Capitolo 6

Sheik

La battaglia procedeva, e sembrava non finire mai. Le perdite erano pari in entrambi gli schieramenti, e i soldati iniziavano ad essere stufi.

- Se la situazione non cambierà - disse il messaggero che da ore portava gli ordini da Sheik all'esercito - I soldati si ritirereranno. Cia sembra essere parecchio nervosa.

Dark mi lanciò un'occhiata a metà tra l'annoiato ed il frustrato - Credo vorrà che scendiamo in campo... andiamo a parlarle.

Tempo alcuni secondi e ci ritrovammo a calarci giù dalla collina, fino ad arrivare alla base.

Cia, che camminava in modo elegante avanti ed indietro per il presidio, ancheggiando vistosamente e tenendo in mano il suo scettro, si voltò verso di noi.

- Nessun progresso - commentò lei, praticamente sputando quelle parole - Questa dannata battaglia non può durare per sempre! Devo avere l'anima dell'eroe... al più presto...

- Per questo abbiamo deciso di scendere in battaglia - disse il ragazzo, muovendo leggermente la manetta - Per ribaltare le sorti della... oh.

In quello stesso momento gli sbarramenti che difendevano il presidio si ruppero, volando da una parte e dall'altra.

Link, con in mano una spada che sembrava risplendere di potere, stava davanti all'ingresso del presidio.

Spalancai gli occhi, ed un sorriso si formò sulle mie labbra. La vittoria era vicina.

Ma il segreto...

Tirai indietro Dark, nascondendomi tra i soldati.

- Che diamine stai facendo? - chiese lui, facendosi strattonare e cercando di contenermi - Devo andare a combattere contro...

- Taci! - risposi io, trascinandolo verso la minuscola uscita, continuando a stare abbassata.

Inutile dirlo, si stava scatenando un putiferio. I soldi sto ci scostavano malamente, lanciandosi addosso a Link in massa, mentre lui ne colpiva più di uno con ogni singolo fondente, schivando colpi su colpi.

- Questa battaglia deve essere mia! - esclamò Dark, strattonandomi ancora.

Ci equivalevamo, nessuno dei due riusciva a prevalere sull altro ed a farlo smuovere di un singolo passo.

- È la battaglia di Cia - risposi io, colpendo poi il ragazzo alle caviglie, continuando a restare accucciata tra i soldati.

Link non mi avrebbe notata, ci speravo più che mai. Anche prima di quella singola ed unica battaglia, stava il mio segreto.

E poi, ero sicura che Link e gli altri sarebbero stati in grado di vincere anche senza il mio aiuto.

O perlomeno ci speravo davvero parecchio.

A quel punto feci l'unica cosa che potevo fare per liberarmi momentaneamente del problema di Dark. Mi alzai di scatto e colpii il ragazzo sotto il mento con un pugno.

Lui cadde all'indietro, e da quel momento in poi ebbi la situazione sotto controllo. Lo afferrai per la vita e me lo misi in spalla, correndo via e pregando che Link non mi avesse riconosciuta, tra la folla.

Dark si dimenò, colpendomi con forti pugni alla schiena e calciandomi più volte lo stomaco ed il petto con forza.

Io continuai comunque a camminare, mentre lui non faceva altro che dimenarsi e a contorcersi, nonostante sentissi comunque un forte dolore.

Ero comunque in posizione di vantaggio, e l'avrei mantenuta.

Non mi fermai fino a quando non ci fummo trovati a debita distanza dal campo di battaglia, ed a quel punto lasciai andare il ragazzo.

Mi fissò per un secondo, e si lanciò sul mio collo.

- Cosa hai fatto! - esclamò lui con rabbia - Era l'ultima battaglia, se lei non vincesse...

I suoi occhi rossi sembrarono quasi brillare di più del solito, quando mi buttò a terra.

Inutile dirlo, iniziammo a colpirci a vicenda, leggermente impediti dalla catena che ci legava.

Lui mi diede un colpo allo stomaco, che io feci subito in modo di ricambiare. Uno scontro perfetto, il nostro.

Incredibile come nessuno dei due riuscisse a prevalere sull'altro. Era semplicemente assurdo ed impossibile.

- E a te cosa importa? - chiesi, strattonando la catena e avvicinando Dark a me per poi colpirlo con un calcio.

Lo presi per il collo della tunica nera e lo avvicinai a me. Eravamo entrambi ansanti e doloranti, stesi sulla fredda roccia del paesaggio duro.

- Perché ti importa tanto di Ganon? Non sarebbe meglio un regno governato da qualcuno che non ci faccia morire tutti di fame solo per risolvere i propri sfizi?

Lui ringhiò, ma nessuno dei due colpì l'altro. Eravamo troppo stanchi per queste cose.

- E a te che dovrebbe fregare? - chiese, tentando di scostarsi - Chi sei tu, per chiedermi queste cose? Sei una stupida estranea, per di più nemica. Perché dovrei parlartene?

Ci fissammo duramente negli occhi, entrambi parecchio furiosi l'uno con l'altro.

- Mi dovrebbe fregare eccome. Così capirei tutti voi idioti che adorate Ganon! - commentai aspramente, concludendo scostandomi bruscamente da lui e sputando per terra.

- Forse perché voi non siete così perfetti come sembrate! - rispose lui, improvvisamente ancora più acceso di prima - Perché tra voi quelli come me sono odiati, perché qui, per quelli come me, non esiste casa.

Gli oscuri. Quelli come lui. Le rappresentazioni fisiche del male che c'è in ogni persona. Di fatto molti non vivevano nel nostro mondo, eppure ogni tanto qualche stregone riusciva ad evocarne uno, con l'uso di uno specchio.

E loro venivano effettivamente odiati, perché erano letteralmente il male e la malvagità.

Non feci in tempo a rispondere, che una luminosa luce ci avvolse, senza alcun preavviso.

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