Beth
«Ancora non riesco a crederci, Bel. Non riesco a spiegarmi questa cosa... mi sembra impossibile».
Isabelle, di fronte a lei e impegnata a piegare i vestiti da mettere in valigia, alzò le spalle. Il suo sguardo non tradiva nessun tipo di emozione, sembrava un automa. Beth era davvero preoccupata per le condizioni dell'amica. Da quel giorno, infatti, non era più la stessa, anche se continuava a mentire a sé e agli altri.
«Preferirei non parlarne più, Beth. Voglio solo concentrarmi sul fare le valigie e andarmene presto...»
Beth annuì, pensierosa. Dopo qualche minuto di silenzio, trovò il coraggio di parlare di nuovo. Era arrivato il momento tanto atteso. Il momento di scoprire le carte.
«Bel... io credevo che avremmo avuto più tempo...»
«Più tempo per cosa, piccola?» rispose lei distrattamente.
«Ecco... io devo confessarti una cosa. Per ora l'ho detto solo a... non importa».
Isabelle si irrigidì, di nuovo. Ogni volta che qualcuno menzionava George, anche indirettamente, era così. La ragazza trasaliva, e si chiudeva in un mutismo totale, immersa nei suoi pensieri, immersa nel suo dolore.
«Scusami, Bel. Non volevo turbarti... Per ora l'ho detto solo a lui...» disse a voce bassa. «Ma stavo cercando il coraggio di parlare di questa cosa anche a te. Vedi... forse ti starai chiedendo perché io non parli mai di ragazzi. Perché io non ti dica quanto sono fighi i tipi della mia facoltà, quanto mi piace Beckham oppure Nick Carter, e via dicendo... beh... oh cazzo, è più difficile del previsto...»
Isabelle, sentendo il suo tono di voce incerto e agitato, si concentrò completamente su di lei. La guardò con occhi comprensivi, gli stessi con cui l'aveva guardata la prima volta due anni fa, quando si sentiva ancora una ragazzina. Adesso tanto piccola, Beth, non lo era più. Frequentava il primo anno di università ed era cresciuta moltissimo. Adesso la raggiungeva quasi in altezza e da sotto i vestiti larghi che ancora amava indossare, si potevano intravedere le forme della donna che stava piano piano diventando. I capelli neri con i ciuffi rosa da punk erano stati sostituiti da un castano chiaro con qualche colpo di sole. Le donavano davvero molto, andando ad incorniciare e risaltare quel meraviglioso visino angelico. Qualche mese prima, Beth aveva ritrovato delle foto di sua madre e, osservandosi allo specchio, si rendeva conto quanto ogni giorno le assomigliasse sempre di più, soprattutto dopo il suo cambio look.
Beth sospirò, contorcendosi le mani che teneva in grembo. «Insomma... ho capito che mi piacciono le ragazze. Sono lesbica... e giuro che questo è un peso che mi porto dentro da mesi. Non ce la faccio più a tenere questo segreto con te, che sei come una sorella, anzi una mamma per me» terminò con gli occhi lucidi.
«Tesoro... perché hai aspettato così tanto a parlarmene? Lo sai che a me puoi dire tutto, soprattutto una cosa così importante!»
La ragazza tirò su con il naso. «Non lo so... quindi non sei arrabbiata con me? O delusa da me?»
Portava dentro di sé da mesi la paura viscerale che i suoi amici, anzi la sua nuova famiglia, le avrebbero voltato le spalle. Sapeva bene cosa significasse essere omosessuale nella società moderna, sentiva le frecciatine di scherno lanciate per strada verso ragazzi o ragazze che, semplicemente mano nella mano, cercavano di dimostrare al mondo il loro amore senza paura. Aveva il terrore che, per questo, sarebbe rimasta sola. Di nuovo.
«Beth, per quale motivo dovrei essere arrabbiata con te? Sono così felice che tu abbia finalmente capito chi sei, che tu abbia capito cosa ti rende felice, o meglio chi potrebbe farlo. Voglio solo il bene per te, che tu possa vivere una vita piena di gioia e di cose belle... quindi no, non sono delusa da te. Casomai sono fiera della magnifica donna che sei e che continuerai ad essere».
La strinse in un forte abbraccio materno, in cui entrambe si crogiolarono per diversi minuti. Beth e Isabelle erano come due metà strappate troppo presto dalle loro parti complementari. Trovandosi erano riuscite a completarsi, a rendere meno doloroso lo stare in piedi dopo tanto sofferenza.
Beth era davvero al settimo cielo. Sapere che la sua mamma acquisita, una delle persone che si erano prese cura di lei fornendole un tetto sopra la testa e tenendola per mano in momenti difficili, accettava il suo più profondo essere, le faceva scoppiare il cuore di gioia.
«Come faccio senza di te, Bel... non sarà più lo stesso ora che te ne andrai...» disse sussurrando.
«Lo so tesoro... anche per me sarà lo stesso. Mi mancherai...»
Dopo diversi minuti di silenzio, Beth pose una domanda spiazzante. «Perché non mi porti con te? L'università di lettere che ho scelto non mi piace nemmeno tanto... vorrei fare altro, e vorrei cambiare un po' aria. Con la ragazza con cui stavo uscendo non è andata a finire bene e... io in questa città senza di te non penso di poterci resistere...»
«Ma come farai con tua madre? Non potrai più andare a trovarla ogni volta che vuoi...»
Beth scosse la testa. «Bel, se c'è una cosa che ho imparato da te è che non ha importanza che io mi trovi a Londra, in America o in qualsiasi altra parte del mondo. Mamma è sempre con me, è proprio qua» disse posando il palmo della mano sul petto, all'altezza del cuore. «Me lo hai insegnato tu, ricordi?»
«E invece con... lui? Non penso che reagirà bene...» chiese Isabelle. Beth osservò la smorfia di dolore dipingersi sul suo volto. Non riusciva ancora a pronunciare il suo nome, la ferita era ancora troppo fresca. «Voi siete super legati, sei come una sorellina per lui...»
«Sinceramente parlando... dopo quello che ti ha fatto, mi ha deluso molto. Certo, gli voglio ancora bene ma... non riesco più a guardarlo con gli stessi occhi. Ti prego... portarmi con te... pensi che sia possibile?»
Aveva sempre avuto un debole per George, ma dopo ciò che aveva combinato... non se la sentiva di abbandonare la sua amica per restare in una città dove avrebbe dovuto incontrarlo, sorridergli e parlargli facendo finta che niente fosse accaduto. Semplicemente, non poteva.
Isabelle esitò per qualche secondo. «Posso provare a sentire Lucas ma... non penso che ci siano grandi problemi. Mi ha detto che avrò un appartamento tutto per me e forse potresti stare con me... farò un tentativo, va bene?»
La ragazza schioccò un bacio sulla guancia dell'amica, sorridendo felice. «Sei perfetta, Bel! Non vedo l'ora di partire!»
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Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
I prossimi saranno su George, Lucas, Angelina e Isabelle. Tenetevi pronti!
Baci stellari a tutti ✨
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