23. Vaso di tulipani

Questa mattina a lavoro è stata un'agonia. Ieri sera mi sono addormentata più tardi del previsto e a malapena mi reggo in piedi. Ho riflettuto tutta la notte, avevo svariati pensieri che mi tormentavano la testa. Non capisco per quale motivo i miei amici mi stanno mentendo.

Per fortuna ho incrociato raramente Axel. Di certo non potevo continuare ad ignorarlo per il resto dell'anno scolastico ma mi sono ripromessa di parargli dell'accaduto della discoteca, non appena ne avrò l'occasione.

Ora sono le sei di sera e devo passare dal fioraio per vedere il meraviglioso vaso da spedire ad Abby. Ieri quando è caduta la mia piantina di violette mi è venuta l'illuminazione, il colpo di genio. Ovviamente non so se questo mio piano possa funzionare e devo stare bene attenta a non farmi scoprire.

Nel primo pomeriggio avevo fatto un salto nel negozio di elettronica qui vicino, senza che Niall se ne accorgesse, dato che era a lavoro. Ho comprato un microchip che ho intenzione di infilare da qualche parte nel vaso per sentire tutto quello che si diranno. Questo affare è talmente piccolo che non credo si vedrà in mezzo ai tulipani, dato che sono fiori abbastanza ingombranti.

Non appena entro nel negozio vengo accolta dal piccolo sonaglio appeso alla porta. Un signore abbastanza anziano mi viene incontro e mi sorride dolcemente. Ha un grembiule verde che ha citato sul petto il nome del negozio. È abbastanza bassino rispetto a me e i suoi occhi azzurri sono contornati da piccole rughe mi scrutano leggermente.

«Salve, come posso esserle utile?» chiede sorridendo.

«Salve ho ordinato poco fa una pianta di tulipani.» spiego sorridendo di rimando.

«Ah, certo, lei deve essere la signorina Williams.» constata lui camminando verso il retro del negozio. Torna subito dopo con il vaso fra le mani e mi accorgo che ci sono meno tulipani del previsto e sono poco più piccoli di come me li immaginavo. «Ecco a lei.» esordisce posandoli sul tavolo di legno dove è poggiata anche la cassa.

«La ringrazio. È davvero stupenda.» rispondo cordialmente. Diciamo che non è la pianta più bella del mondo ma è graziosa ed è perfetta per il mio piano. «Mi servirebbe un favore però.» gli chiedo. Lui mi guarda con un cipiglio sul volto e mi esorta a continuare. «Siccome non riesco a portargliela di persona mi servirebbe gliela portaste voi per le sei e mezzo. È possibile?»

«Certamente signorina, mi scriva l'indirizzo qui.» mi dice lui porgendomi un pezzo di carta strappato e una biro nera.

«Ecco fatto!» esclamo restituendogli il biglietto e la penna, «Ah, come ultima cosa, quasi dimenticavo mi scusi.»

«Non si preoccupi, mi dica tutto, bellissima giovane.» sorride. È alquanto inquietante che questo signore mi parli così ma non ci faccio caso e lo prendo semplicemente come un complimento.

«Vorrei aggiungerci un bigliettino, dato che è un regalo.» gli sorrido di rimando, cercando di non fargli notare il mio imbarazzo.

«Arrivo subito.» si congeda per poi sparire nuovamente nel retro. Io con una mossa repentina caccio il micro-chip dalla tasca del pantalone, lo attivo velocemente e lo getto alla rinfusa nel vaso, cercando di non farmi scoprire dal negoziante. Dopo poco lo vedo riuscire dal retrobottega con un foglietto e una biro nera. «Mi dica cosa vuole che scriva.» dice togliendo il tappo della biro con i denti. Arriccio il naso per la scena appena vista ma cerco di fare ancora una volta finta di niente.

«Certo. Allora scriva : "un fiore bellissimo per una persona stupenda".»

«Perfetto tesoro! Allora per le sei e mezza i fiori saranno fuori la porta della tua amica.» sorride cordialmente, «Ora mi raggiunga in cassa.» indica la cassa alla sua destra. «Sono venti dollari.»

«Ecco a lei.» esordisco estraendo il portafoglio dalla borsa e porgendogli venti dollari precisi.

«La ringrazio signorina, qualsiasi cosa siamo a sua disposizione!»

Io lo saluto cordialmente ed esco dal negozio fiondandomi in auto. I fiori saranno consegnati fra un quarto d'ora e devo tornare a casa per accendere il pc. Ho collegato qualche ora fa il sistema del micro-chip al computer, così posso sentire tutto da lì senza problemi.

Sicuramente fra poco mi arriverà un messaggio di Niall che mi avvisa che non tornerà per cena, perché a quanto ho capito rimarrà lì fino a tardi. Io onestamente continuo a non sapere cosa pensare della faccenda. Cioè il fatto è così grave da doversi vedere di nascosto da me?

Sicuramente avrei preferito che mi parlassero di cosa gli frullava per la testa e di spiegarmi della loro evidente preoccupazione ma a quanto pare non avrò mai il beneficio di saperlo. Non da loro almeno.

Apro frettolosamente la porta del mio appartamento e corro in cucina per accendere il computer. A breve porteranno la pianta a Abby e devo sistemarmi comoda per poter capire ogni singolo dettaglio. Getto le mie scarpe dietro il divano e mi siedo a gambe incrociate su di esso.

Cerco di snodare i miei auricolari e sento un messaggio provenire dal telefono. Accendo lo schermo e come volevasi dimostrare è Niall che mi dice che non sarebbe tornato a cena. Io gli rispondo con un pollice in su e getto il telefono sul tavolino di vetro davanti a me, ovviamente scivola e cade sul pavimento.

«Cazzo, dannato telefono.» borbotto accendendo il mio computer.

Per fortuna non ci mette molto e mi compare subito la finestra per controllare il micro-chip. Ci clicco sopra e, una volta caricata, infilo le cuffie nella porta usb e clicco su un tasto che cita la scritta "Attiva audio".

Di colpo sento parlottare qualcuno ma penso sia la radio. Deduco quindi che il vaso è in fase di trasporto. Poco dopo sento la voce di Abby. Il vaso è arrivato e lei ringrazia il ragazzo delle consegne per poi prenderlo e portarlo in casa, dato che sento la porta sbattersi. Sono le sette meno venti minuti e gli altri dovrebbero arrivare a breve. Lei posa il vaso non so dove e ridacchia.

«Liam, quanto sei scemo, sai che non mi piacciono i tulipani.» bofonchia ridendo.

Pensa davvero che gliel'abbia mandato Liam, perfetto.

Poco dopo sento bussare al campanello e da lontano inizio a percepire delle voci maschili. Ci metto poco a capire che sono le voci di Niall e Louis e una terza voce che mi pare essere quella di Zayn. Addirittura hanno chiamato lui per la faccenda, una persona con cui non ho nemmeno un minimo di rapporto.

Ottimo, la cosa si fa interessante.

«Ciao Abby.» dice la voce di Niall seguito da Louis e Zayn, «Liam?»

«Esce da lavoro alle sette, pensavo te ne fossi ricordato.» spiega lei, «Venite in cucina ho preparato dei muffin.»

«Uh, muffin!» urla Louis come un bambino.

Devo dire che l'audio di questo dispositivo non è affatto male anzi sento come se stessero nella mia stessa stanza. La cosa che mi fa storcere il naso è però la mancanza di Harry. Quel giorno non era nemmeno venuto a scuola e non ho ben capito il motivo. Sicuramente aveva avuto da fare diversi giri per organizzare le gite degli alunni ma appunto per questo a quest'ora sarebbe dovuto essere lì con loro.

A meno che anche lui sia all'oscuro di tutto. E questo nuovamente mi fa storcere il naso.

«Louis perché devi fare sempre il moccioso.» lo rimprovera Zayn divertito.

«Senti Malik, qui il moccioso che piange dalla mattina alla sera perché quella figa di legno l'ha lasciato sei tu.» sbuffa trascinando, da quel che capisco, una sedia per poi sedercisi su.

«Louis, non sei simpatico.» borbotta serioso Zayn.

«Smettetela di fare i picci.» sbotta Abby, «Sappiamo tutti perché siamo qui.»

«Già, per Brooklyn.» esala Niall.

Bene, eccoci.

«Niall, dobbiamo aspettare Liam per sapere il da farsi.» spiega Abby.

«Lo so Simpson, ma dobbiamo spiegare a queste due tigri cosa succede.»

«Si, se magari la smettono di lanciarsi pezzi di muffin!» esclama lei esasperata.

«Abby ma da quanto ti piacciono i tulipani?» si intromette Niall con fare interrogatorio.

Merda!

«Infatti non mi piacciono, ma Liam sicuramente se ne sarà scordato.» ridacchia lei. Non sento alcuna risposta da Niall ma solo un vociare di sottofondo e vari rumori di bicchieri, sedie e acqua che scorre. Alzo leggermente il volume per capire ancora meglio il discorso e mi sistemo sul divano in posizione supina col computer sul ventre. Afferro una scatola di cioccolatini che ha lasciato Niall sul tavolino di vetro e ne sgranocchio un paio.

«Allora,» inizia Niall, «Ho trovato questo in camera di Brook, ieri.» spiega Niall. Molto probabilmente sta facendo vedere la foto del foglio col codice morse agli altri.

«È un codice morse.» sentenzia brevemente Louis. Non lo facevo così arguto.

«Esatto.» afferma Niall.

«E sapete cosa c'è scritto?» chiede Zayn.

«No, non l'ho ancora tradotto, non ho avuto tempo.» spiega il biondo.

«Beh allora traduciamolo e poi quando arriva Liam glielo diciamo e discutiamo meglio.» propone Abby.

«Ma tu pensi possa essere collegato a...» bisbiglia Louis.

«Lui. Si, penso di si.» conferma Niall.

Lui chi? Di chi diamine stanno parlando? Questo fantomatico lui è pericoloso? È uno stalker? Chi diavolo è?

Ma perché non me l'hanno detto prima?! Se fosse stato così grave sarei stata la prima a prendere adeguate precauzioni, ma non mi vogliono spiegare proprio nulla. Qui dentro l'unico che sembra essere all'oscuro di tutto oltre me è Harry, dato che non ho sentito la sua voce per tutto il tempo e dubito fortemente che se ne stia zitto se è una cosa tanto grave quanto credo.

«Cazzo, Niall.» sbotta Zayn. «Se è "Lui" sai che nessuno di noi è al sicuro qui, no

Inizio davvero a spaventarmi. Il cuore mi batte alla velocità della luce e la mia mente si inizia a offuscare. Mi rimetto immediatamente a sedere sul posto facendo cadere tutti i cioccolatini sul pavimento ma poco mi importa, ora come ora per me possono anche rimanere lì a marcire.

Stanno parlando di mio padre forse? Ma gli altri non sanno chi è mio padre e cosa mi ha fatto. Non credo che Niall glielo avrebbe detto, sapendo che per me è una questione davvero molto delicata.

«Zayn pensi che non ci abbia pensato per caso?» urla Niall sbattendo una mano sul tavolo.

«Niall, datti una calmata.» esclama Abby.

«Abby sai che non c'è un cazzo da calmarsi ora.»

«Ora non c'è bisogno che fai così.» continua lei nervosa, «L'unica cosa che sappiamo è che al momento è qui ad Holmes Chapel.»

«Oppure no.» sentenzia brevemente Louis.

«In che senso?» chiede con fare interrogatorio Zayn.

«Cucciolotto mio, nel senso che potrebbe avere delle spie o anche aiutanti. Robe simili.» spiega il moro.

«Allora qualche volta quel neurone rimasto funziona.» lo prende in giro Abby. «So anche che la signora Brown è stata qui in città

«Cindy?» chiede Louis.

«Si, Brook me ne ha parlato.» spiega Niall.

Io avrei detto qualcosa a Niall di questa Cindy? Ma è matto? Io non so nemmeno di chi diamine stanno parlando da un quarto d'ora e ora avrei detto anche a Niall di aver visto una certa Cindy Brown. Assurdo.

«Non è che lei sa qualcosa?» domanda Zayn.

«Chi, Brook o Cindy?» domanda di rimando Niall.

«Entrambe

«Per quanto riguarda Brooklyn non credo proprio.» Ovviamente Niall. «Sicuramente è confusa e, siccome so com'è fatta, starà tramando qualcosa dato che ha trovato il bigliettino. Pensa che per non farmelo trovare l'ha nascosto anche sotto tutta la sua biancheria. Onestamente non so se l'ha tradotto o meno

«Ah ora ti metti anche a rovistare nelle sue cose? Non ti sembra eccessivo?» sbotta Louis.

Ben detto Tomlinson.

«Per quanto riguarda Cindy,» continua Niall ignorando completamente Louis, «Non lo so, se è venuta qui penso ci sia un motivo. Ma se davvero sospettasse qualcosa come noi non capisco il motivo per il quale non venirci a parlare direttamente.»

«Già, la penso come te.» sentenzia Abby, «Proviamo a tradurre il biglietto prima che arriva Liam? Ho stampato un paio di fogli sulle corrispondenze delle lettere

«Comunque io penso che almeno qualcosa dovremo dire a Brook.» afferma con freddezza Louis.

Grazie Signore! Almeno c'è qualcuno che pensa a me!

«E cosa vorresti dirgli Tomlinson, eh? A rischio che le venga un altro "fantomatico" attacco epilettico?» chiede Niall ironicamente.

Fantomatico? Ma come si permette.

«Niall, ne riparliamo quando torna Liam.» taglia corto Abby, «Ora pensiamo a decifrare questo dannato biglietto.»

Sento un minuto di silenzio e del vociare di sottofondo mischiato al rumore dei fogli che scorrono. Per me non è stato semplice tradurre quel biglietto quindi non penso che per loro sia diverso.

«S-s...Se» dice Abby interrompendo il silenzio.

«Si, la prima parola l'avevo già tradotta e anche la seconda, mi sto soffermando sulla terza.» esordisce Louis.

«Ma scusa, allora hai un diamine di cervello?» lo prende in giro Abby, «Allora qual è la seconda parola?»

«Le prime due parole sono "Se vuoi".» spiega Louis.

«La terza è "sapere".» si intromette Zayn.

Di colpo sento bussare al campanello. Mi tolgo d'istinto le cuffiette dato che penso mi sia saltato un timpano. È assurdo quanto si senta forte l'audio. Sicuramente sarà Liam che è tornato dalla riunione di scuola. Infatti dopo poco sento la sua voce mischiata a quella di Abby che gli lascia un bacio casto sulle labbra.

«Ciao amore.» la saluta lui.

«Vieni in cucina siamo tutti lì.» spiega lei.

«Cosa fate?» chiede lui incuriosito.

«Traduciamo il codice morse del biglietto di Brook.» sentenzia Niall.

«Oh, okay

«Comunque amore grazie per il vaso.» dice Abby.

Oh, merda! Sento il mio piano sgretolarsi lentamente. Se proprio mi dovesse andare bene Abby penserà che sia un vaso di un qualche ammiratore ma ho la vaga sensazione che non andrà così.

«Questo vaso?» domanda Liam.

«Si, Liam.» afferma lei. Sento dal tono della sua voce che è abbastanza perplessa.

«Abby quello non te l'ho mandata io.»

«COSA?» sento urlare da tutti i presenti.

Merda, merda, merda!

«Abby porta quella cazzo di pianta immediatamente qui.» ordina Niall con fare autoritario. Il tono della sua voce è così freddo che anche da qui mi viene la pelle d'oca. Lei non risponde e sento i suoi passi nervosi portare la pianta sul tavolo.

Di colpo sento un frastuono allucinante che mi costringe di nuovo a togliere maldestramente le cuffie dalle mie orecchie.

«Porca puttana.» borbotto fra me e me.

Rimetto delicatamente gli auricolari, sperando di sentire ancora le loro voci. Non so a cosa sia dovuto questo baccano, ma credo che il vaso sia caduto a terra, o meglio, che qualcuno lo abbia scaraventato a terra.

«Niall ma sei forse impazzito!» urla Abby, «Perché cazzo di motivo hai buttato il vaso a terra!»

Infatti.

«Sh.» la zittisce Niall.

Non capisco perché Niall ha dovuto gettare a terra i fiori. Improvvisamente sento l'audio ovattato e qualche bisbiglio che non riesco a decifrare.
«Un fottuto microchip!» urla Niall.

Dopo di quello non sento più nulla. Il vuoto. Ho la netta sensazione che abbiano scoperto il microchip ma non credo che sospettino di me. Compare sullo schermo del pc un pop-up rosso con la scritta "Connessione persa" e ci metto poco a capire che molto probabilmente Niall l'abbai fatto a pezzi.

Sbuffo pesantemente e getto con molta nonchalance il computer sul divano. Ormai si sono fatte le sette e un quarto e non so perché ma ho voglia di tè. Entro in cucina e metto a bollire un po' d'acqua nel pentolino e mi siedo su una sedia con la testa fra le mani.

Sono troppe cose messe insieme, troppe. Non riesco a capire più nulla, ma una cosa è sicura, devo parlarne con Niall. Prima che possa rendermene conto sento le mie guance inumidirsi e inizio a singhiozzare.

In soli due mesi la mia vita si è stravolta e non riesco a capire se sia un bene o un male. Di certo non devo scordarmi del fatto in primis che Niall mi abbia tenuti nascosti per un anno i suoi amici, che non sapesse che Harry fosse il mio capo, tutte quelle conversazioni strane, la signora del supermercato che poi ho rincontrato di nuovo nel negozio di costumi per Halloween, l'omicidio, il bigliettino col codice morse e ora questo.

Ho la testa che scoppia. Il mio piano è andato in frantumi e non sono riuscita a capire niente, a parte che c'è un presunto lui che a quanto pare è abbastanza pericoloso e questa fantomatica Cindy Brown che però io non conosco.

Non appena mi alzo per andare a spegnere il fornello sul quale bolle l'acqua sento il campanello suonare. Aggrotto la fronte e mi dirigo cautamente verso la porta.Non so chi possa essere dato che tutti i miei amici sono da Abby. Controllo dallo spioncino e, dopo aver esaminato bene la figura che c'è dall'altra parte, apro la porta.

«Harry?»

***

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