Christmas miracle
I due erano seduti in silenzio, sul letto del corvino, sa ormai svariati minuti. Ravi avrebbe tanto voluto sapere cosa stesse distruggendo a quel modo il maggiore. Ma era consapevole del fatto che, chiedendogli spiegazioni proprio in quel momento, non avrebbe ottenuto altro che minacce, o peggio, silenzio. Decise così di aspettare che si fosse calmato prima di parlare. Ma i singhiozzi dell'altro non sembravano volergli dar pace, e il biondo non sopportava di vederlo così. Portò delicatamente una mano sulla sua schiena, cominciando ad accarezzarla gentilmente. Sentì l'altro sobbalzare al suo tocco, ma non si ritirò. Voleva che si abituasse ad averlo accanto. Voleva che accettasse la sua presenza. Voleva capisse che non lo avrebbe lasciato solo.
Pian piano, le lacrime sul viso di Leo smisero la loro corsa. Permettendogli di ritrovare la calma e di respirare normalmente. Si sorprese di sé stesso. Non aveva mai permesso a nessuno di toccarlo, tantomeno di vederlo piangere. Eppure, aveva permesso al ragazzo di guardarlo, e non aveva scansato la sua mano. Quel tocco, era diverso dal suo. Era gentile e rassicurante. Forse fu questo il motivo per cui non lo allontanò. Per la prima volta, in tutta la sua vita, sentiva di non voler rimanere solo. Si voltò a guardare il biondo, ancora al suo fianco, che lo accolse con un dolce sorriso.
<<Va meglio ora?>> chiese. Ma nonostante la voce decisa, Leo vi poté avvertire della preoccupazione.
<<Se ne parli con qualcuno ti uccido con le mie stesse mani>> lo minacciò. Ma i suoi occhi dicevano altro.
Il minore ridacchiò a quella risposta. Ormai aveva capito. Nei momenti in cui il corvino si sentisse minacciato, esposto o troppo vulnerabile, tendeva a minacciare le persone per allontanarle.
<<Non funzionerà. Le tue minacce non mi fanno paura, quindi puoi anche smettere con questa farsa da persona forte>>
<<Cosa vorresti insinuare?>>
<<Lo fai sempre. Quando ti rendi conto che qualcuno può avvicinarsi a te. Quando senti che qualcuno potrebbe scoprire la tua verità. In quei momenti cominci a minacciare e allontanare le persone da te. Non riesco ancora a capire il motivo per cui tu lo faccia. Ma con me non funzionerà>> esordì sorridendogli dolcemente.
<<Non ti arrenderai mai vero?>> sospirò affranto, lasciando cadere la testa sulla spalla del ragazzo. Non riusciva a capire come fosse possibile che quel ragazzo, conosciuto solo poco tempo fa, era riuscito a conoscerlo così a fondo.
<<Mai>> rise <<È una promessa>>
<<A me sembra più una minaccia>> replicò.
<<Prendila come vuoi. Io sarò sempre al tuo fianco. Non importa quante volte tu possa minacciarmi o mettere dei muri fra noi. Abbatterò tutto. Anche te se è necessario>>
***
I due manager rientrarono nello chalet, per cenare con i ragazzi. Entrarono velocemente per ripararsi dal freddo della sera, venendo accolti dal dolce calore della casa. Li liberarono del pesante giubbotto e delle sciarpe in cui erano avvolti, avviandosi verso il salone. Si ritrovarono sorpresi dalla calma circostante, ma quello che li sorprese di più fu quello che trovarono davanti a loro. Quasi sotto shock spostarono lo sguardo dal divano all'uomo al proprio fianco svariate volte.
I ragazzi si stavano godendo il calore del caminetto insieme. Leo era comodamente seduto sul divano e, di tanto in tanto, spostava il suo sguardo dagli spartiti che aveva fra le mani alla TV. Ravi, disteso su quello stesso divano, con la testa sulle gambe del corvino, guardava uno show comico, ridendo a crepapelle e spingendo l'altro a guardare quelle scene quasi esilaranti.
Il quadretto sarebbe tranquillamente passato come "due amici che guardano la tv", ma questo solo se uno dei due ragazzi non fosse stato Leo. Seguendo la loro routine quotidiana, il maggiore avrebbe dovuto scaraventare il ragazzo giù dal divano, provocandogli magari qualche bernoccolo. Invece, il ragazzo sembrava godersi quel momento come un qualsiasi normale ragazzo faccia.
<<Ragazzi, va tutto bene?>> chiese il manager del compositore, con aria un po' preoccupata.
<<Sì>> disse il corvino.
<<È successo qualcosa?>> chiese poi l'altro manager.
<<Nulla. Cosa sarebbe dovuto succedere Hyung?>> rispose il biondo sorridendo.
I due uomini si scambiarono uno sguardo confuso, ma si limitarono a scrollare le spalle e far finta di nulla. Che i due avessero finalmente cominciato ad andare d'accordo fosse una cosa più che buona. Anche avrebbero voluto sapere come questo fosse successo.
<<Dovremmo cenare non credete?>> esordì uno dei due.
<<Cosa vorreste mangiare? Possiamo chiamare un ristorante e farci portare qualsiasi cosa vogliate>> seguì l'altro.
<<Voglio il pollo!>> canzonò il cantante <<Però potremmo anche mangiare carne. La carne è buona. Non possiamo averli entrambi?>>
<<Dovresti sceglierne solo uno Ravi. Mangiare troppe proteine di sera potrebbe farti male>> rispose tranquillamente, senza distogliere lo sguardo dai fogli davanti a lui.
<<Ma io li voglio entrambi>> piagnucolò.
<<Leo ha ragione. Potresti sentirti male durante la notte. Mangiare due porzioni mi sembra troppo>> provò a spiegarsi il suo manager.
Il biondo sembrò rabbuiarsi per qualche secondo. Ma subito dopo un'idea gli balenò in mente.
<<Non mangerò due porzioni. Io e Leo-Hyung faremo a metà. Metà pollo e metà carne. Così dovrebbe andare no? Tu che ne pensi hyung?>> chiese alzando il viso quel tanto da poter osservare quello dell'altro.
"Ora lo uccide" pensò il manager del corvino, conoscendolo bene.
<<Puoi fare a metà con me se vuoi>> disse cercando di evitare una risposta brusca del ragazzo. Ma fu subito interrotto dal corvino. "Troppo tardi" pensò ancora.
<<Va bene>> si limitò a rispondere. Lasciando i due uomini senza parole, letteralmente, mentre il minore esultava felice.
***
<<Che diavolo è successo fra quei due?>> chiese Jiwoon, cercando di capire quale apocalisse stesse per avvicinarsi <<Da quando Leo è così...così...così!>>
<<Non ne ho la più pallida idea. È la prima volta, da quando sono il manager, che lo vedo così>> spiegò Yeonsuk.
<<Woah...allora i miracoli esistono>>
<<Sarà il miracolo di natale?>>
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top