Moon


Aprì gli occhi lentamente, cercò di mettere a fuoco tutto intorno, e fu accolto dal bianco latte delle pareti e dalla forte luce nella stanza. Si mosse per mettersi seduto sul letto, ma venne colto da delle fitte di dolore che gli fecero mancare il respiro. Portò il suo sguardo sul suo corpo e, dopo aver scostato leggermente i vestiti, lo vide pieno di lividi. Si mosse trattenendo dei gemiti di dolore fino ad arrivare davanti allo specchio, dove riuscì a vedere meglio non solo tutti i segni che avevano sostituito la sua pelle candida, vide anche del sangue incrostato su alcuni piccoli graffi e all'angolo della bocca. Sospirò rassegnato a quella vista, ma non si lamentò, era andato lì di sua volontà, la sicurezza dei suoi Hyung, di quelle persone che erano rimaste al suo fianco, ma soprattutto, quella di Ravi erano più importanti del suo corpo. Aveva passato anni in quel modo, poteva viverlo ancora se ciò avrebbe tenuto quelle persone al sicuro. Si mise a rovistare nei cassetti, e la trovò, si sorprese un po' allo scoprire che una delle creme che usava per i lividi fosse ancora in quei cassetti, ma mentalmente ringraziò, prima di applicarla sussultando al minimo contatto. A lavoro concluso, dopo aver riposto la scatolina, si avvicinò alla finestra, scostando lentamente la tendina e guardando fuori. Era buio, le strade erano quasi deserte data la posizione dell'appartamento, la luna splendeva alta nel cielo, e ripensò al minore, e si domandò cosa stesse facendo in quel momento, e se anche lui avesse portato il suo sguardo al cielo.

<<Che stai facendo?>> la voce arrivò autoritaria dietro di lui.

<<Non lo vedi? Guardò il cielo>> rispose, rimanendo con lo sguardo su quel cerchio di luce.

<<Se stai sperando che quel ragazzino venga a salvarti toglitelo dalla testa. Nessuno ti troverà qui>> disse ancora, afferrandolo e obbligandolo a guardarlo <<Nessuno, ti porterà mai più via da me>>

<<Ma tu non hai una moglie a cui pensare? Non dovresti tornare da lei?>> replicò il corvino, liberandosi dalla sua presa.

<<Lei non è in grado di darmi quello che voglio>> e detto questo lo spinse di forza sul letto, sovrastandolo con il suo corpo. A poco servirono le proteste e le urla del ragazzo, poiché ad ognuna di esse l'uomo rispondeva sferrando un colpo sul suo corpo, fino a che il ragazzo, già debole per la sfuriata precedente, non poté far altro che sottomettersi e piangere in silenzio.

***

<<Cos'è successo?>> chiese ancora il presidente della compagnia. I tre si guardarono incerti se raccontare tutto solo una parte della storia, ma si limitarono a raccontare ciò che successe quella mattina, lasciando che anche lui si unisse alla loro confusione, cercando di trovare una spiegazione.

<<Voglio sapere se qualcuno di voi ha visto qualcosa di strano durante l'evento, qualsiasi cosa può essere importante, cercate di ricordare per favore>> disse Yeonsuk rivolgendosi all'intero staff presenze nella stanza. I presenti cominciarono a pensare alla mattinata, parlando fra loro, quando una ragazza si alzò attirando l'attenzione di tutti.

<<Mentre mi occupavo dell'evento un uomo mi ha avvicinata e mi ha consegnato una busta assicurandosi che la consegnassi a Leo-Hyung>> disse dispiaciuta, pensando che la sua scomparsa fosse legata a quello.

<<Chi era quell'uomo?>> domandò subito il manager.

<<Non lo conosco mi dispiace, ma fa sicuramente parte della CBS>> rispose.

<<Ne sei sicura?>>

<<Sì, aveva un pass dello staff della CBS>> confermò.

<<Lo sapevo, c'è lui di mezzo>> urlò frustrato.

<<Lui chi?>> s'intromise il presidente, guardando i tre, ormai convinto ci fosse qualcosa che non sapesse. Li guardò attentamente e quando vide l'indecisione sul loro volto chiese all'intero staff di lasciargli soli. Quando rimasero da soli si accomodò e sbottonò la giacca <<Nessuno di voi uscirà da qui fino a che non avrò saputo tutto, e non voglio menzogne>> disse serio.

I tre si guardarono per l'ennesima volta, pensando a cosa fare. Jiwoon conosceva bene il presidente, era duro e molto professionale, ma era anche un uomo premuroso e giusto, pensò così che parlare fosse la cosa migliore, da soli non potevano fare nulla, ma l'uomo avrebbe potuto aiutarli. Prese la mano di Yeonsuk e annuì, facendogli capire quale fosse la cosa giusta da fare. Quest'ultimo, ancora un po' titubante, ricambiò la stretta e cominciò a raccontare tutto sin dal principio, ogni cosa, ogni dettaglio, qualsiasi cosa sapesse. Da una parte sentì di tradire la fiducia del ragazzo, ma dall'altra, forse grazie anche alla stretta e al calore della mano dell'uomo al suo fianco, pensò che l'aiuto del presidente sarebbe stato molto importante nella sua ricerca.

L'uomo ascoltò l'intero racconto immobile e in silenzio, non un muscolo si mosse durante quel momento, ma quando l'ultima parola lasciò le labbra del manager e il silenzio regnò nella stanza l'uomo scattò dalla sedia infuriato.

<<Io lo ammazzo>> furono queste le uniche parole che pronunciò prima di afferrare il cellulare e far partire una chiamata, sotto lo sguardo confuso degli altri <<Pronto, Shin, raduna tutti gli uomini che hai, ho bisogno del tuo aiuto, è una questione delicata quindi fa in modo che siano fidati e riservati e che la cosa non si venga a sapere, almeno per ora. Jung Taekwoon è scomparso, e dietro potrebbe esserci Hong Haneoul della CBS. Sì lo so che è un uomo importante, per questo ti sto chiedendo riservatezza. Certo. Devi fare più in fretta che puoi, il ragazzo potesse essere in pericolo. Ti manderò tutti i dettagli. Grazie>> concluse, lasciando il cellulare sul tavolo.

<<PDnim, che cosa ha fatto?>> chiese preoccupato Yeonsuk.

<<Ascolta>> rispose l'uomo posando le mani sulle sue spalle <<Non devi preoccupare, Shin è un mio amico poliziotto, è al comando della stazione di Seoul, è un uomo fidato, e puoi star tranquillo che lo troveremo, è incastreremo quel bastardo. Te lo prometto>> lo rassicurò.

Passarono tre ore. Tre ore passate all'interno di quella stanza riunioni in attesa di qualcosa, qualsiasi cosa che sembrava non aver intenzione di arrivare. Yeonsuk e Jiwoon erano seduti al tavolo, mentre il secondo tentava di consolare il primo, rassicurandolo riguardo la situazione. La preoccupazione era insinuata fin nell'ultima cellula dei presenti, che invano cercavano di mantenere un velo di lucidità. Il presidente dell'agenzia disdette ogni suo appuntamento, e passo quelle ore fra telefonate e documenti che potessero aiutare nella ricerca, chiamò anche il centro dove si svolse il fansign per chiedere che gli fosse consegnato il video della sorveglianza, sperando che ci fossero tracce dell'uomo che consegnò la busta. Ravi in tutto questo, non proferì alcuna parola, rimase in silenzio e in disparte. Alternò tristezza, angoscia, preoccupazione, rabbia, in un ciclo infinito che lentamente lo distruggevano nel profondo. Passò tutto a combattere contro se stesso e la voglia di correre per l'intera città urlando il nome del maggiore. I ricordi di tutti i momenti passati insieme si susseguirono nella sua mente, lasciando che le lacrime compissero il loro percorso sul suo viso. Ogni tentativo di degli altri di tranquillizzarlo arrivava ovattato al ragazzo, ogni parola, ogni carezza sembrava una mera illusione, e il suo cervello collegava i suoi gesti al maggiore, lasciandolo cadere in un baratro di domande senza risposte. Lasciò che il suo sguardo vagò fuori dalla finestra, ad osservare la luna alta nel cielo, pregando che stesse bene, e augurandosi che quell'uomo non lo toccasse perché in quel caso non avrebbe avuto il controllo di sé. Come un gesto automatico afferrò la busta contenente gli spartiti trovata in casa del maggiore. Lesse il titolo scritto su quei fogli "Beautiful Liar" e sorrise amaramente.

"Era tutta una bugia Hyung? Chi ha mentito? Chi è il bugiardo? Io che ci ho creduto e continuo a crederci o tu che provavi a scappare per paura di amare ancora? No, non è una bugia, non può esserlo"

Questo pensò, accarezzando quei fogli, quelle note scritte nero su bianco che in quel momento sembravano quasi la colonna sonora della sua vita. Una folata di vento sfilò i fogli dalla leggere presa del biondo, riversandoli sul pavimento, nel raccoglierli però vide qualcosa che stonava con il bianco dei fogli. Raccolse lo spartito e fra essi trovò una busta. Incerto la prese, l'aprì, e in quel momento gli fu tutto più chiaro. Urlò per attirare l'attenzione degli uomini presenti nella stanza che sobbalzarono a quel richiamo che squarciò il silenzio, e portò la busta e il contenuto sul tavolo. Yeonsuk sorrise fra le lacrime, condividendo con loro la speranza di un finale felice. Il presidente afferrò nuovamente il cellulare richiamando Shin, e dopo avergli comunicato l'indirizzo trovato sul biglietto aspettò che l'uomo facesse le sue ricerche fino a quando questo non gli comunicò che a quell'indirizzo si trovasse un appartamento intestato a nome di Hong Haneoul, e quello bastò per far partire il tutto. Si diedero appuntamento lì, e l'uomo promise che si sarebbe presentato con degli agenti. Velocemente raccolsero le loro cose e si avviarono verso quell'indirizzo. Durante il tragitto, l'abitacolo della vettura era pieno di emozioni contrastanti, Yeonsuk piangeva silenziosamente, sperando di fare in tempo e che il ragazzo stesse bene, Jiwoon guidava come un pazzo ormai disinteressato alle regole della strada, il presidente pregava di arrivare sani e salvi a destinazione mentre Ravi non riusciva a distogliere lo sguardo dal cielo pensando a come avrebbe potuto riabbracciare il ragazzo. Quella fu una notte agitata, piena e vissuta. In quel silenzioso manto, illuminato dalla luce della luna, molte preghiere, sentimenti e palpiti furono riservati, nella speranza che gli incubi finissero una volta per tutte. 

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