DOMANDE

"Edizione straordinaria! Comprate il giornale! Eventi relativi al secondo spettacolo di Adler!"

Un bue dal pelo marrone si aggirava per il corridoio con una copia dell'oggetto prevalentemente bianco in mano e tante altre segregrate nella borsa che portava a tracolla.

Jack camminava in mezzo agli studenti, era un'impresa trovare qualcuno che non parlasse degli ultimi avvenimenti.

"Chi è questo mostro?" chiese uno struzzo di sesso femminile che fissava la foto di Legoshi piazzata in prima pagina.

"Io vorrei sapere chi è Xela".

La giumenta di fianco guardava invece il secondo scatto che ritraeva il misterioso spirito della terra con in mano il bastone.

Il cane sospirò e continuò ad avanzare intento a ignorare i continui commenti sull'accaduto come se non avesse le orecchie.

Raggiunse il tetto ed entrò nella piscina priva di acqua, ottimo posto per stare in pace... E ottimo per evitare le attenzioni di tutti dopo uno spettacolo fuori dall'ordinario.

Alex sedeva contro il muro e il lupo, come ormai si vedeva quasi ogni giorno, era al suo fianco.

"Avete fatto bene a stare qui, tutti parlano dello spettacolo".

Il canide appena arrivato porse un paio di panini ai due prima di mettersi di fianco al simile.

"Inmaginavo, il pubblico è una bomba pronta a esplodere a prescindere da quale sia l'esito dell'opera". disse il ragazzo che addentava il suo pasto.

"Sono stanco di essere solo come un cane... Senza offesa, Jack".

"Figurati". rispose lo studente arrivato da poco.

"Perché non ammetti di essere tu Xela?" propose Legoshi, che si trovava al centro del trio.

"Sì, poi magari vado a fare una passeggiata sulla Luna". ironizziò chi stava più a sinistra.

Non era la fama che voleva, un'attenzione sfiancante e senza pietà, data da sconosciuti e non da amici.

Sospirò.

"Che vita da cani... Senza offesa, Jack".

"Figurati". ripetè quello che sedeva più a destra.

In pochi minuti il pranzo fu concluso e i tre camminavano per un corridoio.

"Legoshi, ultimamente sei strano... Non è che ti sei innamorato?"

Non appena il lupo udì la domanda si mise sull'attenti come un soldato che aveva davanti un suo superiore.

"Tu scodinzoli nel prato, tu ti sei innamorato, Le- Legoshi Le-Le".

Il cane avanzò con una strana cantilena accompagnata dai passi che la seguivano nel ritmo.

"Io non lo conosco, tu?" sussurrò Alex a chi aveva di fianco.

L'assenza di una risposta fece voltare Jack.

"Allora è vero! Ti sei innamorato!"

Legoshi girò di centottanta gradi seguito dallo studente con il bastone e inseguito, invece, dall'amico d'infanzia che cercava risposta sulla possibile cotta del canide... Senza successo.

Alex iniziò a ridacchiare e si fermò a osservare i due.

"Guarda un po' chi c'è qui". sussurrò una voce femminile, quella voce femminile.

Mitsuchi, come al solito accompagnata dalle sue ancelle, camminava lentamente verso il suo bersaglio che restava in silenzio.

"Cosa c'è? Se non c'è una coniglietta causa-estinzione non parli?

La bulla ridacchiò eppure chi aveva davanti taceva.

"Va bene, resta pure in silenzio, abbiamo già qualcuno con cui parlare".

Le tre se ne andarono, le "amiche" dell'erbivora bicolore urtarono il ragazzo con le spalle in segno di disprezzo.

Tuttavia ciò non turbò minimamente lo studente che, invece, pensava a tutt'altro.

Mitsuchi aveva ragione: quando Haru era stata bullizzata lui era intervenuto subito, non ci aveva riflettuto ma aveva agito per istinto... Eppure pochi istanti prima non era riuscito a dire nulla.

Perché?

"Ebbene, il club di teatro è stato scelto per prendere parte al Festival del Meteorite".

Il direttore del club appena citato mostrava la locandina dell'evento atteso da tutti ogni anno.

"Il club di arte dovrà darsi da fare". sussurrò Kai vagamente scocciato dalla fatica di tale impresa.

Il gruppo si recò nel magazzino e fissò ciò che era rimasto dall'ultimo festival, un dinosauro verde che, ormai, cadeva a pezzi.

"Perché sempre un dinosauro? Possiamo fare qualcosa di più facile". disse la mangusta.

"I dinosauri sono gli antenati di tutti gli esseri viventi e, come ben sai, furono cancellati da un meteorite in una notte d'estate... Noi li rendiamo oggi così".

A parlare era stato Dom, uno dei più "anziani" fra il club d'arte, un pavone dalle piume verde-acqua.

L'obiettivo era stato fissato.

"Tu non vieni?" chiese Legoshi ad Alex che fissava la rappresentazione di ciò che millenni prima camminava sulla Terra.

"Ti raggiungo subito".

Non appena il lupo sparì lo studente rimasto nel magazzino perse il sorriso.

"Io cosa sono?" sussurrò con gli occhi verdi rivolti alla creatura creata l'anno prima.

Dom era stato chiaro, erano gli antenati di tutti gli esseri viventi e quindi anche i suoi.

"Che cosa sono?" ripetè intento ad avvicinarsi fino a poggiare la mano sulla fredda statua.

"Dimmelo".

La fronte seguì l'esempio dell'arto e le palpebre si chiusero.

"Dimmelo, ti prego".

Continuò a dirlo con le lacrime che lentamente scendevano sulle guance.

"Dimmelo!"

Colpì la creatura estinta con entrambi i pugni, ma il silenzio continuò a regnare nel magazzino leggermente disturbato dal sottile pianto del ragazzo.

Alex uscì poco dopo con una mano che asciuga il volto e, di corsa, raggiunse gli altri... Notò subito che uno di loro non era presente.

"Dov'è Legoshi?"

"La mina vagante? È corso via all'improvviso". rispose Vovo, un panda rosso e il più basso fra i presenti.

Haru camminava nel corridoio solare, almeno finché non notò dei fiori appassiti.

"Poverini". sussurrò e, senza esitazione, afferrò il vaso marrone.

Purtroppo anche Mitsuchi non ebbe scrupoli a fare lo sgambetto alla simile che cadde, la coniglietta bianca sapeva benissimo chi era l'artefice di quella burla, ma a distruggere ogni dubbio furono le risate femminili... Tre, come al solito.

"Guardate, parla con i fiori!" urlò una delle due lacchè.

Haru sospirò, quel tipo di carattere era uno dei motivi per cui preferiva conversare con le piante piuttosto che con le persone.

La bulla strinse le orecchie dell'erbivora a terra e la sollevò.

"Dimmi Haru, hai visto il mio ragazzo di recente?"

La coniglietta dal pelo candido rise.

"Mi stai dicendo che ancora non sei tornata con lui?"

"E di chi è la co-?"

"Ascoltami bene..."

La più bassa si liberò facilmente dalla presa sulle orecchie.

"... Puoi continuare a infierire contro di me oppure cercare un maschio con cui figliare, non mi interessa, ma se proprio preferisci piangerti addosso continua pure!"

La studentessa era così impegnata a parlare che non fece caso agli sguardi puntati in alto delle tre.

"Vorrà dire che ti accenderò una candela affianco a quella dei dinosauri! In ogni caso io sono libera hai capito! Sei tu quella sbagliata! Sei tu quella fuori posto!"

Mitsuchi scappò rapidamente seguita dalle sue amiche.

"Mangia quella coniglietta!"

Non appena Haru udì quelle parole si voltò e vide Legoshi dietro di lei che la fissava in silenzio.

"Sei tu".

Il lupo si chinò e raccolse uno dei fiori sul pavimento per poi porgerlo alla più bassa che, inaspettatamente, prese l'espressione neutrale e la trasformò in un volto scocciato.

"Grazie, ma non accetto la pietà dei ragazzi con cui sono stata".

La coniglietta provò ad andare, ma il canide le sbarrò il passo.

"Ma noi non abbiamo fatto niente".

L'erbivora spalancò gli occhi e ricordò ogni cosa compreso lo strano finale.

I due sedevano nella mensa.

"Grazie per lo zaino".

Haru aveva sotto di sé lo zaino dello studente più alto e riusciva, finalmente, a mangiare comoda.

"Di nulla".

La cena però non era per niente confortevole... Per nessuno dei due.

La coniglietta veniva attraversata dall'istinto di preda che scorreva nel sangue, dalle orecchie fino ai piedi, ogni volta che il lupo mostrava le zanne per mangiare la sua gamba scattava come per scappare.

Legoshi non era messo meglio, da diversi minuti voleva chiederle una cosa, una semplice cosa.

Il suo nome.

Eppure era così difficile, poteva essere composto da dieci lettere al massimo ma non riusciva a chiederlo.

"Legoshi, finalmente!"

Alex raggiunse il tavolo.

"Ti ho cercato dap-"

Si bloccò appena notò Haru e mosse la testa verso il canide per poi spostarla verso l'erbivora, ripetè lo stesso processo altre tre volte.

"Scusami, te lo rubo solo un secondo". disse con educazione alla coniglietta per poi tirare il lupo in modo meno educato.

"Che stai facendo?" sussurrò.

"Stiamo cenando".

"Non vuoi mangiarla, vero?"

"No, voglio solo il suo nome".

Alex fissò il canide.

"Vuoi rubarle il nome?"

"No, voglio solo saperlo... Ma non credo di riu-"

"Vai e basta".

"Alex-"

Il ragazzo con il bastone afferrò l'oggetto stretto tra le mani e lo sbattè diverse volte sul palmo destro in segno di minaccia.

"Credi che abbia paura di un bastone?"

Alex sorrise.

Haru addentò l'ennesimo boccone, quando...

"Ahi!"

Il lupo tornò a sedersi con un segno rosso sul muso che massaggiava delicatamente, pronto a farle la fatidica domanda.

CIAU, spero che il capitolo vi sia piaciuto.

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