broken dreams
Leo si svegliò nello Chalet avvolto dal silenzio. La cosa gli sembrò alquanto strana, considerando che il biondo fosse rumoroso si dal suo risveglio. Si lavò e vestì velocemente, guardandosi attorno e appurando che la casa fosse deserta. Ancora assonnato scese in cucina per farsi del caffè ma, per sua sfortuna, trovò il barattolo completamente vuoto. Restò a fissare il contenitore affranto, sospirando. Non era assolutamente capace di iniziare una giornata senza la sua dose mattutina di caffè. Afferrò il suo cappotto e, dopo essersi arrotolato nella sua calda sciarpa di lana bianca, uscì, venendo colpito dalla candida luce del sole riflessa nella neve. Percorse le strade, ricche di addobbi natalizi, incerto su come sentirsi al riguardo. Da bambino, come giusto che fosse, viveva quei giorni, in attesa della vigilia, con ansia e curiosità. Sua madre gli aveva sempre ripetuto che se fosse stato un bravo bambino avrebbe ricevuto dei bei doni, e per quel motivo Leo aveva fatto di tutto per essere considerato tale. Prendeva dei bei voti a scuola, ascoltava sempre i genitori. Aveva sempre amato il natale. Aspettava con ansia in momento in cui avrebbe potuto addobbare casa, l'albero e appendere le calze sul camino. Almeno, fino a quel giorno.
Vigilia di alcuni anni prima
<<E anche questo è sistemato>> esultò il ragazzo, dopo aver sistemato l'ultimo pacco sotto l'albero. Si alzò e osservò il suo lavoro soddisfatto, stringendosi nel maglione bianco per scaldarsi ancor di più. L'albero, addobbato con palline rosse e fili argentati, s'intonava con lo stile e il resto degli addobbi sparsi per tutto l'appartamento. Il suo sguardo cadde poi sulla stella che avrebbe dovuto prendere posto sulla punta dell'albero.
"Questa la metteremo insieme, ormai dovrebbe rientrare da un momento all'altro" pensò, sorridendo fra sé e sé. Passare il natale con la persona amata era la cosa che più desiderava al mondo. Aveva preparato tutto con cura, la cena a lume di candele, la torta, i regali. Nulla sarebbe potuto andato storto, o almeno, era quello che pensava.
Le lancette dell'orologio procedevano nel loro corso, segnando uno dopo l'altro, i secondi, i minuti, le ore. Haneoul era in ritardo. Il suo turno di lavoro doveva esser finito due ore prima. Se fosse stato trattenuto avrebbe avvisato, com'era solito fare, ma il cellulare del corvino non dava segnali di messaggi o chiamate. Aspettò ancora, seduto sul divano, fissando la porta. Solo mezz'ora dopo l'uomo arrivò, facendo scattare in piedi il ragazzo.
<<Sei tornato>> disse, mantenendo un tono tranquillo. Attento a non istigare l'irascibilità dell'uomo.
<<Si, devo solo cambiarmi e poi uscirò>> rispose, senza guardarlo in viso, dirigendosi in camera da letto.
<<Che vuol dire? È la vigilia di natale Haneoul. Io...ho preparato anche la cena>> urlò inseguendolo.
<<Io non ti ho chiesto di farlo>> tagliò corto l'uomo, occupato a scegliere un completo dall'armadio.
<<Ma...io. Pensavo lo avremmo pass->> non fece in tempo a concludere la frase, che l'uomo gli si avvicinò minaccioso e lo colpì in viso e facendolo cadere.
<<Tu non devi pensare nulla, sono io che comando qui. E se voglio uscire, lo faccio. Non saranno le tue stupide illusioni a fermarmi. Sono stato chiaro?>> scandì ogni parola come fossero degli ordini categorici. Alternando dei calci alle parole, per poi abbandonarlo lì.
Passò così la vigilia di quell'anno, a piangere, solo, curandosi il labbro rotto e spalmando una pomata sui lividi comparsi sul suo corpo. Fu proprio quel giorno che perse ogni speranza per la vigilia, diventato un giorno come un altro. O meglio, un giorno in cui ogni cosa gli ricordasse la sua prigionia.
Ormai abituato a quelle sensazioni di soffocamento, scosse la testa per poi continuare a camminare, dirigendosi verso la caffetteria più vicina per rifornirsi di caffeina.
***
<<Hyung, sono ore che giriamo per negozi. Com'è possibile che ancora non siamo riusciti a trovare nulla di adatto?>> piagnucolò il biondo tirando il braccio di Yeonsuk.
<<Leo è un ragazzo particolare Ravi. Nemmeno io che sono il suo manager saprei scegliere con facilità cosa regalargli>> rise, provando a consolare lo sconforto del ragazzo.
<<Io lo troverò. Aspetta e vedrai>> disse, sicuro di sé.
Quella mattina, Ravi, trascinò i due manager fuori di casa, deciso a trovare un regalo per il compositore. Avevano già girato quasi tutti i negozi presenti nei dintorni, ma senza risultato. Non voleva un regalo di circostanza. Aveva un idea per il regalo, ma voleva che l'oggetto che la descrivesse fosse perfetto. Forse era questo il motivo per cui si trovava ancora a mani vuote.
Si avvicinò, noncurante, alla vetrina di una gioielleria, esaminando attentamente ogni accessorio esposto, quando uno di essi gli saltò agli occhi.
<<Eccolo>> esultò.
<<Quale?>> chiesero i due uomini contemporaneamente.
<<Quello, è perfetto>> concluse, catapultandosi all'interno, felice di aver trovato ciò che cercava.
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