MY LIFE; PARTE DUE (GRACEY)


In lontananza, dall'esterno della villetta a due piani, giunge alle mie orecchie il rombo di un tuono, che contribuisce a dare una sfumatura inquietante all'atmosfera tesa che si è creata tra me e l'uomo di cui mi sono innamorata; lo vedo prendere un'altra boccata dalla sigaretta accesa, stretta tra le dita della mano destra, e buttare fuori una nuvola di fumo grigio dalle labbra socchiuse.

"Ti ascolto" sussurro, appoggiandomi allo schienale della sedia, con le mani strette in grembo per prepararmi a quello che sentirò.

E fin dalle prime parole pronunciate dalla sua voce strascicata, capisco che finalmente mi sta raccontando la verità nuda e cruda, senza ricami, intarsi e merletti di bugie.

"Sono nato in una piccola cittadina dell'Alabama, Conecuh County" inizia, rivolgendo gli occhi scuri in direzione di una finestra, su cui la pioggia ha iniziato a picchiettare contro il vetro "ti ho già raccontato che mia madre era gravemente malata, ma non ti ho mai detto nulla dell'uomo che ha contribuito alla mia nascita, e questo perché era un grandissimo bastardo, oltre ad essere un animale che non si è fatto remore ad approfittare della propria sorella. Io sono il frutto di quello stupro incestuoso. Ma ovviamente questo non era già riprovevole e disgustoso per lui... E così, quando si è stancato di sfogare la propria perversione nei confronti di mia madre, si è concentrato su di me. Ho vissuto con loro fino all'età di quattordici anni, fino al giorno in cui il bastardo non ha avuto un infarto, a quel punto sono stato affidato alle cure di mia zia Meg e di mio cugino James, mentre Audrey è stata ricoverata in una clinica privata, la stessa in cui le ho dato l'ultimo saluto. Ho trascorso tre anni sereni a casa di mia zia, forse gli unici di tutta la mia vita, poi tutto è cambiato di nuovo quando sono stato costretto ad andare a scuola, anziché continuare gli studi a casa. E lì sono iniziati i guai..."

"Oh, mio dio, Theodore..." mormoro, già profondamente sconvolta, perché non immaginavo che avesse alle proprie spalle un'infanzia così difficile; allungo la mano destra per stringere la sua, ma vengo bloccata con un gesto secco.

"Non sono mai riuscito ad integrarmi all'interno della classe, perché tutti mi vedevano come quello strano. Lo sfigato con il volto sfigurato dall'acne. Ho avuto anche parecchi problemi con il bullo della scuola, Jason, perché aveva subito visto in me un ottimo bersaglio... Naturalmente c'era mio cugino a difendermi e a sostenermi, ma non sempre ho seguito i suoi consigli e ne ho pagato le conseguenze..." fa una breve pausa per posare il mozzicone di sigaretta dentro un posacenere, schiacciandolo con più forza del necessario "nella mia classe c'era la ragazza più bella dell'intera città. Ava. Sembrava un angelo sceso in Terra tant'era perfetta e tutti, me compreso, avevano una cotta per lei ed avrebbero fatto follie pur di trascorrere del tempo in sua compagnia. Io ho avuto quell'onore, se così possiamo chiamarlo: un giorno, al termine delle lezioni, si è avvicinata a me e mi ha chiesto se potevo darle qualche ripetizione in letteratura perché non riusciva a capire l'ultimo argomento. Ovviamente io ho accettato subito, senza pensarci neppure per mezzo secondo, dopotutto quando mi sarebbe ricapitata un'occasione simile? Per un po' di tempo ci siamo visti regolarmente in biblioteca, ma non ho mai avuto il coraggio di chiederle un appuntamento per timore di essere rifiutato e deriso. Questo, almeno, finché non è stata proprio lei a chiedermelo: un appuntamento al chiaro di luna in un vecchio fienile che sorgeva in una zona isolata di Conecuh County. Anche in questo caso ho accettato subito, ma quando l'ho comunicato a Jimmy... Lui non era altrettanto contento"

"Perché? Anche tuo cugino aveva una cotta per lei?"

"Lo credevo anche io, invece era una questione completamente diversa: conosceva Ava da molto tempo e sapeva che aveva sempre avuto un debole per Jason, il bullo della scuola. Io non ho voluto ascoltarlo, ritenevo che la sua fosse solo invidia ed ho difeso Ava dicendo che, evidentemente, aveva aperto gli occhi e si era resa conto di quanto Jason fosse solo un grande idiota senza un briciolo di cervello. E così sono andato all'appuntamento, ignorando gli avvertimenti di Jimmy, e, come ti dicevo prima, ne ho pagato le conseguenze" Theodore si ferma di nuovo per accendersi un'altra sigaretta, per rilassare i nervi e per fare una riflessione "non posso crederci. Sono trascorsi trentasei anni da quel giorno, ed ancora faccio fatica a parlarne... In ogni caso, quell'appuntamento nel fienile non è stato altro che una trappola architettata da Jason, ovviamente. Voleva vendicarsi perché una volta sono riuscito a picchiarlo e lo ha fatto nel peggiore dei modi, chiedendo la complicità della ragazza di cui ero innamorato. E lei ha accettato perché era pazza di lui. Non so che cosa le abbia promesso, forse un'uscita romantica al cinema, non ha importanza... La cosa veramente importante è che mi sono ritrovato imbrattato del sangue di qualche animale e di paglia secca, deriso da quel coglione e dal suo gruppo di amici. Per giorni ho finto di avere la febbre perché non avevo la forza di andare a scuola ed affrontare le persone che mi avevano umiliato in quel modo... Alla fine è stato James a convincermi. Lui mi ha sempre aiutato moltissimo"

"Mi dispiace terribilmente" mormoro una seconda volta, scuotendo la testa, sforzandomi di non versare una sola lacrima; l'ex compagno di mia madre si accorge dei miei occhi lucidi e prorompe in una mezza risata, che si spegne rapidamente.

"Non piangere e non guardarmi con compassione. Lo odio. E poi finora ti ho raccontato la parte meno difficile... Poco tempo dopo il mio primo appuntamento disastroso mi sono messo veramente nei casini: la mia media scolastica era crollata drasticamente, ero riuscito a recuperare la maggior parte delle materie negli ultimi mesi prima della pausa estiva, ma non a fare lo stesso con matematica. Sono stato rimandato nonostante le suppliche che avevo rivolto alla professoressa ed ho deciso di vendicarmi. Volevo farle prendere un piccolo spavento: io e Jimmy ci siamo introdotti nella sua abitazione, di notte, per dare fuoco ad un imponente orologio a pendolo che aveva nel salotto, vicino alle scale, ma abbiamo esagerato con la candeggina e le fiamme si sono propagate per tutta la stanza. Noi siamo riusciti a scappare e fortunatamente anche lei, ma sono stato visto e riconosciuto e mi sono beccato tre anni di riformatorio... Jimmy è stato la prima persona che ho visto quando sono ritornato in libertà e mentre tornavamo a casa, per puro caso, ho incontrato Ava. Ricordo ancora che era molto sorpresa, perché ero cambiato moltissimo e l'acne era ormai solo un brutto ricordo. In quell'occasione mi ha chiesto di perdonarla per la cazzata che aveva fatto, per avere assecondato il piano di Jason, e sai io che cosa ho fatto?" mi guarda, ed io scuoto la testa "le ho chiesto di uscire, per rimediare al nostro primo appuntamento"

"Ohh!" esclamo, sorpresa "e immagino che abbiate avuto una relazione"

"Non esattamente. Diciamo che l'appuntamento è andato proprio come io avevo progettato nei minimi particolari, ma non era come Ava se lo era immaginato"

"Che intendi dire?"

"Non potevo sprecare un'occasione simile, non potevo non restituire ad Ava tutto il dolore e l'umiliazione che mi aveva procurato. L'ho portata dentro quel fienile e quello che è successo mi ha procurato sei anni di reclusione al carcere di Donaldson, a Springfield, per stupro aggravato perché l'ho minacciata e ferita con un cacciavite. La mia piccola vendetta personale mi ha procurato il mio primo lasciapassare per il carcere a soli vent'anni"

"E come è stato?" gli domando, preferendo non pensare a come deve essersi svolta l'intera scena nel vecchio fienile abbandonato.

"Il carcere? Orribile" commenta, con una bassa risata, spegnendo il secondo mozzicone "il carcere è un mondo a parte, Gracey, con regole a parte. O ti fai un nome o sei costretto a chinare la testa ed obbedire se vuoi sopravvivere e non avere guai. Ed io sono stato costretto a farlo perché non ero nessuno, e soprattutto perché mi sono ritrovato a dividere la cella con un vero maniaco sessuale"

"Mio dio!"

"Ohh, no, non essere così sconvolta. Forse da un certo punto di vista devo considerarmi fortunato per i sei anni che ho trascorso insieme a Wolf, perché mi ha insegnato tutto ciò che dovevo conoscere riguardo alla vita dietro le sbarre... Questo, però, ha creato una crepa nel rapporto tra me e mio cugino: quando gli ho raccontato ciò che dovevo fare, lui non ha reagito molto bene ed ha troncato ogni rapporto con me. Ma non appena sono uscito ho scoperto che c'era altro dietro. Aveva preso una brutta strada, allontanandosi da casa, da me e da sua madre. Mi sono occupato di James per quattro anni interi, per farlo uscire dalla tossicodipendenza, e ci sono riuscito lasciando completamente da parte la mia vita. Quando, ormai, il periodo peggiore era passato, mia zia e mio cugino hanno insistito perché uscissi: secondo loro avevo bisogno di staccare la spina e prendere una serata solo per me, io non volevo ma alla fine sono stato costretto a prendere la macchina e ad andare nel primo pub che ho trovato per strada. E lì ho incontrato Annabelle"

"Annabelle?" ripeto, e lui annuisce con il capo.

"Era una ragazzina che era stata scaricata dalle amiche in seguito ad un brutto litigio. Stava cercando un passaggio per tornare a casa e l'ha chiesto a me, perché secondo lei ero il ragazzo più attraente del locale. L'ho fatta salire in macchina, abbiamo iniziato a parlare ed io, come battuta, le ho detto che desideravo qualcosa in cambio, e se non aveva soldi con sé poteva pagarmi in un altro modo. Naturalmente scherzavo, ma lei l'ha presa molto seriamente e me la sono ritrovata a cavalcioni sulle mie ginocchia, con le sue labbra premute contro le mie... Non ti ho ancora detto che Annabelle aveva gli occhi azzurri ed i capelli biondi, esattamente come Ava. Anche il sorriso era molto simile. L'ho allontanata da me ed ha sbattuto la testa contro la portiera. Ho provato a chiederle scusa, ma lei ha iniziato ad insultarmi ed è scesa dalla macchina guardandomi con disgusto. A quel punto ho perso totalmente la testa... Oh, cavolo!".

L'esclamazione di Theodore è dovuta da un blackout improvviso, di cui è responsabile il temporale, che spegne tutte le lampadine della cucina; sussulto, colta alla sprovvista, e deglutisco prima di alzarmi e seguire l'ex compagno di mia madre in salotto, laddove si occupa di accendere il camino, per avere una fonte di luce in attesa del ritorno della corrente.

"Stavi dicendo che la sua reazione ti ha fatto perdere la testa..." dico, prendendo posto sul divano, invitandolo a proseguire con il racconto che sta assumendo sempre di più l'aspetto di un film dell'orrore.

Peccato che in questo caso non si tratta di una pellicola cinematografica, ma della realtà.

"Sì, esatto. Sono sceso a mia volta dalla macchina, l'ho raggiunta e... L'ho uccisa. Ho preso un cacciavite che avevo in tasca e l'ho colpita più volte con quello, e quando sono tornato in me e mi sono fermato era troppo tardi... So quello che stai per chiedermi. Vuoi sapere perché l'ho fatto, vero? Che cosa è scattato nella mia mente in quel momento? Il punto è che a distanza di anni io per primo non l'ho ancora ben capito, so solo che nella mia mente ho rivisto Ava e ho rivissuto tutto quello che mi aveva fatto... Quando... Quando ho iniziato a realizzare che ero nella merda fino al collo, ho caricato il corpo nel bagagliaio della macchina, sono tornato a casa ed ho chiesto aiuto a James per occultarlo. Inutile dirti che la scelta è ricaduta sul vecchio fienile: abbiamo seppellito Annabelle sotto le travi del pavimento ed abbiamo ripulito tutte le macchine di sangue nel bagagliaio. Nessuno ha mai sospettato nulla ed il caso è stato classificato come una scomparsa volontaria... Questo, almeno, finché non hanno iniziato a sparire altre ragazze e ragazzi. Ricordo che Jimmy era preoccupatissimo in quel periodo, perché la sua fidanzata, Danielle, aveva le stesse caratteristiche degli scomparsi: occhi azzurri e capelli biondi" la voce di Theodore si trasforma in un sussurro appena percepibile, inquietante, che mi provoca l'ennesimo brivido lungo la spina dorsale; qualunque ragazza al mio posto sarebbe già scappata il più lontano possibile ed avrebbe chiamato la polizia, ma io non sono intenzionata a farlo, non sono intenzionata a prendere la benché minima decisione prima di avere ascoltato l'intera storia dall'inizio alla fine "non sono riuscito a fermarmi. Nonostante la paura di tornare in carcere non sono riuscito a fermarmi. E questo perché l'omicidio mi aveva dato un brivido che non avevo mai sentito prima... Mi sentivo vivo. Ed ogni volta che avevo tra le mie mani una ragazza o un ragazzo che mi ricordava Ava, vedevo l'ennesima occasione per restituire ciò che io per primo avevo subito... Ho fatto cose orribili dentro quel fienile, Gracey. Atti disgustosi ed irripetibili. Mio dio, mi viene la nausea solo a pensarci. Ma non posso cambiare ciò che è stato... Ho continuato in quel modo per quasi sette mesi, poi ho commesso un grave errore che ha permesso ad una ragazzina di riuscire a scappare e denunciarmi alle autorità. Me ne sono andato immediatamente da Conecuh County, senza avvisare zia Meg e James, ma la mia fuga è durata appena qualche giorno: mi hanno rintracciato in un motel, sono stato arrestato ed ho confessato ogni cosa"

"Sì, c'era scritto su un articolo" commento, sforzandomi di non pensare alle foto allegate "e c'era anche una tua fotografia durante il processo. Quanti anni avevi?"

"Trenta" risponde senza la minima esitazione nella voce, sorseggiando un bicchiere di whisky "avevo trent'anni ed il giudice ha ben pensato di condannarmi a due ergastoli, da scontare a Donaldson. Prima del mio trasferimento ho ricevuto l'ultima visita di zia Meg: era profondamente delusa ed arrabbiata con me e mi ha detto, senza mezzi termini, che dovevo dimenticare sia lei che Jimmy perché da quel momento io non esistevo più per loro e loro non dovevano più esistere per me. Un colpo duro da digerire. Fortuna che al mio ingresso a Donaldson ho trovato David ad aspettarmi... David era un ragazzo che avevo conosciuto durante la mia prima reclusione. È stato il mio unico amico... Aveva corrotto un secondino affinché venissi assegnato alla sua cella e non ha sprecato un solo istante per mettermi al corrente di quale era la situazione in prigione... E per 'situazione in prigione' mi sto riferendo a Wolf"

"Il tuo vecchio compagno di cella?"

"Sì, il maniaco sessuale, proprio lui. In mia assenza aveva rafforzato sempre di più il suo potere, trasformandosi nel padrone incontrastato dell'intero edificio. Pensa, Gracey, che aveva più potere lui del direttore stesso. Qualche giorno dopo il mio arrivo mi sono ritrovato a faccia a faccia con lui, dentro un capannone: Wolf voleva rimembrare i bei tempi andati, era sicuro che il nostro rapporto sarebbe ripreso esattamente dal punto in cui si era interrotto, ma io gli ho fatto capire che non ero più il cucciolo indifeso di dieci anni prima. Lui non ha affatto gradito la mia ribellione e lo ha dimostrato organizzando il mio pestaggio nella stanza delle docce. In quell'occasione me la sono vista parecchio brutta, credo di essere sopravvissuto solo perché Wolf aveva un debole per me, ma non era comunque intenzionato a farmela passare liscia. E così, insieme all'aiuto di David ed a quello di un altro ragazzino, ho preso in mano la situazione ed ho fatto ciò che doveva essere fatto: ho ucciso quel bastardo e nei nove anni successivi ho raggiunto, piano piano, il suo stesso livello, finché non sono diventato io il capo indiscusso di Donaldson. Peccato che abbia potuto godermi i risultati dei miei sforzi per pochissimo tempo..."

"Perché?"

"Perché il gruppo creato da me e David era diventato troppo violento ed instabile, più pericoloso perfino di quello di Wolf, e ciò ha spinto il direttore a richiedere il nostro trasferimento in un carcere di massima sicurezza in grado di gestire detenuti difficili: Fox River. Non è molto lontano da qui, sai? Si trova a Joliet... David non era molto contento del nostro trasferimento, perché già temeva che al nostro arrivo saremmo stati costretti a ricominciare tutto da capo per arrivare in alto, io invece la vedevo come un'opportunità da non sprecare assolutamente ed ho iniziato fin da subito ad organizzare un piano che consisteva nel fingere un malore per poi scappare dal furgone, tornare ad essere degli uomini liberi e ricostruirci una nuova vita in Messico, laddove le autorità non potevano più toccarci. Ovviamente nulla è andato secondo i miei calcoli" mi spiega, piegando le labbra in una smorfia, e subito dopo capisco il perché della sua espressione sofferente "volevo che il malore fosse reale e così ho chiesto a David di procurarmi una pastiglia perfetta per le mie esigenze, ma è stata fin troppo efficace. Siamo stati costretti a rallentare e lui si è beccato una pallottola allo stomaco al posto mio. Non c'è stato nulla da fare. Sono rimasto con lui fino alla fine e poi ho cercato una cabina telefonica per chiamare mio cugino. Mi sono nascosto nel bosco fino al suo arrivo e siamo tornati entrambi a Conecuh County... Danielle non era d'accordo con la decisione di Jimmy di aiutarmi nella fuga, così sono rimasto da loro pochissimi giorni, il tempo necessario per riprendermi, e poi mi sono trasferito in un'altra città per costruirmi una nuova vita, con la speranza di non essere riconosciuto ed arrestato. Ho lasciato la scelta al caso, scegliendo la destinazione ad occhi chiusi su una cartina geografica, ed è stato così che sono finito a Tribune".

Sento il mio cuore iniziare a battere più forte e stringo la presa attorno al bicchiere; bevo un sorso di whisky e lascio che il liquore mi scaldi la gola, incredibilmente secca, prima di parlare.

"E poi?"

"E poi, qualche giorno dopo il mio arrivo, ho salvato la vita ad una bambina di cinque anni, che si era persa alla Fiera e che rischiava di essere investita da una macchina. E quella bambina eri tu, Gracey, ma questa parte della storia la conosci già. Tu vuoi sapere perché io e tua madre abbiamo rotto e perché sono sparito per così tanto tempo"

"Credo di saperlo" mormoro, abbassando lo sguardo, tormentando l'angolo di un cuscino con la mano sinistra "nella cartellina che Ashley mi ha portato c'era un'altra foto che risaliva ad un tuo arresto e questa era molto più recente. Avevi addosso gli stessi vestiti di quella sera..."

"Sì, esatto, è andata proprio così" annuisce lui, confermando il mio sospetto "io e Susan non abbiamo mai litigato una sola volta, la nostra storia è stata perfetta fino a quella sera. Mentre era in cucina a lavare i piatti ha visto un servizio in TV che parlava del mio caso ed ha scoperto tutta la verità: ha mandato te e tuo fratello a letto e poi ha chiamato la polizia. Ho provato a calmarla, ho provato a spiegarle come stavano le cose, ma lei non ha voluto ascoltarmi... Ed io sono stato arrestato. La storia della piattaforma petrolifera era solo una grandissima balla per proteggere te e Zack, perché eravate solo due bambini e non voleva sconvolgervi. È stato un bel gesto da parte sua, dopotutto non c'era nessuno ad impedirle di dirvi la verità fin da subito"

"Ed è stato allora che sei finito a Fox River? Karla mi ha detto che ci hai trascorso cinque anni..."

"Esatto, ed adesso arriva la parte più complicata e surreale del racconto"

"Perché?" chiedo, corrucciando le sopracciglia, perché dopo quello che mi ha già raccontato dubito seriamente che ci sia altro che possa sorprendermi.

Invece sono costretta a ricredermi quasi subito.

"Durante il mio quinto anno di reclusione è arrivato a Fox River un ragazzo di nome Michael Scofield, che ha catalizzato fin da subito tutta l'attenzione su di sé per una curiosa coincidenza: suo fratello, Lincoln Burrows, era rinchiuso nel Braccio dei condannati alla sedia elettrica perché accusato di avere ucciso il fratello del vicepresidente degli Stati Uniti"

"Ho letto i loro nomi in un foglio... Tu sei evaso con loro!"

"Proprio così: Michael si era fatto rinchiudere apposta in carcere perché riteneva che il fratello fosse innocente e voleva farlo uscire prima che la sentenza venisse messa in atto, io e altri detenuti abbiamo scoperto per curo caso il suo piano e siamo entrati a far parte della squadra. Eravamo in dieci quando è arrivata quella fatidica notte, ma solo in otto sono riusciti a scavalcare le mura e solo in cinque possono tutt'ora raccontarlo. Io, per mia grande fortuna, faccio parte di quei cinque detenuti... Anche se ci ho rimesso un pezzo".

Alla sua battuta, il mio sguardo cade in automatico sul guanto che indossa sempre.

"Stai parlando della tua mano sinistra, vero? Non hai avuto nessun incidente sulla piattaforma petrolifera in mezzo all'oceano..."

"Non ero molto amato all'interno della squadra, soprattutto da un detenuto con cui mi ero scontrato spesso durante i miei primi cinque anni a Fox River. Sapevo che avrebbe approfittato della prima occasione perfetta per impiantarmi una pallottola nel cervello, così ho preso le dovute precauzioni e mentre scappavamo dall'infermeria ho rubato un paio di manette ad una guardia senza essere visto dagli altri. Ho chiuso un'estremità attorno al mio polso sinistro, l'altra attorno al polso destro di Michael e poi ho ingoiato la chiave, prima che potessero strapparmela dalle mani: Michael era il cervello del gruppo, di conseguenza non potevo essere ucciso, altrimenti sarebbe stato costretto a trascinarsi appresso il mio cadavere e ciò avrebbe costituito un disguido non indifferente, soprattutto quando alle tue spalle hai cani ed elicotteri che ti stanno inseguendo. Ed il mio piano ha funzionato fino a quando non sono stato trascinato all'interno di un capannone per risolvere la faccenda, perché le manette ci rallentavano. Hanno provato a rompere gli anelli di metallo con un tronchese, ma quando non ci sono riusciti, hanno ben pensato di tagliare la mia mano con un ascia e di abbandonarmi lì dentro".

Il solo pensiero della sofferenza che Theodore deve aver provato in quel momento mi procura l'ennesimo brivido nella schiena.

"E tu che hai fatto?"

"Quello che avrebbe fatto chiunque al mio posto: ho raccolto la mia mano ed ho cercato aiuto dalla sola persona di cui, all'epoca, mi fidavo ciecamente. La madre di Ben".

Eccolo.

Il momento che aspettavo.

"Non mi hai ancora raccontato nulla di lei"

"Quando arriverò alla fine della mia storia capirai perfettamente perché sono così reticente a parlarti di lei" mormora, con l'angolo sinistro della bocca leggermente incurvato all'insù "scommetto che vuoi sapere come ci siamo conosciuti"

"Sì"

"Allora sono costretto a fare un piccolo passo indietro. L'ho conosciuta poco dopo il suo arrivo, era la nuova dottoressa e tutti, a Fox River, parlavano solo di lei, ed appena l'ho vista ho capito subito il perché: mi sono ritrovato faccia a faccia con una ragazza giovanissima, con i lineamenti infantili, gli occhi azzurri ed i capelli lunghi e biondi, leggermente ondulati... Una visione paradisiaca... E poi era dolcissima, a differenza di Sara che aveva un atteggiamento molto più distaccato nei confronti di noi detenuti, soprattutto dei miei... Ohh, si, non te l'ho detto: anche Sara era una dottoressa, ecco come ci siamo conosciuti... In ogni caso, ho iniziato fin da subito a flirtare con Nicole... Un po' per noia, un po' perché sentivo di essere attratto da lei... Il mio interesse ha iniziato a mutare quando l'ho salvata da un'aggressione, nel corso di una rivolta che aveva coinvolto tutto il nostro Braccio... Ecco..." continua ad esitare, bloccandosi più volte, come se non riuscisse a trovare le parole giuste per proseguire "qualche giorno prima avevamo litigato: lei aveva scoperto chi ero e perché ero stato rinchiuso in carcere, e non voleva avere più nulla a che fare con me, di conseguenza quando mi ha visto credeva che volessi fargliela pagare per gli insulti che mi aveva rivolto. Ed ammetto che, in parte, forse aveva ragione. Ma quando ho visto i suoi occhi tutto è cambiato. Nel suo sguardo ho rivisto me stesso da ragazzino e lì ho capito che condividevamo un passato molto simile. In seguito a quell'episodio, Nickie si è riavvicinata a me e quando l'ho messa al corrente dell'evasione non ha detto nulla al direttore, perché sapeva che quello era l'unico modo per stare insieme. Nel Braccio A avevano iniziato a circolare troppe voci insistenti su noi due, rischiava seriamente di perdere il posto da un giorno all'altro... Sono andato da lei dopo che gli altri mi avevano abbandonato, e Nickie si è presa cura di me riattaccandomi la mano. E poi siamo scappati da Joliet..."

"Per ricominciare una nuova vita insieme..." concludo la frase al posto suo, con un soffio di voce, ma lui mi corregge subito, scuotendo la testa.

"Non così in fretta. Anche Nickie la pensava in questo modo, ma c'erano ancora alcune faccende di cui dovevo occuparmi prima di poter, finalmente, iniziare una nuova vita lontano da tutto e da tutti. Il primo problema erano i soldi, ma per mia enorme fortuna uno dei detenuti che doveva evadere, e che non è riuscito a farlo, prima di esalare l'ultimo respiro ci ha confessato che in un ranch nello Utah aveva sepolto ben cinque milioni di dollari. Un'occasione che non potevo assolutamente sprecare, peccato che quelle parole non erano giunte solo alle mie orecchie..." l'ex compagno di mia madre riempie di nuovo il suo bicchiere e agita la mano destra in un gesto che esprime noncuranza "ti risparmio dettagli inutili riguardo al viaggio o a quello che è successo nello Utah, ciò che importa davvero è che io e Nicole siamo riusciti a scappare con l'intero bottino, lasciando gli altri della squadra a bocca asciutta... Dopotutto se lo meritavano visto il trattamento riservato al mio povero arto superiore sinistro... A quel punto il problema dei soldi era risolto, ma mancava un ultimissimo passo da compiere"

"Noi!" esclamo "io, mio fratello e nostra madre eravamo l'ultima cosa che ti teneva legato al passato"

"Sì, avevo bisogno di rivedere tua madre e di parlarle... Tu non lo sai, ma una volta è venuta a farmi visita in carcere... Glielo aveva consigliato la sua terapista: secondo lei dovevo sapere quanto si fosse sentita tradita dalle mie bugie... Ma non era l'unica".

Mi passo la lingua sulle labbra, vago con lo sguardo sulla stanza e mi concentro sul fuoco nel camino, che si sta trasformando in un'esile fiammella, e continuo a fissarlo anche quando rivolgo a Theodore una domanda di cui voglio conoscere subito la risposta, perché non sono sicura di voler vedere davvero ciò che potrei leggere nei suoi occhi.

"Volevi vendicarti?"

"Ero molto deluso ed amareggiato quando ho ricevuto la visita di tua madre, Gracey, ed ho lasciato che fosse la rabbia a parlare... Ma no, non ho mai pensato, neppure per un solo secondo, di far del male ad uno di voi tre. Non era una recita, ero davvero contento di rivedervi, volevo riuscire a rimediare in qualche modo, ma non sono riuscito a farlo capire a Susan... Credo che sia stato già tanto il fatto che non abbia chiamato la polizia per denunciarmi nuovamente... Adesso sai quello che è successo davvero. Sai perché la storia tra noi due è finita, perché sono sparito per cinque anni e perché sono riapparso all'improvviso per poi sparire di nuovo. Spero di essere riuscito a fugare ogni tuo dubbio".

Annuisco in silenzio, senza dire nulla.

Questa volta non dubito affatto delle sue parole, perché sento che finalmente ogni tassello si sta incastrando nel posto giusto, ed episodi che prima mi sembravano strani ed inspiegabili adesso mi appaiono sotto una luce completamente diversa.

Come, ad esempio, lo strano mutismo e pallore di mia madre nel giorno della visita a sorpresa di Theodore.

O come la stravagante storia della piattaforma petrolifera in mezzo all'oceano.

"Ed a quel punto hai iniziato una nuova vita insieme a... Nicole?" chiedo, dopo un lungo silenzio, per lasciargli il tempo di riprendere fiato e di dare sollievo alla gola con un sorso di liquore.

Lancio per puro caso un'occhiata alla bottiglia di whisky e mi rendo conto che il livello del liquido ambrato è vistosamente sceso da quando è stata aperta, pochi minuti prima, ma non me ne preoccupo.

"Ho voluto che la nostra nuova vita iniziasse nel migliore dei modi: l'ho portata a Las Vegas per sposarla e poi l'ho portata a Conecuh County, nella mia vecchia casa, per demolire tutto ed impiantare un po' di nuove radici... Ed è stato lì che la situazione è precipitata nuovamente" commenta lui, con una smorfia contrariata che non capisco se associarla a ciò che mi ha appena confessato o al bicchiere vuoto per la terza, o forse quarta, volta consecutiva.

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