Capitolo 14

Dark


Sheik era stata portata via, dopo avermi colpito. Lo stesso era accaduto a me. Zant mi aveva preso con forza, facendomi girare per i corridoi del castello, mentre io mi trovavo ancora in quello che mi sembrava uno stato di trance.

Era strano, la ricordavo. Ricordavo il tempo passato nel deserto, il nostro bacio. Ma insieme ricordavo le parole di Zant.

Ero confuso, sentivo la testa girare.

Stavo seduto nella mia piccola e polverosa stanza, su un vecchio letto, chiuso a chiave. Ero solo, o almeno, restai solo fino a quando non sentii un leggero cigolio.

A quel punto alzai la testa, vedendo il re usurpatore osservarmi con i suoi occhi giallastri e spenti, privi di pupilla.

- Dark... che cosa hai fatto? - chiese l'uomo, facendo un passo verso di me. Aveva un tono deluso.

- Tu dovevi ucciderla a sangue freddo, ricordi?

Scossi la testa, guardando per terra - Mi sono accorto di una cosa strana. Io le voglio bene...

La sua mano fredda, cadaverica, mi passò tra i capelli, quasi come in un tentativo di comportarsi in modo paterno.

- Le vuoi bene perché ti ha promesso un futuro felice? Le vuoi bene perché credi che possa accettarti per quello che sei?

Io annuii, stringendo leggermente le gambe sul mio petto, come un bambino impaurito.

- Non essere ingenuo, Dark. Sei un oscuro, una creatura della luce è incapace di amare qualcuno come te. Non sei nato per farti amare dagli Hyliani.

Poggiai le braccia sulla ginocchia, nascondendoci poi il viso, quasi vergognandomi delle parole che stavo per pronunciare. Sapevo che sentendole lui si sarebbe arrabbiato.

-  Lei mi ha detto che se fossi stato buono...

- Loro ti odierebbero lo stesso - ribatté seccamente Zant, senza darmi il tempo di concludere la frase - Te l'ho già detto, ora che l'hai vista vuoi costringermi a ripetere tutto?

Afferrò i miei capelli con decisione, costringendomi ad alzare lo sguardo verso di lui - Sei così ingenuo. Lei è solo un ostacolo per la tua scalata verso la vittoria. Tu non appartieni al suo mondo. Sei come me, una creatura delle tenebre.

Restai a fissarlo. Una creatura delle tenebre... le tenebre e la luce non possono fondersi, devono restare distanti l'una dall'altra.

- Come posso fartelo capire Dark? Non vorrai di nuovo costringermi ad essere cattivo - continuò l'uomo, carezzandomi piano i capelli. La sua voce sembrava quella di un padre affettuoso.

Strano che io potessi definirla così, non sapendo nemmeno cosa fosse un padre.

- Lei aveva detto di amarmi. Ed anche io... - dissi, sospirando. Lei era davvero stata in grado di raccontarmi solo bugie? Forse lui aveva ragione. Lei mi aveva solo sfruttato perché non intralciassi i suoi piani.

- No Dark. Lei non ti amava, non ti ha mai amato e mai sarà in grado di farlo. Tu appartieni al buio, lei non può comprenderti in alcun modo, capisci? È un nemico. Le uniche persone che ti vogliono bene, qui, siamo noi. Perché siamo uguali.

Un tremito mi attraversò la schiena - Allora perché... mi avete fatto del male?

Zant sorrise, ma la sua espressione che doveva sembrare dolce aveva qualcosa di strano - Per farti rinvenire. Eri talmente infatuato da quella ragazza che non saresti stato in grado di ragionare. Ma se farai quello che ti diremo non saremo più costretti a farti male. Capisci? Tu uccidi la ragazza, e sarai completamente perdonato del tuo tradimento.

Sorrisi, toccando piano uno dei tanti lividi che Zant mi aveva procurato. L'aveva fatto per me. Perché io potessi vivere nel mondo che sognavo, dove non ero un reietto, ma una persona importante.

Abbracciai il corpo freddo di Zant - Grazie. Ora... ora ho capito.

L'uomo mi diede un'ultima carezza, andandosene.

- Domani farai quello che devi fare, e tornerai ad essere uno di noi.

Quando Zant fu andato via, ricordai. Mi aveva fatto male, quando ero stato catturato. Mi aveva detto che era per me che lo faceva.

Una frustata, e poi una frase. Diceva che ero stato ingannato, diceva che dovevo essere punito.

Era vero. Che sciocco ero stato. Dopotutto, quello era il luogo dove dovevo stare. Con qualcuno che voleva il mio bene. Anche se Zant mi aveva fatto del male, l'aveva fatto per me. Giusto?

Anche quando mi aveva fatto fare del male ad altri, in quel piccolo cortile, prima di incontrare Sheik. L'aveva fatto per farmi capire che quello era il mio ruolo.

Tastai le ferite sul mio corpo. Erano il segno del mio tradimento. Chi trasgredisce va punito, certo, ma poi può essere perdonato, se fa la cosa giusta.

Ed in quel caso la cosa giusta era uccidere Sheik, no?

In quel modo avrei dato nuovamente la mia fiducia a Ganon, Zant e Ghirahim.

Io ero come loro, una creatura dell'oscurità.

Luce e buio non possono coesistere. Giorno e notte fusi insieme formerebbero solo caos.

Io dovevo restare dalla mia parte, Sheik dalla sua. Non vi era altro modo.

Era quello che dovevo fare.

Restare nell'oscurità.

Eliminare ogni luce.











Angolo autrice: MA QUANTO MI STO SENTENDO MALVAGIA?

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