterica. – Più di una volta! Hai anche il coraggio di dirmelo con questo tono da stronzo? – urlò. – Da quanto tempo ti scopi mia sorella?!
– Daniel...
– Sta' zitta, D! Taci! Stai zitta! – tuonò torreggiando nuovamente su di me. Per la prima volta, abbassai il viso e lo sguardo.
– Non trattarla così – lo riprese Ryan avvicinandosi a noi. – Tanto sappiamo tutti che quello con cui te la devi prendere sono io.
– Me la prendo con chi cazzo mi pare! – continuò Dan, senza staccarsi da me. Trasalii. Mi guardò con disgusto. – Sei sempre stata la mia sorellina, l'unica per cui io non sia mai stato in grado di essere oggettivo. Ti reputavo pura e dolce, ostinata e sincera. Non avrei mai pensato potessi essere proprio tu la causa di tutto questo. Mi sono fidato di te, perché ti ho sempre vista come la mia anima, la mia persona... quella persona di cui mi sarei potuto fidare per tutta la via, l'unica in grado di capire i miei malanni e raccogliere i miei cocci.
– Non volevo ferirti – riuscii soltanto a dire.
– Ma l'hai fatto. Hai preferito farti il mio migliore amico piuttosto che non ferirmi. Questo è chi sei realmente. Non la mia persona, di certo non la mia anima ed ancora meno una persona di cui fidarsi e sincera.
Trattenni le lacrime, perché sapevo benissimo che una volta iniziato a piangere mio fratello si sarebbe arrabbiato ancora di più. –– Sono la tua persona, ma non hai mai avuto bisogno di un'anima. Sono la tua persona, puoi fidarti di me, ma Ryan è sempre stato–
– Il mio migliore amico – ringhiò Daniel, avvicinando il viso al mio, con una smorfia disgustata. – Ryan è sempre stato il mio migliore amico.
– Daniel, ci dispiace – si intromise Ryan, allontanandomi da mio fratello posando una mano sul mio braccio e trascinandomi via. – Abbiamo provato in tutti i modi a tenere la distanza, davvero, ma non ci siamo riusciti. Quello che devi capire però è che è successo indipendentemente da tutto quello che ti lega a D ed a me.
– Ti permetti di dirmi questo? – ringhiò Dan, tremando dalla rabbia. – Non è successo indipendentemente, è successo perché non ve n'è fregato un cazzo di me.
– Mi dispiace, ma semplicemente non c'entri un cazzo nella relazione tra me e tua sorella – ribatté Ryan con cattiveria. – Abbiamo sbagliato a non dirtelo, questo è sicuro. Ma c'è una cosa che non riesci a capire, ed è che quello che succede tra me e lei è separato da quello che succede tra me e te e tra te e lei.
– Se non la smetti con queste frasi del cazzo ti attacco al muro, pezzo di merda – sputò Daniel. – Prova ancora a dirmi che non c'entro un cazzo. Provaci.
– Non voglio litigare, Dan – sbuffò Ryan. – Sto soltanto cercando di farti capire–
– Che cosa ti rende diverso da Bob? Che cosa vi rende diversi da quei due?
– Possiamo partire dal fatto che non mi sono fatto la tua fidanzata, ma tua sorella – ringhiò Ryan. – Con cui non hai alcun legame sentimentale o fisico, da cui non sei attratto e da cui non vuoi dei cazzo di bambini.
– È mia sorella! – tuonò mio fratello spingendo Ryan.
Ryan si fece spingere, indietreggiando. – Esatto. È tua sorella. Devi smetterla di vederla in un altro modo.
– Vattene a fanculo, non mi rendere il viscido di turno!
– Non lo sta facendo, Dan – mi intromisi.
– Stai zitta! – gridò, facendomi sussultare. – Devi tacere, chiudere quella bocca traditrice!
– Smettila, stai esagerando – ringhiò Ryan.
– Due sera fa, non hai dormito da Katy, non è vero? Hai dormito con D.
– Sì – confermò.
Daniel rise senza alcuna gioia. – Sei proprio un pezzo di merda. Togliti dal cazzo. Non ti voglio più vedere.
– Tra alcuni mesi entrambi ce ne andremo da qua – ribatté Ryan. – Ma per il momento io resto. Ti voglio bene come un fratello, Dan.
– Sì, lo hai sempre detto. Hai anche detto di vedere D come una sorella.
– Per favore, Dan... – riprovai.
Daniel si avvicinò pericolosamente a me, quindi Ryan si mise in mezzo. – Datti una regolata, Daniel – lo minacciò. – Subito.
Guardai Calliope piangere in silenzio. Guardava la situazione, incapace di fare altro. La parte peggiore era che non sentivo più il cuore. Era come se fosse ufficialmente morto quel giorno. Tutto il corpo stava soffrendo, ma il cuore... quello non lo sentivo più.
Quando notai gli occhi di Daniel farsi più piccoli e le narici del naso allargarsi, trascinai indietro Ryan. – Smettetela... Smettetela! – gridai.
– Non prendertela con lei – non mi ascoltò Ryan. – In queste ultime settimane ha cercato di allontanarmi. Non voleva più ferirti. Ma non glie l'ho permesso, ho fatto in modo che non fosse in grado di rifiutarmi.
– Ryan! – lo sgridai. Cercai disperatamente gli occhi di mio fratello e vi trovai dentro un vuoto così profondo da mozzarmi il fiato. – L'hai detto anche tu, Dan. Ho sempre avuto un debole nei suoi confronti... Quindi all'inizio, quando ho capito che anche lui stava iniziando a provare qualcosa per me, ho fatto di tutto per istigarlo.
– Stai cercando di peggiorare la situazione? Perché ti sto dicendo di tappare quella bocca per cercare di salvare l'insalvabile – mi ringhiò addosso mio fratello. Poi sbottò: – E tu smettila di piangere, cazzo! Lo sapevi anche tu, non è così?
Fu su Callie in pochi secondi. Si guardarono negli occhi, nonostante le lacrime della mia coinquilina. Annuì, con fare fiero. – Sì, lo sapevo, perché ho sempre trovato ridicolo il non potersi mettere insieme solo per non ferire te – rispose lei, con la voce leggermente tremante.
– Vai a farti fottere anche tu allora.
– Devi ragionare lucidamente, Daniel! – esclamò Callie. – Se loro due si vogliono, tu chi sei per metterti in mezzo?
– Sono il fottutissimo migliore amico e fratello maggiore! – tuonò lui, facendomi sussultare. – È finita. Mi hai sentito? È finita.
Callie sbottò nuovamente a piangere.
– Non avercela con lei, Dan – mormorai. – Stava solo cercando di proteggermi.
Mio fratello mi guardò, sul punto di mettere le mani addosso a qualcuno. Poi guardò il suo migliore amico, con le mani chiuse in pugni così stretti da avere le nocche bianche e le vene in rilievo. – Almeno vi amate?
Trattenni il respiro per la sorpresa. Feci per dire di sì, quando Ryan mi precedette: – Avrebbe qualche importanza? Vogliamo fingere che questo potrebbe incidere sulla tua decisione, come se non l'avessi già presa?
Con la fronte aggrottata dalla confusione, mi ritrovai a guardare Ryan, ferita. Non lo aveva ammesso. Non mi amava? Perché stava cercando di svagare in questo modo? Dopo tutto quello che mi aveva detto. Dopo avermi detto che apparteneva a me, che non era più in grado di mantenere la lucidità... dopo avermelo provato.
– No – rispose semplicemente mio fratello.
– Appunto.
Nessuno dei due si mosse. Si limitarono ad incenerirsi.
Poi mio fratello si girò e se ne andò, sbattendo la porta.
Un gelo caratterizzò la casa. Si potevano sentire soltanto i singhiozzi di Callie. Io e Ryan rimanemmo come congelati per quelli che mi sembrarono minuti interi.
Entrambi avevamo perso tanto.
Entrambi avevamo appena perso Daniel.
E tutto sembrava così sbagliato, ora che Dan sapeva e ci aveva lasciato andare.
Andai lentamente da Callie, per cercare di tranquillizzarla, ma si scostò e mi disse piangendo: – Io lo amo.
Mi lasciò anche lei.
Ryan non si era mosso.
Guardai la porta chiusa. Ormai eravamo solo noi due. – Che cosa rimane adesso? – chiesi, senza girarmi verso di lui. – E perché mi sembra di non avere più niente?
Rimase in silenzio per un'eternità. Mi resi conto di averlo potuto ferire. – Probabilmente perché non c'è più niente a cui aggrapparsi adesso – replicò freddamente. – Forse non c'è più niente da raccogliere. Forse non c'è più niente da tenere.
Mi girai verso di lui piangendo. – Avevo ragione, non è così? Ci siamo resi i responsabili?
– Non so più niente adesso. So solo che voglio stare da solo – replicò con un tono sempre più gelido. – Se non dirai tutta la verità a Daniel su Aiden, lo farò io. – Si girò lentamente verso la sua camera, per poi chiudercisi dentro.
Ero rimasta sola.
Per niente.
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