Accompagnata dal solito bagliore rosa pastello balzo in avanti in meno di un secondo, passando da una tiepida giornata di giugno, ad una gelida serata piovosa di fine novembre. 

Lo sapevo, avrei dovuto portare un ombrello, penso,mentre con una mano riparo gli appunti cartacei contro il petto.Fortunatamente questa volta sono riuscita a saltare vicino casa. Con grandi falcate raggiungo in meno di un minuto casa. 

Apro il portone e mi richiudo  immediatamente la porta alle spalle. Ancora gocciolante mi avvicino al termosifone, poggio i fogli sopra di esso e solo in seguito penso a togliermi il vestitino leggero e la collana di perle, sostituendoli col caldo e coccoloso pigiama di pile. 

Vado in cucina, mi faccio una tisana e allora, solo allora, riprendo in mano i miei appunti, fortunatamente ancora leggibili. Apro il computer ed inizio a trascrivere il tutto.

"Peccato non potersi portare il PC negli anni '30 "- Sospiro tra me e me, soffiando dolcemente sulla tazza bollente - "Ma in fondo non posso lamentarmi neanche troppo, del resto essere una viaggiatrice del tempo mi aiuta parecchio nel mio lavoro" - continuo, pensando già a come intitolare il mio nuovo romanzo.   

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