Sammy
«Che ci fa lui qua? In casa mia non entra!»
«Amore, per favore... volevo solo farlo uscire un po' dalla Tana... l'aria è irrespirabile e non voglio lasciarlo da solo, non in un momento del genere» rispose Charlie cercando di entrare nel loro appartamento.
Il volto di Sammy era rosso e livido di rabbia, ma si spostò comunque per fare spazio a Charlie, seguito a ruota da George. Il ragazzo teneva la testa bassa ed evitò di incrociare lo sguardo della bionda. Questo, però, la fece infuriare ancora di più.
«Cos'è, non hai nemmeno il coraggio di guardarmi? Tira fuori le palle, George. Le stesse palle che hai avuto nel fare una cosa così disgustosa!» sputò lei rabbiosa.
«Samantha! Adesso basta! Lascialo in pace!» rispose Charlie alzando un po' la voce. Non lo aveva mai fatto con lei, e questo la fece trasalire.
«Basta? Sul serio, Charles? Vuoi che smetta? Benissimo, allora facciamo così. Prendo le mie cose e me ne vado qualche giorno a stare con Bel, visto che lei ha davvero bisogno di sostegno e supporto in questa situazione, non lui!» disse puntandogli il dito contro.
Dopo essersi recata in camera e aver preso un borsone con qualche indumento, si avviò di nuovo verso la porta.
«Alec dorme, cercate di non svegliarlo. Lo lascio alle tue cure, vedi di non fare casino» disse rivolta al compagno. «Ma tu, tu il mio bambino non lo devi toccare. Hai capito? Sei un mostro, e mi fai schifo. Cercherò di tollerarti perché sei il fratello di Charlie, ma non credere che avrai da me più di questo. Ti avevo avvisato... tu non dovevi farla soffrire, e invece le hai frantumato il cuore. Spero solo che la scopata sia valsa la pena, eh George? Altrimenti hai fatto tanta fatica per niente! Ah, e un'altra cosa. Non provare a presentarti a casa sua, non provare a cercarla. Scordati di lei, scordati il suo nome e vai avanti con la tua vita. Dalle modo di riscostruire la sua. Falla essere di nuovo felice senza di te! Perché per ora le hai solo incasinato l'esistenza!» esclamò amareggiata, prima di uscire dalla casa e chiudersi con poca delicatezza la porta alle spalle.
George rimase paralizzato, in piedi al centro della sala. Dopo lo sfogo di Sammy, portò le mani al petto e strinse forte il tessuto della felpa che indossava, mentre il respiro gli si mozzava in gola.
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«Che significa che parti per l'America?»
«Significa esattamente quello che ho detto, Sammy. Lucas mi ha proposto un lavoro come sua assistente personale in una filiale e ho accettato. Tutto qua.»
«Tutto qua? Bel, non puoi fare una cosa del genere! Non te ne puoi andare così!» esclamò Sammy entrando nella stanza. Sua sorella Pam si trovava seduta ai piedi del letto, mentre Isabelle era ancora sotto le coperte, con gli occhi socchiusi.
«Invece posso. E lo farò. Stare ancora in questa città fa troppo male... è diventata tossica per me. Mi ha tolto troppo, e non posso resistere un secondo di più...» rispose Isabelle in un sussurro.
«E a noi non pensi? Non pensi a me, a Pam, non pensi ad Alec? Oppure a Beth? E tua madre? Cristo, Bel! Come puoi pensare che scappare possa risolvere la situazione?» iniziò ad urlare Sammy, visibilmente nervosa. L'incontro con George di qualche momento prima di certo non aveva aiutato.
«Sammy, calmati...» disse Pam.
«Io non mi calmo proprio per niente! Capisco tutto, ma questa non è la soluzione! Fuggire non è mai la soluzione!»
Isabelle si alzò con la schiena di scatto dal letto, con gli occhi cerchiati di nero e pronti a sgorgare lacrime. «E quale sarebbe la soluzione? Restare qua? Continuare ad andare a lavoro ogni mattina come se niente fosse, continuare a comportarmi come se non avessi il cuore a brandelli? Come puoi essere così egoista, Sam?»
«Ma... io...»
«Tu cosa? Tu non sei stata tradita, tu non hai scoperto Charlie a letto con un'altra! Io invece sì, e questo mi uccide ad ogni respiro che faccio! Come posso stare qua, in questa città, con la paura di incontrarlo ad ogni angolo? Come farò a venire ai compleanni di Alec, a tutte le ricorrenze, sapendo che lui ci sarà? Perché lui ci sarà, che tu lo voglia o no è diventato parte della tua famiglia! E io non posso, non ci riesco. Non posso vederlo felice... felice insieme a...lei» disse scoppiando in un singhiozzo strozzato pronunciando l'ultima parola. Mise le mani al volto e si perse in un pianto disperato, senza fine.
«Oh no, tesoro...»
Pam accorse da lei, stringendola in un forte abbraccio e guardando in modo torvo la sorella. Isabelle non aveva bisogno di essere attaccata, aveva bisogno di essere sostenuta. Aveva bisogno di qualcuno che la aiutasse a rimettere insieme i pezzi di un cuore distrutto.
«Bel... mi dispiace tanto. Scusami...» disse Sammy a voce bassa, mentre si inginocchiava di fronte al letto.
Lei si sciolse dall'abbraccio di Pam e la fissò intensamente negli occhi. «Mi dispiace Sammy... voi siete la mia famiglia, siete la mia vita... ma io adesso sento il bisogno di scappare. È l'unica cosa che può salvarmi. Ti prego... cerca di capire la mia scelta. Questo non significa che non ci sentiremo... o che un giorno non tornerò qua da voi. Ma per adesso ho solo bisogno di allontanarmi da tutto questo...devo allontanarmi da tutto ciò che mi ricorda lui».
Sammy iniziò a piangere silenziosamente. Quanto era difficile lasciare andare, e soprattutto la sua persona, la sua Bel. Avevano condiviso ogni momento insieme nella vita, fin da piccole. Ogni gioia, ogni risata, ogni dolore, ogni lacrima. Le aveva stretto la mano nei momenti più difficili e l'aveva guardata spiccare il volo negli istanti più belli ed emozionanti. Aveva pianto e sofferto insieme a lei per quel lutto così improvviso, e non aveva mai lasciato il suo fianco.
«Come posso fare senza di te, piccola mia?» chiese accarezzandole i capelli.
«Non lo so... perché nemmeno io so come farò senza di te... Sammy ti prego, abbracciami...»
E in quell'abbraccio stretto era racchiuso tutto il loro mondo.
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Mini capitoli, brevi ma intensi! Fatemi sapere se vi sono piaciuti!
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