La Bestia
Eren si strinse nel suo mantello; aveva freddo e la paura si era impossessata di lui, però con l'ultimo attimo di lucidità che gli era rimasto, era riuscito ad accendere un fuoco, che ora purtroppo si stava spegnendo lentamente.
Il cavallo si era addentrato nel bosco della mezzanotte ed Eren tentando di fermarlo era caduto e l'animale era corso via senza che lui riuscisse a fermarlo. Un singhiozzo sfuggì dalle sue labbra, portò immediatamente le mani alla bocca per soffocarlo, ma altri continuarono imperterriti insieme a fredde lacrime che scivolano sul suo viso. Abbracciò le ginocchia e continuò a piangere pensando alle persone care che aveva abbandonato
"Mamma...*sigh*...Mikasa...*sigh* Papà.. Perdonatemi... *sigh*"
Una folata di vento spense il fuoco e tutto cessò di far rumore. Eren alzò la testa e spalancò gli occhi spaventato più che mai, ora che non c'era il fuoco ad illuminare quella piccola porzione di territorio dove stava, pure il suo respiro gli faceva paura. Alcuni ululati ruppero il silenzio seguiti da foglie calpestate, rami spezzati e zampe che correvano veloci.
"Lupi" Eren balzò in piedi iniziando a correre più di quanto le sue gambe riuscissero a reggere, ma per quanto andasse veloce gli ululati si avvicinavano sempre di più, poteva vedere nel buio i loro occhi rossi bramosi della sua carne. Un dirupo profondo si stagliava a non più di tre metri da lui, per attraversarlo c'era un ponte di legno cigolante e vecchio, probabilmente non avrebbe retto il peso dei lupi ma il suo sì, forse poteva ancora salvarsi.
Quella via di salvezza svanì quando le gambe gli cedettero, facendogli sbattere la testa a terra molto forte. La vista iniziava a sfocarsi, il dolore alla testa diventava sempre più lancinante, l'ultima visione era un'ombra sopra di lui poi chiuse gli occhi perdendo totalmente conoscenza.
Era quasi l'alba.
Eren aprì pigramente gli occhi sentendo qualcosa di morbido sotto di lui. Sbattè le palpebre un paio di volte prima di rendersi conto di essere sdraiato sopra un'infinita distesa di neve, ci passò una mano sopra accorgendosi che non era per niente fredda, al contrario era molto gradevole al tatto e per un attimo pensò di riprendere a dormire. Scosse la testa e si mise seduto tenendosi la testa con una mano accorgendosi di avere una fascia. Si guardò intorno, i lupi erano svaniti nel nulla o meglio lui era svanito dal bosco e si era ritrovato sulla neve, "Mi sono teletrasportato? E mi sono pure fasciato la testa.. Da quanto sono sonnambulo?".
Si alzò, tolse via la neve dal mantello e guardò davanti a se adocchiando una macchia scura venire verso di lui.
Il castano gli andò incontro e passò la mano sul muso, accarezzandolo.
-Non scappare più così.
Dove andremo adesso?- il cavallò nitrì proseguendo la propria strada dietro Eren. Il ragazzo lo seguì con lo sguardo notando solo adesso che alle proprie spalle si ergeva un castello grande e maestoso quanto cupo e freddo. Si avvicinò al cancello notando dei gargoyles di pietra che lo guardavano tristemente
-Sbaglio o questi gargoyles sembrano tristi?- disse al cavallo che però era sparito nel nulla "A quanto pare pure il mio cavallo si sa teletrasportare."
Quelle statue angosciate parevano posizionate lì come a fare da guardia al castello. Il cancello si aprì senza che il ragazzo lo toccasse, cigolando come se non venisse aperto da anni, ed Eren aveva il forte sospetto che fosse così.
Proseguì affondando i piedi nella neve, mano a mano che andava avanti il cielo si incupiva, la neve diventava sempre più freddae folate di vento gelido lo colpivano facendolo rabbrividire. Arrivò al portone. Bussò.
"Oh al diavolo l'educazione qui mi sto gelando." Lo spinse sorprendosi non tanto di trovarlo aperto, ma della sua strana apertura.
-Uhm... È permesso?- disse incerto. Silenzio. Se lo doveva aspettare e si sentì un po' stupido ad aver parlato al vuoto. Il portone si richiuse alle sue spalle lasciando la stanza al buio, facendo entrare Eren automaticamente in panico. Spalancò gli occhi in cerca di una fonte di luce. L'unica era un enorme vetrata colorata. Si avvicinò quasi correndo e si posizionò dove la luce illuminava il pavimento, facendo riflettere i colori sul suo viso.
Socchiuse gli occhi e respirò profondamente.
Un'ombra si stagliò davanti alla vetrata. Eren non riuscì a distinguere la figura perché era controluce, ma di una cosa era certo: aveva visto due occhi argentei come la luna da cui non riusciva a scollegare i suoi.
-Chi sei?- domandò per pura curiosità, ma l'ombra distolse lo sguardo e in un attimo era scomparsa
-Aspetta!- Eren si guardò intorno, sentiva la presenza di quegli occhi grigi, ma dove? Dov'era?
-Mostrati.-
-Tu non dovresti essere qui.- l'ombra parlò, era un uomo, aveva una voce calda e piatta, che gli fece venire i brividi alla schiena, non di paura questa volta. Sentì la voce arrivare dalle sue spalle, proprio all'orecchio. Si girò. Niente, lui non c'era.
-Chi sei?- domandò nuovamente, questa volta in un sussurro e la voce gli rispose sussurrando altrettanto
-Io sono... La Bestia.- Eren trattenne il respiro.
-Dov'è mio padre?- domandò, forse in tono troppo freddo
-L'ho lasciato libero, come da promessa.-
-Perché hai detto che non dovrei essere qui. Mi pare che tu abbia chiesto una vita in cambio- Eren si girò nuovamente riuscendo ad incontrare quegli occhi, ma il corpo era oscurato dall'ombra.
-Tuo padre mi ha promesso la vita di sua figlia. Non di suo figlio!- ruggì lui
Eren si accese come una fiamma ardente
-Ma che gli prende?! Adesso fa pure lo schizzinoso? Ringrazia che sia almeno venuto qualcuno in questo castello da film horror! Se crede che io torni indietro e gli mandi mia sorella di sbaglia di grosso!- Forse Eren avrebbe dovuto pensare, o meglio, chiudere la bocca e poi pensare tutte quelle parole invece che dirle, ma la bestia non sembrava arrabbiata anzi, Eren poteva percepire un ghigno divertito sul suo volto
-Che c'è moccioso? Ti sei offeso?-
"Ma come si permette di provocarmi!"
-No!- Eren sbattè un piede a terra come un bambino, poi ricordandosi il motivo per cui era lì si incupì.
-Avanti muoviti e non fare troppe cerimonie. Se devi mangiarmi fallo e basta.- la bestia restò qualche secondo in silenzio prima di scoppiare in una fragorosa risata.
-Mangiarti? Ma che dici?-
Eren arrossì
-N-non vuoi?-
-Moccioso non siamo mica nelle favole!- Eren si guardò i piedi "Che figuraccia" poi alzò lo sguardo e le parole uscirono totalmente a caso ed incontrollate
-Beh scusami tanto se rapisci mio padre dici di volerlo uccidere e c-chiedi una vita in cambio e poi ti lamenti perché sono venuti io e io non capisco più un tubo perché "ho visto i tuoi occhi" mi provochi ed i-io pensavo che tu volessi mangiarmi e dalla lettera sembra che tu sia un tipo crudele e senza cuore!- la bestia si zittì, Eren prese un respiro profondo
-Perché sono qui?-
-Perché ho bisogno di qualcuno da amare.- confessò la bestia in tono calmo e glaciale da non sembrare vero
-Amare? Questa è bella una bestia che ama.- lo schernì lui pentendosene subito dopo
-Cioè i-io non..-
-Il punto non è amare Eren.- fece un passo avanti entrando nel fascio di luce, mostrandosi al ragazzo che strabuzzò gli occhi alla vista
-Il punto è riuscire a farsi amare da qualcuno.- e sparì dopo aver coperto gli occhi del ragazzo con una mano.
Eren si morse il labbro inferiore se quella era una bestia, era la bestia più sexy che avesse mai incontrato. Arrossì scuotendo la testa
"Ma che mi prende? Sveglia Eren! Ti sta facendo sicuramente un incantesimo, ricorda che voleva uccidere tuo padre solo per aver rovinato una rosa" la sua mente gli parlò e lui annuì convinto, o quasi.
La stanza si illuminò di colpo e lui dovette chiudere gli occhi e aprirli lentamente per abituarsi alla luce.
-Bonsoir.- si guardò intorno "Chi ha parlato?"
-Quaggiù, je suis quaggiù!- Eren abbassò lo sguardo incontrando un candelabro parlante. "Ok questo è davvero il colmo." Si inchinò all'altezza del candelabro e lo toccò incredulo
-Ehí! Non toccaré.- disse quello con la sua r moscia e il suo accento molto francese offeso
-Oh, mi scusi.- mormorò imbarazzato Eren
-Oh souvvia non ti preoccuparé... Piuttostó bienvenu allá maison de la Bestiá. Je suis Lumiere- fece un piccolo inchino -Et luí è...- si guardò intorno -Mon dieu Tockins!!-
-Arrivo arrivo.- un orologio a pendolo arrivo tutto trafelato, tirò fuori un fazzoletto si asciugò le lancette, cioè i baffi.
-S-sono Tockins *uff*-
Eren sorrise
-Piacere, io sono Eren.-
-Bien Eren! Andiamo!-
-Dove?- domandò confuso
-Nelle tue stanze, devi essere molto stanco.- disse l'orologio
E, come fosse un incantesimo, Eren sbadigliò e si accasciò a terra addormentato.
I due lo guardarono
-Tockins che fasciamó?-
-Non lo so Lumiere...-
-Potete andare ci penso io.- una voce arrivò alle loro spalle
-Oh m-ma certo P-padrone.- si scostarono
-Con delicaté con delicaté!- suggerì Lumiere.
Levi fece passare un braccio sotto la schiena e uno sotto le gambe di Eren e lo tirò su. Quello mugugnò qualcosa nel sonno e si accoccolò meglio sul petto dell'altro.
"Devo fare in fretta. Se si sveglierà, urlerà e mi starà lontano." Pensò tristemente la bestia viaggiando velocemente nell'ombra. Arrivò nelle stanze del ragazzo. Gli tolse il mantello e le scarpe e lo posò delicatamente sul morbido materasso coprendolo successivamente. Gli lanciò un'ultima occhiata prima di uscire dalla stanza e dirigersi verso l'ala ovest del castello.
*angolino*
Solangelo>>>>>>>>>>>
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