Chains
Una volta tornato nella sala d'attesa osservò il maggiore, seduto in quell'angolo che ormai era di sua proprietà, fra le mani la sua agenda. Quanto avrebbe voluto poter sapere cosa vi era scritto, ma ormai aveva capito che non avrebbe mai potuto darci un'occhiata, o almeno con il moro che gli faceva così aggressivamente la guardia.
Si gettò sbuffando sul divano, aspettando che gli stilisti decidessero cosa avrebbe dovuto indossare per l'esibizione che avrebbe avuto da lì a poco, continuando però a tenere gli occhi sul compositore. Quest'ultimo, sentendosi osservato, alzò lo sguardo fino ad incrociarlo con quello dell'altro. Si fissarono per qualche minuto, anche se a Ravi sembrò un'eternità. Sperava di poter leggere qualcosa nei suoi occhi, ma il maggiore era così bravo a soffocare ogni sua emozione da riuscire a nasconderla anche dai suoi occhi. Si voltò, distogliendo la sua attenzione da quell'enigmatico ragazzo, con rabbia. Tutta quella situazione lo faceva innervosire. Era interessato a lui, voleva sapere di più, ma come poteva rompere quel muro di ghiaccio che l'altro aveva costruito? Ravi capiva bene cosa volesse, tenere tutti lontani. Non avrebbe permesso a nessuno di avvicinarsi a lui, l'unico modo possibile era abbattere prima quell'ostacolo e poi sciogliere il suo cuore. Sarebbe stata un'impresa ardua. Ma era ostinato e cocciuto, quando si metteva in testa una cosa la portava a termine, a qualsiasi costo. Il maggiore avrebbe potuto minacciarlo o allontanarlo quanto voleva, non avrebbe rinunciato.
Una volta pronto venne richiamato dallo staff per cominciare le registrazioni. Insieme si diressero verso lo studio, ma l'ascensore era di ridotte dimensioni, riusciva a contenere un massimo di 3 persone, e anche in quel caso i movimenti erano molto limitati. I manager lo precedettero, così a lui toccò condividerlo con il ragazzo. Nessuno dei due parlava, i loro corpi troppo vicini, i respiri che si fondevano, stava per impazzire, non solo per la situazione. Il principale motivo era che il maggiore non dava un minimo segno, si dimostrava così rilassato, come se la sua vicinanza non lo toccasse minimamente. Avrebbe voluto imbarazzarlo così, spinto da quella motivazione, cominciò ad avvicinarsi lentamente a lui, con movimenti semplici e insignificanti, riducendo sempre di più il suo spazio. Il maggiore lo sguardo di traverso, cercando di capire cosa avesse per la testa. Ravi si mosse ancora, arrivando a schiacciare il corpo dell'altro fra il suo e la parete, guardandolo silenziosamente negli occhi. Chiunque altro, trovandosi in quella situazione avrebbe avuto una qualsiasi reazione, sarebbe arrossito, lo avrebbe allontanato, qualsiasi cosa sarebbe andata bene. Ma il moro non fece nulla, se non guardarlo incurante.
<<Che stai facendo?>> chiese impassibile.
<<Ti guardo>> rispose l'altro tranquillamente.
<<Questo lo vedo. Perché?>>
<<Così>>
<<Capisco>> disse tornando a guardare i numeri che scorrevano sul pannello. Lo stava ignorando, e al minore la cosa non piaceva.
<<Mi fai incazzare>> sbottò.
<<A si?>>
<<Sembri sempre così distante. Come se nulla ti possa toccare, ma io lo so che non è così>> dette quelle parole notò un piccolo lampo attraversare gli occhi del maggiore, e quel poco, seppur quasi invisibile bastò a farlo ghignare vittorioso <<La tua è solo una maschera, ma io la distruggerò, vedrai>>
La porta si aprì e il ragazzo abbandonò quella gabbia sicuro di sé, mentre il compositore lo seguiva in silenzio, sentiva il suo sguardo bruciare addosso, ma la cosa non lo spaventava. Anzi, sentiva di esser riuscito nel suo intento, in qualche modo, aveva avuto una reazione. Salì sul palco, le luci si accesero e la performance ebbe inizio.
Il tuo sguardo mi trafigge,
domina e prega,
amore e dittatura,
dolore e rimedio,
prigione e paradiso.
Il minore si muoveva dominando il palco, e Leo non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Era un ragazzino fastidioso, cocciuto e il 90% delle volte voleva posare le sue mani delicate intorno al suo invitante collo e stringere fino a fargli cambiare colorito. Ma quando era sul palco, fra le luci, e la sua voce risuonava nell'ambiente, sembrava un'altra persona. Un uomo forte e deciso, pronto a combattere per ciò che desidera. Si chiedeva come le due entità potessero coesistere senza entrare in collisione.
Chiudi il lucchetto e incatena il mio cuore.
Non posso andarmene via da te,
credevo non ci fossero alti e bassi in amore.
Vivrò imprigionato per sempre.
La sua voce si fermò, lasciando un eco nel cuore di tutti i presenti. Anche in quello del more, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Come se nulla fosse successo vide il minore avvicinarsi a lui con un sorriso stampato sul viso, ciò fece scattare qualcosa dentro di lui. Qualcosa di incomprensibile.
<<Provaci se ci riesci>> ricevendo uno sguardo confuso dal biondo, che voltò la testa di lato <<Rompi quel lucchetto e liberami dalle mie catene>> si avvicinò al suo orecchio sussurrando <<Liberami, se ci riesci>>.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top