Memories & Pain
Il biondo era intento ad osservare la vista sul balcone della sua stanza. Le montagne innevate, la tranquillità del posto, le slitte che passavano di tanto in tanto, addobbate da allegri campanellini il cui compito era richiamare lo spirito natalizio. Nonostante l'essere stato raggirato, la montagna si era dimostrata la scelta giusta per un meritato riposo. Accomodato su una delle sdraio lì presenti chiuse gli occhi, deciso a godersi il tenue calore del sole sul viso. Quella dolce calma però fu interrotta dal suono di un pianoforte che dolcemente si espanse per tutta la casa. Incuriosito decise di seguire quella melodia. Lentamente percorse i corridoi dello Chalet, scese le scale che lo separavano dal piano inferiore per poi ritrovarsi nel grande salone. Scrutò il caminetto acceso, l'albero elegantemente addobbato in un angolo fino a trovarsi davanti la fonte di quell'ipnotica melodia. Immobile e silenzioso rimase ad osservare il corvino, di spalle, intento a suonare quello strumento tanto delicato. Il corvino seguì la melodia con la voce, usando semplici vocalizzi quasi fosse una canzone vera e propria. Incantato, si perse fra quelle note. Perse la cognizione di tutto ciò che lo circondasse. Era a conoscenza delle grandi doti del maggiore, ne aveva sentito parlare, aveva anche ascoltato alcune delle sue composizioni. Ma vederlo lì, davanti ai suoi occhi, la sua voce leggera e sicura, le sue dita che accarezzavano quei tasti tanto dolcemente. Improvvisamente ricordò la sua infanzia, la nascita del suo sogno di diventare un cantante, i duri anni da trainer e la felicità quando gli venne comunicato il suo imminente debutto. Perso fra i suoi pensieri non si rese conto del corvino, ormai in piedi, che lo fissava in silenzio.
<<L'hai composta tu vero?>> solo dopo aver pronunciato quelle parole si rese conto della loro idiozia.
<<E chi altro sennò. Non è ancora conclusa. Non è gran che.>> rispose monotono come sempre.
<<È...è... bellissima>> in quel momento, sentì lo sguardo del maggiore farsi sempre più intenso. <<Quella melodia mi ha fatto ricordare alcuni momenti del mio passato. Duri ma anche felici. Nessuna canzone, nemmeno le mie, sono mai riuscite ad entrami così affondo. Però...posso percepire del dolore al suo interno>> disse serio.
<<Non so cosa tu voglia dire>> tagliò corto il compositore, raccogliendo velocemente i suoi fogli per lasciare la stanza.
<<Perché ti ostini a mentire?>> disse facendo bloccare i movimenti dell'altro, che si voltò con uno scatto.
<<Come scusa?>>
<<Puoi far finta di essere un duro, puoi mentire a tutti, ma non puoi farlo alla tua musica. Riuscirà sempre a rivelare i tuoi veri sentimenti. Che tu voglia o no. Questa melodia ne è la prova. Tutto il dolore che stai soffocando dentro si è riversato in quelle note>>
<<Smettila>> urlò Leo afferrandolo per il colletto della felpa <<Non parlare come se mi conoscessi. Tu non sai nulla di me>>
<<Questo perché ti ostini a rimanere chiuso in quella scatola che ti sei creato>> ricambiò il minore liberandosi dalla presa <<Te ne stai rinchiuso nel tuo mondo. Non compi un passo fuori da esso, e non permetti a nessuno di entrarci. non puoi continuare a vivere così. Questa non è vita. È schiavitù>>
<<Schiavitù>> disse con sorriso amaro. Stanco delle supposizioni del ragazzo, con la rabbia che scorreva nelle sue vene. <<Tu, non sai di cosa parli. Tu la chiami schiavitù, ma per me si tratta di sopravvivenza. Per te è stato tutto così facile. I tuoi genitori ti hanno supportato nelle tue scelte, hai incontrato persone che hanno creduto in te e ti sono state accanto. Sai cosa facevo io mentre tu vivevi la tua vita fra sorrisi e amore? Cercavo di sopravvivere. Sopportavo le violenze perché non potevo fare altro. Non avevo nessuno che asciugasse le mie lacrime, nessuno che mi dicesse "Andra tutto bene", nessuno a cui importasse veramente di me. E ora arrivi tu e fai finta di interessarti a me>> urlò sforzando la voce, non rendendosi contro degli occhi lucidi <<Perché? Per le mie "capacità"? Per convincermi a firmare quel contratto con la tua agenzia?>>
Ravi ricevette quelle poche informazioni come un coltello che attraversasse il suo cuore. Non sapeva cosa avesse passato il maggiore, ma da quel poco che riuscì a capire dalle sue parole, non si trattava di nulla di buono. Osservò il petto dell'altro alzarsi e abbassarsi, respirando con forza. Le sue mani strette a pugno. Guardò il suo viso, vide il suo sforzo nel trattenere le lacrime che avevano preso posto in quegli occhi così profondi. Ma quando vide una di esse scivolare lungo le sue guance non riuscì a trattenersi.
<<Non mi importa nulla delle tue canzoni. Non mi importa di nessun contratto>> disse con voce tranquilla, avvicinandosi lentamente <<Non so come o quando sia successo. Non so perché. Ma l'unica cosa di cui mi importa, che tu lo accetti o meno, che tu lo voglia o no, sei tu>>
Lo afferrò per il polso, tirandolo verso di sé e circondando il suo corpo in un abbraccio lo baciò. Il corvino spalancò gli occhi a quel contatto, portò le mani sul petto del biondo cercando di allontanarsi. Ma ad ogni sua spinta, la presa di Ravi non faceva altro che diventare più ferrea. Provò a scalciare tentando, in qualsiasi modo, di staccarsi da quel bacio così caldo, accogliente e allo stesso tempo doloroso. Ma ogni suo sforzo risultò vano. Si arrese a quelle labbra, lasciando cadere le sue braccia lungo i fianchi, perdendo la cognizione di sé stesso.
Poco dopo il biondo separò le loro labbra, allontanandosi lentamente, mantenendo però il contatto fra i loro occhi.
<<Lascia che io sia il tuo supporto. Non allontanarmi>> sussurrò il minore posando la sua mano sulla guancia del maggiore.
Ma Leo non poteva permetterlo. Nonostante una piccola parte di lui si fosse sentita al sicuro fra le sue braccia, non poteva. Non poteva lasciarsi andare, avrebbe sofferto ancora ne era sicuro. E non poteva nemmeno lasciare che il ragazzo si avvicinasse a lui, era troppo pericoloso. Se lui l'avesse scoperto. Se quell'uomo fosse venuto a conoscenza di un possibile legame tra i due avrebbe sicuramente fatto del male a Ravi. E non poteva permettere che il suo sorriso venisse distrutto.
<<Stammi lontano. Io, porto solo dolore e sofferenza>> disse allontanando la mano del ragazzo e lasciando la stanza, senza guardarsi indietro.
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