»-(¯'CAPITOLO 11'¯)-»
Mentre ci accompagnano, penso ad un modo per non far sapere ai miei genitori dell'incidente. Devo inventarmi qualcosa. Penso, penso, ma non mi viene niente in mente. Cerco di trovare una soluzione.
La mia mente geniale non può abbandonarmi proprio ora...Trovato! Sapevo non mi avrebbe deluso! Posso farmi accompagnare a casa di Zia Vera, la mia zietta preferita. È la sorella di mia madre. Dicino che ci assomigliamo molto. Potrei farla spacciare per mia madre. Sicuramente mi coprirà, sia con gli sbirri che con mia mamma. Mia zia è grande!
Ricordo che l'anno scorso dovevo andare in discoteca con le ragazze delle cheerleaders. Avevo da poco rotto con Richard e le ragazze volevano farmi svagare un pò.
Non sapevo che scusa inventarmi. I miei non mi avrebbero mai mandata. Dicono che è pericoloso, ci sono le droghe, l'alcool...dù palle!
Non potevo certo dire ai miei che andavo in discoteca e che sarei tornata alle quattro del mattino! Non esiste! Non mi mi avrebbero mai mandata.
Dovevo trovare qualcuno che fosse disposto a coprirmi.
Mi venne subito in mente lei. Le chiesi se poteva dire a mia madre che dormivo a casa sua, invece sarei andata in discoteca con le mie amiche e poi alle quattro sarei ritornata. D'apprima era un po' titubbante, iniziò a farmi mille domande, del tipo "con chi vai? A quale discoteca vai?". Giustamente aveva bisogno di sapere, avrebbe dovuto ricoprire una grande responsabilità. Quindi risposi a tutte le sue domande per tranquillizzarla. Poi si convinse e mi disse però che dovevo farle uno squillo ad ogni ora per farle sapere che andava tutto bene.
La sera verso le otto andai a casa di mia zia. Misi tutto l'occorrente in uno zaino. Vestiti, trucchi, scarpe, borsa, insomma di tutto. Mi truccai e mi vestii da mia zia.
Zia Vera mi guardava con preoccupazione, ma io le dissi di stare tranquilla e che sarebbe andato tutto bene. Sono una ragazza responsabile le dicevo.
Verso le dieci mi vennero a prendere le ragazze. Andammo prima a bere qualcosa e verso mezzanotte partimmo per andare in discoteca.
Ad ogni ora le facevo uno squillo come promesso.
Era la mia prima volta in disco. Mi divertii un sacco. La musica era a tutto volume mandata in orbita dal DJ. Ballavamo all'impazzata circondate da ragazzi fichissimi. Alle quattro del mattino siamo partite per tornare a casa. È andato tutto liscio. Mia madre non lo ha mai saputo, e mia zia si fida di me. Quindi penso che possa contare su lei per uscire da questa situazione.
Arriviamo a casa di Alex. I poliziotti mi dicono di rimanere in macchina. Prima di scendere io e Alex ci abbracciamo. Poi la vedo scendere dall'auto accompagnata dai due poliziotti posti ai suoi lati come angeli custodi, o meglio, come angeli della morte! Percorrono il vialetto. Sembra che stia percorrendo il miglio verde, e i poliziotti gridano "Donna morta che cammina!". Arrivano davanti alla porta. Suonano il campanello e i genitori di Alex escono dalla porta. Sembrano un po' sconcertati quando vedono i due poliziotti. Scommetto che pensano "cosa può aver fatto di male la nostra bambina per essere accompagnata da due poliziotti?". Si dicono qualcosa e poi chiudono la porta e i due angeli della morte ritornano in macchina.
Dopo aver accompagnato Alex mi chiedono dove abito. Sono ancora un po' incerta. Mi convinco e gli do l'indirizzo di mia zia, ma a loro, come da copione, ho detto che è casa mia. È più o meno a due isolati da casa, spero solo che mia madre non si trovi lì.
Arrivati, scendiamo dalla macchina. Percorriamo il vialetto. Ci avviciniamo alla porta e uno dei poliziotti suona il campanello. Dopo pochi secondi viene ad aprire Zia Vera. Tiro un sospiro di sollievo, mi butto subito su di lei e l'abbraccio.
-Mammina cara! - mia zia rimane sorpresa quanto i poliziotti per la mia reazione.
-Bridget! Ma cosa è successo? Cosa ci fai con questi due poliziotti?
-Signora Heyes? - dice uno dei poliziotti.
-Io... - le tiro un pizzicotto sul sedere. Mi guarda e subito capisce che avevo bisogno del suo aiuto per togliermi dai guai -Si...sono io...ma cos'è successo?
-Forse è meglio che si sieda prima... - interviene il poliziotto.
-Mammina, non credi che sia meglio che ti racconti tutto io? Questi gentili poliziotti hanno fatto già abbastanza per me oggi, non credi? - sorrido ai poliziotti. Rimangono sorpresi dal cambiamento del mio comportamento.
-Certo tesoro! - mi dice. Poi si rivolge ai poliziotti. -Grazie per aver riportato mia figlia a casa, arrivederci! - chiude la porta senza dar loro il tempo di dire una parola.
Sono rimasti come degli imbecilli. Tornano in macchina e se ne vanno con delle facce un po' perplesse.
Chiusa la porta Zia Vera si gira verso di me, mette le mani sui fianchi e mi guarda storto.
-Cosa c'è? - le dico facendo finta di nulla.
-Devi dirmi qualcosa? - ribatte lei.
-Tipo? - le dico ironicamente.
-Tipo perché sei venuta accompagnata da due poliziotti a casa mia, e questi credevano che fossi mia sorella? E poi...perché volevano che mi sedessi?
-Ah si, quello! - esordisco con scioltezza -Bè, in pratica è andata così: mentre io e Alex tornavamo a casa, abbiamo fatto un piccolo incidente, niente di preoccupante! Un gatto nero ci ha tagliato la strada e siamo finite contro un palo. Abbiamo incontrato quei due stupidi poliziotti che ci hanno portato a fare degli accertamenti all'ospedale, nonostante avessimo detto che stavamo bene, e poi ci hanno accompagnate a casa. Hanno voluto che ti sedessi perché gli ho detto che non volevo che telefonassero a casa perchè mia madre soffriva di cuore e non volevo che avesse un infarto. Tutto qui!
Zia rimane perplessa e sgonenta, poi mi guarda e scoppia a ridere. Così mi metto a ridere anche io ripensando a tutto quello che avevo combinato. Ho inventato tutto questo perché voglio a tutti i costi prendere la patente l'anno prossimo! Niente e nessuno mi impedirà di prenderla!
-Faresti di tutto per non farmi venire un infarto vero? Che figlia premurosa che ho!
-Hai visto mammina quanto ti voglio bene? - le dico con voce sottile imitando quella di una bambina.
Esco da casa di mia zia e corro subito a casa che dista circa due isolati.
Entro dalla porta sul retro per cercare di non incontrare nessuno. È tutto buio e sembra che la casa sia vuota. Guardo l'orologio appeso al muro della cucina. Sono le 20:00.
-Mamma! - grido. Nessuna risposta. Saranno usciti. Salgo le scale per andare in camera.
Percorro il lungo corridoio. Apro la prima porta, che è la camera da letto dei miei, e non c'è nessuno. Continuo con la seconda porta, che è la camera di mio fratello, e niente. Ma dove sono finiti tutti? Mi dirigo verso la mia camera. Apro la porta.
Ashly è stesa sul letto con le cuffie nelle orecchie. Cerco di non farle accorgere della mia presenza, se no vorrà sapere dove sono stata, cosa ho fatto, insomma un terzo grado! A volte è peggio di mia madre.
Vado nel bagno della mia camera. Mi guardo alla specchio. Ho tutti i capelli in disordine. Mi sciolgo il codino e lascio cadere i miei lunghi capelli lungo la schiena e li ravvivo con una mano.
Ad un tratto mi accorgo di aver tralasciato un piccolo dettaglio. Non ho pensato a cosa inventarmi nel caso in cui mia mamma mi chiedesse perché non sono tornata a casa per pranzo!
Prendo la mia borsa ed inizio a frugarci dentro in cerca del mio iPhone. Trovato! Compongo il numero di casa. Il telefono squilla e poi dice: "Non siamo in casa, lasciate un messaggio e sarete richiamati!"
Lascio un messaggio: "Ciao mamma sono Bridget, non torno a casa, mangio da Alex!" chiudo. Bene, e anche questa è sistemata. Meno male che mi sono ricordata di questo piccolo particolare. Non avrei saputo cosa inventarmi all'improvviso.
Prendo la borsa poggiata sul letto ed esco i libri per studiare. Ad un tratto sento la voce di quella piccola peste di Trilly. A volte è insopportabile la voce di quella bambina, ma l'adoro!
Sono tornati. Chissà dove sono andati. Scendo al piano di sotto.
-Dove siete stati? - domando a mia madre.
-Siamo andati a fare un po' di spese.
-Ah, ok! - mentre salgo le scale per ritornare in camera mia madre mi dice:
-A proposito! Come mai non sei tornata per pranzo?
-Ah, ho mangiato da Alex! Non hai sentito il messaggio in segreteria?
-No! Comunque la prossima volta chiama, non lasciare messaggi in segreteria, sai che non so come si usa!
-Bè mi sa che dovrò insegnartelo! - le faccio l'occhiolino e vado di sopra. Fiù!
Ritorno in camera e mi siedo alla scrivania. Guardo i libri. Sbuffo. Cavolo ho da studiare matematica. Non mi va proprio. Li apro e inizio a studiare fino a quando i miei occhi non si chiudono da soli. Poggio la testa sulla scrivania e mi addormento.
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