Don't Challenge Him!
Nonostante i due manager avessero voluto portar via il ragazzo il più velocemente possibile, l'avvicinamento dell'uomo a loro rese ciò impossibile. L'intero staff aveva gli occhi puntati su loro, perciò l'unica difesa che poterono adottare fu il frapporsi fra lui e il ragazzo, evitando un possibile contatto.
<<Le auguriamo un felice Natale>> dissero entrambi, provando a distogliere l'attenzione dell'uomo dal compositore, ma questo dopo aver ricambiato frettolosamente rivolse nuovamente l'attenzione alla sua vittima.
<<E tu? Non mi fai gli auguri?>> chiese ironico, fissandolo come un cacciatore fissa la propria preda. Il ragazzo venne leggermente scosso la suo manager, che nonostante sapesse cosa stesse provando in quel momento, data la situazione, non poteva permettere alcun tipo di comportamento equivocabile. Il corvino torno in sé, liberandosi dalla paralisi che la sola vista dell'uomo era stata capace di provocare, continuando però ad essere ferito dai suoi ricordi.
<<Auguri signore>> bisbigliò, inchinandosi leggermente, attento però a mantenere una debita distanza.
<<Da quando mi chiami Signore? Mi hai sempre chiamato Hyung>> rispose l'uomo, con aria arrogante e piena di sé.
<<È...è...st..stato tanto tempo fa>> riuscì a parlare Leo, mentre dei brividi percorrevano la sua schiena.
<<Però ricordi tutto come fosse ieri non è vero?>> puntualizzò, ben consapevole che i ricordi del loro tempo insieme fossero ancora vivi nel ragazzo, non perché questo lo volesse, ma perché lui fece in modo che fosse così <<Potremmo festeggiare l'esserci ritrovati non pensi? Magari una cena, solo io a te>> ghignò, provando ad avvicinarsi. Ma entrambi i manager si mossero prima che questo potesse compiere un solo passo, intuendo già a cosa volesse mirare, creando così una barriera fra lui e il ragazzo.
<<Mi dispiace signore, ma l'agenda di Leo è piena di impegni. Per il momento non credo possa avere del tempo libero>> spiegò deciso Yeonsuk. L'uomo guardò minacciosamente i due, non gli piaceva quando qualcuno s'intrometteva nei suoi affari, ancor meno se quell'affare era proprio quel ragazzo.
<<Tu sei Yeonsuk, il suo manager>> disse guardandolo <<Mentre tu sei Jiwoon, manager di Ravi. Perché ti intrometti?>> chiese inarcando un sopracciglio.
Jiwoon guardò Yeonsuk, capendo all'istante che l'uomo fosse già a conoscenza del motivo per cui i quattro fossero insieme. Ciò stava a significare che ciò che gli aveva raccontato l'uomo era vero. Haneoul teneva ancor sotto controllo il corvino, non contento di aver già rovinato il suo passato. Questa realizzazione provocò una forte ira che cominciò a scorrere nelle sue vene.
<<Credo non abbia bisogno di saperne il motivo. Lo conosce già non è vero?>> ringhiò, facendo in modo che gli unici a sentirlo fossero le persone al suo fianco. L'uomo a quelle parole rise rumorosamente, facendo arrabbiare ancor di più i due uomini di fronte a lui.
<<Vedo che sai di cosa parli. Perciò levatevi dai piedi entrambi e lasciatemi solo con lui>> ordinò categorico.
<<Dovrai passare su di noi, solo allora potrai avvicinarti a lui. Certo se sarai ancora in grado di farlo>> lo affianco Yeosuk. Leo cominciò a temere che la situazione potesse degenerare da un momento all'altro. Sapeva ciò che Haneoul era in grado di fare, e nonostante i manager fossero in vantaggio numerico era al corrente che questo non avrebbe comunque aiutarli. L'uomo aveva dalla sua parte una grande forza fisica, senza contare le quattro guardie del corpo che al momento si mantenevano a distanza.
<<Per favore>> disse il corvino, afferrando il braccio del suo manager, sperando che questo bastasse a fargli capire non fosse il caso di mettersi contro di lui. Non solo per loro stessi, ma anche per quello che l'uomo avrebbe potuto fare alle loro famiglie, o a Ravi. Lanciò uno sguardo terrorizzato in direzione del biondo, sperando che questo fosse troppo occupato per notare ciò che succedeva intorno a loro. Per sua sfortuna però il ragazzo li stava guardando attentamente, con uno sguardo truce, probabilmente arrabbiato per non poter lasciare il suo posto e correre da loro, non prestando la minima attenzione all'MC del programma <<Per favore Hyung, non può farmi nulla con tutte queste persone intorno>> ripeté. I due manager capirono le sue preoccupazioni, e non potevano permettersi di aggiungere al ragazzo altre preoccupazioni, così contrariati si allontanarono, seppur di poco, mantenendo il loro sguardo fisso su di loro, in questo modo se l'uomo avesse anche solo provato a allungare una mano verso di lui sarebbero intervenuti immediatamente.
<<Mi sei mancato>> disse l'uomo, emulando un tono dolce, una volta rimasti soli.
<<Che cosa vuoi da me? Perché non vivi la tua vita e mi lasci in pace?>> rispose il corvino, trattenendosi dallo scoppiare a piangere. Rimanere da solo con lui era l'ultima cosa che volesse fare, ma non poteva mettere in pericolo le uniche persone che erano riuscite a fargli credere che nel mondo ci fosse ancora qualcosa di buono. Gli unici che nonostante i suoi comportamenti scontrosi gli fossero rimasti affianco, gli unici che ogni giorno cercavano di fargli capire che anche lui poteva essere felice. Non poteva intrappolare il quel buio anche l'unico raggio di sole che aveva fatto breccia nel suo cuore, riuscendo a scaldarlo seppur lentamente.
<<Vivere la mia vita? Lo farei anche, ma senza il mio giocattolo è tutto così noioso>> rise.
<<Io non sono il tuo giocattolo. Sono una persona, e ho finalmente la possibilità di gettarmi indietro il passato e vivere la mia vita accanto alle persone che veramente mi amano e mi apprezzano>> ringhiò. Non sapeva nemmeno lui dove riuscì a trovare tutto quel coraggio, ma nonostante il suo corpo fosse scosso dagli spasmi e il freddo si stesse insinuando nelle sue ossa sapeva che se non fosse riuscito ad allontanarlo definitivamente da lui nessuno sarebbe stato al sicuro al suo fianco.
<<Vivere la tua vita?>> lo canzonò ironicamente << Tu non sarai mai in grado di vivere liberamente. Non finché io sono su questo mondo. Non te lo permetterò mai. Sai cosa sono in grado di fare. Se tieni veramente alla salute di quelle persone non sfidarmi ragazzino>> continuò minaccioso, portandosi a pochi centimetri dal viso del ragazzo ormai pietrificato da quelle parole, stringendogli il polso così fortemente da lasciargli i segni. I due manager, che avevano assistito alla scena, stavano per muoversi per allontanare l'uomo, ma quella che a loro sembrò un ombra, gli passò affianco ad una velocità disumana, raggiungendo i due e liberando velocemente il ragazzo da quella presa, afferrando di rimando il braccio dell'uomo.
<<Non...toccarlo>> ordinò, scandendo ogni parola, gli occhi di chi avrebbe potuto uccidere qualcuno da un momento all'altro, e il tono categorico che non accettava repliche.
<<Fatti da parte ragazzino, queste sono cose da adulti>> lo minacciò.
<<Ravi ti prego lascialo, tu non sai>> iniziò a pregarlo il corvino, aggrappandosi alla sua maglia.
<<Io so tutto, e se solo prova a metterti ancora un dito addosso lo renderò così irriconoscibile che persino i suoi parenti avranno difficoltà a riconoscerlo>> lo interruppe, mantenendo uno sguardo truce, rivoltò però all'uomo al quale avrebbe voluto spaccare la faccia in quel preciso momento <<Sta alla larga da lui>> lo minacciò di rimando, prima di uscire dallo studio portando via con se il ragazzo, venendo seguiti subito dopo da i due uomini.
L'uomo rimase lì in piedi, a fissarli mentre si allontanavano, con sguardo divertito.
<<Hai appena sfidato la persona sbagliata ragazzino>> ghignò.
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