SOTTO TUTELA
Alex e Haru si voltarono, Mitsuchi avanzava seguita dalle due solite "ancelle".
"Allora Haru, stai per caso vedendo il mio ragazzo di recente, oppure te la fai con il nuovo arrivato? Vuoi avvicinare anche la sua strana specie all'estinzione?"
La coniglietta bicolore ridacchiò e le femmine alle sue spalle la imitarono.
"Ma di che parla?" sussurrò lo studente con il bastone.
"No, perché l'hai chiesto?" chiese l'erbivora bianca intenta a tirare le lunghe orecchie verso il basso.
"Vedi, la qui presente Haru ha corteggiato il mio ragazzo e ora lui non vuole saperne più di me".
Mitsuchi poggiò i pugni chiusi sui fianchi e rivolse lo sguardo furioso sulla simile più bassa.
"Quindi?"
"Quindi?! A causa sua la mia specie rischia l'estinzione!"
Se ci fosse stato un orologio a pendolo avrebbe tenuto il tempo di tre secondi, ossia il tempo servito ad Alex per una risposta.
"Mi chiedo perché tu sia qui, bullizzare questa coniglietta lo farà tornare da te come per magia?"
La bulla si mise un istante sull'attenti, abituata com'era a tormentare Haru non aveva mai ricevuto una risposta simile.
"Forse non hai capito-"
"Ho capito che tu preferisci prendertela con lei..."
Indicò la studentessa di fianco.
"... Piuttosto che trovare una soluzione, mi chiedo se il tuo ragazzo non abbia colto la palla al balzo per allontanarsi da te".
"Bada a come parli!"
La felina nera alle spalle della coniglietta arlecchino fece un passo avanti ma si bloccò quando Alex le puntò contro il bastone.
"Stanne fuori, lacchè!"
Le tre che osservavano il suo sguardo si ammutolirono, gli occhi verdi potevano diventare rossi da un momento all'altro vista la rabbia che scorreva in essi.
"Vedo che razza di compagnie intendi frequentare, forse è per questo che sei sempre solo".
Mitsuchi si voltò e le altre due la seguirono come fossero attaccate alla sua ombra.
"Grazie, ma non era necessario".
Haru prese un piccolo vaso e Alex la fissò.
"Non mi sono mai piaciuti i bulli".
Lo studente fissò meglio la coniglietta e la riconobbe: la coniglietta di quella notte, la coniglietta che per poco non veniva divorata da Legoshi.
E come se il destino volesse intromettersi poco dopo la porta grigia che conduceva al giardino si aprì.
Un formichiere grigio varcò la sua soglia, ma gli occhi dello studente con il bastone erano puntati sul lupo alle sue spalle.
Il canide aveva riconosciuto Haru sin da prima di entrare grazie all'odore e non faceva altro che pensare a una scusa per andare via.
Corsa in bagno? Mal di pancia? Impegno improvviso?
Proprio quando stava per parlare però...
"Accidenti, mi sono dimenticato che ho un impegno! Scusate, devo andare?"
Lo studente che lo aveva accompagnato rubò, senza saperlo, la sua scusa e corse via.
Legoshi fissò la scena preso alla sprovvista e, poco dopo, nel suo campo visivo apparve anche Alex che, prima di andare, lo fissò per un istante.
Il ragazzo chiuse la porta e scese le scale.
"Legoshi!"
Il formichiere spuntò fuori e fece balzare il giovane che strinse il bastone.
"Ah, sei tu".
"Che sta succedendo? Perché sei andato vi-"
Prima che potesse finire fu spinto contro il muro.
"Ma che?!"
"Ascolta, girano voci su quella coniglietta: dicono che sia promiscua e che si sia divertita con molto maschi... Una poco di buono".
Nel frattempo il lupo aiutava la coniglietta con le sue mansioni da giardinaggio, il prezzo che l'erbivora aveva chiesto al canide in cambio di alcune rose per il club di arte.
"Senti..."
Che stai facendo?
"... Volevo chiederti..."
Smettila.
"... Come..."
Allora?
"... Come..."
Zitto.
Nonostante la continua guerra con sé stesso alla fine ultimò la domanda.
"... Come ti sei fatta quella ferita?"
Indicò le bende intorno al braccio.
"Questa? Non riesco proprio a ricordarmelo".
Haru ridacchiò e colui che la osservava restò spaesato.
Infine Legoshi ultimò il suo compito e la coniglietta lo invitò a entrare nella casetta poco distante.
"Mi piacerebbe sdebitarmi per il tuo aiuto, cosa ti piace mangiare?"
Il lupo, tuttavia, non faceva altro che pensare a quella notte e decise di dire tutto all'erbivora, ma un simile fardello faticava a uscire dalla bocca del canide che nemmeno sapeva cosa dire.
Era talmente concentrato dalla sua confusione mentale che nessuno dei suoi sensi percepì Haru sospirare, tanto meno notarono il buio della stanza quando abbassò le tapparelle e neanche la vide spogliarsi fino a restare solo con la biancheria intima.
Quando finalmente sembrò trovare le parole aprì gli occhi, chiusi fino a poco prima, e osservò la studentessa camminare verso di lui.
"Puoi essere brutale se vuoi, ci divertiremo". sussurrò.
Tuttavia il più alto era spaventato quanto spaesato, maggiormente spaventato però.
Alex aspettava poggiato contro lo stesso muro dove sicuramente aveva atteso anche il formichiere.
Sentì dei passi rapidi sempre più vicini e il lupo apparve nel suo campo visivo.
"Legoshi!"
Il canide saltò dalla paura.
"Alex".
"Tutto bene?"
Lo studente appena arrivato, però, non rispose, fissò gli ultimi bottoni della camicia che permettevano al pelo sul ventre di essere in mostra.
Haru lo aveva accarezzato e poteva sentire ancora il suo tocco, chiuse gli occhi e la scena di poco si ripresentò.
La coniglietta era in procinto di slacciare la cintura...
"Smettila!"
"Ma che ti prende?!" chiese l'erbivora spaesata da quel gesto ai suoi occhi insensato.
"Copriti, potresti prendere freddo".
Legoshi poggiò una coperta sulla più bassa e corse via in modo così impacciato da chiudersi la coda nella porta scorrevole.
"Legoshi?"
Alex si avvicinò al lupo.
"Sì, sto bene".
"Devo parlarti..."
Il ragazzo raccontò tutto ciò che il formichiere gli aveva detto, non aggiunse nessun parere personale ripetè come fosse una cassetta spinta in un videoregistratore.
"... È tutto, tu che ne pensi?"
Il canide fissò la finestra vicino a lui.
"Non so se le voci siano vere ma a me sembra una brava persona".
Detto ciò camminò nel corridoio seguito da Alex.
"Il club di teatro si è distinto per un suo spirito di collaborazione fra erbivori e carnivori, perciò consegno con orgoglio il prestigioso Cherriton Onor Award".
Il preside consegnò il premio direttamente nelle mani di Louis, Legoshi era sul palco intento a fissare il cervo che riceveva applausi da entrambe le classi della scuola.
Non notò, però, che la tigre anziana lo fissava.
"Come scusi?"
Il lupo era seduto nell'ufficio del felino, la cerimonia era terminata ormai da venti minuti.
"Senti, non c'è bisogno che ti spieghi come mai tu debba farlo: Alex è isolato, a tratti emarginato, tuttavia ho visto che, seppur per poco tempo, siete stati insieme e credo che farà bene anche a te averlo sotto tutela nel club di arte".
Il canide stava per replicare ma non ebbe nemmeno il tempo di dividere le fauci che la tigre riprese la parola.
"Bene, è deciso... Comincerà da domani".
Lo studente uscì dalla presidenza e sospirò con una mano intenta a strofinare la fronte.
Come poteva avere sotto tutela qualcuno se non riusciva a controllare nemmeno sé stesso?
CIAO A TUTTI, come pensate che finirà questa idea della tutela?
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