Capitolo 7


Quella notte nessuno dorme. Se ne stanno tutti e tre, seduti sul divano di casa di Derek, con tre tazze di tisana calda tra le mani e le espressioni pensierose. Eli ha smesso di tremare solo poco prima, dopo che Stiles ha continuato a rassicurarlo per ore. Il ragazzo ripeteva solo che era colpa sua, che aveva portato sua madre lì, da loro. Stiles gli aveva ripetuto fino allo sfinimento che Kate non aveva mai smesso di dare la caccia a Derek e di conseguenza a tutti loro, che sarebbe tornata lì inogni caso. 

Poggia la tazza sul tavolino, guardando proprio il ragazzo che ancora fissa il vuoto, poi si gira verso Derek. 

"Domani mattina avvisiamo Scott?" chiede e Derek annuisce. 

"Dobbiamo cercarla, non le posso permettere di avvicinarsi di nuovo a voi. Non posso credere che sia entrata qui indisturbata e che non me ne sia accorto." 

Stiles si alza, avvicinandoglisi. 

"Derek, non cominciare anche tu con i sensi di colpa. Conosciamo Kate, tu la conosci ancora meglio. Oltre ad essere cattiva, è furba, è scaltra. Ed è entrata mentre non eravamo qui, nascondendo le sue tracce. Ha paura di noi, di te e per ora ha voluto solo avvisarci che è tornata. Non hai fallito in niente, okay?" 

Derek annuisce, lo sguardo ancora pensieroso. 

"Cosa pensi di fare?" chiede Eli, alzando lo sguardo. 

"Eli" gli dice Derek, alzandosi e sedendoglisi di fianco. "So che è tua mamma, so che tutta la tua vita l'ha passata con le-" 

"Uccidila" lo interrompe il ragazzo. "Puoi farlo, devi farlo. Io voglio che tu la uccida e che lei non possa far male più a nessuno, ti prego." 

Stiles tira su col naso, le lacrime già pronte ad uscire, mentre Derek avvolge le spalle di suo figlio con un braccio e se lo tira contro. Un abbraccio un po' scombinato, un po' impacciato, ma che gli stringe il cuore. Sono una famiglia, sono reali, e nessuno potrà più dividerli. 



Alle otto del mattino, senza aver minimamente chiuso occhio e dopo aver fatto colazione, si infilano tutti e tre nella Camaro di Derek. Quando arrivano da Scott, trovano già Lydia e Jackson seduti intorno al tavolo della cucina, il caffè pronto e le facce preoccupate. Stiles aveva mandato un messaggio a Scott, poco prima, per avvisarlo, e a quanto pare lui aveva già riunito il branco. 

"Cosa facciamo?" chiede, appunto, il padrone di casa, allungando una tazza di caffè a Derek e un succo a Stiles ed Eli. 

"Dobbiamo trovarla" risponde serio Derek. A casa nostra non c'è nessuna traccia del suo odor e enemmeno nei dintorni, quindi è diventata ancora più abile. Ma sappiamo che è sola e noi siamo in quattro. 

"Siamo in cinque" lo interrompe Stiles, le mani sui fianchi. "Forse non posso battermi, ma Deaton mi ha insegnato abbastanza." 

"Siamo in sei" si aggiunge Eli, ma tutti si voltano a guardarlo. 

"Tu non affronterai Kate. Sei troppo giovane ed è pur sempre tua madre. Starai a casa con Stiles e aiuterai lui" tuona Derek. 

"Ma sono un lupo! So combattere!" protesta il ragazzo. 

"Eli, stammi bene a sentire" gli si avvicina Derek. "Hai quindici anni, quella donna ti ha torturato fisicamente e psicologicamente e, soprattutto, saperti sul campo di battaglia non mi farà stare tranquillo. Starai a casa e proteggerai Stiles e tuo fratello o sorella, sono stato chiaro?!" 

"TUO COSA?" Lydia urla, alzandosi e avvicinandosi a Stiles che si porta le mani al viso. 

"Non uccidermi! L'abbiamo scoperto solo ieri!"

"Tu aspetti un bambino? Da Derek? Stiles, che cazzo!" urla anche Jackson. "Quando volevi dircelo? Quando l'avrebbe scoperto Kate e vi avrebbe ammazzati tutti? Devi stare chiuso in un bunker, ti ci ficco io stesso!" 

"Jackie, da quando sei diventato così dolce con me?" lo prende in giro Stiles, facendolo quasi ringhiare. 

"Smettetela, abbiamo cose più serie a cui pensare" li frena Derek. "E JAckson ha ragione, tu ed Eli starete in un luogo sicuro." 

"Hai sul serio un bunker?" chiede Stiles e Derek, ovviamente, annuisce. 

"Nella riserva, non quello sotto il liceo che Kate conosce. Noi cominceremo le ricerche, e voi starete lì. Anche con Lydia. La sua voce può tenere lontani i pericoli, ancora prima che si avvicinino." 

Stiles annuisce. Vorrebbe essere di aiuto, fare qualcosa in più. ma sa fin dove può spingersi e il combattimento non fa per lui, soprattutto ora che deve preoccuparsi di un'altra vita. Ed è contento che Derek l'abbia vietato anche ad Eli. 

"Va bene, quando volete cominciare?" chiede, conoscendo già la risposta. 

"Ora" risponde, infatti, Derek, ma subito dopo il suono del campanello fa scattare tutti. 

"Chi cazzo li ha chiamati?" chiede Derek, rivolto soprattutto a Scott che, ovviamente, ha la sua classica espressione da cucciolo che non sa nulla. 

"Io ho solo detto a lei che andava tutto bene" risponde. 

"A lei chi?" chiede Stiles, ora in ansia. Solo che nessuno gli risponde, è Jackson che si alza, va ad aprire la porta e, poco dopo, altre due eprsone sono nella piccola cucina di Scott. 

"Tu appartieni alla mia famiglia" dice il primo di loro, entrando e puntando diritto lo sguardo in quello di Eli che si ritrae quasi contro la parete. Stiles non può biasimarlo. Lo sguardo da folle di PEter inquieta sempre anche lui. 

"In che senso appartiene alla nostra famiglia?" chiede Cora. "Derek, ci spieghi? Cosa ci state nascondendo?" 



Quando Stiles finisce di raccontare tutto, senza omettere nessun dettaglio e facendolo al posto di Derek che sembra star ancora trattenendosi dallo sbranare Scott o suo zio, proprio PEter si avvicina ad Eli. 

"Mi dispiace per quello che ti è successo, nessun membro della famiglia Hale dovrebbe più avere a che fare con quella donna. Ci ha distrutti in tutti i modi possibili, ma aiuterò il branco a mettere fine a questa storia." 

Stiles rimane senza parole. Non ha mai visto Peter così serio e, per un attimo, si volta verso Derek per capire se stia facendo sul serio o se abbia altri fini. Derek, impercettibilmente, annuisce. Anche Cora, poi, si avvicina al ragazzo. 

"Quindi, ora sono diventata zia. Benvenuto in famiglia, Eli!" dice, entusiasta e abbracciandolo. Stiles sghignazza nel vedere le guance del ragazzo diventare porpora. 

"Do-doppia zia" dice, bambettando, per poi irrigidirsi. Stiels ha imparato una lezione su Eli, quando è in difficoltà o in imbarazzo, non sa tenere il becco chiuso. 

"Doppia? Cosa significa?" chiede Cora. 

"Oh, congratulazioni, nipoti!" esclama, invece, Peter guardando Stiles e Derek. 

"PErché guardi me?" chiede Stiles che, ovviamente, aveva omesso la sua relazione con Derek nel racconto. 

"Piccolo umano, solo Derek non si era accorto di cosa provava per te, noi tutti lo abbiamo sempre saputo. Ovvio che sia tu quello in dolce attesa." 

Stiles si limita a guardarlo male. 



Un'ora e mezza dopo, Stiles è nel famoso bunker nella riserva, poco lontano da casa di Derek. Eli è al suo fianco, Derek gli sta facendo le ultime raccomandazioni. 

"Se senti una presenza estranea, prima chiami me, poi pensi e poi agisci. Avete le erbe di Stiles, usatele, non lanciarti contro il nemico, okay?" 

Il ragazzo annuisce. "Sì, ho capito." 

"Eli, so che credi di poterla affrontare, credimi, ero come te, ma non puoi, non da solo. E noi siamo il tuo branco." 

Stiles fa un occhiolino a Derek, poi passa un braccio sulle spalle di Eli, tirandoselo contro. 

"Facciamo i bravi, qui, grande Alpha. Tu cerca di stare attento, okay? Hai me e due figli che ti aspettano" dice, ingoiando il magone che sente sulla bocca dello stomaco. 

Derek gli accarezza una guancia, sporgendosi poi a baciargli la fronte. Stiles se ne innamora ogni secondo di più, quest'uomo è meravigliosamente meraviglioso. 

"Vi prometto di stare attento" dice, guardando poi anche Eli. Appoggia una mano sulla pancia di Stiles, che intreccia poi le dita alle sue e se lo tira contro, per stringersi in un abbraccio a tre. Abbraccio da cui Eli si separa poco dopo, lasciandoli un attimo da soli. 

"Der, non essere avventato, okay? Anche tu non puoi affrontarla da solo. Ci sono Scott, Jackson, Peter e Cora. Sono qui per te, per noi, fatti aiutare. Me lo prometti?" gli chiede, guardandolo negli occhi. 

Derek annuisce. "Sì, obbedirò al tuo ordine" dice, per poi baciarlo e voltarsi, uscendo dallo stretto cunicolo che porta all'esterno. 




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