Capitolo 3 - Nascosti nel tunnel.

Gepard rimase scioccato per un istante, poi ricambiò il bacio, incapace di reprimere del tutto una reazione istintiva. Il momento passò velocemente però, come un lampo che lo riportò alla realtà. Poi si allontanò bruscamente, col viso rosso di imbarazzo e rabbia.

«Sampo!», gridò, «Siamo in una situazione critica! Non è il momento per... questo!».

Sampo sorrise con aria trionfante, «Oh, Capitano, per un attimo mi è sembrato che stessi quasi collaborando», disse con un tono malizioso, «Non mi dire che ti è piaciuto?».

Gepard lo fissò, cercando di ignorare il tumulto interno che la provocazione di Sampo aveva scatenato, «Non confonderti, Sampo. Ora muoviamoci, prima che perdiamo l'occasione di catturare quel criminale e i suoi seguaci!».

Sampo alzò le mani in segno di resa, «Come vuoi, Capitano».

I due ripresero a camminare furtivi attraverso il magazzino. Gepard camminava a passi rapidi, cercando di allontanare dalla mente quanto accaduto poco prima. Sampo, invece, sembrava prendersi tutto il tempo, camminando con un atteggiamento rilassato e godendosi la situazione.

Dopo alcuni minuti di silenzio, Gepard si fermò improvvisamente, facendo segno a Sampo di fare lo stesso. Di fronte a loro si aprì un lungo corridoio mal illuminato, con diverse porte ai lati.

«Bene. sembra che questo corridoio può portarci all'uscita», sussurrò, scrutando l'area con attenzione, «Mi raccomando, non possiamo permetterci errori».

«Stai tranquillo, Capitano», rispose Sampo, appoggiandosi al biondo con disinvoltura e avvicinando i loro volti, con pochi millimetri di distanza tra le loro labbra, «Sono un esperto nel non farmi notare. E poi, se qualcuno ci trova, abbiamo sempre il tuo rigido codice morale per salvarci, no?».

Il tono era sarcastico, ma Sampo cercava ancora di provocare Gepard, come se stesse cercando una reazione più forte, e il biondo arrossì. Senza allontanarsi, balbettò sulle labbra dell'altro con tono serio, mentre il suo corpo si immobilizzò, «Non giocare con questa missione, Sampo. Questa non è una delle tue truffe, è molto di più. Se ci scoprono, finisce male per tutti e due!».

Sampo sorrise, «Ah, Capitano, non ti ho mai visto così agitato...».

Gepard fece un respiro profondo, cercando di mantenere la sua compostezza, «Smettila di giocare, Koski. Dobbiamo andarcene da qui», disse dopo, ma la sua voce tremava, tradendo l'incertezza che cercava disperatamente di nascondere.

Sampo sorrise ancora di più, «Ah, ma è proprio questo che mi piace di te, Capitano Landau. Sei sempre così disciplinato, tutto d'uno pezzo, ma sotto la superficie...», lasciò la frase in sospeso, fissandolo negli occhi.

Per un attimo, il silenzio tra di loro si fece più pesante.

Gepard distolse lo sguardo, cercando di mascherare il rossore che cominciava a tingergli le guance, «Sampo, ti ho detto di smetterla», mormorò appena.

Sampo si avvicinò di nuovo, sussurrando con un sorriso affascinante e pericoloso, «E se non lo facessi? Se continuassi a provocarti, a farti uscire da quella corazza che ti sei costruito?».

Gepard fece un passo indietro, rompendo l'intimità improvvisa, «Non c'è tempo per i tuoi giochi adesso», disse, con tono serio, anche se dentro di sé sapeva che l'agitazione non si era placata.

Sampo rise piano, divertito dal tentativo di Gepard di riprendere il controllo, «Come desideri, Capitano. Ma ricorda, a volte i giochi sono più divertenti quando meno te lo aspetti».

Sampo si voltò, allontanandosi di qualche passo, ma l'eco delle sue parole restava nell'aria, insinuante e provocatoria. Gepard invece si passò una mano sul viso, cercando di scacciare quel momento dalla mente.

«Andiamo», disse infine, riprendendo il controllo di sé e dirigendosi verso l'uscita. Sampo lo seguì con un sorriso malizioso sulle labbra, ma per una volta non aggiunse nulla. Forse sapeva che aveva già ottenuto quello che voleva: Gepard non era più solo concentrato sulla missione.

Quando arrivarono alla porta che sembrava condurre all'esterno, Gepard si fermò e fece un rapido cenno a Sampo, ordinandogli di stare in silenzio, poi aprì un spiraglio lentamente.

Dall'altra parte si vedeva una piccola piazza dall'apparenza deserta e abbandonata, illuminata solo dalla debole luce lunare, «Siamo quasi fuori», sussurrò, controllando attentamente la zona. Subito dopo, un sorriso gli increspò le labbra, un'espressione che Sampo non aveva mai visto prima. E prima che l'altro potesse dire qualcosa, Gepard fece un passo deciso verso di lui, avvicinandosi finché entrambi non si ritrovarono con le schiene appoggiate al muro, nascosti dietro la porta.

Gepard sollevò il braccio sinistro e le sue dita sfiorarono delicatamente il mento di Sampo. Lo abbassò, obbligando il truffatore a guardarlo negli occhi. Poi lo baciò con una passione travolgente, senza esitazione. Quel bacio fu profondo, quasi possessivo.

Quando Gepard si staccò, con il fiato corto, i suoi occhi brillarono di una luce maliziosa. Allora avvicinò le labbra all'orecchio di Sampo, sussurrando, «Lo volevi, eh? Ora accontentati, perché sarà l'ultimo fino a che la missione non sarà finita. Chiaro? È un ordine».

Sampo, per una volta, rimase in silenzio, leggermente sorpreso, ma affascinato. Senza pensarci troppo, afferrò Gepard per il colletto dell'uniforme e lo tirò verso di sé e lo baciò con furore, una passione incontrollata che contrastava con il freddo della notte.

Le loro labbra si scontrarono con una forza improvvisa, e per un attimo sembrava che anche Gepard fosse sul punto di cedere, ma prima che il momento potesse evolversi ulteriormente, posò una mano ferma sul petto di Sampo, spingendolo leggermente indietro. I suoi occhi azzurri come il cielo, ora seri, incontrarono quelli verdognoli di Sampo, «Basta. Abbiamo una missione. Non possiamo permetterci distrazioni proprio adesso...».

Sampo si leccò le labbra, ancora assaporando il bacio, e rispose con una risatina leggera, cercando di mascherare la tensione del momento, «Perdonami, Geppie. Non riesco a resistere».

Gepard lo osservò per un istante, poi sospirò profondamente, «Lascia perdere, Sampo. Concentriamoci per favore, te lo chiedo come una supplica», disse, poi fece una pausa, inclinando la testa come se stesse ascoltando qualcosa in lontananza.

«Sento delle voci», mormorò, «I nostri obiettivi sono qui. È ora o mai più».

Raddrizzando la postura, Gepard strinse il pugno preparando il suo scudo di ghiaccio e assumendo un'espressione risoluta. Poi, si mosse rapido verso l'uscita, aspettando che Sampo lo seguisse. Senza bisogno di ulteriori parole, si affiancarono alla porta. Sampo si chinò leggermente, pronto a scattare al momento giusto, mentre Gepard fece scorrere lentamente la maniglia verso il basso.

In un solo movimento, spalancarono la porta e scattarono fuori dalla copertura. Gepard, con il suo scudo alzato, si lanciò in avanti, bloccando i primi colpi che gli vennero incontro, creando uno spazio sicuro per l'attacco. Sampo, con agilità e destrezza, si mosse come un'ombra, sfruttando l'effetto sorpresa.

Gli uomini dall'altra parte della piazza rimasero per un attimo paralizzati, sorpresi dall'irruzione improvvisa, dando a Sampo e Gepard il vantaggio di cui avevano bisogno. Sampo colpì con precisione, mentre Gepard avanzava neutralizzando ogni ostacolo sulla loro strada.

Mentre l'ultimo degli uomini crollava a terra, una figura imponente apparve nell'ombra della piazza. Indossava un lungo mantello scuro e una maschera che nascondeva il volto, ma la sua voce tradiva un tono arrogante e sicuro di sé, «Complimenti, Koski. Non pensavo che riuscissi davvero a fuggire... e con un Capitano delle Guardie, niente meno».

Sampo strinse i denti, riconoscendo subito la voce, «Tu! Sei tu che mi hai ingannato!».

L'uomo rise con freddezza, «Ingannato? Sei stato tu a sottovalutare la mia offerta. Pensavi davvero di poter fare il doppio gioco con me?», fece un passo avanti, fissando i due, «Ma adesso, tutto questo finirà qui, sapete anche troppo per i miei gusti».

Gepard, con lo scudo sollevato si preparò a combattere, «Non possiamo permetterlo! Avanti, fateci vedere di cosa siete capaci!».

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