Capitolo 1-Sam.

Quella notte era piovuto, Sam lo capiva dalle numerose pozzanghere, più o meno profonde, sparpagliate sul marciapiede della scuola .
L'aria novembrina gli solleticava il volto, nonostante indossasse il cappuccio della felpa.
Ecco che come ogni mattina si apprestava ad entrare a scuola.
Odiava la monotonia, eppure ne era succube.
Avrebbe voluto cambiare qualcosa eppure la routine è, a modo suo, un rifugio: sai già cosa fare, tutto è programmato.
La detestava.

Entrò nell'atrio e aspettò il suono della campanella in compagnia degli altri studenti.
Frequentava la classe seconda in una piccola scuola superiore.
Si guardò intorno e notò un capannello di ragazze che parlottavano tra loro, mentre lanciavano occhiatine a un ragazzo di quarta, completamente ignaro.
Sam sospirò.
Non andava molto forte tra le ragazze.
Non era sportivo, nè troppo alto, non seguiva la moda, che reputava stupida e vedeva come dei canoni imposti dalla società.
Si sfilò il cappuccio, rivelando un ammasso di capelli biondi e scompigliati.
Si diceva spesso che ormai la bellezza è oggettiva, viene delineata dalla società.
Se non rientri negli standard non sei degno di uno sguardo, nonostante tu possa avere altri pregi o essere bello nel tuo piccolo.
Per questo non sopportava più i suoi coetanei, soffocavano le qualità altrui.
Non era un ragazzo alla moda, ne era consapevole, nessuna si sarebbe mai accorta di lui.
Marly tantomeno.

Il suono squillante della campanella lo riscosse e si avviò a passo deciso in classe.
Lasciava delle impronte di acqua piovana alle sue spalle, mentre percorreva il corridoio.

Sospinse la porta di legno verde su cui era appesa una targhetta: "2C".
Al suo arrivo notò alcuni dei suoi compagni.
Due discutevano animatamente tra loro, tre ragazze usavano il cellulare sedute sotto ad una finestra e Malcom era seduto al suo posto, gli sorrideva.
Malcom era forse il suo unico e vero amico.
Si erano conosciuti in prima, l'anno precedente, e condividevano molte passioni.
Con il resto della classe non aveva mai stretto troppi legami: erano tutti uguali, si atteggiavano allo stesso modo.
Poi c'era Marly.
Lei era diversa: riusciva ad essere carina pur non essendo identica alle altre, era simpatica, bella.
Avrebbe tanto voluto parlarle ma era fuori dalla sua portata.
Le sembrava dolce, però.
Non ne era certo eppure voleva immaginarla così.
L'aveva vista per la prima volta all'inizio dell'anno.
Era rimasto folgorato ma non aveva mai fatto la prima mossa, era intimorito.
Poi perché farsi avanti?
Era certo di non piacerle.

Si avvicinò a Malcom e si salutarono con un sorriso.
Malcom era più alto di lui e più robusto.
Aveva i capelli castani a caschetto.
Condividevano l'amore per la musica ed erano molto uniti tra loro.
A volte, Sam lo ammirava.
Malcom era più coraggioso di lui e non esitava mai a dire la sua opinione.
Avrebbe tanto voluto essere come lui, Sam era più timido.

Pian piano gli altri ragazzi entrarono in classe e la lezione cominciò.
Quel giorno avrebbero avuto due ore di matematica, una di Italiano, due di tecnologia.
Durante l'ultima ora, proprio non riusciva a mettersi calmo: il suo capo ruotava istintivamente verso il banco di Marly, presa a parlare con la compagna.
I lunghi capelli castani le ricadevano morbidi sulle spalle e i suoi occhi azzurri poi...
Si chiese di cosa stesse parlottando, così allegramente.

***

Il sole gli illuminava il volto fiero e un vento caldo gli colpiva la fronte mentre camminava per l'arida distesa di erba secca.
Questa danzava sospinta dall'aria, dando l'impressione di essere un interminabile fuoco giallo.
Vento, il suo destriero, nitrì alle sue spalle.
Master lo portava per le redini, mentre con passo vigoroso percorreva quel campo che pareva immenso.
Si fermò e montò in sella al suo cavallo, lo speronò e partì di corsa, diretto alla cittá di Cloux.

Sam staccò le dita dalla tastiera e sospirò.
Aveva scritto abbastanza per quel giorno e l'orologio sulla parete segnava le 11.00 di sera.
Si sfregò gli occhi, arrossati per via dello schermo del Pc .
Dopo aver fatto i compiti si dilettava nella scrittura: lavorava a una storia di fantasia, con ambientazione medioevale.
Narrava di Master, il più valoroso combattente della regione di Falkar e della guerra in corso tra i diversi territori.
Non sarebbe mai stato come Master ma scrivere delle sue avventure lo distraeva.
Quando lo faceva, poteva decidere lui i comportamenti degli altri, i fatti accaduti, i caratteri delle persone.
Era l'artecife di un mondo immaginario, decideva lui come crearlo, cosa che non avrebbe mai potuto fare in quello reale.
Si sfilò vestiti e si mise a letto, il mattino successivo avrebbe dovuto ripartire da capo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top