7. Lets go!

«Brook!» mi sento chiamare da dietro la porta della mia camera.

«Niall!» lo rimbecco io.

«Abby mi ha avvisato. Alle dieci al bowling.» annuncia lui.

«Okay!» affermo sfogliando una rivista di moda sul letto.

«Posso entrare? O sei nuda?» chiede sogghignando.

«Entra entra.» dico brevemente.

«Cosa leggi?» domanda buttandosi come un sacco di patate sul letto.

«Una stupida rivista.» sentenzio chiudendola, «Com'è andata a lavoro?»

«Bene, niente di entusiasmante. A te?»

«Bene, eccetto Harry.» dico alzando gli occhi al cielo.

«Non lo sopporti proprio eh?» chiede ridendo.

«No il problema è come fate a sopportarlo voi.» sbuffo.

«Ma è una persona normalissima, sei tu che ti fermi alle apparenze.» mi risponde  divertito.

«Meglio così.» dico tirandogli un pugno sulla spalla.

«Questo è tutto quello che sai fare? Tirarmi un misero pugno?» mi prende in giro.

«Devo farti male? Non vorrei che scordassi la serata di tempo fa. Hai ancora il livido.» dico indicando la sua coscia.

«Simpaticona. Comunque io ho già mangiato, ora vado a farmi la doccia e usciamo. E non vestirti troppo bene, sono geloso.» mi fa la linguaccia.

«Non c'è pericolo.» dico alzando le mani ironicamente.

«Tu hai mangiato?» mi chiede.

«Si.» mento. Sinceramente non ho fame. Ho mangiato tutto il pomeriggio e saltare un pasto non mi sembra un reato. Ma ogni volta che non mangio Niall si arrabbia. Dice che devo rimanere in salute, ma sono sana come un pesce!

«Brook, mangia.» mi ammonisce severo.

«Niall, ho mangiato. Ora muoviti che sono le nove e tra un'ora dobbiamo stare lì.» dico cercando di liquidarlo.
Lui non dice niente e sbuffa chiudendo la porta alle sue spalle.
Prendo il telefono e contemporaneamente mi arriva un messaggio.

Abby: Dolcezza! Alle dieci al bowling!

Brooklyn: Alla buon'ora! Mi ha già avvisato Niall :d

Abby: Credevo che fosse ancora in centrale. Comunque sta sera si bevee! Devo ripagarti per il pranzo dell'altra sera! Ti voglio carica!

Sapevo che la restituzione del mio favore non sarebbe stata nulla di buono.

Brooklyn: Non posso bere tanto. Devo guidare.

Abby: Non scocciare. Ci penserà qualcuno di noi a riportare te e Niall a casa nel caso volesse bere anche lui (perdona il gioco di parole).

Brooklyn: Non assicuro niente. Ma non voglio diventare ubriaca marcia.

Abby: Non c'è pericolo ;)
Che ti metti?

Brooklyn: Jeans e maglietta (?)

Abby: Maglietta scollata e jeans aderenti sul sedere.

Brooklyn: Non se ne parla. Non voglio che Harry mi provochi ancora dicendo che porto cose non consone alla situazione. Ne ho piena la testa!

Abby: Harry, Harry, Harry. Non importa quello che pensa! Io credo di vestirmi come un bocconcino, ho bisogno delle attenzioni del mio ragazzo ;)

Brooklyn: Ahahahaha, giusto. Ci vediamo dopo, vado a prepararmi xx.

Abby: A dopo xx.

Chiudo lo schermo del mio telefono e mi alzo dal letto indecisa su cosa mettermi.
Ovviamente devo stare comoda quindi niente gonna o pantaloncini, ma non voglio mettermi in tuta.

Apro l'armadio e inizio a rovistarci dentro. Alla fine trovo i miei jeans da combattimento e li indosso.
Sono dei classici jeans con vari strappi qua e là, non molto evidenti.
Poi prendo dal mio cassettone una delle mie magliette preferite. È una maglia nera semplicissima ma aderente, con una piccola apertura sul seno che fa risaltare il mio décolleté; è comodissima anche se non si direbbe.
Vado in bagno, dato che Niall ora è in camera, e attacco la piastra alla presa.
La cosa che ho sempre adorato di Niall è che si fa la doccia in meno di cinque minuti. È da apprezzare.

Una volta lisciati i capelli decido di truccarmi. Non uso nè ombretto nè eyeliner, vado sul semplice mettendo il mascara e contornando la rima interna dei miei occhi con una matita nera.
Poi estraggo dal beauty il mio fedelissimo rossetto rosso e lo metto stando attenta a non sbavarlo.

«Brook, sei pronta?» mi chiede Niall dalla sua camera.
Controllo l'orario e sono già le dieci meno un quarto. È vero che ci metto tempo a prepararmi ma di solito non ho mai impiegato tre quarti d'ora.

«Mi metto le scarpe e sono pronta.» urlo uscendo dal bagno.

Una volta messe le mie secolari e fedelissime Vans nere, scendo in salotto e aspetto Niall.

C'è un programma in tv, uno di quelli polizieschi, non ho idea di come si chiami ma mi sta venendo una sonnolenza incredibile. Decido di chiuderla e chiamare mia madre.
Non la sento da qualche giorno e lei sicuramente starà impazzendo perché non ho risposto a nessuna della sue chiamate.
Compongo il numero e lei non esita a rispondere.

«Ciao tesoro!» dice lei dall'altro capo del telefono, «Tutto okay? Hai mangiato? Come è andata a lavoro? Devi ancora raccontarmi! È da un po' di giorni che non mi chiami! E hai fatto nuove amicizie?»

«Mamma, mi sta soffocando. Un po' per volta.» borbotto scherzando.

«Hai ragione tesoro.» dice ridendo, «Parlami di lavoro. Non ne abbiamo ancora parlato.»

«Mi trovo benissimo nella scuola. Gli studenti sono eccellenti e credo che gli stia simpatica.»

«Come fai a non stargli simpatica? Tesoro tu sei fatta per questo genere di cose

«Può essere...» dico vaga.

«Come mai mi sembra che c'è qualcosa che non va?»

Io non so come fa, credo che sia una sensitiva, ma ogni volta che non va qualcosa lei lo sente.

Beh è ovvio che c'è qualcosa che non va! Come capo ho un dispotico che purtroppo dovrò subirmi anche fuori dalla scuola, poteva andare peggio? Non penso.

«Tesoro?» chiede insistente mia madre.

«No, cioè si. È tutto okay mamma.» cerco di rassicurarla.

«Brook, che succede?»

«Nulla, ti spiegherò dopo. Devo uscire ora, ci sentiamo dopo, okay?»

«Ti sei fatta degli amici, sono felice!» dice entusiasta.

In questo anno qui ad Holmes Chapel non ho fatto amicizia con nessuno eccetto qualche persona conosciuta in qualche bar con Niall, ma mai nessuno con il quale ero propensa a stringere un'amicizia solida. Nonostante il mio carattere esuberante e spontaneo qui mi sento un pesce fuor d'acqua, ma ho sempre pensato che era dovuto al fatto che non ero abituata.
Ma a distanza di un anno non credo sia quello il problema. È solo che non riesco a capire il motivo... E non capisco perché Niall non mi abbia presentato prima i suoi amici. Forse sarebbe andata diversamente anche con Harry.

«Si mamma, ti saluto. Buon lavoro.»

«Ciao amore

Chiudo la chiamata e vedo Niall scendere dalle scale. Appoggio il mio gomito sulla spalliera del divano e lo osservo mentre parla a telefono. È così buffo pensare che ormai sono sei anni che ci conosciamo.
Può sembrare poco, infatti è poco, ma con Niall mi sento davvero a casa.
Gli voglio un bene dell'anima e non so cosa avrei fatto senza di lui nella mia vita.

È stato sempre impacciato, infatti scende le scale talmente male che a stento soffoco una risata. E poi è inutile dire che è un bel ragazzo.
Indossa una t-shirt bianca con scollo a V, una giacca di pelle sopra e dei jeans scuri.

«'Mmazza che bono!» urlo ridendo. Lui ride a sua volta e mi fa segno di smetterla perché sta parlando a telefono.
Io alzo il dito medio e gli mando un bacio.

«...Certo certo...No, non preoccuparti...Ci penso io... È tutto okay, la situazione è sotto controllo...In qualche modo faremo... Okay, ora devo andare... Ti sto dicendo di stare tranquillo... Okay, ciao.» dice per poi riattaccare, «Scusa, lavoro.» si rivolge poi a me.

«Tranquillo, sei pronto?» dico abbozzando un sorriso.
Non sono molto entusiasta al fatto di rivedere Harry ma voglio passare più tempo con gli altri e di certo non perderò altro tempo a farmi problemi su cosa dice o pensa di me.

«Sì. Andiamo con la mia auto o con la tua?» mi chiede avviandosi all'ingresso.

«Con la tua.» sentenzio gettandogli le chiavi dell'auto addosso.

«Let's go!» esclama per poi uscire dalla porta.

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