Capitolo 3

Irisa's pov

'Ti aiuterò a scappare Cheyenne, te lo prometto.' mi disse gentilmente Matthew.

Era da anni che cercavamo di scappare da quel orfanotrofio dove puntualmente ci ammazzavano di botte e ci facevano mangiare brodaglia e un pezzo di pane nero.

Ormai non avevo più fame e ogni volta che ci davano da mangiare, io ingurgitavo solo dei piccolissimi pezzi di pane.
Non mi ricordavo nemmeno più com'era mangiare un hamburger o un semplice cupcake.

Maledicevo i miei genitori per avermi creata e avermi lasciata in balia di questa vita, mentre loro erano da qualche parte a divertirsi bevendo e fumando qualche strana erba di cui non avevo mai imparato il nome.

Non mi era mai piaciuto bere o fumare, e avere i miei genitori che ogni giorno, ogni ora e ogni minuto si ubriacavano o inzuppavano le stanze di fumo tossico mentre io tossivo e mi sfregavo gli occhi per i diversi gas sparsi per la casa, non era divertente.

Non hanno mai badato veramente a me, non gli e ne é mai fregato.
Me l'hanno sempre detto: "Tu sei un fottuto errore, un cazzo di errore enorme, tu sei solo inutile, non ci servi a nulla, cogliona!"mi dicevano sempre così.

"Una volta uscita di qui devo cambiare nome, se no mi troveranno subito." gli risposi.
"Dobbiamo trovare un nome particolare, diverso dagli altri, mmh... Che ne dici di, Irisa?" disse pensieroso.

"Non lo so, é brutto ma é abbastanza diverso dagli altri."

Mi faceva schifo. Era un nome brutto, orribile.

"Fatta allora, Tayolr ti aiuterà a falsificare i documenti. Adesso dobbiamo pensare a come uscire, io distrarró le guardie mentre tu cercherai di scavalcare il cancello, una volta uscita andrai da Antony, tuo cugino, che abita a qualche decina di chilometri da qui, una volta aspettami, tornerò a prenderti e andremo a vivere insieme e nessuno potrà mai toccarti con un dito." rispose con voce piena di speranza il mio migliore amico.

Matthew era originario di New York, si era trasferito a Miami, perché era ricercato per diversi reati commessi. Non andava fiero del suo passato. I suoi genitori facevano a lui la stessa cosa, che hanno fatto con me i miei, lo insultavano e lo picchiavano.

Era scappato di casa all'età di 17 anni e non ha mai voluto saperne dei suoi genitori, anzi per lui erano morti. Una volta scappato un gruppo di drogati l'aveva accolto come uno di loro.
Matthew però non sapeva che una volta entrato in quel cerchio la sua vita sarebbe precipitata giù da un burrone.

Lo drogavano e gli facevano molestare ragazze senza che lui se ne accorgesse perche, era sotto uso di stupefacenti.
Una volta si accorse di aver molestato circa un centinaio di ragazze, grazie ad una pila di cassette numerate con su scritto:

Sconosciuta n°1 Matt
Sconosciuta n°2 Matt
...

Sconosciuta n°99 Matt
Sconosciuta n°100 Matt

E cosí via. Una volta guardate tutte le cassette gli si gelò il sangue all'istante.
Quelle videocassette raffiguravano lui e la poveretta di turno che urlava e voleva sfuggire da quel demonio che sembrava Matt in quei filmati.
Dopo averli visti, non esitò un attimo ad andarsene da quella banda di squilibrati che filmava il mio migliore amico e vendeva poi i video a qualche pervertito di turno.

Loro non avevano preso bene la sua uscita e cercarono in tutti i modi di ammazzarlo.
Matt non sapeva che in quella cerchia nessuno poteva uscirne e se solo qualcuno avesse voluto andarsene l'avrebbe pagata cara.

Lo cercarono in lungo e in largo e lo trovarono in una catapecchia con una ragazza. Evah.

Evah era la sua ragazza, la sua anima gemella. L'unica persona che lo consceva benissimo a quel tempo.

Matt si fidava di Evah ma non sapeva che lei in realtà era la sorella del capo gruppo e ogni volta che lui le raccontava qualcosa lei puntualmente andava a riferire il tutto a suo fratello.
Quando scoprì il piano di Evah scappò e si trasferì a Miami dove una pattuglia della polizia vedendolo solo e spaesato lo portò nel orfanotrofio dove io vivevo già da un po di anni.

Erano già 5 anni...
5 anni di maltrattamenti
5 anni di fame
5 anni di solitudine
5 anni che non parlavo con nessuno.

Ma, già dal primo giorno in cui vidi Matthew, con i suoi jeans neri, la maglia attillata grigio scuro, la felpa bordeaux, i suoi occhi neri come la pece e i suoi capelli marrone scuro, vidi in lui un ragazzo che poteva, salvarmi? Da quella lenta agonia che ci riservava l'orfanotrofio

La prima volta lo vidi in mensa, arrivó spalancando la porta e fissando attentamente tutti i posti liberi.
Non c'e ne erano molti, i suoi occhi sguizzavano da una parte all'altra della stanza e si posarono nel mio tavolo.

Nel mio tavolo non si sedeva mai nessuno, solo io...

Si avvicino a passo felpato verso di me e con un sorriso sincero, che raramente avevo visto a quei tempi, si sedette affianco a me e si presentó porgendomi la mano:

"Ciao, sono Matthew."

Esitai un po', e poi gli strinsi la mano, presentandomi pure io.

"Ehii, io sono Cheyenne." risposi timidamente ma con grande determinazione negli occhi.

Il suo sorriso sincero si allargò sempre di più, quasi a far sorridere anche a me.

"Sai Cheyenne, sono sicuro che io e te diventeremo grandi amici." disse tranquillamente con un sorriso stampato in faccia.

"Irisa, cos'hai? Sei sbiancata, mi stai preoccupando." mi disse colui che pensavo fosse il mio migliore amico.

Lo guardai incredula.

Come aveva fatto a dimenticarsi di me, come aveva potuto lasciarmi a casa di quel maniaco di mio cugino, mi aveva fatto una promessa e l'aveva infranta nei peggiori dei modi.

Matt mi guardava preoccupato e io mi stavo incazzando sempre di più.
******************************

Colton's pov

Quella ragazza era piuttosto strana, oserei dire che avesse il ciclo.

Tu oseresti dire? Ma che linguaggio é questo?

Ti ammazzerei vocina.

Secondo me aveva il ciclo, non era possibile che una ragazza normale, per una carezza ti ammazzi il braccio,aveva un impugnatura abbastanza forte, non me l'aspettavo da una ragazza... sempliciotta? Come lei.
Però, i suoi occhi rivelavano dolore, ansia, masochismo?

Era la prima cosa che ho visto di lei. Gli occhi. Color cioccolata.
Di solito gli occhi di quel colore non mi fanno, ne caldo e ne freddo, nel senso che non ero mai restato incantato da una ragazza e tanto meno da i suoi occhi. Dicono che chi ha vissuto nel dolore riesce a vederlo anche negli altri. Il suo dolore era straziante, i suoi occhi erano spenti, vuoti, privi di senso, come i miei.

Lei non viveva
Lei stava sopravvivendo.
Lei non dormiva.
Lei trascorreva ore a leggere, si vedeva dalle occhiaie che le circondavano gli occhi.
Lei faceva boxe, si vedeva dalla forte presa di cui mi ha omaggiato.
Lei non piangeva, non l'ha mai fatto, si vedeva da tutto il nero della pupilla che, sovrastava il marrone.
Lei non ha mai amato.
Lei non era mai stata assieme a qualcuno, era troppo stronza e acida.
Lei ha un segreto terribile.
Lei ha paura di qualcosa.

Ho capito tutto ciò solamente guardandola negli occhi.

Aveva la stessa sofferenza di mia madre in quelle pozze marroni.

"Eii tu!" era lei.
"Che cazzo vuoi ragazza mestruata?!"
"Oh coglione, come ti permetti!"

Stavo tranquillamente attraversando la strada e questa proprio ora vuole parlarmi??
Dannazione, era quasi mezzanotte e io non ero ancora a casa, Nash mi penserà disperso, anche se ogni giorno ritorno a casa verso le 4 o 5, oggi gli avevo detto che ritornavo prima per vedere la partita di calcio, ho anche lasciato le chiavi della macchina a casa.

Ti sta bene e solo per avvisarti, c'é una ragazza che ti sta parlando perciò ti conviene risponderle prima che ti ammazzi veramente questa volta.

Non sarebbe in grado. Mi hai visto? Ho più muscoli io che quel tipo di Fast and Furious 7, quello pelato, si insomma quello.

Non ti ricordi il nome giusto?

Gia. Comunque...

"Sei tu che hai cominciato mocciosa." risposi
"Perché mi hai accarezzato prima?" ringhiai
"Ne avevo voglia."
"Io non sono una cagna, perciò se mi tocchi un altra volta giuro che ti strangolo."

Ho visto ragazze senza trucco che sembravano appena uscite dalla lavatrice, avevano la faccia tutta rimpicciolita e gli occhi manco più si vedevano.

Lei erq dannatamente sexy senza trucco, chissa con...
Pervertito
Vocina ti ammazzo
Non puoi coglione
Ah dio, aiutami tu.

"Bla bla bla. " mormoro.
"Che cazzo hai detto?" urlò
"Mi hai stancato, va a dormire bimba che domani devi andare a scuola." risposi strafottente.
"Io non vadi a scuola stronzo, io lavoro." ringhiò

Era così bella quando si incazza.
Non sai nemmeno come si chiama.
Oh, cazzo.

"Come ti chiami?"
"COME MI CHIAMO?!MA STAI SCHERZANDO?"
"No."
"Ma vaffanculo."sbottai andandosene di corsa.

Cos fai li impalato, va da lei!
Ero scosso, di solito tutte le ragazze mi correvano dietro, non scappavano.
Lei non é 'tutte le ragazze' perciò ti conviene rincorrerla, babbeo.
Babbeo a chi?
Corri.

Stavo correndo come una dannata.
Era a quasi 7 metri di distanza da me.
Mado ma quanto corre?
Sei tu che sei lento non lei.
Taci.

Si fermò davanti ad un appartamento.
Forse stava cercando le chiavi.
La raggiunsi e lei mi trucidò con un occhiata.

"Cosa vuoi?" disse con la voce un po affannata dalla corsa.
"Come ti chiami?"
"Perché vuoi saperlo, cosa vuoi fare stalkerarmi?" risposi, avvicinandosi per aprire la porta.
Mi avvicinai a lei a passo spedito quando la vidi lentamente cadere a terra, la presi prima che poteva sbattere la testa.

Ah, stupida ragazza mora con una crocchia in testa.
Era tanto bella quanto sfacciata.
Lei é svenuta e tu pensi a come è bella? Oh cristo santo ma uno più intelligente non potevate affidarmi?
Sta zitto.
Portala in ospedale almeno.

Me la caricai in spalla e digitai 911 nel telefono.
L'ambulanza arrivò poco dopo e io non la lasciai sola nemmeno per un istante.

Ti starò affianco stronzetta, te lo prometto, non ero stato affianco a mia sorella e a mia madre ma questa volta non farò la stessa cosa.
Tu sei speciale, e le cose speciali vanno trattate con cura.

N-A: Spero vi piaccia 😽

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