Secrets



I ragazzi e lo staff erano riuniti nella sala d'attesa dello studio. I make up artist e gli stylist erano impegnati a preparare Ravi per la sua apparizione. Nonostante la grande vivacità, il ragazzo non creava molti problemi durante la preparazione, anzi, Leo che si trovava comodamente seduto in un angolo a osservare il tutto, poté notare il ragazzo rilassarsi sotto le cure dello staff. Il corvino decise di ritagliarsi quei piccoli momenti di pace per scrivere sulla sua agenda, estraniandosi da tutto ciò che lo circondasse. Così facendo però non si rese conto che il biondo avesse finito di prepararsi, e che con passo furtivo si avvicinava.

<<Che cosa scrivi Hyung?>> chiese con la faccia a pochi centimetri dalle pagine.

<<Nulla che ti riguardi>> fu la risposta immediata del compositore che, con un movimento veloce, chiuse l'agenda fra le sue mani.

<<Eddai, fammi leggere qualcosa>> piagnucolò sperando che un po' di aegyo potesse fargli ottenere il consenso a mettere le mani su quelle pagine che tanto lo incuriosivano. Leo l'osservò inarcando, quasi in modo impercepibile, il sopracciglio. Ma il movimento, seppur il ragazzo mantenesse la sua solita espressione distante e menefreghista, non passò inosservata al biondo.

<<Pensi davvero che un po' di aegyo possa convincermi? Sei ancora ben lontano dal comprare il mio favore ragazzino>> sentenziò.

<<Yah, non chiamarmi ragazzino, dopotutto ci togliamo solo tre anni>> s'imbronciò il biondo.

<<Quei tre anni bastano per segnare le nostre differenze>>

<<Io non credo, a parte quello, siamo uguali>> esclamò convinto. La frase risuonò nella mente del compositore, e quasi fosse una spina si piantò nel suo cuore. In molti gli avevano detto quelle stesse parole per poi abbandonarlo a sé stesso. Era stato trattato come fosse un volantino pubblicitario, osservato attentamente per valutare cosa avesse da offrire, ma una volta capito se interessasse o meno era stato gettato, lasciandolo trascinare via dal vento. Si alzò torreggiando il minore.

<<Io e te non siamo uguali. Tu non sai niente di me, non conosci il mio passato, perciò non provare nemmeno a capirmi perché cadresti in un oblio oscuro, e nemmeno io potrei tirartene fuori>> sibilò creando un contatto visivo talmente intenso che Ravi sentì di ver trascinato in un'altra dimensione. Ma non fece in tempo a rispondere che il manager li richiamò.

Dopo essersi educatamente presentato e inchinato al giornalista prese posto davanti a lui, e così diedero inizio all'intervista. Rispose a tutte le domande che gli vennero poste, in modo serio e alle volte simpatico.

<<Ravi, cosa pensi della musica?>> chiese professionalmente il reporter.

<<Io credo che la musica sia la cosa più bella che esista al mondo. È capace di influire il nostro stato d'animo, sia in bene che alle volte in male. È lo strumento con cui molti di noi riescono a esprimere i propri sentimenti, anche quelli più nascosti. Credo che la musica sia qualcosa di meraviglioso e , chiunque la ami o la esprima a modo suo, che sia un cantante o un compositore, se crea della buona musica, sia anche una fantastica persona. Che essa voglia dimostrarlo o meno>> risponde portando il suo sguardo, cercando di non essere notato, sul compositore, che aveva gli occhi fissi su di lui.

L'intervista si concluse con successo e una volta salutato il giornalista si diressero verso la sala d'attesa per prepararsi al prossimo impegno. Ma ad un certo punto Leo si sentì tirare per il braccio.

<<Io non conosco il tuo passato, ma ho intenzione di conoscere te, e sarai tu a raccontarmelo un giorno>> disse serio. Il compositore lo guardò senza mutare la sua espressione.

<<E poi, se anche lo conoscessi, che faresti?>> chiese tranquillo.

<<Ti aiuterò a superarlo>> il compositore a quelle parole rilascio uno sbuffo divertito.

<<Tu non puoi aiutarmi. Nessuno può farlo. E tutto inciso qui>> disse portando una mano sul suo petto <<Come una cicatrice che non andrà mai via>> concluse serio prima di voltarsi e continuare il suo percorso.

<<Io non mi arrenderò>> disse il biondo più a sé stesso. Ma il corvino riuscì comunque a sentirlo fermando i suoi passi e voltandosi leggermente nella sua direzione, nascondendo il suo viso dietro la spalla.

<<Dicono tutti così, e poi vanno via. Lasciandoti a raccogliere ogni pezzo rotto della tua anima>> sussurrò prima di scomparire poi fra i lunghi corridoi degli studi, lasciando il biondo a meditare su una sola domanda. 

"Cosa nascondi così segretamente nel tuo cuore?" 

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