1.Deludere il destino
↬ Giugno 2029
"A volte credo che una parte di me sia ancora ferma a quel giorno.
Il giorno in cui mi hai guardato negli occhi e mi hai gridato di lasciarti in pace, di sparire dalla tua vita per sempre."
Le dita di Chloé si strinsero con forza attorno al busto della penna, appigliandosi ad essa come se ne valesse della sua stessa esistenza.
Le parole che aveva bloccate in gola cominciarono a graffiare il foglio come lunghe schegge di vetro, e il suo respiro si fece man mano più affannoso.
"Eri così arrabbiata... Così stanca del mio comportamento immaturo, che hai preferito allontanarti da me.
E non ti biasimo per questo, sai?
La maggior parte delle volte mi odio anch'io."
Si passò il dorso della mano sul viso, socchiudendo gli occhi per un istante.
In quel momento ricordò le esatte parole della sua psicologa:
"Ogni volta che senti qualcosa di molto forte, un sentimento che sembra farti esplodere il cervello, prova a buttare giù qualcosa. Qualsiasi cosa. Ti aiuterà ad interfacciarti con le tue emozioni, ad avere rispetto per te stessa e per ciò che sei realmente."
La dottoressa Lemaire aveva ragione: ascoltarla era l'unico modo per ritrovare la tranquillità che stava cercando.
Perciò riprese a scrivere, seppur con la stessa agitazione di poco prima.
"Ora che sono qui, ad immaginare di averti accanto a me, di essere ancora la tua migliore amica, il cuore mi si stringe in una morsa, e vorrei tanto poterti abbracciare.
Ma non posso.
Perché la verità è che non sono capace di cambiare."
Si morse il labbro inferiore con i denti, trattenendo in tutti i modi le lacrime che minacciavano di inzupparle le guance.
"Potrei continuare a mentirti, a dirti che ci proverò, che tenterò in tutti i modi di rimediare ai miei errori, ma non sarebbe affatto giusto.
Ora che posso farlo, ora che ne ho finalmente il coraggio, voglio dirti tutta quanta la verità, per quanto dura possa essere.
Perché la verità è che non voglio più sentirmi sola, non voglio più continuare a nascondere quello che provo.
Sono innamorata di te sin dal nostro primo incontro, dal nostro primissimo giorno di scuola insieme, quando mi hai presa per mano e mi hai chiesto di diventare tua amica.
Tu che sei sempre stata così tanto diversa dagli altri.
Sempre così sincera, aperta, solare. Bellissima.
Credo di averti amata per tutta la vita e di non essermene mai del tutto resa conto.
Perdonami per quello che è successo tra noi.
Perdonami per come ti ho trattata.
Capirò se non vorrai rispondermi, se vorrai dimenticare l'intera faccenda e far finta di non avermi mai conosciuto.
Ma, ti prego, ti prego, non odiarmi.
Non potrei mai sopportarlo."
Quelle ultime righe furono composte di getto, senza esitazione.
Chloé conosceva bene il perché: ciò che provava per Sabrina non era mai stato un vero e proprio mistero per il suo cuore.
A lungo aveva tentato di nasconderlo, certo, ma oramai non aveva più alcun senso continuare a farlo.
Così, una volta posata la penna sul tavolo, afferrò la lettera con entrambe le mani e se la portò dritta al petto, stringendola a sé come avrebbe fatto con l'oggetto più prezioso che possedesse.
Ora più che mai sentiva di dover compiere un passo in avanti nella sua vita. Sentiva di dover fare qualcosa per migliorarsi. E redimersi, raccontare tutta quanta la verità era la via più breve.
Perché Chloé sapeva, in fondo in fondo, che fosse stato proprio il destino a condurre Sabrina di nuovo lì a Parigi, a spingerla a bussare alla sua porta, a concederle una seconda opportunità.
E come avrebbe potuto voltargli le spalle?
Si disse che niente, assolutamente niente le avrebbe impedito di essere felice.
Non dopo tutto quello che aveva dovuto affrontare per arrivare fin lì.
Non dopo che aveva perso qualsiasi cosa le fosse mai importato.
Sì, sapeva esattamente che cosa fare: consegnare quella lettera a Sabrina e rivelarle tutta la verità.
D'altro canto... Cos'altro aveva da perdere?
Serena
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