Black, again!


Arrivati all'indirizzo designato sul cartoncino, Jiwoon non si preoccupò di parcheggiare, si limitò ad accostare e saltare giù dall'auto insieme agli altri. Nonostante la voglia di irrompere in quell'appartamento stesse cercando di spingerli ossessivamente, dovettero combatterla nell'attesa che Shin e i suoi uomini arrivassero. L'uomo era stato ben chiaro, non avrebbero dovuto fare assolutamente nulla prima del suo arrivo, ricordandogli che un uomo che non aveva scrupoli nel fare tutto ciò che gli venne raccontato avrebbe potuto fare qualsiasi cosa sentendosi alle strette. Passarono pochi minuti dal loro arrivo quando due auto nere e con i finestrini scuri li affiancarono. Dal suo interno scesero degli uomini in borghese, vestiti in eleganti completi. Il presidente pensò che probabilmente, data la serietà nel quale la situazione si fosse presenta l'uomo avesse preferito accostarsi a seri e fidati ispettori invece che normali agenti.

<<Avete fatto qualcosa? >> chiese l'uomo, e dopo aver ricevuto dei segni in negazione riportò il suo sguardo sui suoi uomini. Bastò solo un suo cenno perché i 4 ispettori presero le loro pistole, perfettamente camuffate nelle fondine della loro cintura, e le caricassero, speravano non ci fosse il bisogno di utilizzarle, ma la prudenza nel loro lavoro non era mai abbastanza. Silenziosamente entrarono nell'edificio e percorsero le scale fino al quinto piano, sapevano che il palazzo fosse poco abitato per questo motivo ogni rumore poteva chiaramente essere percepito dall'uomo nell'appartamento, usare l'ascensore poteva rappresentare un rischio, specialmente se questo fosse stato minuto di apertura sonora. Raggiunto il piano si assicurarono che non ci fosse nessuno nei paraggi, si avvicinarono alle porte circostanti, scoprendo degli appartamenti completamente vuoti, probabilmente l'uomo aveva comprato l'intero piano nella speranza di non essere disturbato, i vicini non avrebbero potuto allarmarsi per le urla del ragazzo al suo interno se questi non esistessero. Accertatisi della sicurezza si mossero verso l'appartamento di loro interesse, uno dei poliziotti avvicinò l'orecchio alla porta sperando di captare qualche segnale, ma gli unici suoni sovrani erano il silenzio rotto solo dai loro respiri e il palpitare incessante dei cuori agitati degli uomini che li seguivano ansiosamente.

Ravi sapeva che quella era la procedura che avrebbe garantito la sicurezza di tutti i presenti, ma l'intera situazione mescolata alla consapevolezza di essere a pochi passi dal maggiore lo stava facendo impazzire. Avrebbe buttato giù la porta all'istante se avesse potuto, precipitandosi all'interno distruggendo qualsiasi ostacolo si fosse contrapposto davanti al suo cammino, ma il pensiero della sicurezza dei suoi amici e la presa salda di Jiwoon sul suo braccio che aveva chiaramente capito i suoi sentimenti gli impedirono quella pazzia.

Shin li guardò facendogli intendere con un segnale di rimanere indietro mentre uno dei suoi aprì la porta sfondandola con un calcio deciso. Gli agenti entrarono velocemente nell'appartamento, venendo accolti da un inquietante silenzio che non fece altro che peggiorare lo stato d'animo dei quattro. Diete l'ordine ai suoi uomini di diversi per controllare le altre stanze mentre lui, seguito dagli altri, si diresse nella camera da letto dove, appena aperta la porta, furono costretti a bloccarsi a quella vista, mentre la rabbia e la preoccupazione si espandeva in loro fermando anche i loro respiri.

Sul letto al centro della stanza, coperto solo da un lenzuolo bianco macchiato di sangue vi era il corpo nudo del maggiore privo di sensi e, al suo fianco, Haneoul puntava una pistola alla sua testa.

<<Ormai è finita, non puoi scappare, getta quell'arma>> ordinò serio Shin. L'uomo spostò lo sguardo dal ragazzo a tutti i presenti, fissò il capitano per qualche secondo prima di portare la sua attenzione sul biondo.

<<Credi che te lo lascerò?>> disse, il tono di voce piatto e canzonatorio, ghignando alla vista di un lampo nei suoi occhi <<Sei un illuso, lui è mio>>

<<Non è un oggetto di cui puoi rivendicarne la proprietà. È una persona, ha il diritto di essere felice, lontano da un pazzo come te>> urlò Yeonsuk, non riuscendo a trattenere la sua rabbia.

<<Può essere felice solo al mio fianco, possibile che voi non riusciate a capirlo?>> parlò ancora, calmo, portandosi accanto al ragazzo accarezzandone il corpo.

<<Non toccarlo>> urlò Ravi. La vista del ragazzo esanime, quelle macchie di sangue, quel viso rovinato dalle violenze gli torsero lo stomaco. Se l'uomo non avesse avuto un'arma puntata verso il suo ragazzo gli si sarebbe già lanciato addosso, sfogando tutta la sua rabbia e la sua sete di vendetta.

<<Oh, ma io l'ho già toccato, marchiato, reclamato. Lui è mio, e lo sarà per sempre>> ghignò.

<<Sei un lurido bastardo. Smettila di giocare al dominatore e allontanati da lui>> ringhiò il presidente fulminandolo con gli occhi.

La situazione divenne più pensate di quanto avessero mai potuto immaginare. Sapevano che sarebbe stato difficile librare il ragazzo, certo quel pazzo non lo avrebbe lasciato andare facilmente, ma quell'arma stretta fra le sue mani, padrona della vita del ragazzo, rendeva impossibile ogni loro tentativo. Anche il più piccolo movimento avrebbe giocato la sua vita. La frustrazione era percepibile nell'aria mentre le loro menti tentavano in qualsiasi modo di trovare una soluzione, qualsiasi cosa sarebbe andata bene, l'unica cosa importante era portare il compositore al sicuro, e quell'uomo dietro le sbarre. Rimasero tutti in silenzio, osservandosi ardentemente, e se gli sguardi avessero potuto uccidere, quell'uomo avrebbe perso la sua vita un numero indefinito di volte. Quel silenzio però, fu spezzato da un lamento e lo sfrusciare delle coperte. Tutti gli sguardi si spostarono sul corvino, che lentamente aprì gli occhi per poi osservandosi confuso intorno. Vedere tutte quelle persone lo destabilizzò sul momento, essere visto in quelle condizioni era una cosa che avrebbe preferito non accadesse mai. Vagò con lo sguardo sui volti dei presenti, poté vedere varie emozioni dei loro occhi, sollievo, preoccupazione, rabbia, ma non fu in grado di decifrare lo sguardo del biondo, il quale lo fissava intensamente. Provò a muoversi, ma il dolore insopportabile lo fece ricadere fra quelle coperte che, solo in quel momento, si rese conto fossero insanguinate, probabilmente per via della violenza e la brutalità con la quale quell'uomo prese possesso del suo corpo contro la sua volontà. Guardò nuovamente il biondo con aria dispiaciuta, non era stato in grado di combattere contro il suo carceriere per proteggere quel corpo che lui, in una sola notte, era riuscito ad amare e a curare. L'uomo, rincuorato dal fatto che il ragazzo non riuscisse a muoversi, si alzò in piedi, mantenendo ancora l'arma puntata su di lui.

<<Vedete? Sta bene, ora potete andare via? Avrei da fare>> gli incalzò con fare annoiato.

<<Non ci penso minimamente. Se io vado via, lui viene via con me>> rispose a tono il biondo, compiendo un passo avanti che mise l'uomo all'allerta, cambiando l'obbiettivo della sua arma che venne puntata proprio sul biondo.

<<Lo hai voluto tu ragazzino, vorrà dire che sarai il primo>> ghignò, muovendo lentamente il dito sul grilletto, premendolo. Il ruggire di un secondo colpo e un urlo riempì la stanza.

Il corvino, notando la direzione dell'arma, combatté contro ogni fitta che padroneggiava sul suo corpo per frapporsi fra essa e il biondo. Approfittando di quella situazione, Shin fece partire un altro colpo, mirando alle gambe dell'uomo, facendolo cadere sul pavimento, mentre uno dei suoi uomini si affrettò per raggiungerlo e bloccarlo, così una volta che fu messo fuori combattimento poterono occuparsi di Leo.

Ravi corse verso di lui per prenderlo fra le braccia, scuotendolo.

<<Perché lo hai fatto>> urlò fra le lacrime, mentre il presidente, che velocemente li raggiunse velocemente cominciò a fare pressione sulla ferita tentando di fermare l'emorragia.

<<Chiamate un'ambulanza>> ordinò l'uomo. Jiwoon si affrettò ad obbedire, mentre tentava in ogni modo di tener fermo Yeonsuk troppo voglioso di spaccare la faccia a quell'uomo.

<<È tutto finito Hyung, è finita, sei libero, ma devi resistere, non puoi mollare ora. L'ambulanza arriverà presto>> pianse ancora il biondo, stringendo fra le sue braccia quel colpo ormai stanco.

<<Mi dispiace Ravi, mi dispiace tanto. Ho pensato che venendo qui avrei potuto tenervi al sicuro...mi dispiace...tanto>> la sua voce cominciò a rompersi, mentre le lacrime scivolarono libere sul suo volto.

<<Resisti Hyung, ti prego, non puoi lasciarmi ora, non puoi abbandonarmi ora che possiamo finalmente essere felici e liberi>>

<<Ti devo ringraziare. Nonostante la mia lotta, nonostante provassi ad allontanarti in ogni modo sei rimasto al mio fianco. Mi hai fatto ricordare le cose belle della vita... ti ringrazio>>

<<Non farlo, non dirlo>> urlò <<Ci sono ancora tante cose che voglio fare con te, non ringraziarmi, non andare via Hyung>>

<<Ravi>> sorrise amaramente, portando una mano sul viso dell'altro <<Ti...amo>>

I suoi occhi si chiusero lentamente, mentre la sua mano cadde sul pavimento.

<<Hyung...Hyunh...>> lo scosse varie volte, non volendo credere che l'altro lo avesse lasciato veramente. Non poteva averlo fatto, non doveva farlo.

<<LEOOO!!>>

I medici arrivarono proprio in quel momento, e dopo essere riusciti a staccare il minore da lui, caricarono velocemente il corpo del maggiore su una barella. Il tragitto fino all'ospedale fu un misto di urla e lacrime che niente e nessuno avrebbe potuto calmare. Ravi strinse la mano del corvino, pregando Dio di non portarglielo via, pregandolo di concederli una possibilità. Era Haneoul il cattivo, allora perché doveva essere Leo a pagare ancora una volta? Arrivati in ospedale però, nonostante non avesse voluto lasciarlo nemmeno per un momento, fu costretto a guardare quel corpo interamente coperto dalla mascherina trasportato in sala operatoria, e con lui anche il suo cuore.

I quattro si trovavano seduti nella sala d'attesa da ormai ore, senza nessuna notizia. I loro sguardi vagarono varie volte verso quelle porte illuminate da quella luce rossa che segnava un'operazione in corso. Il presidente si premurò di prendere dei caffè per tutti, sapeva sarebbe stata una lunga notte e che nessuno di loro avrebbe mosso un passo senza avere notizie del corvino.

<<Vedrai che ce la farà, è molto forte>> disse, accarezzando la schiena del biondo sperando di rassicurarlo, quest'ultimo si sforzò di sorridere leggermente cercando di ringraziarlo, per poi guardare un Yeonsuk disperato fra le braccia di Jiwoon che continuava a ripetergli parole di conforto cercando di calmarlo in qualche modo, mentre invano tentava di nascondere le sue lacrime, tentando di non agitarlo ulteriormente. Ognuno di loro, nonostante fosse distrutto dentro, tentava di essere di supporto agli altri, erano una famiglia, ed era quello che avrebbe voluto dare al corvino, una famiglia in cui essere felice e non aver più paura di nulla. Quelle catene che per tanto tempo lo avevano costretto ad una vita di sofferenza erano ormai spezzate, era finalmente libero, e non poteva accettare l'idea che lui potesse scomparire proprio ora. Alzò il viso e vide Shin, seguito dai suoi uomini e Haenoul. Anche quest'ultimo era stato ferito, per questo motivo prima di portarlo in centrare decisero di portarlo lì per farlo medicare, a quella vista però non riuscì a contenersi ancora. Si alzò di scatto e li raggiunse, torreggiando sull'uomo.

<<Sei contento ora?>> gli urlò, stringendo i pugni.

<<Sinceramente? Sì, se non lo avrò io non lo avrà nessuno>> ghignò vittorioso.

Ravi guardò per qualche secondo Shin, con la rabbia bruciante in quegli occhi. L'uomo si voltò a guardarsi intorno, la sala era silenziosa e vuota.

<<Fallo ragazzo>> detto questo si voltò guardando in un'altra direzione, e così fecero anche i suoi uomini che tenevano Haneoul per le braccia. Fu solo un momento, un impulso, un gesto guidato dall'istinto, raccolse tutta la sua rabbia e gli sferrò un pugno nello stomaco, che lo fece accasciare a terra, seguito da un altro e un altro ancora, prima di allontanarsi a guardarlo serio.

<<Non ti ucciderò, anche se è quello che meriteresti, preferisco lasciarti marcire dietro alla sbarre>>

<<Voi siete dei poliziotti>> ulrò l'uomo << Come avete potuto permetterglielo? Non sapete chi sono io?>>

<<Stai zitto, prima che decidiamo di unirci a lui>> rispose secco uno di loro.

<<Meriteresti di peggio>> si accordo un altro.

<<Ne uscirò pulito, sappiatelo>>

<<Certo, ed io sono una ballerina, ora sta zitto e andiamo, la tua voce mi da i nervi>> rispose Shin, avviandosi verso le porte per raggiungere la centrale.

Ravi, leggermente soddisfatto di essere almeno riuscito a colpire quel bastardo, si mosse per tornare al suo posto, quando notò la luce della sala operatoria spegnarsi e un medico uscire da essa.

<<Siete qui per Jung Taekwoon vero?>> chiese, avvicinandosi a loro, sfilandosi la cuffietta dalla testa.

<<Si, io sono il suo manager>> rispose Yeousuk.

<<Bene. Sarò sincero, è stata dura. Aveva un'emorragia interna dovuta alla troppa violenza, varie ossa rotte, fra cui alcune costole e il proiettile e la perdita di sangue hanno solo peggiorato le cose>> sospirò.

<<Ma ora come sta?>> chiese il presidente.

<<La prego mi dica che sta bene>> seguì Jiwoon.

<<È vivo, siamo riusciti a salvarlo>> disse, facendo nascere dei sorrisi sul viso dei presenti, eppure, nonostante questo, Ravi sentiva ci fosse dell'altro, infatti le parole pronunciate subito dopo ruppero quella leggera armonia appena creata.

<<Però ha perso molto sangue, e l'operazione è stata difficile. Mi dispiace, ma il ragazzo è entrato in coma>>

4.8

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