Capitolo 21: Prima o poi

Felice colui che riconosce in tempo che i suoi desideri non vanno d'accordo con le sue disponibilità.

Goethe



Mugolai, girandomi sull'altro fianco, sperando di ricominciare a dormire.

Avevo dormito malissimo e poco. Tornata in camera, ci avevo messo come minimo due ore per tranquillizzarmi e tornare a pensare lucidamente su quello che era successo tra me e lui.

Evidentemente aveva previsto tutto. Per questo non aveva voluto che lo toccassi: per mantenere il controllo sul suo stesso corpo. Ma per quale motivo? Vendicarsi? Ribellarsi? A cosa, esattamente?

Era stato lui a spingermi tra le braccia di Aiden, quindi perché non quelle di un altro ragazzo? Potevo anche capire il fastidio nel vedermi nella macchina sulle ginocchia di un altro, ma se non aveva voluto fermarmi... perché farmi questo dopo?

Tante domande, troppe... che mi avevano portato ad avere anche mal di testa.

Bussarono alla mia porta, facendomi sobbalzare. – D! – mi chiamò Dayna. – Ryan! Svegliatevi! Daniel ed io usciamo per una corsetta.

Sbuffai, togliendomi di dosso le coperte.

Sentii Dayna dire a bassa voce vicino alla mia porta: – Ringraziami più tardi.

Diedi le testate al cuscino.

– Dayna! – urlai io, frustrata.

La sentii ridacchiare.

Mi alzai malamente e con un umore decisamente pessimo. Entrai in bagno dopo aver bussato ed aprii l'acqua per lavarmi i denti.

Con ancora lo spazzolino in bocca, la porta che dava alla camera di mio fratello si aprì, rivelando un Ryan piuttosto riposato, con i capelli scompigliati che lo rendevano decisamente più sensuale, ed il pigiama della sera scorsa.

Mi resi troppo tardi di averlo squadrato. Mi sorrise maliziosamente, guadagnandosi un'occhiata di fuoco. – Buongiorno, Deitra – mi prese in giro lui, entrando. – Hai dormito bene? Hai proprio la faccia di chi ha riposato.

Strinsi la presa sullo spazzolino e non dissi una parola.

Perché se avessi aperto la bocca, probabilmente sarebbero uscite tutte le domande che non mi avevano fatto dormire durante la notte... oltre a molte parolacce.

– Anche di ottimo umore, vedo – continuò lui.

Cercai di lavarmi i denti, continuando ad osservare la mia faccia completamente cadaverica ed i capelli ridotti in un cipollotto piuttosto disordinato.

Si fermò proprio accanto a me, girandosi verso il lavandino. Prese lo spazzolino, con disinvoltura, per poi iniziare a lavarsi i denti. Mi guardò allo specchio con ancora quell'espressione da stronzo in faccia.

Con il cuore a mille per la rabbia, sputai. Mi sciacquai velocemente e decisi di mettere in atto quello che mi era passato per la testa durante tutta la notte.

Me ne sarei pentita, con ogni probabilità, ed era certamente qualcosa che non avevo mai azzardato fare in tutta la mia vita: sedurre sfacciatamente un ragazzo.

Sospirai e lo guardai allo specchio, giocando con l'orlo della maglietta, nervosa.

Abbassò lo sguardo sulle mie mani, leggermente confuso.

Non potevo farcela.

Capii di aver preteso troppo per una come me.

Mi rigirai e feci per andarmene, quando lo sentii ridacchiare.

Mi fermai di scatto, d'un tratto rigida.

Con la pelle d'oca e la testa in preda al panico, mi diressi verso la doccia. Aprii l'acqua. Ryan finì rapidamente di lavarsi i denti e si fermò, dandomi le spalle. Non disse niente, ma quando lo osservai allo specchio potei capire che non si aspettava una reazione del genere.

Deglutii, con il cuore a mille per l'agitazione. – È stata una notte movimentata – dissi, ma arrossii ancora di più, quando sentii la mia voce ridotta in un sussurro rauco a causa dell'ansia.

– Movimentata? – mi fece eco Ryan, girandosi verso di me per appoggiarsi al lavandino, con un'espressione serena e divertita.

– Sì – confermai io, avvicinandomi lentamente a lui. I suoi occhi percorsero il mio corpo, soffermandosi sul seno. – Non mi hai lasciato molte altre possibilità – aggiunsi, con le guance rosse.

Deglutì, quando fui proprio davanti a lui. Era rigido ed il suo sguardo diffidente lo tradì. – Beh, gran parte del lavoro era praticamente stato fatto – si prese gioco di me, alludendo al fatto che ero molto vicina dal venire.

Strinsi i denti, arrabbiata. – Bel modo per vendicarsi – mi sfuggii.

Sorrise, trionfante. – Non hai visto minimamente che cosa sono in grado di fare, quando mi vendico – replicò con voce rauca.

Cercai di tenere gli occhi su di lui, fallendo miseramente, mentre mi toglievo le mutandine.

Trattenne di scatto il respiro e le mani si strinsero sul lavandino. – Ti devo ricordare che sono tutti svegli? – chiese velocemente.

Con ancora il mento abbassato, alzai gli occhi su di lui. Strinse le labbra così forte da farle diventare bianche. – Mi sto per fare la doccia davanti a te, mica davanti a loro – sussurrai io.

Sgranò leggermente gli occhi e scosse la testa, sibilando: – Non esagerare, Deitra.

Ridacchiai. – Io? Sto esagerando? E ieri che cosa hai fatto? – chiesi io, con un tono più alterato di quanto volessi ammettere.

Alzò il mento, guardandomi con diffidenza.

Aprii la porta del box doccia e mi alzai sulle punte per sentire l'acqua. Sentii la maglietta alzarsi, fino a scoprire totalmente le cosce.

Deitra – ringhiò Ryan.

Girai il viso verso di lui, con una finta espressione innocente.

Strinse i denti, ringhiando. Scosse la testa e si allontanò dal lavandino.

Mi avvicinai a lui, con fare un po' impacciato. Gli presi delicatamente la mano e la guidai verso l'orlo della mia maglietta. Sibilò, quando le sue nocche sfiorarono la mia pelle calda, sul fianco, dove poco prima c'era lo strato delle mutandine. Chiuse gli occhi, deglutendo sonoramente. Abbassai lo sguardo sui suoi pantaloni e mi allontanai, lasciando la sua mano ricadere lungo il suo fianco.

Non disse una parola, quando mi sentì allontanare. Presi un respiro profondo e mi tolsi velocemente la maglietta.

– Fanculo, cazzo – ringhiò Ryan.

Le gambe mi stavano tremando leggermente. Feci per entrare, quando mi afferrò il braccio per girarmi verso di lui. Sgranai gli occhi, sentendomi tremendamente a disagio. I suoi occhi erano diventati due pozze nere e mi stavano fissando. Feci per coprirmi, ma mi afferrò anche l'altra mano, fermandomi.

Aveva il respiro affannato ed il petto si alzava ed abbassava veloce, quasi quanto il mio.

Mi prese senza alcuna gentilezza il viso, per baciarmi avidamente. Le sue mani vagarono lungo le braccia nude, per scendere ed arrivare fino ai glutei. Si soffermò su di essi, stringendomi a lui, e mi prese in braccio.

Un ringhio gli uscì dalle labbra, quando strinsi le gambe attorno ai suoi fianchi, premendomi completamente contro di lui. Lo abbracciai, succhiando bramosamente il labbro inferiore.

– Cazzo, Deitra... – commentò lui, posando una mano sulla porta della doccia. – Stiamo fottendo tutto quello che avevamo fatto e detto.

– Togliti i vestiti, Ry – mugolai io.

Trattenne il respiro, ma non se lo fece ripetere due volte.

Entrammo dentro la doccia continuando a baciarci. L'acqua ci bagnò totalmente. Appoggiò una mano sul muro, per avere un maggior sostegno. La pelle della mia pancia toccò la sua, il seno si appoggiò totalmente al suo petto, strinsi le gambe ed inarcai la schiena per far combaciare la mia parte che più stava soffrendo quel contatto.

Ryan annaspò, quando la punta entrò dentro di me.

Tuttavia, si irrigidì e mi fece tornare a terra. Lo guardai, minacciandolo mentalmente di non lasciarmi di nuovo. Ma ben presto le sue labbra iniziarono a torturarmi il collo, mordendo e leccando. Buttai la testa indietro, mentre le sue dita mi trovavano nuovamente. Abbassai le mani su di lui, per toccarlo a mia volta. Tutti i suoi muscoli si fletterono e sussultò.

Quando si mosse più velocemente attorno alle mie mani, mi spinse contro il muro, facendomi gemere. Le sue labbra si fermarono sul seno, succhiando avidamente. Mugolai, spingendomi verso la sua mano. Scossi la testa, in preda allo shock. Perché con Aiden eravamo andati ben oltre, eppure le sensazioni che mi stava provocando Ryan erano mille volte più forti.

– Ry...

– D, cerca di fare piano però – disse, allontanandosi per parlarmi.

Mi morsi il labbro. – Cerca di farmi fare più piano.

La sua espressione si fece ancora più seria, facendomi capire che non si aspettava un commento del genere. Fu di nuovo su di me, scendendo poco sotto il seno. Quando iniziò a scendere ancora di più, mi irrigidii.

– No, Ryan, aspetta...

Feci per staccarmi dal muro, per fermarlo, quando mi spinse nuovamente contro di esso, tenendomi ferma. Alzò gli occhi su di me, completamente accecati dall'eccitazione, e mi ritrovai a cercare di incassare aria, senza troppi risultati.

Era terribilmente bello vederlo in quel modo.

Dovette capire i miei pensieri, perché sorrise e ricominciò quella dolcissima tortura.

Quando sentii la sua bocca su di me, inarcai la schiena, buttando indietro la testa. Mugolai e Ryan posò immediatamente una mano sul mio collo, intimandomi a fare più piano. Strinsi la mano sulla mia bocca, per fare come mi aveva chiesto.

Continuò a guardarmi dal basso, mentre io mi muovevo a ritmo insieme alla sua lingua. Gli strinsi i capelli, impazzendo per lui. Mi mossi più velocemente, mormorando il suo nome, e quando le gambe iniziarono a tremare cercai di allontanarlo. La sua risposta fu completamente diversa dalla mia richiesta: andò ancora più veloce, allungando il piacere che mi stava dando, mentre mi permetteva di appoggiarmi completamente a lui.

Tornò in piedi, quando ricominciai ad avere le forze per stare in piedi. Mi diede un bacio veloce sulla guancia e disse: – Sei ancora più bella di quello che avevo immaginato.

Arrossii terribilmente e ridacchiai, affatto convinta.

– Sbrigati a farti la doccia, prima che vengano a controllarti – mormorò.

Fece per andarsene, quando gli presi la mano. Lo guardai, con ancora il respiro affannato, e l'immagine di me in quello stato sembrò piacergli particolarmente, perché portò gli occhi su tutto il mio corpo, come a memorizzarsi ogni singolo particolare.

– Devo andare a vestirmi – mi ricordò.

Scossi la testa, perché non potevo pensare che potesse veramente uscire dalla doccia in quello stato. Fui su di lui in un secondo. Mi abbracciò, baciandomi con passione, e si fece uscire un sospiro piuttosto rumoroso quando iniziai a toccarlo.

– Deitra... – mormorò, posando la fronte sulla mia.

– Non mi sembra di aver mai voluto così tanto una persona in tutta la mia vita – ammisi io.

Mi baciò cercando di attutire i suoi gemiti, mentre la mia mano si muoveva ritmicamente sulla sua lunghezza. – Sei più di quanto avessi mai immaginato – disse lui, prima di tornare a baciarmi. Scosse la testa ed appoggiò nuovamente la mano sul muro, muovendosi attorno alle mie dita. – Dei, per favore... – disse, con voce strozzata. – Così mi fai impazzire però – commentò, quando lo baciai avidamente lungo il petto. – Oh... – mormorò, abbassando lo sguardo sulla mia mano. Posò la fronte sulla mia. Accelerai il ritmo, sentendo i suoi muscoli flettersi e tornai a baciarlo.

Sussultò più volte, mentre veniva sulla mia mano, con la mano sul mio seno. Si appoggiò completamente sulla porta del box, con il fiato pesante e gli occhi chiusi. Mi presi del tempo per osservare il suo corpo, passando dalle spalle large, al petto definito, i fianchi stretti, le gambe più muscolose e leggermente tremolanti.

Mi spinse ad alzare il mento, tenendo l'indice sotto di esso, e mi baciò con passione, stringendomi a lui. Tutta la passione sembrò riaccendersi dentro di me. Portai nuovamente le mani su di lui, toccandogli gli addominali ed i bicipiti.

– Dei... – mormorò lui ridacchiando. – Dovremmo–

– Chi c'è in bagno?! – urlò la voce di Laurel. – Deitra, sei tu? Posso entrare?

Mi allontanai di scatto da lui, andando a sbattere contro il marmo della doccia. Un gemito di dolore mi uscii senza alcuna grazia e Ryan spalancò gli occhi. Fece per venire verso di me, per controllare che fosse tutto a posto, quando la maniglia si abbassò, ma per fortuna avevo il vizio di chiudere a chiave.

Lo buttai fuori dalla doccia.

– Deitra?! – mi chiamò nuovamente Laurel.

– Sto facendo la doccia! – esclamai, con la voce ancora rauca.

– Sì, da tipo un'ora! – commentò Laurel.

Chiusi gli occhi, vedendolo afferrare un asciugamano, tra una risata e l'altra. Si asciugò i capelli velocemente, poi prese i suoi vestiti, senza vergognarsi minimamente di star girando per il bagno completamente nudo, e se ne andò in camera di mio fratello.

***

Più passavo il tempo a sentire Laurel e Paul parlare e più mi perdevo nei ricordi. Mi sembrava di vivere all'interno di una bolla, dentro la quale esistevamo solo io e Ryan.

Lo cercai immediatamente, trovandolo a mordicchiarsi il labbro inferiore, assorto anche lui nei suoi pensieri. Sembrò sentire il mio sguardo su di lui, perché mi guardò dopo pochi istanti. Arrossii terribilmente, essendo appena stata scoperta a fissarlo. Smise di mordersi il labbro ed un'ombra passò sul suo viso, che non riuscii a decifrare.

Daniel gli diede un cazzotto, sbottando a ridere alla battuta che aveva appena fatto nostro padre, e Ryan trasalì. Quel piccolo momento si spezzò e Ryan tornò a guardare altrove.

Una parte di me capii che si era leggermente pentito, per il senso di colpa e la fiducia che Daniel riponeva su di noi.

Anche per me era così. Non riuscivo nemmeno a guardare mio fratello negli occhi, sapendo quello che era successo nel nostro bagno poche ore prima. Eppure, non riuscivo comunque a frenare tutti i ricordi, la sensazione della mia pelle a contatto con la sua, il modo che aveva di chiamarmi, i suoi gemiti ed i modi leggermente bruschi spinti da una passione che non avevo mai visto prima di quella mattina.

Dall'altra parte c'erano gli occhi genuini e felici di mio fratello, che ci guardavano con amore, senza sapere che un tipo diverso di amore era nato dentro il mio cuore... ed era tutto rivolto verso la persona sbagliata, la persona di cui lui si fidava di più e che mai avrebbe potuto vedere accanto a me.

Un peso sembrò far scoppiare la bolla, dentro la quale avevo sognato così tanto di tornare il prima possibile con Ryan.

Avevo tradito la fiducia di mio fratello.

Avevo tradito la speranza di Callie.

Con quale coraggio potevo tornare da lei, con quale faccia potevo guardarla e dirle che tutto quello che ci aveva pregato di non fare... era successo. La situazione mi era decisamente sfuggita di mano. Mi resi conto che per quanto avessi provato ad allontanare e reprimere il desiderio che avevo di lui, l'amore che provavo mi spingeva sempre oltre quelli che erano gli ostacoli che giornalmente mettevo sulla nostra strada.

Quella che era sempre stato la mia... la nostra caratteristica principale, ovvero la prudenza... non aveva più senso, se eravamo insieme. Non c'è barriera che avrebbe retto, linee ben tracciate che non sarebbero sfocate col tempo...

Mi resi conto che probabilmente non avevo mai amato. Non prima di tutto quello che era successo con Ryan. E di certo non con Aiden.

Il panico prese il sopravvento. Non riuscii più a respirare, quindi mi alzai di scatto ed andai in giardino. Sentii lo sguardo di Ryan preoccupato addosso, ma non si alzò per non rendere troppo evidente il nostro rapporto.

Presi alcune boccate di aria fresca, per tranquillizzarmi. Cercai di non sbottare a piangere. Mi abbracciai, leggermente infreddolita, e guardai il giardino poco curato. Se ci fosse stata mamma, probabilmente avrebbe detto la cosa meno opportuna. Mamma aveva sempre avuto la capacità di fare l'esatto opposto di quello che le veniva chiesto, e probabilmente avevo ripreso da lei la stessa caratteristica.

Ma sicuramente avrebbe reso più sopportabile il peso del senso di colpa, probabilmente mi avrebbe aiutato a riequilibrare tutte le emozioni.

Chiusi gli occhi, sentendo aggiungersi un nuovo dolore... che così nuovo non era: la mancanza, il lutto non ancora del tutto superato.

Probabilmente, alcune cose non le avrei mai superate.

Forse ero soltanto troppo negativa.

– D – mi chiamò Laurel, uscendo in giardino con me. – Va tutto bene?

Annuii, continuando ad osservare l'erba troppo alta. – Tutto bene, avevo soltanto bisogno di uscire.

Si affiancò a me, guardando nella mia direzione. – Ti va di parlarne? – chiese.

– Non c'è niente di cui parlare – borbottai io.

– Ti conosco, mascherina – commentò lei, facendomi ridacchiare. Non mi chiamavano così da quando ero piccolina. – So che stai pensando a mamma. So anche che vorresti dirle tante cose...

Scrollai le spalle. – Mi abituerò, prima o poi – sussurrai.

– Col tempo, forse – confermò lei, senza troppa convinzione. – Ci sono anche io, per te. Non come c'era lei, ma non sono tua nemica, D.

Annuii sospirando. – Certo, lo so.

– Lo sai? – chiese.

Girai il viso verso di lei, come a voler capire le sue reali intenzioni. La osservai, cauta. Nei suoi occhi vidi un amore che aveva sempre condiviso con mia mamma, notai un dolore profondo... ma anche una determinazione ed un'emozione non molto positiva. Era arrabbiata, o delusa.

Trattenni il respiro.

Lei sapeva.

Tornai a guardare altrove, agitata.

– Ti è sempre piaciuto.

Mi vennero le lacrime agli occhi, sussultando leggermente.

– Probabilmente avremmo dovuto essere più concentrati su di lui, che è sempre stato bravo a nascondere.

– Di che cosa stai parlando? – cercai di pararmi, girandomi verso di lei.

Mi scoccò un'occhiataccia. – Non sono tuo padre, D. Certe cose le noto. E stamattina non c'era, in camera di tuo fratello – mi riprese lei.

Arrossii. Chiusi gli occhi, stringendomi nel maglione. – Non è come credi – sussurrai io.

– Io credo che tu sia innamorata di lui – annunciò lei, senza alcuna rabbia. – E penso che anche lui stia iniziando a provare qualcosa di forte. Non c'è niente di male in questo, mascherina. Non è colpa di nessuno. Determinati sentimenti non si possono impedire, e nemmeno nascondere a lungo.

Rimasi in silenzio, con un groppo in gola.

– Non rendetela sbagliata, D – sussurrò lei. – Tuo fratello non ve lo perdonerebbe mai.

Girai il viso verso di lei, spaventata. – Non possiamo dirglielo – dissi io, con le lacrime agli occhi.

Sospirò, accogliendo la mia conferma. – Non potete non dirglielo – mi corresse lei.

Scossi la testa. – Lo conosci. Dopo quello che è successo con quella stronza, scoprire che anche il suo migliore lo ha tradito...

– Tu non sei la ragazza di Daniel, D – mi riprese duramente lei.

– Ma Ryan non può volermi – ridacchiai io. – Nella sua testa Ryan non mi vede nemmeno.

Annuì. – Bisogna dire che in questo Ryan è stato molto bravo... all'inizio – commentò lei. – Ma non dirglielo porterebbe soltanto ulteriori problemi.

– Ci ho pensato – dissi io, annuendo. – Ma la realtà è che Daniel non ci guarderebbe più in faccia... una volta saputo quello che c'è tra noi.

Strinse le labbra fino a farle diventare bianche. Conoscevo Laurel: si trovava in difficoltà, perché conosceva Daniel quasi quanto me, e probabilmente non voleva darmi ragione per non buttarmi giù. – Daniel ha sofferto molto – mormorò lei. – Più di quanto possiamo immaginare. Quello era amico suo quasi quanto Ryan e se l'è trovato a letto con la sua fidanzata... Ha dei problemi a fidarsi, è vero, ma voi siete la sua vita.

– Appunto.

– Ascolta – iniziò, – se non vuoi dirgli quello che sta succedendo tra voi... prima o poi lo scoprirà. Non da te, non da Ryan. La cosa si farà ancora più complessa. Hai ragione, sei una ragazza intelligente e sai che c'è la possibilità di distruggere l'amicizia tra loro due e l'amore più puro che c'è tra voi due. Ma a questo punto, la scelta è un'altra: quella di prendere le distanze e fare in modo di non trovarvi più in determinate situazioni, in cui nessuno dei due riuscirebbe ad allontanarsi.

– Mi stai dicendo che dovrei rinunciare a lui, a quello che provo per lui – bofonchiai, ferita.

– Sì – confermò lei. – Sai benissimo che probabilmente è la scelta più giusta.

Tornai a guardare avanti a me, con le lacrime agli occhi. Lo sapevo. Sapevo benissimo la verità. Me la ripetevo ogni sera, prima di andare a dormire.

Mi accarezzò dolcemente i capelli. – Mi dispiace, D. Troverai qualcuno... più adatto.

Ridacchiai, senza alcuna gioia. – Già – borbottai, affatto convinta. – Prima o poi.

Si girò, capendo che non mi sarei più aperta a lei per molto tempo, e tornò dentro casa.

Afferrai le scarpe ed andai a correre, angosciata. 



***

Spazio Autrice:

La storia sta iniziando a prendere forma. Ryan inizierà a perdere quel tratto tipico del suo comportamento, d'ora in poi... fino alla fine. 

Vi anticipo già da ora che la storia sarà lunga, supererà i 55 capitoli, ma tutto sarà collegato. Alcuni personaggi verranno messi in discussione, altri che sono stati solo nominati entreranno a fare veramente parte della storia. 

Ho già tutto in mente, è una storia che ho in testa da anni, quindi sicuramente riuscirò a concluderla. 

So che ha molti aspetti visti e rivisti, come il migliore amico del fratello che si innamora della sorellina... ma alcune sfaccettature dei personaggi, alcune vicende e alcuni personaggi sono molto importanti per me. 

Detto questo, vi comunico che aggiornerò come minimo una volta a settimana. 

Spero di trovarvi ancora con me alla fine e mi scuso per eventuali errori.


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top