Angelina

Disclaimer: overdose

«Ti amo così tanto...»

Silenzio

«George, mi hai sentito?»

Silenzio

«Stai dormendo?»

Il ragazzo si mosse sotto le lenzuola, girandosi verso di lei. Con un braccio le cinse la vita e la avvicinò a sé.

«È stato bellissimo...» sussurrò lui, dolcemente.

Angelina sorrise, mentre il cuore le scoppiava. Aveva bevuto, ma era abbastanza lucida da ricordare ogni sensazione, ogni respiro, ogni carezza, ogni bacio lasciato sulla sua pelle.

George era finalmente suo.

«Ti amo così tanto anche io, Isabelle...»

La ragazza si pietrificò sul posto. Il mondo le crollò con tutto il suo peso addosso e si sentì morire.

George l'aveva scambiata per lei.

⸞⸞⸞⸞⸞⸞

«Te lo giuro, Angie. Non so se mi fai più schifo tu o lui. È una scelta difficile.»

«Che tu ci creda o no, mi sento enormemente in colpa, Lee.»

«Mi dispiace, non ci credo nemmeno un po'» le rispose il suo amico, sedendosi di fronte a lei nella cucina del suo appartamento. «Avanti, che vuoi? Devi muoverti, Pam tornerà tra poco, e se ti trova qua non so cosa potrebbe succedere. E poi, detto sinceramente, non credo che tenterei di fermarla».

La ragazza abbassò lo sguardo, dispiaciuta e colpevole. Credeva che avrebbe trovato in Lee una spalla su cui piangere, qualcuno con cui confidarsi. Era sempre stato uno dei suoi migliori amici, si era sempre sentita libera di parlare di tutto con lui, si era sempre sentita sé stessa.

«Allora?» chiese Lee, impaziente.

«Ok, allora... io volevo chiederti scusa. Non deve essere stato bello assistere a quella scena l'altro giorno...» disse contorcendosi le mani in grembo. «Mi sento una merda... ma è successo. E nonostante tutto, non mi pento. Tu sai che lo amo...»

La risata di Lee fu dolorosamente sarcastica. «Cosa? Tu vieni a chiedere scusa a me? Devi aver perso davvero la testa, Angelina. Tu non devi chiedere scusa a me. Tu devi scusarti con quella povera ragazza. Le hai rovinato la vita, lo capisci? Anzi, mi correggo. Entrambi le avete rovinato la vita.»

«Lo so...» rispose lei in un sussurro.

«Non riesco a stare zitto, non più Angelina. E questa cosa te la voglio dire. Hai veramente toccato il fondo. Non ti bastava scoparti Fred, non è vero? Dovevi fare un doppio colpo, volevi esporre i due trofei di casa Weasley. Pensi di passare anche a Ron, o Percy adesso?»

La ragazza abbassò lo sguardo, amareggiata. Ciò che aveva detto Lee l'aveva ferita profondamente, proprio perché non corrispondeva alla realtà dei fatti, alla realtà dei suoi sentimenti. Fred era stato il primo amore adolescenziale, anche se non avevano mai ufficializzato la loro relazione. Piano piano si era accorta di provare qualcosa di più che semplice amicizia per George, per poi scoprirsi perdutamente innamorata di lui proprio poco prima della guerra. Ma la morte improvvisa di Fred l'aveva sconvolta, aveva posto un arresto allo sviluppo dei suoi sentimenti genuini verso quel ragazzo con i capelli rossi e il cuore d'oro. È vero, si era comportata come una stronza negli ultimi mesi, ma l'amore per George non era mai stato messo in dubbio.

«Lee, questo non è vero...»

«Lascia perdere, non mi va di starti a sentire. Non mi interessa più di niente di voi, delle stronzate che fate insieme. Tenetemi fuori da tutta questa storia... sono stato chiaro?»

Angelina tentò di rispondere, ma fu interrotta dalla porta di ingresso che si apriva. Di fronte a loro comparve Pam. Sembrava sconvolta, e aveva gli occhi rossi e lucidi.

«Amore, che è successo?» chiese Lee preoccupato, raggiungendola immediatamente.

Pam sembrava davvero agitata, tanto da non esprimere neanche il suo disappunto per la sua presenza nel loro appartamento. Si limitò a guardarla di sbieco, con uno sguardo a metà tra l'arrabbiato e il deluso.

Lee la avvolse nella sua stretta, e questo provocò una fitta di gelosia in Angelina. Quanto aveva sognato di poter ricevere quel tipo di contatto da George, e adesso che ci era riuscita, non era per niente soddisfatta. Sapeva bene dentro di sé che tutto ciò era avvenuto solo per cause esterne e fortuite, e non perché lui la desiderasse veramente. Non la amava più, e questo le spezzava il cuore. Ormai il loro treno sembrava passato. Il fatto che lui l'avesse chiamata con il nome di Isabelle, inoltre, continuava a spezzargli il cuore. Si sentiva rifiutata, e si pentì di non essere riuscire a confessare prima tutto l'amore che provava per lui.

«N-non ti ho detto niente... non potevo dirti niente... lei me lo ha fatto giurare ma... adesso lei se ne è andata e io mi... io non ce la faccio...» disse Pam, prima di scoppiare a piangere copiosamente.

«Chi ti ha fatto giurare cosa, amore?»

La bionda si asciugò le lacrime con la manica del giacchetto. «Bel... mi ha fatto giurare di non dire a nessuno questa cosa... ma adesso non ha più senso tenere questo segreto nascosto.»

«Quale segreto? Mi fai preoccupare...» rispose Lee.

«Isabelle è partita, se ne è andata. Sono appena stata in aeroporto per salutarla insieme a Sammy. Non la rivedremo più...»

⸞⸞⸞⸞⸞⸞

«Qua non c'è. Dove potrebbe essere?»

«Quando lo hai sentito l'ultima volta?» chiese Lee, ritornando in salotto dopo aver perlustrato le camere dell'appartamento sopra il negozio.

«Io non lo vedo e non lo sento da quel giorno. Tu piuttosto?»

«Sono stato qui qualche giorno fa, ma sono andato via dopo poco. Non rispondeva nemmeno alle mie domande, era come parlare con un fantasma.»

«Lee, dobbiamo trovarlo... nonostante tutto siamo e rimarremo sempre i suoi migliori amici. Non dobbiamo e non possiamo abbandonarlo proprio ora. Non adesso che lei se n'è andata... non lo sa ancora, ma dobbiamo avvisarlo».

Lee scosse la testa, sospirando. «Non sai quanto mi costa dirti questa cosa ma... hai ragione. Dobbiamo stargli vicino, soprattutto adesso. Anche se è l'ultima cosa che vorrei fare... ma è quella più giusta. Possiamo provare ad andare a vedere all'appartamento dove viveva con Bel... oppure alla Tana, anche se mi sembra strano. Mi ha detto Charlie che l'aria è irrespirabile anche lì, Ginny e Molly sono parecchio incazzate».

Si smaterializzarono a Soho, di fronte alla porta. Dopo aver suonato diverse volte il campanello e non aver ricevuto nessuna risposta, con un "Alohomora" entrarono nell'ampia sala della casa.

«George?»

«George, sei in casa?»

Ancora niente.

«Facciamo un giro, io vado a vedere nelle camere, tu guarda in bagno» esclamò Lee mentre si avviava verso la zona notte.

A passi lenti si avvio verso il bagno, con una sensazione strana che le contorceva lo stomaco. La porta era chiusa ma la luce era accesa e filtrava da sotto.

«George?»

Aprì piano la porta, e dovette reggersi al pomello per non svenire.

«George! Oh no, George!»

C'era un corpo dentro la vasca. Era completamente immerso dentro l'acqua, ed era immobile. Angelina si avvicinò di scatto, prendendolo da sotto le braccia e tirandolo a fatica fuori. Osservandolo, riconobbe le lunghe gambe, il torso e le spalle muscolose. La mascella squadrata e il naso con la gobbetta. Ma il colore dei capelli le fece dubitare per un secondo che quello fosse davvero George.

Il tipico rosso, tratto distintivo della famiglia Weasley, era stato sostituito da un nero pece. I ciuffi scuri e grondanti ricadevano sulla sua fronte aggrottata.

Poi lo sguardo della ragazza si spostò a terra, di lato alla vasca. Vide due flaconcini stappati, riversi a terra.

«Lee! Lee, vieni subito qua!» iniziò ad urlare lei, capendo la gravità della situazione.

«Cos'è successo? Oh cazzo... no! No, George!»

Lee prese la boccette, leggendo le etichette.

Antidepressivi Triciclici

Benzodiazepine

«Cazzo... cazzo! No...» disse Lee, mettendo le mani davanti alla bocca. «Che hai combinato, Georgie...»

Improvvisamente, il corpo del ragazzo venne colto da forti sussulti e dalla bocca iniziò ad uscire della schiuma mista a vomito.

«Lee, è ancora vivo!» esclamò lei, con le lacrime agli occhi.

«Dobbiamo portarlo subito al San Mungo! Forza, aiutami a tirarlo su!»

⸞⸞⸞⸞⸞⸞

«Pronto?»

«Ali... sono io...»

«Angie, che succede? Stai... stai piangendo per caso? Cosa è successo?»

«Ali... ho fatto una cosa terribile... ti prego... t-tu... devi aiutarmi.»

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top